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Economia

Protocollo tra Adm e Vaticano per collaborazione doganale

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ROMA (ITALPRESS) – Rafforzare la collaborazione
tecnico-amministrativa doganale tra l’Agenzia delle Dogane e dei
Monopoli e il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano:
è quanto prevede il protocollo siglato oggi nella sede Adm.
“Il governo italiano saluta con favore questa iniziativa di
semplificazione del rapporto doganale. Adm gestisce un ruolo
rilevantissimo per lo Stato. Particolare rilevanza assumono le
attività dell’Agenzia in ambito doganale, che rappresenta
un’eccellenza amministrativa. Per il Governo è importante che i
rapporti con lo Stato Vaticano siano improntati su una
collaborazione proficua”, ha detto il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo.
Per il direttore dell’Adm, Roberto Alesse, “con la sottoscrizione
del protocollo di intesa si rafforzano le relazioni bilaterali tra l’Italia e la Santa Sede. Nel corso degli anni, Italia e Città del Vaticano si sono impegnate per garantire che le operazioni doganali si svolgessero in modo efficiente e sicuro.
Le normative internazionali – ha spiegato – si sono evolute, in quanto soggette a continue modifiche: l’Italia ha partecipato attivamente alla creazione dell’Unione doganale europea del 1968 e le successive riforme hanno reso necessario un costante aggiornamento delle pratiche doganali. Nuove problematiche – ha aggiunto – richiedono risposte condivise: in questo contesto normativo, il protocollo fornisce una nuova cornice operativa”.
L’obiettivo del protocollo siglato oggi, nell’anno del Giubileo, è “dare impulso significativo all’interscambio ai nostri sistemi. Si tratta di un segno tangibile di come la collaborazione tra i nostri due Stati possa crescere”, ha concluso Alesse.
Il Protocollo è corredato da due allegati tecnici che attengono
alla organizzazione di un programma di formazione in materia
doganale e, all’introduzione, in via sperimentale, di una
procedura telematica che semplifica e rende più efficiente la
modalità di presentazione delle dichiarazioni valutarie.
Per il presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, Cardinale Fernando Vèrgez Alzaga, “il protocollo concretizza e migliora il dialogo tra Italia e Vaticano, a beneficio delle procedure doganali adottate. E’ sempre più necessario che le Dogane e il Governatorato collaborino per
favorire lo snellimento della burocrazia e migliorare le procedure”. Il segretario generale del Governatorato dello Stato
della Città del Vaticano, suor Raffaella Petrini, ha sottolineato
che “Adm sta collaborando attivamente con il Vaticano su questioni importanti come la sicurezza e le procedure doganali. Il protocollo è uno strumento fondamentale per migliorare
ulteriormente la partnership e prevenire i reati e favorire la
libera circolazione di beni e persone. E’ necessario ampliare la
trasformazione digitale delle banche dati”.
(ITALPRESS).
-Foto: xi2/Italpress-

Economia

Spese obbligate in aumento, superano il 42,2% dei consumi

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ROMA (ITALPRESS) – Nel 2025 le spese obbligate – ovvero quelle legate a beni e servizi di cui le famiglie non possono fare a meno, come casa, energia, bollette, sanità, trasporti e assicurazioni – continuano a erodere quote crescenti dei bilanci familiari, arrivando a rappresentare il 42,2% della spesa totale, con un aumento di 5,2 punti rispetto al 1995.

E’ quanto emerge dai dati dell’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio, secondo cui si tratta di una dinamica, ormai strutturale, che riduce sempre di più l’area delle scelte libere di consumo, limitando il potenziale di crescita dell’economia legata alla domanda interna.

In trent’anni la quota di consumo destinata ai beni e ai servizi commercializzabili è passata dal 37% al 42,2%. La parallela compressione della quota destinata al consumo di beni e servizi commercializzabili (nel 2025 si stima un’incidenza complessiva del 57,8%), vale a dire quelli il cui acquisto è legato a scelte e preferenze personali e familiari, sottende a sua volta dinamiche articolate.

La spesa per i servizi commercializzabili, che aveva registrato un deciso arretramento nel 2020, è tornata, nei periodi più recenti, ad aumentare in misura più significativa rispetto agli altri consumi ed è stimata attestarsi nel 2025 al 20,8%. Quota che risulta ancora inferiore al 21,3% raggiunto nel 2019. Per contro i beni commercializzabili dovrebbero vedere nell’anno in corso un’ulteriore riduzione dell’incidenza attestandosi al 36,9%.

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Vanno anche considerati gli importanti mutamenti demografici intervenuti nell’arco temporale oggetto d’osservazione. Oltre all’invecchiamento della popolazione, che ne ha mutato le esigenze e le preferenze in materia di consumi, a partire dal 2015 il numero di residenti in Italia ha mostrato una progressiva riduzione (nella media del 2025 il calo rispetto al picco del 2014 dovrebbe approssimarsi a 1,4 milioni) fornendo un inevitabile contributo negativo allo sviluppo della domanda. I risultati segnalano come gran parte dei cambiamenti, in termini di spostamento dei volumi tra obbligati e commercializzabili si sia rilevato tra il 1995 ed il 2007.

Elemento che fa emergere il ruolo dei prezzi nel determinare gli andamenti a valore. Altro fattore che spicca è il sostanziale immobilismo dei volumi acquistati per abitante, con una spesa, ai prezzi del 2025, che nell’anno in corso sarà ancora inferiore di circa 200 euro a quella del 2007 nonostante gli apprezzabili miglioramenti degli ultimi anni.

Analizzando più nel dettaglio le voci, si conferma il ruolo preponderante delle spese per l’abitazione, i cui volumi per abitante sono in continua crescita ed ammontano, ai prezzi attuali, a poco meno di 5mila e duecento euro l’anno (in aumento nel solo 2025 di 109 euro). Dinamiche più recenti evidenziano come per i beni commmercializzabili il miglioramento degli ultimi anni, guidato in buona parte dalle apparecchiature informatiche e per le comunicazioni, si vada esaurendo, con una stima per il 2025 di riduzione dei volumi acquistati di 57 euro per abitante. In questo contesto le maggiori difficoltà si confermano quelle relative ai beni più tradizionali come l’alimentare.

Per l’anno in corso i miglioramenti più significativi, in termini di volumi, sono attesi per i servizi commercializzabili per i quali si stima una crescita delle quantità acquistate di 134 euro per residente. Dato che permetterebbe di tornare, e superare di poco, i livelli del 2019. Le dinamiche di lungo periodo, e non solo, fanno emergere ancora una volta come i prezzi dei consumi a cui le famiglie non possono rinunciare, si siano mossi ad una velocità nettamente superiore rispetto ai beni e servizi commercializzabili. Tra il 1995 e il 2025 l’incremento complessivo è stato del 132,1 a fronte di una crescita del 55,2% dei beni commercializzabili e dell’81,4% dei servizi il cui acquisto è da considerarsi una libera scelta delle famiglie. Tra le spese obbligate continua a spiccare il ruolo degli energetici che, nonostante l’attesa di una riduzione dei prezzi nel 2025, hanno visto il deflatore aumentare del 178,3% nel periodo.

– Foto IPA Agency –

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Economia

Il decreto Economia è legge dopo il via libera dalla Camera

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ROMA (ITALPRESS) – Con 160 voti a favore, 99 contrari e 3 astenuti, l’Aula della Camera ha approvato il ddl di conversione del decreto Economia. Il provvedimento reca disposizioni urgenti per il finanziamento di attività economiche e imprese, nonché interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali. Il ddl è stato approvato da Montecitorio senza modifiche rispetto al testo dal Senato e diventa quindi legge.

– Foto IPA Agency –

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Economia

Produzione industriale in aumento dello 0,2% a giugno, calo dello 0,9% sull’anno

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ROMA (ITALPRESS) – A giugno l’Istat stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,2% rispetto a maggio. Nella media del secondo trimestre si registra un aumento del livello della produzione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mostra un calo congiunturale solo per i beni di consumo (-0,9%); viceversa si osservano aumenti, sebbene assai contenuti, per i beni intermedi (+0,2%) e per l’energia e i beni strumentali (+0,1% per entrambi i settori).

Al netto degli effetti di calendario, a giugno l’indice generale diminuisce in termini tendenziali dello 0,9% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 come a giugno 2024). Si registrano incrementi tendenziali solo per l’energia (+7,3%); calano, invece, i beni strumentali (-1,4%), i beni intermedi (-2,1%) e i beni di consumo (-3,0%).

I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+15,7%), l’attività estrattiva (+6,2%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+4,7%). Le flessioni più rilevanti si riscontrano, invece, nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,0%), nella produzione di prodotti chimici (-3,2%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-3,0% per entrambi i settori).

– Foto IPA Agency –

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