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Cronaca

Sisma 2016, la ricostruzione accelera con legalità e sicurezza

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ROMA (ITALPRESS) – La ricostruzione dei territori dell’Appennino centrale colpito dal sisma del 2016 si pone ancora una volta come laboratorio nazionale di buone pratiche, grazie all’introduzione del badge elettronico di cantiere. Uno strumento digitale per il completo monitoraggio dei cantieri della ricostruzione, dati accessibili a tutti gli organi di controllo nell’ottica dell’interoperabilità tra piattaforme e le più avanzate innovazioni – dall’intelligenza artificiale ai digital twin – per la tutela dei lavoratori e del tessuto produttivo dell’Appennino centrale. L’obiettivo è quello di preservare il più grande cantiere d’Europa dal rischio di infiltrazione mafiosa nella fase in cui la ricostruzione accelera.
Questo il raggio di azione in numeri: una superficie di circa 8 mila chilometri quadrati quella del cratere; lavori per 28 miliardi di euro; in corso, grazie al cambio di passo impresso, oltre 8.151 cantieri di ricostruzione privata (12.289 quelli già conclusi). La ricostruzione pubblica conta ulteriori 3.537 interventi, il 50% dei quali (oltre 1700 cantieri, per un valore di 2,2 miliardi di euro) sono giunti alla fase di progettazione per cui, già nel 2025, potrebbero avviare i lavori venendo così coinvolti nell’applicazione del badge e settimanale di cantiere. Di fronte a questi numeri e alle dimensioni della ricostruzione va presa in seria considerazione la possibilità che cresca l’attenzione della criminalità organizzata nei confronti dell’Appennino centrale e delle connesse opportunità di profitto. Una potenziale minaccia rispetto alla quale è necessario adottare misure preventive stringenti.
Un’introduzione, stabilita dall’Ordinanza speciale in deroga 216, che avverrà gradualmente, sostenendo le aziende anche con fondi per la formazione. Non uno strappo dal passato quindi ma una visione di futuro, fortemente voluta dal Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli.
La presentazione di questi nuovi, innovativi, strumenti di controllo e monitoraggio è avvenuta oggi a Roma presso la sala Multimediale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel corso di una presentazione alla quale hanno preso parte il Sottosegretario di Stato al Ministro dell’Interno, Emanuele Prisco; il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, il Commissario Straordinario al sisma 2016, Guido Castelli, il Prefetto Paolo Canaparo e il Presidente della Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili, Dario Firsech. Si sono collegati da remoto l’Assessore della Regione Lazio alla Ricostruzione, Manuela Rinaldi e l’assessore al Bilancio della Regione Abruzzo, Mario Quaglieri. A moderare l’incontro è stato il giornalista Giorgio Pogliotti.
Il Commissario Straordinario al sisma 2016, Guido Castelli: “La ricostruzione post sisma 2016, dopo tante false partenze, finalmente sta registrando un cambio di passo. Nei prossimi mesi partiranno migliaia di cantieri, e altrettanti sono già in corso, e per questo abbiamo avvertito l’assoluta necessità di completare il sistema di dispositivi necessari a garantire il massimo rispetto della trasparenza, della legalità e della sicurezza del lavoro. Grazie a un grande lavoro di squadra, che ha comportato un articolato e proficuo confronto con tutte le parti sociali, le Regioni e gli organismi di controllo, registriamo ora un grande avanzamento nella digitalizzazione dei cantieri, grazie all’introduzione del badge elettronico. Ma attenzione: il badge è il punto di arrivo di un percorso complesso, che ci ha portato a definire le norme relative soprattutto alla gestione dei dati, alla privacy e a garantire la massima interoperabilità delle piattaforme in modo tale che Gedisi potesse “dialogare” anche con gli enti di controllo per monitorare l’andamento e i flussi della manodopera, che sono i tradizionali ambiti dove si incunea la malavita. Ringrazio tutte le parti sociali, oltre che il Ministro Calderone, perchè hanno compreso che queste innovazioni, che pure comporteranno un certo adattamento, sono dei costi necessari per mantenere la qualità della vita e l’integrità di territori meravigliosi che dopo il sisma stanno per rinascere”.
L’introduzione del badge e del settimanale di cantiere è stata sancita dall’Ordinanza Speciale n. 216 del 27 dicembre 2024, che introduce sistemi di monitoraggio elettronico obbligatori per le presenze nei cantieri di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Questa misura rafforza la prevenzione delle infiltrazioni mafiose e la tutela della sicurezza dei lavoratori.
L’implementazione avverrà gradualmente: entro un mese per cantieri sopra i 500.000 euro, entro 12 mesi per quelli oltre 258.000 euro, entro 24 mesi per quelli superiori a 150.000 euro e entro 36 mesi per tutti gli altri. L’obbligo si applica sia alla ricostruzione pubblica che privata, per contratti e contributi rilasciati dopo la pubblicazione dell’Ordinanza.
Le informazioni raccolte tramite la piattaforma GE.DI.SI saranno utilizzate dai Gruppi interforze antimafia per verificare accessi, irregolarità e possibili tentativi di infiltrazione. Il sistema punta a realizzare una “Prefettura del futuro”, con controllo e scambio dati in tempo reale per rafforzare la legalità.
Per supportare l’attuazione, sono stati stanziati tre milioni di euro per la formazione dei lavoratori su sicurezza, nuove tecnologie e gestione digitale dei cantieri, coinvolgendo Parti Sociali ed enti bilaterali territoriali.
L’Ordinanza prevede inoltre un Comitato di Coordinamento, guidato dal Commissario Straordinario, con rappresentanti della Struttura di missione antimafia, della Commissione Nazionale paritetica per le Casse Edili e delle Parti Sociali. Il Comitato promuoverà progetti pilota per l’innovazione nei cantieri, digitalizzando il “Piano di controllo coordinato” e introducendo strumenti avanzati come digital twin e intelligenza artificiale.
Queste misure garantiranno maggiore sicurezza, riduzione del lavoro irregolare, contrasto alle infiltrazioni criminali e un processo di ricostruzione più efficiente, facendo dell’Appennino centrale un modello di best practice per l’Italia.
-foto spf/Italpress-
(ITALPRESS).

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Gruppi di ragazzini rapinano dei coetanei, fermati 9 giovanissimi a Milano

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MILANO (ITALPRESS) – Gli agenti della Polizia di Stato di Milano hanno individuato 9 giovani ritenuti responsabili delle rapine commesse ai danni di un 14enne e un 15enne milanesi.

Sabato 29 novembre, verso le ore 23, i poliziotti della volante del Commissariato Porta Ticinese sono intervenuti in piazza XXIV Maggio dopo che un ragazzo milanese di 15 anni aveva contattato l’112NUE segnalando di essere stato derubato e aggredito da 4 ragazze. Agli agenti giunti subito sul posto, il giovane ha dichiarato di essersi accorto del furto degli auricolari che aveva riposto nella tasca della giacca che aveva lasciato all’intero di un bar dal quale era uscito pochi minuti per chiacchierare con un amico. Accortosi della sparizione degli auricolari, aveva subito attivato sul cellulare il sistema di localizzazione individuando gli stessi in zona Darsena. Giunto nei pressi dei gradoni con un amico, il giovane ha attivato l’allarme facendo suonare le cuffiette che sono risultate all’interno dello zaino di una ragazza italiana di 17 anni che era in compagnia di altre tre sue giovani amiche. Una volta richiesto alla 17enne di riottenere i propri auricolari, il 14enne è stato immediatamente minacciato dalla ragazza che, dopo aver rotto contro il muro una bottiglia di birra che aveva in mano, l’ha puntata contro il 15enne prima di aggredirlo con calci e pugni unitamente a un ragazzo poi dileguatosi. I poliziotti hanno fatto salire a bordo della volante il giovane derubato e, poco dopo, in viale D’Annunzio, hanno individuato le quattro ragazze italiane. Uno dei due poliziotti è sceso subito dall’auto per rincorrerle: dopo il primo tentativo di fermarle, le giovani hanno assunto un atteggiamento aggressivo e ostile al controllo di polizia. La 17enne ha cominciato a spintonare e colpire con calci e pugni il poliziotto, insultandolo pesantemente e, urlando “Stai cercando queste?!” lanciando un paio di auricolari in direzione del naviglio. Le quattro ragazze, due di 17 anni, una di 16 e una di 18, hanno continuato a colpire l’agente di polizia con calci e pugni e con una borsa, al cui interno sono stati poi rinvenuti un martelletto frangi vetro e una bottiglia di vodka, prima di essere immobilizzate dall’altro poliziotto e dagli agenti del Commissariato Scalo Romana giunti in ausilio. Le tre ragazze minorenni sono state arrestate, e la 18enne indagata, per rapina in concorso e resistenza a pubblico ufficiale; la 16enne anche per il possesso del martelletto e una delle due 17enni anche per il possesso di un tirapugni in acciaio di 10 centimetri.

Domenica 30, poco prima delle ore 20, invece, i poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Milano sono intervenuti in via Raffaello Sanzio per un’altra rapina. Un 14enne milanese ha riferito loro che, poco prima, era stato avvicinato da un gruppo di circa 10 giovani i quali lo avevano strattonato e gli avevano asportato il giubbotto e le auricolari, per poi allontanarsi e far perdere le proprie tracce. I poliziotti della volante hanno compiuto alcuni giri di perlustrazioni e rintracciato dei giovani compatibili con le descrizioni fornite dalla 14enne: i cinque ragazzi di origine egiziana, alcuni di seconda generazione, di età compresa tra i 12 e i 17 anni, sono stati indagati in stato di libertà per rapina in concorso e gli auricolari, rinvenuti grazie alla geolocalizzazione, ritrovati in strada e riconsegnati alla vittima.

– foto di repertorio ufficio stampa Polizia di Stato –

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Colpo al clan di camorra “Licciardi”, 21 misure cautelari

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NAPOLI (ITALPRESS) – I carabinieri del Comando Provinciale di Napoli stanno eseguendo una misura cautelare a carico di 21 indagati: 19 misure in carcere di cui 5 indagati già detenuti e 2 agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della DDA partenopea.
Gli indagati, tutti gravitanti nell’ambito del clan Licciardi, alleanza di Secodigliano, sono ritenuti gravemente indiziati a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso”, “estorsioni”, “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti”, “ricettazione” ed “evasione”, reati aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
– foto ufficio stampa Carabinieri –
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Papa Leone a Beirut “Ascoltare il grido dei poveri”

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BEIRUT (LIBANO) (ITALPRESS) – Ultima giornata libanese per Papa Leone che stamane sta facendo visita agli operatori e agli assistiti dell’ospedale De la Croix a Jal ed Dibl, uno dei più grandi ospedali per disabili mentali del Medio Oriente, a circa 11 chilometri da Beirut.
“Non possiamo dimenticarci dei più fragili, non possiamo immaginare una società che corre a tutta velocità, aggrappandosi ai falsi miti del benessere, ignorando tante situazioni di povertà e di fragilità”, ha detto il Papa nel saluto ad operatori e assistiti dell’ospedale de la Croix.
“In particolare – ha aggiunto – noi cristiani siamo chiamati a prenderci cura dei poveri, ce lo chiede i Vangelo e il grido dei poveri, che attraversa anche la Scrittura, ci interpella”. Rivolgendosi “ai fratelli segnati dalla malattia”, poi ha detto: “Siete nel cuore di Dio”.
– foto Ipa agency –
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