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Cronaca

Trump a Netanyahu “Controlleremo noi Gaza, via i palestinesi”

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WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha avuto un lungo colloquio alla Casa Bianca con il presidente Donald Trump per discutere dell’accordo sugli ostaggi nel conflitto tra Israele e Hamas e delle successive fasi del cessate il fuoco. Per l’occasione il tycoon ha suggerito che i palestinesi sfollati a Gaza dovrebbero essere reinsediati “in modo permanente” al di fuori del territorio devastato dalla guerra: “Non credo che la gente dovrebbe tornare indietro – ha affermato Trump -. Non puoi vivere a Gaza in questo momento. Penso che abbiamo bisogno di un’altra sede. Penso che dovrebbe essere una sede che renderà felici le persone”. “Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente, Gaza sarà la rivière del Medio Oriente”, ha aggiunto Trump.
I principali consiglieri di Trump sostengono che la ricostruzione del territorio devastato dalla guerra in un periodo di tempo compreso tra i tre e i cinque anni, come stabilito nell’accordo di tregua temporaneo, non è praticabile. Il presidente ha già chiesto in precedenza a Egitto e Giordania di reinsediare i cittadini di Gaza, ma entrambi i paesi hanno respinto categoricamente tali proposte.
“Guardando ai decenni passati, è tutta morte a Gaza – ha affermato Trump -. È necessario trovare una bella area in cui reinsediare le persone, in modo permanente, in belle case, dove possono essere felici e non essere colpiti, uccisi o accoltellati”. L’attenzione della Casa Bianca sul futuro degli oltre 2 milioni di residenti di Gaza avviene in un momento in cui la tregua tra Israele e Hamas sta attraversando un momento particolarmente delicato
Netanyahu si trova ad affrontare pressioni contrapposte da parte della sua coalizione di destra, che vuole porre fine alla tregua temporanea contro i militanti di Hamas a Gaza, e da parte degli israeliani, stanchi della guerra, che vogliono che gli ostaggi rimasti tornino a casa e che il conflitto, che va avanti da 15 mesi, finisca definitivamente. Nel corso dell’incontro alla Casa Bianca i due leader hanno fatto riferimento ad un accordo di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita, a lungo ricercato, e hanno condiviso le preoccupazioni sul programma nucleare iraniano, nonché sulla seconda fase dell’accordo sulla presa degli ostaggi.
“Sono avvenute molte morti da quando me ne sono andato e ora sono tornato – ha dichiarato Trump -. Ora ci troviamo di fronte a una situazione diversa, in alcuni modi migliore e in altri peggiore. Ma ci troviamo di fronte a una situazione molto complessa e difficile che risolveremo”. Quella di Netanyahu a Washington è stata la prima visita di un leader straniero nel secondo mandato di Trump. Per l’occasione il primo ministro ha elogiato la leadership del tycoon nell’ottenere l’accordo del cessate il fuoco: “Vi dico solo che sono felice che siano qui”, ha detto Netanyahu di Trump e della sua amministrazione.
Lunedì Netanyahu ha incontrato anche Steve Witkoff, designato da Trump come inviato speciale in Medio Oriente, per dare inizio al difficile lavoro di mediazione della fase successiva di un accordo di cessate il fuoco. Il confronto è stato definito dal leader israeliano come “positivo e amichevole”, prima di sottolineare che avrebbe inviato una delegazione in Qatar per continuare i colloqui indiretti con Hamas che sono mediati dal paese arabo del Golfo, la prima conferma che quei negoziati sarebbero continuati. Netanyahu ha anche detto che avrebbe convocato il suo gabinetto di sicurezza per discutere le richieste di Israele per la fase successiva del cessate il fuoco quando sarebbe tornato in Israele alla fine di questa settimana.
Witkoff, nel frattempo, ha ribadito che ha intenzione di incontrare il primo ministro del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, in Florida giovedì per discutere la fase successiva dell’attuale tregua. Qatar ed Egitto hanno svolto il ruolo di intermediari chiave con Hamas durante tutto il conflitto.
Netanyahu ha sfruttato la sua visita alla Casa Bianca per convincere Trump ad adottare misure decisive nei confronti dell’Iran. Teheran ha dovuto affrontare una serie di battute d’arresto militari, tra cui le forze israeliane, che hanno notevolmente degradato Hamas a Gaza e i militanti di Hezbollah in Libano, nonché un’operazione che ha decimato le difese aeree dell’Iran. Il momento, secondo Netanyahu, ha creato una finestra per affrontare in modo decisivo il programma nucleare di Teheran.
Prima dell’incontro con Netanyahu, Trump ha firmato un ordine esecutivo che, a suo dire, avrebbe aumentato la pressione economica sull’Iran. “Non permetteremo loro di avere un’arma nucleare”, ha affermato Trump.
Intanto nelle ore che hanno preceduto il bilaterale tra Netanyahu e Trump, migliaia di manifestanti pro Palestina hanno marciato per Washington per manifestare ancora una volta dissenso nei confronti del leader israeliano, definito come un “criminale di guerra che ha le mani sporche di sangue”.

-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Cronaca

Costa “L’Europa deve riarmarsi comprando dalle industrie nazionali”

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ROMA (ITALPRESS) – “La nostra proposta si articola in tre punti. Anzitutto un allentamento delle regole europee sul debito, in modo che i governi possano spendere più soldi in armamenti senza temere sanzioni da Bruxelles. In secondo luogo, un impiego più flessibile dei fondi disponibili, anche del fondo di coesione. Infine, stiamo esaminando l’idea della Commissione europea di chiedere un prestito di 150 miliardi di euro”. Lo dice, in un’intervista a Repubblica, il presidente del Consiglio Ue Antonio Costa a proposito del riarmo dell’Europa.

“Fra pochi giorni – aggiunge – la Commissione proporrà ulteriori soluzioni globali per finanziare la nostra difesa. Poi sarà necessario un dibattito al riguardo tra i capi di Stato e di governo”. Per le armi “a breve termine, dovremo comperarle dove sono disponibili quelle di cui abbiamo bisogno. Ad esempio in Europa, America, Corea del Sud o Giappone. A lungo termine, però, i nostri investimenti dovrebbero essere più decisamente indirizzati verso le industrie degli armamenti dei nostri Paesi. Sarebbe una buona cosa per la nostra sicurezza e la nostra società. Infatti, tutti questi capitali potrebbero anche creare posti di lavoro e stimolare le innovazioni”.

-foto Ipa Agency-
(ITALPRESS).

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Tajani “Un dovere rafforzare la Difesa”

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ROMA (ITALPRESS) – “L’Italia è sempre decisa ad aiutare l’Ucraina”, ma sul fondo per Kiev da 40 miliardi “ci sono ancora molti interrogativi, dovremo già investire molti soldi per adeguarci ai parametri della Nato e per il piano von der Leyen e dunque va fatta una valutazione complessiva”. Lo dice, intervistato dalla Stampa, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, secondo cui aumentare le spese per garantire la Difesa “è una necessità, oltre che un dovere imposto dalla Costituzione”.

“Noi – aggiunge – siamo sempre impegnati ad aiutare l’Ucraina, però bisogna valutare bene quali saranno i costi, perchè dovremo investire anche molte risorse per adeguarci ai parametri della Nato e per il piano ReArm Europe di von der Leyen. Abbiamo varato undici pacchetti di aiuti per l’Ucraina e abbiamo dato tutto quel che potevamo dare. In questo Consiglio Affari Esteri ci sarà una discussione ancora interlocutoria, dopodichè valuteremo cosa fare, ma dopo aver fatto una valutazione complessiva insieme anche al Ministro della Difesa”.

Noi – prosegue Tajaniabbiamo sempre sostenuto le posizioni europee, ma abbiamo anche sempre ribadito che bisogna continuare a lavorare con gli Stati Uniti. Senza di loro non è possibile garantire la sicurezza dell’Europa o dell’Ucraina. L’Europa deve rimanere unita e trovare posizioni concordate, dopodichè non è che se un Paese dice che bisogna inviare i soldati, allora tutti devono farlo. Su questo abbiamo una posizione chiara. Cosi come abbiamo sempre avuto una posizione chiara relativa all’utilizzo delle armi che forniamo all’Ucraina in territorio russo”.

-foto Ipa Agency-

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Oklahoma e Minnesota ancora a segno, ok Clippers e Lakers

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ROMA (ITALPRESS) – Prosegue il periodo brillante di Oklahoma City nella regular-season della Western Conference dell’Nba. Nella notte italiana, i Thunder centrano la loro decima affermazione nelle ultime undici partite battendo nettamente in trasferta i Milwaukee Bucks per 121-105 in virtù dei 31 punti di Gilgeous-Alexander e dei 24 punti di Hartenstein; tra i padroni di casa, stavolta Antetokounmpo è meno incisivo del solito con un bottino personale di 21 punti. Se OKC vola, non è da meno Minnesota che, sempre ad Ovest, porta a otto la striscia di vittorie consecutive.

Sul parquet amico, i Timberwolves liquidano per 128-102 Utah Jazz sfruttando la vena realizzativa di un immarcabile Edwards, a referto da top-scorer con 41 punti (22 di Sexton nel quintetto ospite). Travolgenti i Los Angeles Clippers, che dominano sul campo amico i Charlotte Hornets con un eloquente 123-88: Harden è il più prolifico della serata con 31 punti all’attivo. Vittorie esterne e di misura per Orlando e Philadelphia: i Magic espugnano l’impianto dei Cleveland Cavaliers per 108-103 con 24 punti di Banchero e 22 di Wagner, mentre i Sixers fanno festa per 130-125 contro i Dallas Mavericks, che possono consolarsi solo per i 29 punti siglati da Washington.

Turno favorevole anche all’altra Los Angeles: i Lakers si impongono infatti per 107-96 sui Phoenix Suns con 61 punti complessivi della coppia di bomber formata da Doncic e Reaves. Non lasciano scampo, di fronte al proprio pubblico, nemmeno Brooklyn e Portland: i Nets mettono al tappeto gli Atlanta Hawks per 122-114 con 28 punti di Johnson (stesso score, tra i georgiani, per Young), mentre i Trail Blazers piegano per 105-102 la resistenza dei Toronto Raptors grazie innanzitutto ai 22 punti di Simons e ai 21 di Camara.

– Foto Ipa Agency –

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(ITALPRESS).

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