Politica
Pichetto “L’Italia è pronta per il nucleare, scelta cruciale”
Pubblicato
4 ore fa-
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Redazione“L’Italia è pronta a rientrare nel nucleare che rappresenta una scelta cruciale che non andrà a sostituire le rinnovabili ma le completerà assicurandoci un mix energetico equilibrato e sostenibile. È una mossa che non possiamo più rimandare e ho sentito la responsabilità di dotare il Paese degli strumenti affinché l’Italia non sprechi l’occasione di giocare da protagonista una partita che nei prossimi decenni sarà fondamentale per la decarbonizzazione e la sicurezza degli approvvigionamenti”. Così, in un’intervista al Il Sole 24 Ore, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Poi, spiega che “il testo unico rappresenta la sistematizzazione complessiva dell’intera materia e andrà in parallelo con la definizione di un programma nazionale finalizzato allo sviluppo della produzione di energia da fonte nucleare che concorra alla strategia di raggiungimento degli obiettivi di neutralità carbonica al 2050. È un percorso a tappe che credo arriverà a traguardo per la fine del 2027. Bisognerà informare bene e avere il consenso in Parlamento e nel Paese. E sono fiducioso”. Sulla tipologia di impianti “in questo momento il dibattito è aperto e vogliamo garantirci un margine ampio d’azione. Per cui spetterà ai decreti attuativi dettagliare le strade da intraprendere man mano che emergeranno i contorni delle sperimentazioni in corso”, osserva il ministro. Quanto al tema dei costi “è possibile che, almeno nella fase di spinta iniziale al mercato, possano essere necessari degli incentivi a sostegno. Ma tutto ciò non impone che questi sostegni debbano andare in bolletta”. Per l’individuazione dei luoghi in cui si potranno realizzare gli impianti “spetterà ai decreti attuativi definire le condizioni per l’identificazione dei siti che, come recita anche lo schema di Ddl, potranno essere anche quelli che ospitano i vecchi impianti nucleari”, aggiunge Pichetto. Infine sulla copertura minima in termini di produzione di energia al 2050, il ministro sottolinea che “nel Pniec ipotizziamo di arrivare sino al 22% del nostro mix energetico. Si tratta di uno scenario di previsione che confermo, anche alla luce del percorso che stiamo avviando con la legge delega e che tiene dentro anche un’ipotesi di apporto dalla fusione nucleare, i cui tempi affinché diventi un’alternativa commercialmente valida risultano più lunghi di quelli della scissione”.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-
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Politica
Accordi imprenditoriali tra il Governo e Musk, contrario 1 italiano su 2
Pubblicato
1 giorno fa-
22 Gennaio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Le scelte e le azioni di Elon Musk sono state spesso al centro del dibattito pubblico. Negli ultimi tempi, a seguito anche del sostegno politico a Donald Trump, neopresidente eletto degli Stati Uniti, al suo ingresso nel governo statunitense e alla voci di probabili accordi per la diffusione del suo progetto Starlink anche nel nostro Paese, il dibattito ha coinvolto anche la sfera politica a diversi livelli. In generale, quasi la metà della popolazione italiana (il 47,1%) si dichiara contraria alla possibilità di fare accordi imprenditoriali tra il nostro Governo ed Elon Musk. Opinione che divide nettamente il campione dal punto di vista politico: se da una parte, gli elettori dei maggiori partiti di opposizione confermano la loro contrarietà all’accordo, i sostenitori dei partiti di Governo vedono di buon occhio la diffusione di Starlink nel nostro Paese. Nel complesso, a prescindere da eventuali accordi, poco meno di 2 italiani su 3 (il 60,6%) percepiscono nelle azioni di Elon Musk delle ingerenze nel nostro Paese e, per la maggioranza dei cittadini, questi interventi rappresentano un fattore negativo. Ingerenze che, sia in positivo sia in negativo, sono confermate in modo trasversale dagli elettori di tutti i partiti, ad esclusione di quelli di Fratelli d’Italia che non vedono nelle proposte e nelle parole di Musk delle intromissioni nelle nostre questioni nazionali.
Dati Euromedia Research per Porta a Porta – Realizzato il 09/01/2025 con metodologia CATI/CAWI su un campione di 500 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne
– foto Euromedia Research –
(ITALPRESS).
Politica
Conferito a Mattarella il Dottorato honoris causa dall’Università di Messina
Pubblicato
1 giorno fa-
22 Gennaio 2025di
RedazioneMESSINA (ITALPRESS) – L’Università degli Studi di Messina ha conferito al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Dottorato honoris causa in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2024/2025 dell’Ateneo, che si è svolta al Teatro Vittorio Emanuele.
Nel corso della cerimonia sono intervenuti la Rettrice dell’Università, Giovanna Spatari, Domenico Quartarone, Rappresentante del personale tecnico – amministrativo e Chiara Furlan, Rappresentante degli studenti.
La laudatio honoris causa è stata svolta da Gaetano Silvestri, Presidente emerito della Corte Costituzionale e Professore emerito di Diritto costituzionale dell’Università degli Studi di Messina.
La consegna al Presidente Mattarella del diploma di Dottorato honoris causa e del sigillo dell’Ateneo è stata preceduta dalla lettura delle motivazioni del conferimento da parte Daniela Novarese, Coordinatrice del Corso di Dottorato in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni e dalla proclamatio doctoralis honoris causa da parte della Rettrice dell’Ateneo.
La cerimonia si è conclusa con la Lectio doctoralis del Presidente della Repubblica.
– foto ufficio stampa Quirinale –
(ITALPRESS).
Politica
Cecilia Sala “Incappucciata e interrogata per 10 ore”
Pubblicato
4 giorni fa-
20 Gennaio 2025di
RedazioneROMA (ITALPRESS) – “Gli interrogatori avvenivano ogni giorno, per 15 giorni, incappucciata. L’ultimo interrogatorio, il giorno prima della mia liberazione, annunciata alle 9 di mattina dell’8 gennaio, era durato 10 ore”. Lo ha detto Cecilia Sala, detenuta in Iran per 21 giorni, a “Che Tempo Che Fa”. “Sono stata fortunatissima a stare lì dentro
solo 21 giorni – aggiunge -. Il recupero è più rapido rispetto a tante altre persone sono rimaste lì centinaia di giorni”. “Avevo chiesto il Corano in inglese – aggiunge – perché pensavo fosse un libro che in un carcere di massima sicurezza dell’Iran non mi potessero negare ma mi è stato negato. Ho passato il tempo a contarmi le dita, a leggere gli ingredienti sulle buste”.
-foto ufficio stampa “Che tempo che fa” –
(ITALPRESS).
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