Economia
Snam presenta il suo Innovation Plan, Venier “Innovazione una leva strategica”
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3 mesi fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Snam ha presentato il suo primo Innovation Plan, una roadmap che illustra in dettaglio l’orientamento e i progetti del Gruppo in materia di innovazione trasformativa. L’Innovation Plan completa il framework nel quale il Gruppo inquadra i propri investimenti nel medio-lungo periodo in sicurezza e transizione energetica, garantendo una coerenza complessiva tra le diverse prospettive e i diversi programmi di azione.
Relativamente al solo piano strategico 2025-2029, sono già stati pianificati investimenti in innovazione per 400 milioni di euro, in crescita del 15% rispetto a quelli previsti dal piano precedente. Di questi, grazie all’approccio dual-track adottato da Snam, 338 milioni sostengono iniziative di proven innovation mentre 62 milioni alimentano progetti di explorative innovation, il tutto nel segno di un modello “people-centric“, che persegue il costante aggiornamento delle competenze di tutte le persone Snam e il conseguente livellamento dei gap generazionali.
“L’innovazione è da sempre nel dna di Snam, sin dai suoi primi anni, ma le complessità crescenti della fase attuale, caratterizzata dalla fragilità degli equilibri complessivi e da un percorso di transizione energetica sempre meno lineare, hanno ulteriormente accresciuto l’importanza di un costante upgrade tecnologico di asset, processi e sistemi, sviluppando un innovativo modello di gestione e visione della prospettiva”, ha dichiarato l’amministratore delegato Stefano Venier.
“Sotto questi presupposti nasce anche il nostro Innovation Plan, una roadmap flessibile che include e mobilita risorse sia interne che esterne, che condividono con noi l’idea di non subire il cambiamento, ma di avere l’ambizione di guidarlo”, ha aggiunto.
Con la proven innovation, in particolare, Snam si concentra su soluzioni tecnologiche scalabili, affidabili e già pronte per il mercato, che rispondono alle esigenze operative degli asset e dei processi industriali.
Il suo cuore pulsante è SnamTEC, il programma di innovazione applicato alle operation attivo dal 2018, articolato in circa 50 progetti e dal quale è già nata l’Asset Control Room, una piattaforma digitale che grazie anche all’AI supporta oltre 2.000 persone nel monitoraggio e nella gestione data driven, da remoto e su device mobili, di asset fisici e di 47 processi end-to-end.
In questo ambiente “phygital”, forte di infrastrutture IOT, cloud e edge, gli asset fisici e i dati sono interconnessi senza soluzione di continuità, abilitando i processi decisionali e consentendo interazioni più intelligenti ed efficienti tra operatori di rete, attori del mercato e utenti finali, anche grazie all’utilizzo dell’Ia, che già oggi è incorporata nel 15% degli applicativi aziendali e che salirà al 40% entro 5 anni.
Con l’explorative innovation Snam presidia invece una vasta gamma di idee nuove e tecnologie emergenti, da nuove applicazioni basate sull’Ia alle clean tech per la produzione, l’uso finale e la trasformazione di molecole decarbonizzate. Le tematiche affrontate dall’innovazione esplorativa, oggi articolata in oltre 35 progetti, variano dalle cleantech/energy-tech alle tecnologie digitali di frontiera quali l’AI tradizionale e generativa, la robotica e il computing.
L’obiettivo è testare e accelerare l’implementazione di soluzioni innovative ad alto potenziale ma non ancora mature o non ancora industrializzate nel contesto energetico, per disporre di opzioni di diversificazione, integrandole – ove possibile – al business stesso di Snam. Il T.LAB – strumento di Snam per collegare explorative e proven innovation – si occupa esattamente di questo, scalando e implementando le operational technologies più mature e promettenti fra quelle prese in esame.
Fra i progetti attualmente al vaglio, il methane detector, una telecamera iperspettrale per rilevare e quantificare con precisione le perdite di gas su scala industriale, la sensoristica avanzata per il monitoraggio metereologico marino già implementata con successo presso i rigassificatori di Panigaglia e Ravenna, le tecnologie laser-scanner per il monitoraggio della biodiversità successivo ai ripristini vegetazionali effettuati a valle dei cantieri, ma anche valvole a zero emissioni regolate a distanza che non necessitano di sostituzioni, nonché progetti per il miglioramento dei sistemi elettrolitici tesi ad abbattere i costi della produzione di idrogeno verde.
– Foto xh7/Italpress –
(ITALPRESS)
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Economia
Agenda 2030, Barbaro “Firmato all’Onu un documento strategico al quale si uniscono Ocse e Cio”
Pubblicato
2 ore fa-
24 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “La firma da parte dei primi otto Stati che hanno aderito alla Partnership Platform on Localizing the SDGs, iniziativa nata nel corso del G7 Ambiente di Torino dello scorso anno, dimostra quanto sia considerata vincente la proposta italiana legata al tema della localizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Tale adesione, a solo un anno dalla nascita, rilancia il ruolo centrale dei territori, dalle Regioni fino ai Comuni, nei processi di sviluppo sostenibile per il raggiungimento dei target dell’Agenda 2030. Ai primi Stati firmatari si uniscono anche OCSE e CIO che metteranno a disposizione la propria esperienza in favore dei progetti che saranno sviluppati a livello locale negli Stati che aderiscono alla Partnership Platform”: Così il Sottosegretario al MASE Claudio Barbaro nell’ambito della XIII sessione del Foro Politico di Alto Livello sullo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite in corso di svolgimento a New York (High-Level Political Forum – HLPF 2025), in occasione della quale ieri il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, insieme a UN-Habitat, ha organizzato l’High Level Event of the Partnership Platform on Localizing the SDGs presso la Rappresentanza Permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite.
Nel corso dell’evento, si è tenuta la cerimonia di firma delle Letter of Intent, con le quali Brasile, Capo Verde, Costa Rica, Finlandia, Georgia, Ghana, Nepal, Zambia, oltre a OCSE e CIO – Comitato Internazionale Olimpico, sono stati i primi Paesi a formalizzare la loro adesione. Nella stessa occasione, Tunisia e Senegal, paesi pilota della Partnership Platform e prioritari del Piano Mattei, ma anche Azerbaijan, Cuba, Giordania, Serbia e Portogallo, hanno confermato il loro interesse per l’iniziativa e l’intenzione di aderire ufficialmente quanto prima.
In particolare, “la collaborazione con il Comitato Internazionale Olimpico e con Olympism 365 ci consentirà di lavorare per costruire iniziative che abbiano un forte impatto a livello di inclusione sociale e di ambizione climatica e ambientale, per poter fare in modo che lo sport possa diventare realmente non sono un catalizzatore di interesse a livello mondiale, ma anche occasione per rigenerare i tessuti urbani, migliorare la qualità della vita e contribuire alla transizione ecologica” prosegue il Sottosegretario al MASE Claudio Barbaro. La Partnership Platform è una piattaforma collaborativa che ha l’obiettivo di aiutare gli Stati ad adattare e realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 in collaborazione con città, regioni e comunità locali, secondo le loro esigenze specifiche. Questo perché circa il 65% degli obiettivi riguarda ambiti che sono direttamente gestiti da enti locali: trasporti, rifiuti, salute, educazione, pianificazione urbana.
-Foto Ufficio stampa del Sottosegretario di Stato Claudio Barbaro-
(ITALPRESS).
Economia
Sace, nel primo semestre del 2025 mobilitati 25 miliardi a supporto delle imprese
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4 ore fa-
24 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – SACE, il gruppo assicurativo-finanziario partecipato dal Ministero dell’economia e delle finanze, annuncia i risultati operativi al primo semestre 2025. Nei primi sei mesi del 2025, SACE ha mobilitato 25,3 miliardi di euro. Un risultato che fa salire gli interventi complessivi di SACE dall’inizio del Piano Industriale 2023-2025 a 138 miliardi di euro, che hanno generato un impatto di 333 miliardi di euro sul sistema produttivo, contribuendo a creare e/o mantenere oltre 1 milione e 800 mila posti di lavoro: un effetto leva notevole per l’economia nazionale amplificato da una politica assuntiva prudente e sostenibile.
Dei 25,3 miliardi di euro mobilitati nel semestre, 56% si riferisce a progetti sul mercato domestico e il 44% riguarda attività di export e internazionalizzazione delle imprese italiane, per un totale di 62.000 imprese affiancate (+21% rispetto al primo semestre 2024).
“Una crescita che si riflette anche nell’andamento della produttività, che ha registrato un balzo del 23% rispetto al primo semestre 2024, grazie al percorso trasformativo intrapreso da SACE dal 2023, basato su organizzazione del lavoro agile, flessibilità, digitalizzazione, adozione diffusa dell’intelligenza artificiale per migliorare il servizio alle imprese”, si legge in una nota.
“In un contesto globale complesso, le imprese stanno dimostrando resilienza e capacità di competere, e noi di SACE continuiamo a essere al loro fianco come partner strategico di crescita, migliorando la nostra capacità di servire le imprese offrendo soluzioni concrete, ovunque e in ogni momento – ha dichiarato Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE -. I risultati raggiunti nel primo semestre 2025, segnano un ulteriore passo avanti nel nostro supporto alle imprese italiane che cresce di pari passo con la nostra attenzione alla sostenibilità del sistema delle garanzie e a una gestione finanziaria e patrimoniale solida”.
La solidità della gestione finanziaria e patrimoniale di SACE è stata confermata anche dal recente aggiornamento del Rating Fitch a BBB con Outlook Positivo, con profilo finanziario “aaa” e stand alone credit profile “aa”.
-Foto ufficio stampa Sace-
(ITALPRESS).
Economia
Corte dei Conti, nel 2024 la finanza locale ha proseguito il percorso di crescita
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4 ore fa-
24 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Nel 2024, nonostante l’incertezza del contesto economico globale, la finanza locale ha proseguito un percorso di crescita. Si è registrata una ripresa delle riscossioni delle entrate tributarie, accompagnata da una riduzione dei trasferimenti statali. L’incremento significativo delle entrate in conto capitale, a sostegno degli investimenti, è in gran parte riconducibile all’attuazione del PNRR, che vede coinvolti in maniera rilevante gli enti locali, rafforzandone il ruolo strategico nel rilancio economico e sociale del Paese. Per il 2025 è atteso un ulteriore miglioramento dei conti pubblici, con una nuova riduzione del deficit e un rafforzamento dell’avanzo primario, nonostante un incremento della spesa per interessi”. È quanto si legge nella Relazione sulla gestione finanziaria di Comuni, Province, Città metropolitane per gli esercizi 2022-2024, approvata dalla Sezione autonomie della Corte dei conti con delibera n. 14/SEZAUT/2025/FRG, che esamina, tra l’altro, i rendiconti di 7.489 enti (di cui 7.392 Comuni), presenti nella Banca dati delle amministrazioni pubbliche della Ragioneria generale dello Stato. L’analisi dei flussi di cassa dei Comuni riferita al periodo 2021-2024, sottolinea la Corte, evidenzia un aumento del 14% delle riscossioni e dei pagamenti, oltre a una crescita della liquidità del 27,8%. Il maggior equilibrio della gestione e la minore dipendenza da misure di sostegno sono confermati dalla diminuzione della cassa vincolata e dal ridotto ricorso alle anticipazioni di tesoreria (-41,5%).
Le entrate totali sono cresciute del 13,7%, in particolare quelle da tributi ed entrate extratributarie, ma il rialzo maggiore è stato registrato per le entrate e le spese in conto capitale (+55% e +70,1%), trainate dal PNRR, i cui progetti si concentrano prevalentemente nei settori dell’istruzione e delle infrastrutture sociali, che assorbono il 70% dei fondi. Nel 2023 il risultato di amministrazione dei Comuni raggiunge i 60 miliardi di euro (+4,6%), sostenuto anche da un aumento significativo del fondo cassa iniziale e dei residui attivi. Si riduce il disavanzo della parte disponibile, segno di una gestione più efficiente, ma gli spazi di spesa autonoma restano limitati. Risultano in disavanzo oltre 900 Comuni e persistono situazioni di criticità finanziaria che richiedono attenzione e interventi mirati per garantire sostenibilità nel tempo. I debiti fuori bilancio registrano un leggero aumento, in controtendenza rispetto agli andamenti degli ultimi anni e conseguono principalmente a sentenze esecutive, risultando per lo più già coperti da adeguati stanziamenti. Il fenomeno assume un particolare rilievo nei Comuni in dissesto, i cui casi sono peraltro in aumento (34 nuove dichiarazioni nel 2024 su 227 procedure aperte a fine anno), concentrandosi soprattutto in Calabria, Campania e Sicilia, con una durata media tra 6 e 8 anni che non sempre conduce al risanamento effettivo.
Le procedure di riequilibrio finanziario pluriennale, che nel 2024 restano consistenti (260 al 31 dicembre), si sono spesso mostrate intempestive e inefficaci e frequentemente si trasformano in dissesto. Persiste dunque, osserva la magistratura contabile, l’esigenza di una rivisitazione del sistema normativo di riferimento. Il patrimonio immobilizzato dei Comuni cresce di oltre il 4%. Le immobilizzazioni materiali restano la componente principale dell’attivo, ma si registra un incremento del 17% delle immobilizzazioni immateriali. In calo, invece, il debito, anche se gli oneri restano rilevanti per via dei bilanci rigidi e delle risorse correnti limitate. Il debito medio pro-capite è stabile (poco oltre i 1.360 euro), con i piccoli Comuni più esposti. Aumentano i debiti verso fornitori (+7,3%). Nel complesso, la situazione finanziaria di Province e Città Metropolitane registra segni di rafforzamento, nonostante le rigidità strutturali, in parte legate al persistere dell’incerta definizione del loro ruolo istituzionale. Nel 2023, grazie a misure di sostegno per viabilità, scuole e costi energetici, le entrate delle Province sono aumentate del 6,4%, sfiorando i 9 mld di euro. Ancora una volta le risorse PNRR sostengono la crescita delle spese in conto capitale (+34,9%), assorbite soprattutto dagli investimenti nei trasporti. In aumento anche le entrate e le spese di parte corrente, sia in termini di competenza che di cassa.
Il patrimonio immobilizzato delle Province risulta stabile, rappresenta in media il 74% delle attività totali ed è composto quasi esclusivamente da cespiti materiali. Le variazioni maggiori riguardano le immobilizzazioni immateriali e finanziarie, legate a digitalizzazione e manutenzioni. L’indebitamento è in calo (-2,6% nel biennio), con i debiti di finanziamento che costituiscono la quota principale. Nel 2023 le 14 Città Metropolitane hanno mostrato un netto miglioramento della situazione finanziaria: le entrate correnti sono cresciute (+4,5%) e l’avanzo per spesa corrente è fortemente ridotto (-43%). Gli investimenti sono aumentati del 44% e il saldo in conto capitale è raddoppiato. Il risultato di competenza è salito a 1,09 miliardi (+4,8%), mentre l’equilibrio complessivo migliora del 23,3%. Cresce il patrimonio immobilizzato (+9%) e cala il debito (-10%), che resta concentrato nelle grandi aree urbane.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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