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Politica

Letta “Per la competitività serve l’integrazione economica”

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(LATINA) (ITALPRESS) – “Abbiamo la moneta unica, è un successo, che più nessuno mette in discussione”, ma tanti “mettono in discussione l’integrazione europea”, sostenendo che l’Europa in questi anni ha perso competitività e “quindi è sbagliata la strada dell’integrazione europea. Il ragionamento è esattamente l’opposto: noi europei abbiamo perso velocità perché non siamo stati in grado” di portare avanti “pezzi di integrazione fondamentale, come abbiamo fatto nel passato”. Lo ha detto Enrico Letta, decano dell’Istituto de Empresa (IE) di Madrid, nella sua lectio magistralis alla nona edizione del Ventotene Europa Festival, la kermesse giovanile organizzata dall’associazione di promozione sociale ‘La Nuova Europa’ in corso a Ventotene.

“Fare una moneta unica europea oggi ci sembra normale, ce l’abbiamo nelle nostre tasche, ma sappiamo benissimo quanto fosse difficile farla e quanto questa difficoltà abbia assorbito energie politiche ed economiche – ha aggiunto l’ex premier -. Tutta questa fatica non l’abbiamo fatta allo stesso modo per gli altri temi dell’integrazione economica. In tutte le analisi, la questione chiave è che è stato messo tanto impegno sulla moneta che probabilmente non c’erano più le energie politiche sufficienti per fare il resto”.

“Si può essere in una situazione di sicurezza senza essere indipendenti energeticamente, senza avere connettività o senza avere un mercato finanziario proprio, grosso, importante, unico? Secondo me, no. Abbiamo 27 mercati nazionali: questo oggi è il grande problema – ha proseguito –  Il mercato unico è rimasto non integrato in temi chiave come il mercato finanziario, le telecomunicazioni e l’energia: tre grandi macro settori fondamentali per la competitività”.

“Dobbiamo capire che non basta l’Unione monetaria, che c’è bisogno dell’Unione economica. Oggi ci troviamo con un mercato unico non sufficientemente integrato e profondamente asimmetrico”, ma “il mercato unico europeo è l’unico modo per che l’Europa possa essere forte e possa essere in grado di giocare nello stesso campionato di USA, Cina, India. “In quel campionato non potranno starci l’Italia, la Germania o la Francia da soli: saremmo tutti dei nani. In quel campionato ci può stare soltanto l’Europa”.

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Sul futuro dell’Europa, il dibattito non è ideologico, ma è un dibattito di interesse dei cittadini e delle cittadine europee. Questo dibattito deve portarci a fare le scelte giuste, quelle di un’integrazione fatta per creare lavoro e soprattutto crescita. Questa è la partita fondamentale che abbiamo davanti: questa partita ha bisogno di una Europa più integrata”. Non possiamo rinchiuderci nell’angolo della nostra tranquillità: la sostenibilità, il futuro industriale, il lavoro e i giovani sono temi sui quali dobbiamo esserci come Europa unita, l’unica è esserci insieme come 27 Paesi europei ed esserci col mercato unico. Se lo faremo, saremo in grado come Unione Europea di batterci per i valori europei, che sono valori fondamentali e importanti. Se non lo faremo, saremo deboli. Se non agiremo oggi, saremo in declino”.

“In questi trent’anni il mondo è passato da 3 miliardi a 8 miliardi di abitanti e la rivoluzione tecnologica fa sì che la dimensione di un Paese determini anche in parte il suo successo economico. Non è che abbiamo perso competitività o abbiamo perso crescita, abbiamo perso capacità. È il resto del mondo che si è messo a correre a una velocità che noi non potevamo allora considerare possibile in una logica molto poco lungimirante, perché non pensavamo che la dimensione degli abitanti di un Paese avrebbe avuto il suo impatto sulla crescita”, ha concluso.

-Foto Enrico Letta-
(ITALPRESS).

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Dazi, Palazzo Chigi “Evitare polarizzazioni, rendono complesso raggiungere un’intesa”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il governo italiano continua a seguire con grande attenzione lo sviluppo dei negoziati in corso tra Unione Europea e Stati Uniti, sostenendo pienamente gli sforzi della Commissione Europea che verranno intensificati ulteriormente nei prossimi giorni. Confidiamo nella buona volontà di tutti gli attori in campo per arrivare a un accordo equo, che possa rafforzare l’Occidente nel suo complesso, atteso che – particolarmente nello scenario attuale – non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra le due sponde dell’Atlantico. Ora è fondamentale rimanere focalizzati sui negoziati, evitando polarizzazioni che renderebbero più complesso il raggiungimento di un’intesa”. Lo scrive Palazzo Chigi in una nota.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Politica

Ucraina, Tajani “Se vogliamo fermare Putin servono sanzioni finanziarie”

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DUBROVNIK (CROAZIA) (ITALPRESS) – “Dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina dal punto di vista politico, militare e finanziario e convincere la Russia ad arrivare alla fine delle ostilità: se necessario, bisogna per forza infliggere delle sanzioni mirandole all’aspetto finanziario. Oggi Putin paga un milione e mezzo di soldati, molto di più di quanto vengono pagati i lavoratori russi: ritirarsi dalla guerra per lui diventa un problema sociale perchè tutta l’industria è indirizzata alla difesa. Se vogliamo fermare Putin, dobbiamo incidere con le sanzioni a livello finanziario: non permettere a Putin di poter pagare così tanto i militari che sono al fronte a combattere contro l’Ucraina. Questo è un modo per convincerlo ad accettare un dialogo per arrivare alla fine della guerra”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando a margine del Forum Internazionale di Dubrovnik.

“L’Italia – ha aggiunto – sta giocando un ruolo da protagonista, perchè siamo sempre dalla parte della libertà, della democrazia, non siamo in guerra con la Russia ma vogliamo che venga sempre rispettato il diritto: vogliamo si concluda questa guerra, come vogliamo si concluda quella in Medio Oriente. Stiamo facendo tutti gli sforzi possibili, speriamo che alla fine il buonsenso prevalga”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Politica

Il senatore De Poli eletto segretario dell’Udc, le congratulazioni di La Russa e Fontana

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ROMA (ITALPRESS) – Il senatore Antonio De Poli è stato eletto nuovo segretario dell’Udc. “Da oggi vogliamo aprire una nuova stagione: di rinnovamento, radicamento e responsabilità. Una stagione che parte dal territorio e dalla nostra storia”, ha detto De Poli dopo l’elezione, annunciando il lancio di un grande tesseramento nazionale e la ripartenza, a settembre, della Festa nazionale del partito.

“È finito il tempo della comfort zone. Dobbiamo ricostruire una rete capillare, finanziare il partito, incontrare i cittadini. L’UDC sarà presente ovunque: nei municipi, nelle piazze e nei quartieri”, ha aggiunto De Poli, che ha anche annunciato la nomina di cinque vicesegretari territoriali e la nascita di un nuovo ufficio politico nazionale.

“Siamo alleati leali, ma non subalterni. Non siamo la brutta copia di nessuno – ha sottolineato De Poli -. Vogliamo costruire una strategia di differenziazione costruttiva: sosteniamo quando condividiamo le scelte, proponiamo quando servono correttivi, ci smarchiamo quando è giusto affermare la nostra cultura politica. Il nostro contributo è quello di una forza responsabile e coerente: siamo la coscienza del centrodestra”.

“Congratulazioni e auguri di buon lavoro ad Antonio De Poli per la nomina a Segretario nazionale dell’Udc. Un ringraziamento a Lorenzo Cesa per quanto fatto nel suo percorso alla guida del partito”. Così il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

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“Al senatore e amico Antonio De Poli giungano le mie più sincere e sentite felicitazioni per la nomina a Segretario nazionale dell’UDC. Sono certo che, con equilibrio, esperienza e spirito di servizio, saprà guidare il partito in una fase tanto delicata quanto ricca di sfide. Al contempo, rivolgo un sentito ringraziamento a Lorenzo Cesa per l’impegno, la dedizione e la coerenza dimostrati nel corso del suo lungo percorso alla guida dell’UDC, svolto sempre con senso delle istituzioni e profondo rispetto per la vita democratica del Paese”. Scrive invece su Facebook il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

CESA NOMINATO PRESIDENTE 

Lorenzo Cesa ha annunciato l’avvicendamento come segretario nazionale dell’Udc ed è stato nominato all’unanimità come presidente, su proposta del senatore Antonio De Poli. Dopo oltre vent’anni di impegno ininterrotto, Cesa ha scelto di compiere questo storico cambiamento nel segno della responsabilità e della continuità.

“È una transizione. Il nostro partito è forte, coeso, radicato e capace. Continuerò a essere presente, come Presidente, con costanza e discrezione per continuare a consigliare e supportare il partito”, ha detto Cesa nel suo intervento al Consiglio Nazionale riunito oggi a Roma, in cui ha ripercorso le tappe fondamentali di questi oltre venti anni alla guida dell’UDC: l’impegno per la famiglia, la giustizia sociale, la difesa delle categorie più fragili, l’ampliamento dell’accesso alle cure, lo sviluppo e sostentamento delle imprese, la valorizzazione dei territori, la difesa dei valori democratici europei e atlantici. Un’eredità politica e valoriale che ha contribuito a consolidare la presenza dell’Unione di Centro nel panorama politico italiano ed europeo.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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