Economia
Fumarola alla guida della Cisl, “Avanti seguendo la rotta tracciata”
Pubblicato
6 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Daniela Fumarola è la nuova segretaria generale della Cisl. Il Consiglio generale l’ha eletta all’unanimità. Succede a Luigi Sbarra, dimessosi per raggiunti limiti di età dopo 4 anni di mandato. Un segnale di continuità da parte della Confederazione per i lavoratori, fotografata in pieno dai 188 voti su altrettante schede valide, con due sole nulle e un’ultima bianca. “Attorno al nome di Daniela Fumarola c’è stata una convergenza totale e unanime”, ha detto l’ex segretario Sbarra, confermando la sicurezza condivisa che quella di Fumarola sia la “figura ideale per guidare il cammino che verrà. Conoscendoci da tempo, ho apprezzato meglio di chiunque la tua competenza, la capacità di tenere insieme prospettive strategiche e pragmatismo. Un ruolo difficile, totalizzante e tante volte frustrante, che sono sicuro ricoprirai mettendo in questo progetto cuore e passione”, ha aggiunto.
Tanti applausi e sorrisi diffusi, prima e dopo la ratifica della votazione. Fumarola, nel corso del suo intervento, si è poi soffermata su diversi punti focali: “Si tratta di un momento davvero importante nella mia vita, sento una responsabilità e un onore estremamente grande nel ricevere questo ruolo. Un impegno che voglio prendere da subito, per far sì che ogni componente di questa Cisl dia il meglio di sè, ogni giorno. Abbiamo affrontato numerosi ostacoli, andando sempre avanti con la certezza della presenza del segretario Sbarra, seguendo una rotta e raggiungendola con coraggio, caricandoci delle responsabilità grandi e prendendo decisioni difficili. Dobbiamo proseguire dunque lungo il solco tracciato, rendendolo fertile e cambiando costantemente partendo da noi stessi, con una faticosa quanto avvincente ricercatezza nell’abbracciare i vettori del cambiamento”, ha sottolineato. La linea di continuità appare dunque chiara, anche nel sostegno al Mezzogiorno e nei rapporti con Cgil e Uil, al centro del dibattito politico delle ultime settimane. “Il Mezzogiorno è già al centro delle attività della Cisl, perchè pensiamo che un mezzogiorno forte sia fondamentale per l’Italia e per l’Europa. Gli ultimi risultati del Sud sono positivi, pensiamo però che debbano essere ulteriormente rinforzati, portando a compimento ogni investimento del Pnrr perchè la scadenza del 2026 è alle porte. I rapporti con Cgil e Uil? Siamo qui, senza alcun pregiudizio nei confronti dei colleghi – ha confermato la neo segretaria – . Ci piacerebbe però ritrovarci su contenuti e metodi, valutando le proposte nel momento in cui ci vengono fatte. Non abbiamo uno stile ideologico, ma di autonomia nei confronti di ogni partito politico. Laddove ci si trovasse su un terreno comune ben venga, altrimenti andremo avanti per la nostra strada, perchè le scelte fatte fin oggi sotto la direzione di Sbarra ci hanno portato a risultati concreti”. Una chiosa, necessaria a detta della Fumarola, anche sul tema dell’evasione fiscale, in ragione di scelte di primaria rilevanza da prendere in merito alle cartelle esattoriale e alla loro emissione. “La lotta all’evasione dovrà essere concreta, perchè proponendo scorciatoie facciamo soltanto male a chi le tasse le paga. Dobbiamo risanare quei novanta miliardi annui di evasione, facendo più controlli ed emanando più cartelle esattoriali per far pagare le tasse a chi non le paga”-
(ITALPRESS).
-Foto: xi6/Italpress-
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Economia
Intesa Sanpaolo, Barrese “Un piano da 1,5 miliardi per il sociale”
Pubblicato
3 ore fa-
22 Agosto 2025di
Redazione
RIMINI (ITALPRESS) – “E’ necessaria un’azione impattante, condivisa e sinergica che veda tutti – Istituzioni, imprese e privati – impegnati per una crescita diffusa e inclusiva. Lo Stato certo deve essere protagonista, ma ognuno deve fare la sua parte in quello che possiamo definire un nuovo patto sociale tra tutti i soggetti pubblici e privati che hanno ruoli di responsabilità nella tenuta e nella crescita del Paese per la lotta alla povertà, il contrasto alle disuguaglianze, l’accesso alla formazione professionale e all’occupazione”. Lo ha detto Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, nell’ambito del Meeting di Rimini in occasione dell’incontro sul tema “La differenza fra povertà e miseria muove la carità”.
“Intesa Sanpaolo, come prima banca del Paese, è consapevole di avere un ruolo chiave in questi ambiti e la responsabilità di sostenere un cambiamento. Il CEO Carlo Messina ha voluto realizzare quello che è diventato il principale progetto privato di coesione in Italia, ponendo il Gruppo come Istituzione al servizio del Paese per la promozione di una società più equa – ha proseguito Barrese -. Attraverso la struttura Intesa Sanpaolo per il Sociale abbiamo stanziato risorse in campo sociale per 1,5 miliardi di euro entro il 2027, realizzando dal 2022 ad oggi 60,3 milioni di interventi, con oltre 49 milioni di pasti, 4,3 milioni di posti letto, 6,3 milioni di medicinali e 621mila capi di abbigliamento. Nell’ambito della Direzione Impact, la cui attività si dispiega attraverso l’interazione con la Divisione Banca dei Territori e il radicamento di quest’ultima sul territorio, ad oggi abbiamo formato oltre 5.350 giovani coinvolgendo circa 2.500 aziende con il progetto Giovani e Lavoro, sostenuto con il prestito Per Merito gli studi post-diploma di oltre 45mila ragazzi ed oltre 500 progetti ad alto valore sociale di realtà del Terzo Settore sui territori attraverso la piattaforma digitale For Funding”.
– Foto Meeting di Rimini 2025 –
(ITALPRESS).
Economia
Fumarola “Contrari ai dazi, bisogna proteggere le imprese e il lavoro”
Pubblicato
7 ore fa-
22 Agosto 2025di
Redazione
RIMINI (ITALPRESS) – “Noi siamo assolutamente contrari ai dazi perchè creano problemi alle imprese, ai lavoratori, all’economia e alle filiere. Certo, dazi al 15% sono meglio che al 50%, noi continuiamo a dire che serve continuare a intervenire sull’Ue perché è l’Europa che se ne deve occupare. Continuiamo a sostenere che bisogna proteggere le imprese, il lavoro e trovare nuovi sbocchi commerciali per non dipendere da situazioni di questo tipo”. Così Daniela Fumarola, segretaria generale Cisl, a margine del 46° Meeting di Rimini.
“I salari crescono se si rinnovano i contratti pubblici e privati, se si interviene sul cuneo fiscale, noi coglieremo l’opportunità della nuova manovra per chiedere di continuare su questo passo. Dobbiamo però avere attenzione a salari e pensioni, chiediamo di intervenire sul ceto medio e famiglie perché sono state le più colpite in questi anni difficili, ma il ceto meglio e le famiglie sono quelle che più di altri hanno sofferto. Nel chiedere un incontro al governo rispetto alla nuova manovra che si apprestano a fare, pensiamo che debba essere uno dei temi”, ha aggiunto. “Inoltre, noi pensiamo che si debba passare dal 35% al 32%, pensiamo che bisogna continuare un’azione che favorisca lavoratori, pensionati e famiglie. Dobbiamo unire il Paese e possiamo farlo anche attraverso questi interventi”, osserva.
“Siamo contrari al salario minimo legale perché pensiamo che l’azione contrattuale, che nel nostro Paese è particolarmente diffusa, sia lo strumento e il modo attraverso il quale bisogna elevare i salari, anche di chi ad oggi è al di sotto dei 9 euro. Crediamo che, per quanto riguarda le materie lavoristiche l’intervento per legge non debba esserci, devono essere le parti sociali, le imprese e il governo a trovare i rimedi giusti”, ha spiegato in merito al salario minimo.
“Noi continuiamo a rilanciare l’idea del patto sociale per la crescita del nostro Paese, abbiamo trovato un’apertura da parte della premier che si è resa disponibile a ragionare su questo tema, abbiamo trovato apertura anche da parte di associazioni imprenditoriali. Dobbiamo costruire le condizioni affinché il patto si realizzi anche perchè noi abbiamo l’emergenza che sovrasta tutte le alte: sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, ogni giorno troppe vite spezzate, dobbiamo lavorare per una strategia comune che continui a portare risultati. Abbiamo bisogno di unire le forze perché le sfide sono importanti”, ha concluso la segretaria generale della Cisl.
– foto Meeting Rimini 2025 –
(ITALPRESS).
Economia
Dazi, Orsini “Il quadro è più chiaro, ma ora gli eurobond sono indispensabili”
Pubblicato
11 ore fa-
22 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Con la formalizzazione dell’accordo Usa-Ue finalmente siamo a un punto fermo. Da quanto afferma Palazzo Chigi si ha la certezza che siamo al 15% anche su settori come il farmaco e l’automotive. Elemento estremamente importante è che il 15% assorbe il 4,8% dei dazi attuali. Quindi l’incremento non è del 15% ma del 10,2%, un livello che pone la Ue al di sotto dell’aumento medio dei dazi americani nel mondo che è intorno al 12-13%: un aspetto che ci tengo a sottolineare, fermo restando che tutto quello che fa aumentare il prezzo delle nostre merci può avere un impatto negativo sulla nostra competitività”. Così Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, in un’intervista al Sole 24 ore. “Ma non è questione solo di dazi: dobbiamo riequilibrare il cambio eurodollaro. Oggi c’è un incremento dell’11,5% ma potrebbe arrivare al 20 o 24%. Dobbiamo lavorare su questo aspetto, che va monitorato. Noi come imprenditori dobbiamo proteggerci, ma è il momento che l’Europa metta in campo misure come gli eurobond per realizzare gli obiettivi che ha in mente, a partire dalle transizioni, ma anche le infrastrutture e il prosieguo del Pnrr, mettendo al centro l’industria e la competitività”, spiega.
“L’Europa deve darsi una sveglia. Abbiamo visto i vari omnibus, ma abbiamo bisogno che si faccia molto presto, sia sulla burocrazia che costa alle imprese il 6,7 per cento del pil europeo, sia per eliminare i dazi interni che frenano il mercato unico. Oggi vediamo troppi capitali andare dall’Europa verso gli Stati uniti, 300 miliardi all’anno. Gli eurobond devono essere realizzati prima possibile per attrarre investimenti, realizzare infrastrutture e puntare sulle imprese. Diventa necessario come difesa dell’industria europea”, continua Orsini. “Occorrono un piano straordinario europeo e un piano italiano per l’industria con una visione per lo meno a tre anni. L’Eurostat qualche giorno fa ha scritto che la produzione industriale è caduta del l’1,3 per cento. Nel 2025 scadono quasi tutti gli incentivi all’industria per gli investimenti. Ricerca e sviluppo hanno una quota bassissima per i prossimi anni, dobbiamo sviluppare misure che possano rilanciare gli investimenti per essere più competitivi, utilizzando misure che hanno dato risultati, come la Zes unica che, con uno stanziamento di risorse pubbliche di 4,8 miliardi negli ultimi 2 anni ha generato 28 miliardi di investimenti e 35mila posti di lavoro”, conclude.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


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