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Cronaca

Regione Lazio, bando da 3 mln per sostenere le imprese femminili

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ROMA (ITALPRESS) – Presentato un nuovo bando della Regione Lazio, “Donne e Impresa” da 3 milioni di euro per il sostegno alle imprese femminili, finanziato attraverso le risorse del Programma FESR Lazio 2021-2027. A raccontare gli aspetti salienti di questa nuova iniziativa è stata la vicepresidente della Regione Lazio e assessore a Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione, Roberta Angelilli, questa mattina, a Roma nello spazio Europa Experience – David Sassoli.
“Partiamo con 3 milioni di euro destinati alle piccole e medie imprese costituite da donne almeno per un 60%, non al 100%, ma con una prevalenza di donne”, ha chiarito la Angelilli. L’avviso punta a tutto ciò che è digitale anche se “l’obiettivo complessivo è l’innovazione, cioè tutto quello che serve per mantenere l’impresa competitiva. Il bando è indirizzato alle imprese già consolidate, che esistono, sono operative e alle nuove imprese. L’importante è che siano costituite al momento della richiesta. E’ un contributo importante. Non è a pioggia ma premiamo le progettualità”. Questo sostegno, dunque, è rivolto, ha aggiunto l’assessore, “a chi ha idee chiare, a chi vuole veramente crescere e nascere. Vogliamo far crescere le imprese nel Lazio. Crediamo molto in questo bando e lo diffonderemo con l’aiuto di Lazio innova”, ha aggiunto l’assessore manifestando una problematica: “Tante persone non conoscono, nonostante i bandi siano pubblicati e accessibili. Capita continuamente. Diffondere sul territorio queste opportunità è strategico perchè è il discrimine tra una strada di successo ed essere tagliati fuori. Aiutateci essendo per noi megafono di questo bando”.
Il bando sarà pubblicato il 3 aprile; l’8 aprile, invece, sarà diffuso il formulario online. Inoltre, Lazio Innova organizzerà dei webinar e degli incontri mettendosi a disposizione per approfondimenti. Le domande, successivamente potranno essere presentate attraverso il portale GeCoWEB Plus a partire dalle ore 12 del 15 aprile 2025 fino alle 17 del 3 giugno 2025.
Alla presentazione sono intervenute anche Tiziana Petucci, direttore regionale Sviluppo Economico e autorità di gestione del PR FESR Lazio 2021-2027; Enrico Tiero (in collegamento video), presidente della commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale del Lazio; Marietta Tidei, vicepresidente XI Commissione – Sviluppo economico e attività produttive, start-up, commercio, artigianato, industria, tutela dei consumatori, ricerca e innovazione del Consiglio regionale del Lazio.
“Questa è la terza edizione di un avviso che dedichiamo al mondo delle imprese femminili”, ha detto Petucci. Il bando “vede come beneficiarie le imprese femminili in qualsiasi forma. E’ un’agevolazione a fondo perduto che può raggiungere 100 mila euro. I progetti dovranno essere di investimento per sviluppo, ampliamento o ammodernamento”, attraverso l’adozione di soluzioni digitali innovative.
Il bando è rivolto a imprese che rientrano nella definizione di PMI femminili, comprendendo lavoratrici autonome, imprese individuali a conduzione femminile, società di persone, cooperative e società di capitali con una prevalenza femminile nella proprietà e nella governance.
“Continuiamo con un percorso di attenzione, iniziato da diverso tempo”, ha detto Tidei aggiungendo che “finchè non arriveremo al 50% della platea delle imprese guidate da donne non potremo dirci soddisfatte. Quindi è giusto che le istituzioni promuovano politiche pubbliche ancora più forti ed efficaci. Questo bando è una grande opportunità”.
Tidei ha dato risalto, infine, a un aspetto nuovo del bando che non sarà a sportello ma dipenderà da precisi criteri di valutazione, diversi dalla velocità di un click. E ha concluso sull’avviso: “E’ una misura importante”, come altre iniziative si pone come strumento fondamentale, “anche per valorizzare il coraggio e il talento delle donne”.

– foto xl5/Italpress –
(ITALPRESS).

Cronaca

VOGHERA SALUTA FRANCA, LA “BARISTA COL CIUFFO” CHE FONDÒ IL BAR DAGLIA

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Si è spenta all’età di 93 anni Franca Tinillini, per tutti semplicemente Franca o Mamma Franca, così come era conosciuta da migliaia di clienti passati in quel bar di Voghera che ancora oggi è un’istituzione, il Bar Daglia.
La storia del Bar Daglia si distingue dalle classiche storie familiari che abbiamo conosciuto negli anni grazie anche a tanti autori locali che ci hanno regalato aneddoti sulle famiglie più note della città e dei loro bar. Mamma Franca, era stata ribattezzata così da tutti proprio perché i primi immigrati dal sud che andavano a fare la pausa pranzo in quel bar “della camionale” si sentivano immediatamente adottati. Avendo lasciato la famiglia al sud lei stessa, la solitudine spesso veniva un po’ attutita da questa donna passata nell’immaginario collettivo di tutti come “la barista col ciuffo”, capelli rigorosamente raccolti, grembiule ed un sorriso per tutti. Queste erano le sue caratteristiche principali, unite dalla bontà d’animo che in più occasioni la portava a mettere una fetta di prosciutto in più nel panino dell’operaio perché sapeva che quello sarebbe stato l’unico pasto del giorno.
Questa sua generosità si riversò anche con i primi ‘migranti marocchini” con la cassetta. Comprava calze e accendini a tutti, offrendo loro un pasto caldo. Il bar, che in precedenza era stato conosciuto come “Bar Aurora”, fu riscattato da Franca e suo marito solo nel 1970, in vista di un investimento pensato dai coniugi Daglia come unica fonte di denaro per una famiglia come la loro composta da 5 persone.
Non a caso Celso, per tutti “Celsino” oggi al timone del bar giornaliero e notturno, è considerato una vera e propria icona della città per le serate di più generazioni. Era un bimbo di appena 12 anni quando mamma Franca lo metteva alla cassa, iniziando così il suo percorso dietro al banco senza mai smettere.
Il marito di Franca aveva avuto intuito negli affari e purtroppo anche nel cattivo destino che lo vedrà lasciare prematuramente la famiglia, nel 1976. Per anni Franca con Celsino è stata la signora dell’alba, che apriva il bar al mattino presto per cedere poi il timone al figlio. Fino a metà degli anni 80 era consuetudine vedere pullman di persone che si fermavano apposta per mangiare pane e salame, accolti sempre calorosamente da Franca. Quando i primi di Agosto si andava in ferie, (chiudevano le fabbriche) e la camionale era una via di pellegrinaggio per raggiungere le mete di vacanza, Franca si preparava aprendo anche un’ora prima per dare ristoro ai suoi clienti che venivano una sola volta all’anno.
Lascia i figli Graziella, Giuseppe e Celso con i nipoti che l’hanno amata e accudita incondizionatamente. Come vanno ricordato i familiari “Ha fatto i conti a mente fino a 10 giorni fa! Non si fidava della calcolatrice ed era comunque più veloce delle macchinette!! È stata attenta a ogni particolare, a coccolare i suoi clienti e a farsi voler bene. Il Daglia è sempre stato luogo di passaggio, lei non ha mai fatto distinzioni, forse per questo ha un po’ perso lo smalto del locale di grido. Però sono sempre rimasti tutti clienti di sempre, affezionati a Celsino e a lei, a cui portavano sempre qualcosa, soprattutto frutta e verdura del loro orto e per lei era oro!!! Aveva la capacità di entusiasmarsi sempre. Ha passato momenti davvero difficili: provenendo da una famiglia numerosa di Sant’Albano. A 46 anni è rimasta vedova rimboccandosi le maniche e continuando a lavorare, in casa e al bar, non mancando di essere una mamma e nonna presente.”
La nipote Pietrapaola racconta: “Mi ha insegnato a fare mille cose di casa e a cucire. Diceva che se sai tenere in mano un ago sai tenere in piedi tutta la famiglia. Io ho imparato ma la mia si è scucita lo stesso. Comunque la sua forza è stata sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno e la sua cura era il canto! Ha cantato sempre, per scacciare la depressione e i brutti pensieri, per esaltare i momenti belli e ultimamente per comunicare. Dopo la sua ischemia non aveva sempre momenti di lucidità, non sapeva chi fossimo, allora cantavamo e lei adorava le canzoni delle mondine, della sua epoca. Con voce sempre più flebile ma ha mantenuto il contatto con noi sino all’ultimo, anche solo muovendo le labbra, perché la voce non usciva più. La sua frase più usata era “un mondo di bene”, che poi è quello che ha dispensato a tutti noi! È stata moderna nel pensiero e moderata nei modi.”
Voghera perde così una commerciante simbolo ed un volto amatissimo da tante generazioni che al Bar Daglia ancora oggi si incontrano per un caffè o un pacchetto di sigarette. Martedì 15 Luglio alle 15.00 presso la chiesa dei Barnabiti l’ultimo saluto.

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EX ASSESSORE PAVESE ASSANELLI PRECIPITA IN MONTAGNA, GRAVE MA FUORI PERICOLO

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Brutta avventura in vacanza per Piero Sandro Assanelli, 81enne ex assessore ai servizi sociali del Comune di Pavia dal 2009 al 2014 nella giunta del sindaco Cattaneo: è rimasto vittima di un incidente in montagna domenica mattina in provincia di Lecco. L’incidente è avvenuto durante una camminata: Assanelli era in gruppo, ma ad un certo punto ha rallentato il cammino, è caduto per circa 30 metri mentre saliva la Grignetta lungo la Cresta Cermenati nel territorio comunale di Mandello del Lario (Lecco). Ha iniziato a gridare aiuto, alcune persone di passaggio hanno sentito le grida e dato l’allarme. Sul posto è intervenuto un elicottero di pronto intervento. Assanelli era cosciente ma con diverse contusioni. È stato portato d’urgenza all’ospedale Manzoni di Lecco dove i medici del pronto soccorso dove è stato sedato in coma farmacologico per fratture costali, si temevano fratture al cranio ma gli esami hanno scongiurato il peggio. E’ ancora in gravi condizioni ma fuori pericolo.

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GARLASCO, DNA IGNOTO 3 SARA’ COMPARATO CON ALMENO 30 PERSONE

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L’omicidio di Garlasco: ci dovrebbe essere anche chi si occupò di riesumare il corpo di Chiara Poggi per prendere le impronte dattiloscopiche, tra coloro che potrebbero essere sottoposti a tampone per verificare se il Dna maschile individuato nel cavo orofaringeo sia o meno una contaminazione. I prelievi per la comparazione dovrebbero essere fatti a tutti quelli che sono entrati in contatto col cadavere. La comparazione dunque, compresi i profili già prelevati, riguarderà almeno 30 persone. Intanto è polemica per la scelta tecnica effettuata durante l’autopsia: invece di utilizzare tamponi sterili, è stata usata una garza di stoffa. La dottoressa Denise Albani, genetista nominata dal gip, ha annunciato che chiederà chiarimenti sul motivo della scelta e sulle persone presenti al momento del prelievo. L’uso della garza, secondo gli esperti, potrebbe aver introdotto materiale genetico estraneo, rendendo difficile distinguere tra una traccia significativa e una contaminazione accidentale. La mancanza di protocolli rigorosi ha sollevato dubbi sull’intera procedura di raccolta

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