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Politica

Genova e Ravenna al centrosinistra, ballottaggi a Taranto e Matera. Schlein esulta: “Uniti si vince”

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ROMA (ITALPRESS) – Il campo largo ha funzionato: il centrosinistra ha conquistato due capoluoghi su quattro al primo turno delle amministrative e ora guarda ai ballottaggi, forte del risultato positivo centrato nella prima tornata.

A Genova i dati del Viminale relativi a 632 sezioni su 653 scrutinate riportano la candidata del centrosinistra Silvia Salis al 51,66%, lo sfidante di centrodestra Pietro Piciocchi al 44,04%. Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) al 1,44%. Antonella Marras (Sinistra Alternativa) e allo 1,29%.

A Ravenna, quando sono state scrutinate 151 sezioni su 164, Alessandro Barattoni,
candidato del centrosinistra è al 58,21%, mentre Nicola Grandi (sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia e dalla lista civica ‘Viva Ravenna’), è al 25,01%.

SALIS NUOVA SINDACA DI GENOVA

A Genova è stata eletta Silvia Salis, ex martellista e vicepresidente vicaria del CONI, che era sostenuta da una coalizione di centrosinistra. “Ho sempre detto fin dal primo giorno che una coalizione così fatta puntava a vincere al primo turno e ho la convinzione che il campo progressista, quando si concentra sulle infinite cose che le uniscono – che sono molte meno di quelle che lo dividono – potrebbe vincere potenzialmente ovunque”, ha detto la neosindaca del capoluogo ligure, che sfila la poltrona a Pietro Piciocchi, attuale sindaco facente funzioni dopo che l’ex primo cittadino Marco Bucci era stato eletto a presidente della Regione.

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A RAVENNA VINCE BARATTONI CONTRO IL CDX DIVISO

Il centrosinistra si conferma a Ravenna, con la vittoria di Alessandro Barattoni – appoggiato anche da M5S e AVS – che raccoglie il testimone da Michele de Pascale, andato a guidare la Regione Emilia-Romagna. Sonora sconfitta per il centrodestra che si presentava diviso: Forza Italia e Fratelli d’Italia avevano scelto Nicola Grandi, la Lega aveva puntato su Alvaro Ancisi.

Esulta Elly Schlein che, con il Pd primo partito nelle città più grandi, manda un messaggio agli alleati: “Essere testardamente unitari, è necessario ripeterlo oggi più che mai, non è una tesi o un dibattito politologico, ma un dato oggettivo: uniti si vince, congratulazioni a tutte le forze che hanno contribuito a queste belle vittorie”.

TARANTO E MATERA, CSX AVANTI MA SI VA AL BALLOTTAGGIO

Anche a Taranto è avanti il centrosinistra, con l’ex presidente del consiglio comunale Piero Bitetti – sostenuto da Pd, AVS e altre sei liste – che secondo le proiezioni si attesta intorno al 37%: tutto rimandato al ballottaggio in programma domenica 8 e lunedì 9 giugno, insieme ai referendum su lavoro e cittadinanza. Dal momento che il candidato “ufficiale” del centrodestra Luca Lazzaro, sostenuto da Forza Italia e Fratelli d’Italia, si ferma intorno al 20%, a sfidare Bitetti per la guida del capoluogo pugliese sarà l’avvocato Francesco Tacente, che supera il 27%.

Sarà ballottaggio anche a Matera, dove Antonio Nicoletti, il candidato del centrodestra che ha raggiunto circa il 38%, se la vedrà con Roberto Cifarelli, sostenuto dal centrosinistra e avanti al 42%: saranno decisivi i voti di chi ha sostenuto gli altri sfidanti, l’ex sindaco del M5S, Domenico Bennardi – decaduto lo scorso ottobre per le dimissioni di 17 consiglieri comunali su 32 – e il civico Vincenzo Santochirico, che hanno conquistato tra il 7 e l’8%, ma i pentastellati hanno già annunciato che non si schiereranno a sostegno di nessun candidato.

– foto IPA Agency –

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(ITALPRESS)

Politica

G7, Meloni vede Trump “Tra Israele e Iran riaprire la strada del negoziato”

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KANANASKIS (CANADA) (ITALPRESS) – A margine del Vertice G7 di Kananaskis, e alla viglia della sessione dedicata ai temi di politica estera, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un incontro bilaterale con il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Il colloquio ha permesso di discutere dei più recenti sviluppi in Iran, riaffermando l’opportunità di riaprire la strada del negoziato.

Il Presidente Meloni, nel corso della conversazione, ha anche ribadito la necessità, in questo momento, di lavorare per il raggiungimento di un cessate il fuoco a Gaza. La conversazione ha infine permesso al Presidente del Consiglio di confermare l’importanza del conseguimento di un accordo sul negoziato commerciale UE-USA e di affrontare il tema delle prospettive del prossimo Vertice NATO dell’Aja.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

 

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Politica

Tajani “C’è il rischio che la guerra Iran-Israele si allarghi ad altri paesi”

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ROMA (ITALPRESS) – Il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, in un’intervista al Corriere della Sera, ha espresso “alta preoccupazione” per il conflitto tra Iran e Israele, pur escludendo l’imminenza di uno “scontro mondiale generalizzato”, ma non il “rischio che la guerra si allarghi ad altre aree, ad altri Paesi del Medio Oriente”.

Secondo il Ministro, i contatti diplomatici intensi, inclusi quelli con i ministri di Iran, Israele, Arabia Saudita ed Emirati, servono a comprendere le posizioni dei Paesi coinvolti e degli alleati. L’Italia mantiene “un canale aperto sia con Israele che con l’Iran”. L’obiettivo primario di Roma è “far ripartire negoziati fra Usa e Iran”, considerata la “sede giusta per far ripartire un confronto diplomatico” e “arrivare presto alla fine di questa guerra pericolosissima”.

Tajani ha sottolineato la necessità per i Paesi europei di mobilitarsi immediatamente, cercando il sostegno degli Stati arabi moderati che hanno interesse alla pace. Dal fronte iraniano, Tajani ha riferito di aver ricevuto un “primo segnale positivo”: il ministro iraniano gli ha detto che l’Iran “non ha intenzione di ostacolare il traffico commerciale nello Stretto di Hormuz”. Tuttavia, il Ministro ha ribadito che la possibile acquisizione della bomba nucleare da parte dell’Iran, secondo la Aiea, è “inaccettabile”, e che l’unica condizione possibile per la pace è che il governo iraniano “rinunci al nucleare militare”.

Riguardo a Israele, Tajani ha affermato che il Paese “deve difendersi, deve sopravvivere a qualsiasi minaccia che possa mettere fine alla sua esistenza”. L’operazione israeliana, denominata “Il Leone nascente”, ha come dichiarato obiettivo quello di colpire “i siti nucleari, quelli dei missili balistici e di quelli strategici”.

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Sul ruolo degli attori internazionali, Tajani non crede che la Russia possa avere “ruoli di mediazione in questo caso”, pur auspicando che il Presidente Putin si sieda al tavolo del negoziato per porre fine agli attacchi all’Ucraina.

Ha evidenziato il “ruolo fondamentale” degli Stati Uniti per la pace, ma ha insistito sull’obbligo dei “Paesi europei, a cominciare da quelli del G7, di lavorare insieme per raggiungere questo obiettivo”, definendo l’”Alleanza transatlantica” un punto fermo della struttura di sicurezza italiana.

Per l’Unione Europea, Tajani ha espresso la convinzione che “debba riformare il suo modo di agire, offrendo ai suoi cittadini uno strumento più decisivo nel campo della sicurezza e della difesa”. Per quanto riguarda la sicurezza degli italiani nella regione, Tajani ha confermato l’esistenza di “pericoli” sia in Israele che in Iran, invitando i connazionali a seguire le istruzioni delle autorità locali e delle ambasciate.

È prevista l’evacuazione di un primo gruppo di connazionali da Teheran tramite un convoglio via terra. Sul fronte interno, il Ministro ha assicurato che il rischio di attentati “c’è sempre”, ma l’intelligence italiana e le forze di polizia sono “molto attente e soprattutto è in allerta”.

Ha inoltre confermato la “massima attenzione alla protezione delle sedi diplomatiche israeliane in Italia e i luoghi di culto ebraici”.

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-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Politica

Conflitto Israele-Iran, Tajani sente i ministri degli Esteri di Qatar e Iraq

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ROMA (ITALPRESS) – Nell’ambito dei contatti telefonici con i partner Ue e regionali, il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e con il vice primo ministro e ministro degli Esteri dell‘Iraq, Fuad Hussein.

Secondo una nota della Farnesina, i colloqui hanno ha permesso di fare il punto sulle operazioni militari tra Iran e Israele. Tajani ha espresso la preoccupazione del governo italiano per il rischio di escalation nella regione e sottolineato l’importanza della ripresa dei negoziati sul nucleare. Il ministro ha sollevato anche il tema degli effetti economici per tutta la regione delle operazioni militari. Il responsabile della Farnesina, incaricato di seguire anche il Commercio internazionale, ha ricordato agli interlocutori che il 40% del Pil italiano deriva dall’export.

Il premier del Qatar ha condiviso informazioni sulla pericolosità degli scontri militari per il suo paese e ad esempio anche per i circa 10.000 tecnici internazionali impegnati sulle piattaforme petrolifere off-shore dell’emirato, e ha condiviso l’impostazione del governo italiano che sta lavorando per una de-escalation e un ritorno a una fase di confronto diplomatico.

Nel colloquio col ministro iracheno, Tajani ha ricevuto informazioni sulla agibilità momentanea dei punti di imbarco del petrolio iracheno, che passa tutto attraverso lo stretto di Hormuz. Il titolare della Farnesina ha espresso apprezzamento per la posizione di moderazione esercitata dall’Iraq – ove sono presenti circa 500 militari italiani e circa 500 tra iscritti Aire e presenze stabili – auspicando un intervento da parte delle Autorità irachene verso Teheran per favorire una ripresa dei negoziati.

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RIUNIONE ALLA FARNESINA TRA TAJANI E AMBASCIATORI COINVOLTI

É in corso dall’Unitß di Crisi della Farnesina una riunione del ministro degli Esteri Antonio Tajani con gli ambasciatori italiani presso i Paesi interessati alle dinamiche prodotte dagli scontri militari fra Iran e Israele. Secondo quanto riferisce una nota della Farnesina, è stata fatta innanzitutto una valutazione sulla situazione dei cittadini italiani presenti in Israele e Iran: utilizzando i valichi terrestri e in attesa dell’apertura degli aeroporti, le ambasciate e i consolati italiani stanno assistendo i connazionali che vogliono lasciare i due Paesi. Fra i temi affrontati, anche quelli relativi agli aspetti economici del conflitto. Il timore principale è quello di un blocco militare dello stretto di Hormuz, attraverso cui passa il 30% circa del petrolio trasferito a livello globale, per 20 milioni di barili al giorno. Altro timore è quello che una escalation del conflitto possa coinvolgere gli stati del Golfo dirimpettai dell’Iran, potenziali obiettivi di azioni militari.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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