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Cronaca

Il Frecciarossa torna a collegare Milano e Parigi, riparte l’alta velocità

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MILANO (ITALPRESS) – Dopo una lunga attesa, il Frecciarossa torna a viaggiare tra Milano e Parigi. Oggi, alla Stazione Centrale del capoluogo lombardo, si è tenuto l’evento che ha segnato la ripartenza del servizio, interrotto nei mesi scorsi a causa di lavori infrastrutturali.

Al momento dell’arrivo del treno, l‘amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia, Gianpiero Strisciuglia, ha risposto alle domande dei giornalisti, sottolineando l’importanza strategica della tratta e il valore del brand Frecciarossa a livello internazionale.

“Ripartiamo con tanta fiducia ed energia, dopo una prima fase che ha avuto un grande successo”, ha dichiarato Strisciuglia, ricordando che nei primi diciotto mesi di operatività la tratta Milano-Parigi ha trasportato oltre 3 milioni di passeggeri. L’obiettivo ora è mantenere elevati i coefficienti di riempimento, offrendo ogni giorno più di 1.800 posti a bordo. Sebbene la ripartenza sia stata segnata da qualche lieve ritardo, l’AD di Trenitalia ha minimizzato eventuali disagi, assicurando che il servizio sta riprendendo con il massimo impegno per garantire puntualità e qualità ai viaggiatori.

“Abbiamo avuto grandi aspettative durante la fase di stop e ora ripartiamo con la stessa energia”, ha aggiunto. Il rilancio della tratta Milano-Parigi si inserisce in una più ampia strategia di espansione internazionale di Trenitalia. “L’alta velocità italiana è un modello di successo, e il nostro obiettivo è estenderlo sempre di più a livello europeo”, ha spiegato Strisciuglia.

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Un ulteriore passo in questa direzione sarà l’avvio, nel periodo estivo, del collegamento tra Parigi e Marsiglia, ulteriore segnale di crescita nel mercato ferroviario francese. Sul tema della concorrenza, Strisciuglia ha sottolineato che la competizione è un elemento positivo per il settore e che il Frecciarossa ha già dimostrato di sapersi affermare anche all’estero. “Abbiamo un brand forte, sinonimo di qualità e affidabilità, e siamo sicuri che il mercato risponderà positivamente”, ha affermato.

Il collegamento Milano-Parigi non è solo una tratta turistica, ma anche un’opzione vantaggiosa per chi viaggia per affari. “Sui trasferimenti internazionali è molto forte la componente di leisure, ma c’è anche una parte importante di viaggiatori business”, ha confermato l’AD di Trenitalia.

Con il ritorno del Milano-Parigi e l’imminente lancio della tratta Parigi-Marsiglia, Trenitalia conferma la propria volontà di consolidarsi come attore chiave della mobilità ferroviaria europea. “Abbiamo trasformato l’alta velocità in una metropolitana d’Italia. Ora la sfida è quella di farne una metropolitana d’Europa”, ha concluso Strisciuglia.

Il servizio offre quattro corse giornaliere, con due partenze da Milano (6:25 e 15:53) e due da Parigi (7:30 e 15:20), per un totale di 1.840 posti complessivi al giorno. Il viaggio ha una durata di circa 7 ore e prevede fermate intermedie a Lione, Chambéry, Saint-Jean-de-Maurienne, Modane, Oulx, Torino.

I biglietti, con tariffe a partire da 35 euro, possono essere acquistati sui canali di vendita di Trenitalia, presso le biglietterie delle stazioni italiane e francesi (Parigi Gare de Lyon e Lione Part-Dieu), nonché presso alcuni partner di distribuzione. Dal lancio della tratta a dicembre 2021, Trenitalia France ha trasportato oltre 3 milioni di passeggeri, con un tasso di soddisfazione del 98% e il 97% dei viaggiatori pronto a ripetere l’esperienza. Il rilancio della tratta Milano-Parigi è solo un tassello della strategia di espansione internazionale di Trenitalia.

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Dal 15 giugno 2025 sarà attivo il nuovo collegamento Frecciarossa tra Parigi e Marsiglia, con quattro corse giornaliere. Il viaggio durerà 3 ore e 20 minuti, con fermate a: Lione Saint-Exupéry, Avignone, Aix-en-Provence, Marsiglia Saint-Charles.

-Foto x2/Italpress-
(ITALPRESS).

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Tajani “Interventi sul ceto medio, ora l’impegno con l’Africa”

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ROMA (ITALPRESS) – “In quell’area e in tutti i Paesi africani c’è grande richiesta d’Italia. I governi della regione ci chiedono di essere più presenti. Hanno apprezzato il Piano Mattei e il fatto che l’Italia non si comporta da potenza neo-coloniale”. Così, in una intervista a Il Messaggero, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Oggi comincia la sua prima missione da ministro degli Esteri nell’Africa sub-sahariana Mauritania, Senegal e Niger.
“La nostra forza – spiega – sta in una postura di vera collaborazione, senza atteggiamenti di superiorità o la pretesa di prendere e non dare. Il nostro è un paradigma rovesciato. Non portare via le materie prime ma aiutare quei Paesi a trasformare quelle materie anche col lavoro delle nostre imprese. L’opposto di un approccio colonialista. Abbiamo il dovere, da italiani e europei, di essere i primi interlocutori dell’Africa e di non lasciare questa funzione a Cina e Russia”.
Insieme a Tajani ci sarà anche Piantedosi. “Abbiamo deciso di fare insieme questo viaggio – spiega il vicepremier – perchè insieme parleremo anche di lotta al terrorismo, del contrasto alla lotta all’immigrazione clandestina e di come favorire l’immigrazione regolare. Gli aspetti da trattare insomma sono molteplici. Noi per esempio abbiamo in Senegal molte aziende ed è previsto in questi giorni un importante business forum a Dakar – dove riunirò i nostri ambasciatori in Africa – e abbiamo in Niger il nostro contingente militare”.
“Noi siamo ancora in Niger – ricorda -. Anche perchè attraverso la regione di Agadez passano i traffici di esseri umani e di armi. La cui destinazione è spesso la Libia, dove c’è forte l’influenza della Russia. L’Italia vuole essere protagonista in un’area così cruciale del Sahel quale è il Niger. Che oltretutto è dotato di materie prime come l’uranio. L’Africa è un continente ricco, abitato in molte sue parti da popolazioni povere. E noi, con il nostro saper fare, possiamo favorire la crescita economica e sociale di queste popolazioni. Nei prossimi mesi vorremmo tenere una riunione di Paesi del Sahel fra cui Ciad, Burkina Faso, Niger e Mali per rinforzare non solo i rapporti politici ma anche quelli economici e di cooperazione”.
“Che l’Europa debba contare di più è ovvio – osserva Tajani -. C’è chi vuole, farla contare di più e chi di meno. Io sono per la prima opzione. Senza Europa nessun Paese, e questo vale anche per l’Ungheria, è in grado di competere nel mondo. Per quanto riguarda l’Italia, oltretutto, noi abbiamo la possibilità di diventare, in Europa, l’ambasciatrice dell’Africa. Con le nostre imprese e grazie al Piano Mattei, stiamo facendo tanto: cooperazione allo sviluppo, trasformazione di terreni non coltivati in terreni agricoli, attività estrattive e via dicendo”. Eni “è il player più richiesto – aggiunge -. Un’eccellenza. E ne abbiamo anche altre. Nella legge di bilancio, ci sono fondi per favorire l’internazionalizzazione delle nostre ottime imprese, comprese quelle che lavorano in Africa”.
Poi, in merito alla manovra, dichiara: “Questa è una buona finanziaria. Aiuta il ceto medio con la riduzione dell’Irpef, sostiene gli stipendi più poveri, investe nella sanità. Sulle banche, è passata la linea di Fi. Non ci sono tasse sugli extra profitti ma solo un contributo, frutto di un accordo definitivamente concluso al Mef da Giorgetti, dal viceministro Leo e da me con i rappresentanti dell’Abi”. In merito a Salvini che protesta, definisce “legittima la sua posizione, ma pacta sunt servanda”. Ed in merito alle modifiche in Parlamento: “Nessuna tassa aggiuntiva sulle case vacanza, articolo 18 da sistemare (quello sui dividendi che penalizza le imprese con una doppia tassazione) e bisogna intervenire su Metro C di Roma, metro di Milano e linea Afragola-Napoli. Altra priorità per noi è la soluzione dei problemi legati a forze armate e di polizia”.
Giovedì il sì alla riforma della Giustizia “sarà una data storica”, dice Tajani. Ed in merito al referendum, “lo vinceremo, perchè i cittadini sanno che è una riforma giusta. Ho già chiesto ai parlamentari Costa e Zanettin di cominciare a creare comitati per il Sì”. I partiti della sinistra “se vogliono dare una spallata, non la danno al governo ma al popolo italiano. Intanto noi di Fi, il 21 novembre, organizzeremo eventi in tutta Italia. E il giorno in cui, nel ’94, venne pubblicato l’annuncio dell’avviso di garanzia a Berlusconi prima che gli venisse notificato. L’inizio di un lunghissimo calvario. Ora siamo in un’altra fase. E vedrete che, siccome la riforma Nordio punta ad esaltare il giudice terzo, molti elettori anche di sinistra non seguiranno la logica della spallata e voteranno secondo coscienza”.
– foto Ipa agency –
(ITALPRESS).

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