Economia
AST di Terni presenta al Mimit il Piano industriale, Urso “Tassello centrale per la siderurgia nazionale”
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7 mesi fa-
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Redazione
TERNI (ITALPRESS) – La presentazione del piano industriale e un aggiornamento rispetto alla definizione dell’Accordo di Programma per la riconversione industriale e la messa in sicurezza ambientale del sito produttivo AST di Terni, in un’ottica di sostenibilità e rilancio competitivo: con questi obiettivi si è svolto oggi, a Palazzo Piacentini, il tavolo presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso, alla presenza dei rappresentanti del Gruppo Arvedi AST, delle organizzazioni sindacali, della presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e del Comune di Terni.
“Il polo di Terni rappresenta un tassello fondamentale del piano siderurgico nazionale. Il progetto e gli investimenti rafforzeranno il ruolo strategico del sito ternano, valorizzando una filiera industriale essenziale per l’autonomia produttiva del nostro Paese e per la transizione tecnologica ed ecologica dell’intero comparto”, ha dichiarato il ministro Urso.
Nel corso della riunione, l’azienda ha presentato il proprio piano industriale, che prevede investimenti complessivi al 2028 per oltre 560 milioni di euro destinati all’elettrificazione dei processi e all’aumento dell’efficienza della produzione di acciaio inox, nonché investimenti per assicurare sicurezza e sostenibilità ambientale. Il Mimit contribuirà con un finanziamento a fondo perduto di circa 70 milioni di euro. L’azienda, dal canto suo, ha ribadito il proprio impegno al mantenimento dei livelli occupazionali, condizione imprescindibile per il proseguimento del confronto e per la sottoscrizione dell’accordo. Il Mimit, insieme al Mase e alla Regione Umbria, è impegnato nella redazione dell’Accordo di Programma, che definirà in modo puntuale gli impegni assunti dalle parti pubbliche e private. La firma è prevista entro il mese di maggio, al termine delle valutazioni sul piano industriale da parte del territorio e delle rappresentanze sindacali.
“Sarà un passaggio cruciale per il rilancio dello stabilimento di Terni, che vogliamo riportare al centro della strategia nazionale sulla siderurgia, in un’ottica di autonomia produttiva, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale”, ha commentato il ministro spiegando che l’acciaio di Ast troverà utilizzo nei settori ad alta tecnologia e che stanno registrando una forte crescita, come la Difesa, l’Aerospazio e l’Energia. Contestualmente, sono stati condivisi i primi elementi utili a creare un contesto favorevole per l’attuazione di questi investimenti.
In particolare il Mimit, in sinergia con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e con la Regione Umbria, sta lavorando a misure per rendere strutturalmente sostenibile la produzione di acciaio. Tra queste, sono allo studio agevolazioni dedicate alle aziende energivore nell’ambito del rinnovo delle concessioni idroelettriche previste al 2029 e l’introduzione di incentivi all’acquisto di rottame per l’acciaio speciale, strategico per la transizione verde e digitale del Paese.
– foto ufficio stampa Mimit –
(ITALPRESS).
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Economia
Ex Ilva, Urso aggiorna Decaro sulla riunione al Mimit e sulle prospettive per Taranto
Pubblicato
29 minuti fa-
8 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, nel corso di un lungo colloquio telefonico ha informato il presidente della Regione Puglia, Antonio Decaro, della riunione che si è svolta venerdì scorso al Mimit con gli enti locali pugliesi, anche in merito al piano operativo per il rilancio produttivo dell’ex Ilva predisposto dai Commissari straordinari e alle potenzialità di ulteriori investimenti nell’area di Taranto.
Il ministro Urso ha inoltre aggiornato il presidente Decaro sugli obiettivi del decreto ex Ilva, attualmente all’esame del Senato, e sulle procedure negoziali per la cessione degli asset previste nella gara internazionale in corso. Urso si è quindi confrontato con Decaro sulle prospettive della revisione del CBAM secondo gli indirizzi del governo italiano, sulla necessità di una pronta adozione in sede UE delle misure di salvaguardia per il settore dell’acciaio e sull’importanza di aprire a una revisione del dossier ETS, incluso il rinvio del phase out delle quote gratuite. Il ministro Urso ha infine assicurato al presidente Decaro il massimo impegno e la piena collaborazione del Governo con Regione ed enti locali.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Ue, Urso “Proteggere l’industria europea priorità assoluta, no a misure tampone”
Pubblicato
2 ore fa-
8 Dicembre 2025di
Redazione
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Chiediamo alla Commissione di agire immediatamente per proteggere l’industria del nostro Continente dalla competizione sleale dei players non europei, favorirne lo sviluppo e assicurare un’adeguata dotazione finanziaria per supportare la transizione industriale. Non accetteremo misure tampone: servono riforme immediate, chiare, radicali, efficaci”. Esordendo con queste parole, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, ha aperto a Bruxelles la quarta riunione dell’Alleanza Ministeriale per le Industrie ad Alta Intensità Energetica, presieduta dall’Italia e alla quale hanno partecipato i ministri e i sottosegretari omologhi di 25 Paesi europei, tra cui Germania, Francia, Spagna e Polonia. Urso ha innanzitutto evidenziato come l’Europa si trovi in un momento cruciale “per la presentazione di alcune proposte normative che saranno fondamentali per rilanciare la competitività delle industrie ad alta intensità energetica”. Dal 3 dicembre è sul tavolo il Pacchetto sulla Sicurezza Economica con ‘RESource EU’, iniziativa faro sulle materie prime critiche e strategiche essenziali per le catene del valore dell’industria europea: “È importante che la Commissione Europea prosegua nel monitoraggio dei flussi di rottami verso Paesi extra UE, alla luce del quale dovranno essere adottate misure urgenti di limitazione”, ha evidenziato Urso.
Nelle prossime settimane la Commissione si esprimerà inoltre sull’Industrial Accelerator Act e sulla revisione del CBAM, su cui l’Italia ha ribadito aspettative chiare e condivise con i settori più esposti: “Dal primo ci attendiamo un quadro organico di promozione delle tecnologie pulite, tra cui l’acciaio e il cemento verde, la semplificazione dei permessi e l’introduzione del principio di Preferenza europea, base per promuovere beni e servizi ‘Made in Europe’. Dal secondo pacchetto dovranno giungere invece risposte concrete per l’estensione mirata del CBAM ai prodotti a valle, per bloccare fenomeni di aggiramento del meccanismo e per tutelare i nostri esportatori”. Al centro delle richieste italiane anche la tutela delle filiere più esposte. Per la chimica il ministro Urso ha richiamato “la recente creazione dell’Alleanza europea per la chimica”, strumento cruciale “per definire azioni a tutela della capacità produttiva e della competitività del settore, sia nella chimica di base che nella biochimica, entrambe strategiche per l’Europa”. Per la siderurgia ha rimarcato come “abbiamo accolto con favore la proposta di aggiornamento delle misure di salvaguardia. Analogo sostegno per la recente proposta di salvaguardie per le ferroleghe. Auspichiamo un’approvazione rapida: devono entrare subito in vigore”.
Su questi tre snodi principali si è quindi sviluppato il dibattito tra i ministri dell’Alleanza Ministeriale per le Industrie ad Alta Intensità Energetica: le prime reazioni al Piano RESource-EU, le ulteriori azioni di protezione dell’industria europea dopo le salvaguardie su acciaio e ferroleghe, e la valutazione delle possibili restrizioni alle esportazioni di rottami metallici. Particolare attenzione è stata inoltre dedicata ai comparti che stanno soffrendo maggiormente la concorrenza distorta proveniente dall’Asia, come quello della moda, del tessile e della plastica. Urso ha portato al centro dell’agenda dei ministri la “lotta contro il fast fashion”, ammonendo sulla pressione crescente dei flussi extra UE: “È in atto una invasione di prodotti asiatici, anche come effetto indiretto dei dazi americani ai prodotti cinesi e indiani. Occorre che le misure annunciate, come quelle sui dazi anche per i prodotti di valore inferiore a 150Ç, entrino subito in vigore. Non possiamo aspettare il 2028”. I lavori dell’Alleanza Ministeriale per le Industrie ad Alta Intensità Energetica proseguiranno già nelle prossime ore al Consiglio Competitività, che includerà un punto dedicato alle industrie ad alta intensità energetica, presentato dall’Italia insieme a Francia, Spagna e Polonia, quest’ultima chiamata ad assumere la Presidenza nella prossima riunione di febbraio.
“L’Europa deve fare la sua parte pensando alle sue imprese alle suoi lavoratori e i suoi cittadini e nel contempo io credo non debba isolarsi nei confronti di altri paesi del sud del mondo che possono con noi condividere questa strategia di sviluppo e di crescita”, ha detto a margine della riunione. “L’Europa deve far da sé ed è in condizioni di farlo. Se rialza la testa, se ragiona, condividendo gli obiettivi comuni che sono a fondamento della nostra casa europea”, ha aggiunto il Ministro.
Per quanto riguarda l’industria dell’automotive il Ministro ha dichiarato che ci si aspetta “che la commissione realizzi una revisione radicale ed efficace del regolamento sulle CO2 sulle auto e che faccia altrettanto per quanto riguarda i veicoli pesanti e i veicoli commerciali”. Il Ministro ha evidenziato come l’industria dell’auto sia “la prima industria europea, quella che sviluppa i maggiori volumi e che consente la maggiore occupazione”, e che quindi debba essere per questo “il principale dossier su cui la commissione deve svolgere il suo lavoro, sulla scia di quanto hanno indicato nei due documenti l’Italia, la Germania e a cui pensiamo si possa anche associare la Francia”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Il 20% degli italiani non ha figli e non intende farne, il doppio della Francia
Pubblicato
2 ore fa-
8 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Sole 24 Ore di oggi pubblica un’analisi dettagliata, condotta da Noto Sondaggi sui fattori che incidono nella diminuzione delle nascite oltre che in Italia anche in Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. Per il nostro Paese questo trend negativo ha caratteristiche diverse rispetto a quanto accade nelle altre nazioni, sembra essere diventato un fattore culturale con i nostri giovani che appaiono sempre più disillusi e meno motivati a fare figli, addirittura il 20% non ne ha e non intende farne. Si tratta del doppio di Francia e Germania (10%) e di molto superiore a Regno Unito (8%) e Spagna (4%) “I giovani italiani – dice Antonio Noto, fondatore di Noto Sondaggi – percepiscono che per affrontare una sfida così complessa servono politiche che superino la logica dei bonus e dei piccoli aggiustamenti, e che si costruisca finalmente una piattaforma strutturale di servizi, opportunità e certezze. Una risposta che guardi avanti e che restituisca fiducia”. Infatti, i giovani italiani risultano i maggiormente preoccupati per il futuro rispetto ai coetanei di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna per diversi fattori, innanzitutto pesa l’Insicurezza economica, l’instabilità del lavoro, le politiche abitative e i congedi. Tutti fattori analizzati con la stessa lente nei cinque diversi campioni nazionali.
Per gli italiani – così come è riportato dal sondaggio pubblicato sul Sole 24 Ore – la scelta di non avere figli è maggiormente dovuta a motivi economici (57%), alla mancanza di reti di supporto nella famiglia (77%) e alla scarsa valorizzazione del ruolo dei genitori nella società (72%). Il dato italiano è nettamente diverso da quello degli altri Paesi europei, dove il ruolo di chi ha figli è fortemente valorizzato nella società e dove la famiglia non è considerato la principale rete di sostegno per i genitori. Per Antonio Noto: “l’Italia deve portare avanti una sfida che non può essere affidata alla somma di micro azioni, ma serve un progetto organico e continuativo”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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