Cronaca
Referendum, appello da 40 personalità della ricerca e dell’università
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7 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, le politologhe Donatella della Porta e Nadia Urbinati, il farmacologo Silvio Garattini, lo storico dell’arte Salvatore Settis sono tra i 40 promotori dell’appello “Vivere da cittadini, lavorare con dignità” che invita a votare per i 5 referendum dell’8 e 9 giugno 2025.
“Oggi due milioni e mezzo di persone di origine straniera vivono da anni in Italia e non hanno il pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza. Oggi cinque milioni e mezzo di persone lavorano con contratti a tempo determinato o a tempo parziale, quasi il 30% dei lavoratori dipendenti; sono in gran maggioranza donne e giovani, con salari più bassi e più esposti a condizioni di povertà” ricorda l’appello. Le tutele del lavoro “sono state ridotte, con effetti negativi sulla qualità dell’occupazione, sui salari, sulle disparità tra uomini e donne, sulla sicurezza sul lavoro. Politiche di questo tipo hanno alimentato la sfiducia, allontanato le persone dalla politica, aggravato la crisi della democrazia. Non è una deriva inevitabile”. L’appello ricorda che i quesiti dei 5 referendum chiedono di: “Vivere da cittadini, riducendo da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto per ottenere la cittadinanza italiana ai maggiorenni stranieri; vite meno precarie, riducendo la possibilità di usare contratti di lavoro a tempo determinato; lavorare senza licenziamenti illegittimi, riducendo le possibilità di licenziamenti senza giusta causa; lavorare senza discriminazioni, riducendo le possibilità di licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese; lavorare senza infortuni, riducendo i rischi di incidenti e morti sul lavoro”.
“Un cambiamento delle politiche – sostiene l’appello – può rovesciare le misure che hanno aggravato insicurezza e precarietà. I 5 referendum sono l’occasione per fare in modo che le politiche tornino a proteggere le persone, e che la politica sia fatta di partecipazione e democrazia. In un mondo segnato
da derive autoritarie, lo strumento che abbiamo per fermarle è proprio la pratica della democrazia, a cominciare dalla partecipazione al voto per i referendum”.
Tra i firmatari ci sono giuristi, economisti, filosofi, sociologi, storici, fisici, informatici, medici. Ci sono rettori come Paola Inverardi (Gran Sasso Science Institute) e Tomaso Montanari (Università per stranieri di Siena), lo storico ed ex sindaco di Genova Marco Doria, l’epidemiologo Rodolfo Saracci, (già all’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), presidenti di Società scientifiche. Ci sono inoltre economisti con responsabilità politiche: Maria Cecilia Guerra, parlamentare del Pd e Pasquale Tridico, eurodeputato eletto dai 5 Stelle. Si può aderire all’appello compilando il modulo qui: https://forms.gle/pkiYBUTyBJmi8Rr39
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Webuild: ordini da 9,3 mld in 9 mesi. Stime confermate, possibile nuova crescita
Pubblicato
37 minuti fa-
14 Novembre 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Webuild ha acquisito da inizio anno ordini che ammontano a 9,3 miliardi, di cui oltre il 98% è stato acquisito in geografie chiave con basso profilo di rischio,
portando il totale di acquisizione ordini del triennio 2023-2025 a circa 45 miliardi. Il dato supera di quasi 10 miliardi di euro il target previsto dal piano industriale “Roadmap al 2025 – The Future is Now” per il triennio, confermando la capacità del Gruppo di intercettare opportunità strategiche nei mercati chiave, interessati da forti investimenti nei settori in cui Webuild vanta una solida expertise. Gli investimenti in infrastrutture stanno infatti vivendo una fase di crescita sostenuta, trainata dalla crescente domanda di mobilità sostenibile, energia, acqua e servizi essenziali per le comunità.
In questo contesto, Webuild ha costruito un portafoglio ordini tra i più alti del settore, che garantisce ampia visibilità sui ricavi futuri (circa 4 anni), rappresentando una base solida per il prossimo piano industriale.
Il totale dei nuovi contratti da inizio anno non include i lavori relativi alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e delle connesse opere ferroviarie e stradali.
Inoltre, il Gruppo riporta una pipeline commerciale di breve termine di circa 77 miliardi di euro concentrata, in linea con la strategia di derisking, in aree geografiche sviluppate in cui Webuild vanta una presenza consolidata, tra cui Europa, Australia, Nord America e Medio Oriente. L’attività commerciale ha registrato un’accelerazione nel terzo trimestre, con un incremento significativo delle gare presentate in attesa di aggiudicazione, salite a 18,5 miliardi di euro rispetto agli 11 miliardi di luglio 2025. A queste si aggiungono oltre 14 miliardi di euro di gare in fase di preparazione, i cui esiti sono attesi prevalentemente nel 2026.
Nel corso del terzo trimestre dell’anno Webuild ha completato e consegnato importanti progetti infrastrutturali. Tra questi la Grand Ethiopian Renaissance Dam, il più grande progetto idroelettrico mai costruito in Africa, che raddoppia la produzione energetica dell’Etiopia e ne favorisce la transizione energetica.
In Argentina è stato consegnato il lotto 2 del sistema Riachuelo, l’impianto di trattamento acque reflue più grande dell’America Latina, destinato a migliorare significativamente la qualità della vita dei residenti nell’area metropolitana di Buenos Aires. Questi risultati confermano la leadership di Webuild nella realizzazione di progetti complessi e di grandi dimensioni, in particolare nel settore idrico, come riconosciuto dalla rivista di riferimento per il settore su scala globale, Engineering News-Record (ENR), che riconferma Webuild leader mondiale nel settore “Water”.
In Italia sono state raggiunte importanti milestone su tratte che fanno parte del più ampio programma europeo TEN-T. E’ stata, infatti, attivata la tratta ferroviaria tra Bicocca e Catenanuova, prima linea ad alta capacità in Sicilia che rappresenta l’avvio concreto di un sistema di collegamenti più efficienti tra l’isola e il resto d’Europa. Tra le milestone più significative registrate per i progetti in corso si segnalano il completamento della Galleria Casalnuovo sulla tratta Napoli-Cancello della linea Alta Velocità Napoli-Bari, prima in Italia scavata in ambiente iperbarico, e il completamento del primo tunnel tra Italia e Austria nella galleria di base del Brennero. Negli ultimi mesi sono stati inoltre posizionati tre ulteriori cassoni per la Nuova Diga Foranea di Genova, incluso il primo di quelli di dimensioni più grandi.
In questo contesto, a novembre S&P Global Ratings ha promosso Webuild, per la seconda volta nell’arco del Piano Industriale 2023-2025, portando il rating a “BB+” con outlook stabile supportato dal rafforzamento della struttura finanziaria del Gruppo, dalla aumentata solidità operativa e della visibilità dei ricavi futuri. Tra i fattori riconosciuti al Gruppo vi sono anche una maggiore diversificazione e capacità ingegneristiche avanzate, superiori rispetto a quelle dei concorrenti con rating simile, e il posizionamento di leadership nei mercati chiave a basso rischio. Questo miglioramento del rating segue l’upgrade a BB+ ottenuto da Fitch Ratings a maggio.
Il totale dei nuovi contratti da inizio anno, comprensivo di ordini e variation orders in corso di finalizzazione o negoziazione, ammonta a 9,3 miliardi di euro, di cui oltre il 98% è stato acquisito in geografie chiave con basso profilo di rischio. Sono compresi 0,8 miliardi di euro di gare in cui Webuild è risultata come miglior offerente.
La pipeline commerciale di breve termine del Gruppo ammonta a 76,7 miliardi di euro e include gare presentate e in attesa di aggiudicazione per 18,5 miliardi di euro e gare in fase di preparazione per oltre 14 miliardi.
Il Gruppo continua a monitorare attentamente le opportunità su mercati strategici come Europa, Australia, Nord America e Medio Oriente, dove gode di un forte posizionamento competitivo.
In Europa, gli investimenti in infrastrutture sono attesi beneficiare del nuovo target NATO di spesa militare al 5% del PIL entro il 2035, con l’1,5% destinabile a infrastrutture strategiche. A questo si aggiunge il piano da 500 miliardi di euro varato dal governo tedesco per modernizzare trasporti, istruzione, risorse idriche e infrastrutture esistenti, oltre alle prospettive legate alla ricostruzione dell’Ucraina, con un fabbisogno di investimenti stimato in 500 miliardi di dollari entro il 2033. Parallelamente, la Commissione Europea ha adottato un nuovo piano d’azione per le ferrovie ad alta velocità che definisce le misure necessarie per creare una rete europea più veloce, più interoperabile e meglio collegata entro il 2040. Secondo le stime della Commissione Europea, per il completamento della rete ad alta velocità TEN-T entro il 2040 saranno necessari investimenti per circa 345 miliardi di euro.
In Italia, lo sviluppo infrastrutturale si concentra su due direttrici principali che vanno oltre le risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): da un lato, il potenziamento dei trasporti con progetti strategici come l’ampliamento delle linee ferroviarie ad alta velocità (ad esempio, la Salerno-Reggio Calabria) e l’espansione delle linee metropolitane nelle principali città; dall’altro, il rafforzamento delle reti idriche e energetiche, il rifacimento di impianti idroelettrici e la costruzione di nuovi ospedali e stadi. A ciò si affianca la possibilità, nell’ambito degli obiettivi NATO di spesa militare, di destinare l’1,5% del PIL a infrastrutture a doppio uso, con un potenziale di circa 30 miliardi di euro di investimenti annuali.
In Australia, il Gruppo, tra i primi cinque contractor del Paese, è pronto a cogliere le opportunità di un mercato in forte crescita. Gli investimenti continueranno ad essere trainati dal settore energy, con progetti su larga scala in ambito idroelettrico, per lo stoccaggio energetico e reti elettriche. La domanda di infrastrutture è prevista essere sostenuta nei prossimi anni anche da importanti piani di investimento federali e locali in infrastrutture come strade, metropolitane e ospedali. Il settore beneficerà inoltre dallo sviluppo dell’area di Brisbane, con potenziali nuovi stadi e progetti ferroviari, collegato ai Giochi Olimpici e Paralimpici 2032, nonchè dalla crescita degli scambi commerciali nell’area Asia-Pacifico con investimenti in progetti portuali e dall’incremento degli investimenti nel settore della difesa.
Negli Stati Uniti la nuova strategia governativa favorisce il coinvolgimento del settore privato nelle infrastrutture, creando opportunità di crescita per le partnership pubblico-privato (PPP), con focus su infrastrutture civili, prevalentemente strade e ponti. In Canada, invece, sono stati lanciati o presentati ambiziosi piani di investimenti in diverse province, tra cui Ontario e Quèbec, per lo sviluppo di infrastrutture di trasporto, strutture sanitarie, scuole, impianti idroelettrici e infrastrutture elettriche, incluse le reti di trasporto e distribuzione.
In Medio Oriente, in particolare in Arabia Saudita, è prevedibile che gli investimenti in grandi progetti infrastrutturali continuino a essere sostenuti dal piano “Saudi Vision 2030” e dai grandi eventi internazionali in programma, come i Mondiali FIFA 2034 e l’Expo 2030. Tra le principali priorità figurano metropolitane, ferrovie ad alta velocità, stadi, aeroporti e altre infrastrutture strategiche.
Oltre ai suoi mercati principali, Webuild monitora attentamente altre aree geografiche dove può sfruttare l’esperienza locale e le proprie competenze tecniche per raggiungere un adeguato bilanciamento tra rischio e rendimento. I risultati raggiunti, insieme ad un ampio e solido portafoglio ordini e un contesto di mercato ricco di opportunità, consentono di confermare la guidance per l’anno 2025, con ricavi superiori a 12,5 miliardi di euro, EBITDA maggiore di 1,1 miliardi, una solida posizione di cassa netta superiore a 700 milioni e book to bill ratio maggiore di 1,0. Il positivo trend operativo indica un possibile ulteriore upside in termini di crescita del Gruppo.
– Foto ufficio stampa Webuild –
(ITALPRESS).
Cronaca
Cattani “L’industria farmaceutica traina l’export, il payback va superato”
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3 ore fa-
14 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Nel 2024 l’industria farmaceutica italiana è cresciuta tantissimo nell’export, sfondando i 54 miliardi di euro, e questo ha contribuito a far diventare l’Italia il quarto paese esportatore al mondo. Esportiamo in 193 Paesi, la nostra Nazione è un ponte di salute verso il mondo. E’ un mondo che vive di innovazione, scienza, tecnologia, e nel 2025 l’industria farmaceutica in Italia sta già crescendo del 35%, grazie alle competenze straordinarie di 71.000 colleghi che lavorano da Nord a Sud in una filiera che va dalla ricerca di base e clinica alla tecnologia industriale e alla distribuzione”. Lo afferma il presidente di Farmindustria Marcello Cattani, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
Per Cattani la legge di bilancio all’esame del Parlamento “è una manovra di rigore che consente all’Italia di rientrare già nel 2025 sotto il 3% del rapporto deficit-Pil e questo è fondamentale per la credibilità dell’Italia. Rispetto alla salute c’è un dato molto positivo: aumentano le risorse nel Fondo Sanitario Nazionale, ma le risorse in particolare per gli acquisti diretti non crescono abbastanza rispetto alla domanda di salute. Siamo una nazione che invecchia e che vive molto di più rispetto al passato, con un bisogno di cure che aumenta e si amplifica”.
Secondo Cattani, in quest’ottica servono ulteriori riforme per sgravare le imprese farmaceutiche da alcuni oneri. Uno su tutti, il payback, “una tassa sopra le tasse che pesa per 2 miliardi e mezzo, e non è più sostenibile. Si tratta di un sistema nato circa 20 anni fa per la compartecipazione delle imprese alla spesa sanitaria farmaceutica e che doveva essere transitorio. Sono previsti tetti ragionieristici di finanziamento della spesa che vengono puntualmente sfondati, proprio perchè la popolazione invecchia e il finanziamento non segue il bisogno reale di cura. Ogni anno questo sistema pesa sulle imprese e rischia di strangolare la capacità di attrarre investimenti”.
Da parte del Governo è arrivato “un segnale positivo che consente di fermare quest’anno la crescita del payback, ma serve una strategia per uscire da questo meccanismo. La nostra proposta è cercare di ridurlo ancora in legge di bilancio e utilizzare un veicolo normativo che ha varato recentemente l’esecutivo, il Testo unico per la farmaceutica, per uscire progressivamente in tre anni da questo schema”.
Il presidente di Farmindustria è fortemente critico verso la proposta della Commissione Europea di riforma della legislazione farmaceutica. “Gli Stati Uniti sono al vertice nella ricerca e sviluppo di nuovi farmaci, ci sono arrivati rafforzando il brevetto, la proprietà intellettuale, cioè il periodo di esclusività per chi scopre e mette a disposizione un farmaco o un vaccino – spiega -. Anche la Cina ha allungato la proprietà intellettuale, invece in Europa la visione miope e ideologica che parte dal Green Deal di Timmermans ha avuto degli impatti sui settori che dipendono maggiormente dall’innovazione e dalla ricerca, come quello farmaceutico. L’Europa può rendersi più forte se il brevetto lo allunga, non se lo accorcia come vorrebbe fare la Commissione Europea. Per questo esprimiamo un plauso al Governo italiano che è stato il primo in Europa a opporsi a questa proposta”.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
Cronaca
Coppa Davis: Musetti “Non parteciperò alle Finali di Bologna”
Pubblicato
13 ore fa-
14 Novembre 2025di
Redazione
TORINO (ITALPRESS) – “Vista la mia condizione fisica ho parlato con il capitano Volandri e ho deciso che per quest’anno non giocherò la Coppa Davis a Bologna”. Così Lorenzo Musetti, nella conferenza stampa, dopo la sconfitta contro Carlos Alcaraz alle Nitto Atp Finals di Torino. “C’è molto rammarico e dispiacere per la data e per come sono arrivato a questa competizione, sicuramente con un approccio migliore avrei provato a giocarla nonostante l’impegno familiare (Musetti sta per diventare papà, ndr). Purtroppo quest’anno non farò parte della squadra”.
Dopo il forfait di Jannik Sinner, quindi, il capitano azzurro di Coppa Davis, Filippo Volandri, è costretto a rinunciare anche al tennista toscano in vista delle Finali a 8 che si disputeranno la prossima settimana a Bologna. Confermati al momento Matteo Berrettini, Flavio Cobolli, Simone Bolelli e Andrea Vavassori. In pre-allarme Lorenzo Sonego e Luciano Darderi. Il piemontese al momento sembra il favorito per la sostituzione last minute di Musetti.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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