Economia
UGL celebra 75 anni, un francobollo commemorativo da Poste Italiane
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1 mese fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Si è svolta oggi, presso lo Spazio Wegil, a Roma, la presentazione del francobollo commemorativo realizzato per celebrare il 75° anniversario del Sindacato UGL. Il francobollo, emesso da Poste Italiane con un annullo dedicato, è un omaggio alla lunga storia e al ruolo svolto dall’UGL nella tutela dei diritti dei lavoratori e nella difesa della contrattazione collettiva nel nostro Paese.
“Oggi celebriamo la storia del sindacato UGL e le storie di personaggi che hanno attraversato i decenni, dai consigli di fabbrica ai sequestri, fino alle lotte sindacali e sociali. Il sindacato si rinnova se mantiene la propria capacità di interpretare la stagione contemporanea – ha detto Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati -. A tal proposito, l’UGL sta conducendo un’importante battaglia sui diritti digitali, difendendo la creatività e il lavoro umano. Un altro aspetto su cui l’UGL è all’avanguardia riguarda la partecipazione dei lavoratori. In questo senso è importante il contributo dell’UGL al dibattito sulla legge che è stata approvata alla Camera e ora è in discussione al Senato”.
Secondo Maurizio Gasparri, Capogruppo al Senato di Forza Italia, “l’UGL oggi è in campo come Confederazione attenta e portatrice di una cultura partecipativa, quindi contraria a una cultura antagonista e di scontro di classe. Integrando i valori del sindacalismo nazionale eredita questa volontà dell’incontro tra capitale e lavoro, tra l’azienda e i dipendenti, nella tutela delle aspettative e dei diritti del mondo del lavoro”.
Il Segretario Generale dell’UGL, Paolo Capone, ha sottolineato l’importanza di questo anniversario: “Il francobollo presentato oggi è un simbolo del percorso che l’UGL ha compiuto in questi 75 anni a fianco dei lavoratori e, al contempo, rappresenta un impegno per il futuro”.
Nel corso del suo intervento, Capone ha anche evidenziato l’importanza della legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese: “Apprezziamo l’impianto complessivo di una legge che fa parte del codice genetico della nostra organizzazione. Al contempo, riteniamo necessari alcuni correttivi con particolare riguardo all’obbligatorietà di applicazione dell’articolo 46 della Costituzione nelle aziende partecipate dallo Stato, sul modello sperimentato con successo in Rai. La partecipazione rappresenta un modello di gestione aziendale capace, da un lato, di includere i lavoratori nei processi decisionali e redistribuire i guadagni con la divisione degli utili, e dall’altro, di aumentare la produttività aziendale, sostenendo la competitività e il mantenimento dei livelli occupazionali”.
Secondo il Leader dell’UGL, “positivo anche il dialogo avviato con il governo su temi cruciali come le politiche attive del lavoro. L’incremento record dell’occupazione fotografa un’importante inversione di rotta ed è il segno che le nuove misure vanno nella giusta direzione. L’UGL guarda con particolare favore al taglio della pressione fiscale per sostenere il potere d’acquisto dei salari, e all’aumento degli ispettori per potenziare i controlli e tutelare la sicurezza dei lavoratori. Il contrasto agli incidenti sul lavoro è una battaglia che può essere vinta solo rafforzando la sinergia tra istituzioni, imprese e sindacati, investendo nella formazione scolastica e nella cultura della sicurezza”.
Infine, il Segretario ha tracciato una chiara visione per il futuro: “L’UGL ha in mente un sindacato che non sia arroccato su veti e pregiudizi ideologici ormai superati, ma che vada incontro alle nuove istanze di un mondo del lavoro in rapida trasformazione. Occorre abbandonare la logica della lotta di classe e mettere al centro gli interessi dei lavoratori. L’UGL continua a fianco di chi lavora, di chi ha lavorato e di chi vuole entrare nel mondo del lavoro, orgogliosa del proprio passato e guardando con fiducia alle nuove sfide che abbiamo di fronte, a partire dalla transizione energetica e digitale. L’obiettivo è affermare un nuovo modello di relazioni industriali fondato sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese e sulla collaborazione tra capitale e lavoro”.
Hanno preso parte all’evento: Marco Gubbini, rappresentante del Mimit; Marco De Nicola, Responsabile Commerciale Corporate Affairs della Filatelia Poste Italiane; Nazzareno Mollicone, giornalista e scrittore.
– Foto Ufficio stampa Ital Communications –
(ITALPRESS)
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Economia
Banco BPM, l’assemblea dei soci approva il bilancio 2024. Castagna “Continueremo a essere protagonisti”
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8 minuti fa-
30 Aprile 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – L’assemblea dei soci di Banco Bpm, titolari di azioni rappresentative di circa il 66,23% del capitale sociale, ha deliberato, con il 99,80% dei voti favorevoli, di approvare il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2024, che si è chiuso con un utile netto di 1.850,2 milioni, in crescita del 51,9% rispetto al 2023. Inoltre, è stata approvata quasi all’unanimità (99,95%) anche la distribuzione di un dividendo di 0,60 euro per azione, oltre all’acconto di 0,40 euro per azione già distribuito a novembre 2024, in crescita del 78,6%.
I soci hanno poi approvato a larga maggioranza anche gli altri punti all’ordine del giorno. In particolare, le politiche di remunerazione hanno ottenuto il voto favorevole del 91,16% dei soci presenti per quanto riguarda il 2025 e del 93,65% per il 2024. I risultati del 2024 di Banco Bpm sono “obiettivamente straordinari”. Il piano industriale “prospetta un’evoluzione futura ancora migliore per la nostra banca, anche attraverso l’acquisizione di Anima e il consolidarsi di un modello di business che prevede una minore sensibilità e dipendenza dall’andamento dei tassi di interesse”, ha sottolineato il presidente di Banco Bpm, Massimo Tononi, intervenendo all’assemblea.
Grazie “all’impegno e alla dedizione dei nostri 20mila colleghi”, Banco Bpm “non è mai stata così forte, rispettata e autorevole come oggi”, ha precisato poi. “Siamo una banca privata, indipendente, italiana, non mi riferisco solo alla sede legale ma al fatto che il 100 per cento delle nostre attività, filiali, colleghi sono in Italia“. L’obiettivo è “continuare a muoverci nel solco della nostra storia, fatta di vicinanza alle persone e territori. Il nostro percorso non deve finire qui, deve continuare”, ha concluso Tononi.
Per quanto riguarda l’Ops lanciata da UniCredit su Banco Bpm, “ci sembra il caso che dica se l’offerta va avanti o si ferma”. Così l’Ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna: “Ci sono già tre condizioni poste da UniCredit che non si sono realizzate e non si realizzeranno. Per noi il prezzo è assolutamente incongruo – ha aggiunto poi l’ad – . Per ora c’è un’offerta di scambio senza cash e questo ulteriore rilancio è solo ventilato ma non chiarito, portando incertezza ai nostri azionisti”. Il corrispettivo “non sarebbe congruo e non riconosce nessun premio agli azionisti di Bpm, non ne riflette i fondamentali, è interamente in azioni e forse la parte più seccante per gli azionisti è che questo correspettivo crea valore esclusivamente per gli azionisti di UniCredit a danno di quelli di Banco Bpm”.
“Sicuramente penso che continueremo a esser protagonisti di eventuali percorsi di crescita, sempre che questi siano confacenti con la nostra linea strategica. Non andiamo a pensare operazioni tanto per diventare più grandi. Vediamo il mercato da quante banche sarà composto alla fine di questa ondata di operazioni. Vedremo qual è la collocazione più giusta per Banco Bpm che ha tutte le carte in regola per giocare da protagonista qualora l’offerta UniCredit non andasse in porto. Noi pensiamo di avere un validissimo progetto industriale stand alone”, ha aggiunto rispondendo a una domanda sul risiko bancario, a margine dell’assemblea ordinaria.
– foto screenshot video xm4/Italpress –
(ITALPRESS).
Economia
Istat, nel primo trimestre il Pil è aumentato dello 0,6% rispetto al 2024
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6 ore fa-
30 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nel primo trimestre l’Istat stima che il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2020, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto al primo trimestre del 2024.
Il primo trimestre ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al primo trimestre del 2024. La stima preliminare riflette una crescita sia del comparto primario sia di quello industriale, mentre il settore dei servizi ha registrato, nel complesso dei tre mesi, una sostanziale stazionarietà.
Dal lato della domanda, la componente nazionale, misurata al lordo delle scorte, è in crescita, mentre si stima una lieve diminuzione della componente estera netta. In particolare, la variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, mentre i servizi sono risultati stazionari. La variazione acquisita per il 2025 è pari a +0,4%.
Le parole di Giorgetti
“L’Istat certifica una crescita positiva per il primo trimestre, migliore rispetto ad altri Paesi europei. Un segnale importante che dimostra la correttezza delle nostre previsioni e l’efficacia delle politiche economiche del governo”. Lo dichiara il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
– foto screenshot ufficio stampa Istat –
(ITALPRESS).
Economia
Il rapporto della Banca d’Italia “Sistema finanziario stabile, ma pesa l’incertezza estera”
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23 ore fa-
29 Aprile 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Un contesto macrofinanziario stabile rispetto a novembre, ma altamente sensibile ad uno scenario imprevedibile dominato dall’incertezza a livello internazionale. È questa la descrizione dell’Italia contenuta nel Rapporto sulla stabilità finanziaria redatto e presentato oggi dalla Banca d’Italia. Pur permanendo elementi di vulnerabilità quali l’alto debito pubblico e la scarsa crescita dell’economia, ci sono anche elementi che rendono i rischi per il sistema finanziario italiano moderati.
Tra questi la solidità del settore bancario e del mercato del lavoro, una bassa inflazione e il miglioramento della posizione netta sull’estero. Il principale fattore di incertezza, nonché di tensione sui mercati finanziari internazionali, è rappresentato dall’introduzione di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump: l’annuncio, giunto agli inizi di aprile, ha portato ad un calo delle aspettative di crescita dell’economia mondiale per il 2025.
Nonostante una riduzione delle tensioni nelle settimane successive, i rischi per la stabilità finanziaria sono nel complesso aumentati. Per quanto riguarda le famiglie italiane la loro situazione finanziaria rimane solida con rischi contenuti, pur permanendo una possibile incidenza negativa a causa della debolezza della congiuntura e dell’elevata incertezza sull’andamento dell’economia a causa delle tensioni internazionali. Le famiglie hanno ampliato gli investimenti negli strumenti del risparmio gestito, soprattutto nella componente dei fondi comuni, e anche i depositi sono tornati a crescere.
Al contrario si è assistito ad un rallentamento dei titoli di debito, seppur con differenze al suo interno: da una parte si è visto un aumento di nuovi investimenti in titoli emessi dal settore privato italiano e da emittenti esteri, al contrario di quanto accaduto con i titoli di stato italiani. Rallentano anche i certificates: a fine 2024 ne circolavano circa 85 miliardi dei quali due terzi erano detenuti dalle famiglie italiane.
Essi rimangono tra i titoli di debito più rappresentati tra gli investimenti delle famiglie: l’Italia è infatti il paese europeo assieme alla Germania dove tali strumenti sono più diffusi. Minore è invece la loro diffusione in altri paesi dell’area euro. Infine nel quarto trimestre dell’anno il rapporto tra debito complessivo delle famiglie e il reddito disponibile è stato pari al 56,1%, circa 30 punti percentuali in meno rispetto alla media dell’area euro.
Sempre a fine 2024, la quota dei mutui a tasso fisso sul totale delle consistenze in essere ha raggiunto il 72,3%. Sul fronte delle imprese, la prima conseguenza del panorama descritto è stato un calo della redditività: nel 2024 il margine operativo lordo si è ridotto del 5,1% (a fronte di una crescita dell’8,3% nel 2023), con una contrazione della redditività rilevante nel settore dell’industria. Contrazione rilevata anche nei prestiti bancari alle imprese, quale riflesso della debolezza della domanda di credito e di politiche di offerta caute: -2,4% in dodici mesi con termine a febbraio.
Questo calo ha interessato le aziende maggiormente rischiose e soprattutto le piccole e micro. Un discorso differente riguarda i finanziamenti alle imprese che operano nei settori più esposti ad eventuali effetti di un aumento dei dazi da parte degli Stati Uniti.
Nonostante l’esposizione delle banche italiane sia relativamente maggiore rispetto alla media dell’area euro, in realtà essa rappresenta una quota contenuta del totale dei prestiti alle imprese: oltre il 70% del credito è infatti destinata a settori di cui si stima un calo di ricavi inferiore all’1%, mentre la quota è più limitata in aree con cali superiori al 3%. Malgrado segnali di peggioramento della qualità dei prestiti alle imprese, le condizioni del sistema bancario italiano rimangono buone, con livelli molto elevati di redditività e di patrimonializzazione e un’equilibrata situazione di liquidità.
Inoltre dopo una prima fase di turbolenze in seguito all’annuncio dei dazi di Washington il rapporto medio tra valore di mercato e contabile, seppur in diminuzione, si è attestato su livelli superiori a quelli dei principali intermediari dell’area euro. Sostanzialmente stabile la qualità degli attivi bancari nella seconda metà del 2024, con un tasso di deterioramento nel quarto trimestre pari all’1,4%.
Secondo le proiezioni della Banca d’Italia, nel 2025 il tasso di deterioramento dei prestiti alle imprese si attesterebbe in media attorno al 2,4% per poi passare al 2,5% nel 2026 a causa della ridotta redditività delle imprese e dal contesto macroeconomico. Invariato allo 0,9% il tasso di deterioramento dei prestiti per le famiglie.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).


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