Cronaca
Italia-Azerbaigian, Aslanov “Dall’amicizia al partenariato strategico”
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22 ore fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – I rapporti tra Italia e Azerbaigian “sono basati innanzitutto dall’amicizia”, un elemento che ha agevolato il raggiungimento del livello di partenariato strategico. E’ l’opinione dell’ambasciatore dell’Azerbaigian a Roma, Rashad Aslanov, intervistato da Claudio Brachino per Diplomacy Magazine, format tv dell’agenzia Italpress.
Ad aiutare, secondo l’ambasciatore, è anche lo scambio delle visite a livello di capi di Stato e di altre autorità, poiché tali visite agevolano “una visibilità politica che a sua volta dà un enorme sostegno alla parte economica”. Proprio l’economia è uno dei perni centrali delle relazioni fra i due Paesi, con un interscambio di circa 11 miliardi registrato l’anno scorso. “Per noi l’Italia è il primo partner in Europa, perché più del 60% del nostro scambio è con l’Italia. Anche noi, per l’Italia, nella nostra regione siamo il Paese numero uno”, ha dichiarato Aslanov osservando che l’energia è un punto cardine di tale scambio. “Azerbaigian e Italia stanno facendo tante buone cose, per sostenere e anche per contribuire alla sicurezza energetica dell’Europa, non solo dell’Italia”, ha aggiunto.
Baku è il primo fornitore di petrolio greggio per l’Italia e uno dei suoi maggiori fornitori di gas attraverso il gasdotto Tap-Tanap, che come ricorda l’ambasciatore Aslanov “comincia dal mar Caspio, passa attraverso tutto il territorio dell’Azerbaigian, della Georgia, va in Turchia: quella parte è il Tanap”. Il Trans Adriatic Pipeline (Tap) prolunga poi il trasporto del gas naturale del Caspio in Europa. Collegandosi con il Trans Anatolian Pipeline (Tanap) al confine greco-turco, Tap attraversa la Grecia settentrionale, l’Albania e il Mare Adriatico prima di arrivare in Puglia. Per raggiungere l’Europa con le proprie risorse naturali, l’Azerbaigian ha scelto come ultima destinazione “l’Italia, per decisione del capo dello Stato, perché per noi non è solo un partner commerciale, ma anche un partner affidabile. C’è una fiducia profonda tra i due paesi. E siamo felici di essere contributori di un paese che è amico in Europa. Uno dei fondatori dell’Europa, dell’Unione europea e anche della Nato”, ha osservato Aslanov. Il Tap ha cominciato a portare gas naturale in Italia dalla fine di dicembre del 2020. “Sono ormai più di quattro anni, siamo felici di essere utili e contribuire”, ha aggiunto.
Non solo dal punto di vista energetico, ma anche da quello della logistica l’Azerbaigian è un Paese chiave nella regione del Caucaso. “Se si guarda la mappa dove si trova l’Azerbaigian, è al punto di incrocio tra Asia ed Europa. Noi dobbiamo vedere l’Azerbaigian non solo come un paese che fornisce gas naturale e petrolio all’Europa e all’Italia. C’è anche un altro elemento molto importante, che si chiama Middle Corridor per la logistica”, ha dichiarato il capo missione a Roma. Dal punto di vista geopolitico, è importante ricordare la recente finalizzazione con la vicina Armenia del testo di un accordo per la normalizzazione delle relazioni, che vuole chiudere una lunga disputa. “Lo sappiamo: un periodo lungo 30 anni di occupazione, di guerra, di devastazione del territorio. Tutto questo è cominciato nel 1988 e abbiamo fatto concludere questa pagina della storia nel 2023. L’Azerbaigian ha ripristinato tutta la sua sovranità e integrità sul territorio”, ha detto Aslanov ricordando che oggi l’Azerbaigian ha due sfide. “Una è quella delle mine: c’è un territorio contaminato dalle mine e voglio ringraziare il governo italiano per il suo sostegno in questo ambito”, ha detto l’ambasciatore aggiungendo che la seconda sfida è quella della ricostruzione.
Esistono ancora della strada da fare per la definitiva chiusura dell’accordo con l’Armenia e ci sono tre tracce fondamentali di cui tener conto secondo Aslanov. “Il testo dell’accordo è già finito, non c’è più da fare un negoziato su questo. Stiamo aspettando che l’Armenia faccia due ‘compiti a casa’. Uno è eliminare la rivendicazione territoriale verso l’Azerbaigian che si trova dentro la Costituzione dell’Armenia”, ha detto Aslanov. Il secondo punto è “l’eliminazione del gruppo di Minsk e altre strutture rilevanti”, secondo l’ambasciatore, ovvero la struttura creata dall’Osce nel 1992 con lo scopo di mediare per una soluzione al conflitto del Karabakh. Un gruppo che, secondo Aslanov, “purtroppo durante quasi 28 anni non ha fatto nulla”. Infine “siamo in un processo di delimitazione e demarcazione del confine”, ricorda il capo missione a Roma. “Abbiamo concordato quasi 12 chilometri di frontiera”, ha precisato Aslanov, su mille complessivi. “Però è fondamentale il fatto che oggi non ci sia la guerra. Quella pagina per noi è chiusa e vogliamo andare avanti”, ha osservato.
L’ambasciatore è infine tornato sulle relazioni fra Italia e Azerbaigian, questa volta dal punto di vista culturale. L’ambasciata è fortemente impegnata in una serie di attività per far conoscere meglio il Paese caucasico al pubblico italiano, come la presenza ad eventi quali la Notte dei Musei, ma esistono anche dei “macro-progetti”, come quello definito da Aslanov “non meno importante del Tap”, ovvero la creazione di una Università italo-azerbaigiana a Baku. “Stiamo terminando di costruirla, l’Università già ha cominciato a funzionare. Stiamo collaborando con cinque università d’Italia, ovvero Luiss, La Sapienza, Alma Mater di Bologna, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, e con l’Università di Ada in Azerbaigian. Stiamo lavorando per creare specialisti nei settori di agricoltura, design, ingegneria, architettura, in cui l’Italia è protagonista”, ha spiegato Aslanov. “Sarà la prima Università con il sistema educativo italiano fuori dall’Italia, che aiuterà a far conoscere l’Italia fuori dall’Italia, nella nostra regione, e a creare un ambiente produttivo per entrambi i Paesi”, ha concluso l’ambasciatore.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
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BREAKING NEWS LOMBARDIA – SUMMA VIQUERIA, ASSEGNATE LE BENEMERENZE A 10 VOGHERESI
Pubblicato
2 ore fa-
30 Maggio 2025di
Redazione
Un appuntamento che è ormai diventato una tradizione durante la Sensia, la Fiera dell’Ascensione. Nella sala consiliare del Palazzo municipale di Voghera sono state conferite stamane le benemerenze a dieci persone che si sono particolarmente contraddistinte e che hanno tenuto alto il nome della città di Voghera fuori dall’ambito locale.
“La “Summa Viqueria” ha l’obiettivo di valorizzare la nostra comunità sul profilo etico, sociale e morale”, hanno ricordato la sindaca Paola Garlaschelli e il presidente del consiglio comunale Daniele Salerno.
In questa edizione sono stati conferiti i riconoscimenti in ricordo di due persone scomparse, Attilia Vicini, che si è distinta nel suo ruolo di insegnante e per il suo grande impegno in ambito culturale con Voghera è, dopo aver ricoperto anche l’incarico di consigliere comunale, e Livio Lucarno, figura chiave del pugilato a livello nazionale ed internazionale, nonché primo maestro di Giovanni Parisi.
Benemerenze poi a Ondina Torti, per le sue attività nel volontariato e per l’impegno sociale prima con la Croce Rossa ed ora con Voghera Oltrepo Solidale; a Laura Lanza, primario dell’ospedale civile di Voghera del reparto di Otorinolaringoiatra e da sempre impegnata negli ambiti della sanità e del volontariato; ad Adelaide Montagnoli, “Suor Donata”, per l’attività educativa e l’assistenza alle persone in difficoltà; a Franco Perricone, che ha contribuito alla cura e alla conservazione del patrimonio artistico e religioso della città. Benemerenze a Lucia Filiberti per l’impegno in ambito sociale e nel volontariato sanitario; Angiolina Sensale, che si è distinta nell’attività musicale con il suo Festival Ultrapadum; Giorgio Galanti, esperto di astrofisica e fisica teorica; e Carlo Truscelli, chef d’eccezione, che ha ideato il concetto di pizzeria d’asporto, ottenendo riconoscimenti di prestigio a livello internazionale.
Una bella mattinata in cui condividere il prestigio, l’orgoglio, la gratitudine, la gioia, l’appartenenza ad una città che è in festa in questo weekend per la sua Sensia, patrimonio collettivo, il volto migliore di Voghera che si tramanda nel tempo.
Cronaca
Panetta “Con i dazi a rischio 1% della crescita mondiale”
Pubblicato
2 ore fa-
30 Maggio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “L’inasprimento delle barriere doganali
potrebbe sottrarre quasi 1 punto percentuale alla crescita
mondiale nell’arco di un biennio. Negli Usa, l’effetto stimato è
circa il doppio. I dazi potrebbero comportare una minore domanda
di lavoro e un aumento delle pressioni inflazionistiche, in una
fase già caratterizzata da aspettative di inflazione in rialzo”.
Così il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel corso delle considerazioni finali. “Il susseguirsi di annunci, smentite e revisioni alimenta incertezza e volatilità sui mercati. Si tratta di condizioni che rischiano di amplificare l’effetto dei dazi e che potrebbero protrarsi nel tempo,
considerata la complessità dei negoziati commerciali, che
tipicamente richiedono tempi più ben lunghi dei 90 giorni di
sospensione annunciati”, ha aggiunto. Secondo Panetta “le politiche protezionistiche stanno spingendo l’economia mondiale su una traiettoria pericolosa. I dazi oggi in vigore potrebbero ridurre il commercio internazionale di circa il 5%, dando avvio a una riconfigurazione delle filiere produttive globali. Ne deriverebbe un sistema di scambi meno integrato e meno
efficiente. Gli effetti rischiano di travalicare la sfera commerciale, alterando la struttura del sistema monetario internazionale, oggi incentrato sul dollaro, e limitando i movimenti dei capitali”. Il governatore ha infine sottolineato come “le attuali aspre dispute commerciali, non sono un malessere temporaneo, sono il sintomo di un logoramento dei rapporti politici ed economici internazionali che ha radici profonde. Esse accelerano la riconfigurazione delle filiere produttive e degli scambi internazionali che era già in atto”.
(ITALPRESS).
-Foto: ufficio stampa Bankitalia-
Cronaca
Lupus: Istituzioni, medici e pazienti per diagnosi precoci e cure eque
Pubblicato
2 ore fa-
30 Maggio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Si è tenuto presso la Sala Stampa di Palazzo Montecitorio l’evento di presentazione del documento strategico “Rimuovere le barriere: un nuovo approccio per il Lupus Eritematoso Sistemico”, realizzato con il contributo non condizionante di AstraZeneca Italia. La conferenza stampa, promossa da Ilenia Malavasi, Membro XII Commissione, ha coinvolto Istituzioni, medici specialisti e rappresentanti delle associazioni di pazienti. Obiettivo dell’incontro è stato quello di discutere le principali criticità che ancora oggi riguardano la gestione e la presa in carico del paziente con lupus, come l’importanza della diagnosi precoce e dell’avvio al trattamento più adeguato per una malattia autoimmune cronica che colpisce prevalentemente donne giovani e che, per la sua natura multisistemica e l’andamento imprevedibile, compromette in modo rilevante la possibilità di condurre una vita familiare, professionale e sociale pienamente autonoma e continuativa.
«Il documento presentato oggi offre indicazioni concrete per migliorare la diagnosi, il trattamento precoce e la gestione di una malattia così complessa – ha dichiarato Ilenia Malavasi -. Come Istituzioni dobbiamo impegnarci per garantire a tutte le persone affette da Lupus diagnosi tempestive e un accesso più omogeneo alle cure, favorendo l’istituzione di reti reumatologiche territoriali che rafforzino la presa in carico dei pazienti». Durante l’evento è intervenuta anche Elena Murelli, Membro 10^ Commissione, che ha posto l’accento sull’importanza di mettere al centro la qualità della vita dei pazienti: «Nel caso del Lupus, favorire una diagnosi precoce è essenziale per ridurre il carico di sofferenza individuale e alleggerire la pressione sul sistema sanitario. Investire su percorsi diagnostici tempestivi, infatti, significa anche ottimizzare l’uso delle risorse disponibili e contribuire a un’effettiva riduzione delle liste d’attesa, rendendo il Servizio Sanitario più equo e reattivo».
Uno dei temi principali affrontati dal documento è stato il ritardo nella diagnosi, problema che influisce negativamente sulla vita dei pazienti. Come dichiarato dal Professor Andrea Doria, Presidente della Società Italiana di Reumatologia «il Lupus è una malattia difficile da diagnosticare precocemente, specialmente nei territori dove ci sono meno specialisti. Per intervenire rapidamente, credo sia fondamentale formare i medici di medicina generale al riconoscimento della patologia e perfezionare una presa in carico strutturata dei pazienti all’interno delle reti reumatologiche. Oggi abbiamo terapie in grado di migliorare realmente la qualità di vita dei pazienti, ed ecco che la diagnosi precoce assume ancora più significato».
Fabrizio Conti, Ordinario di Reumatologia e Direttore della Lupus Clinic presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, ha invece sottolineato la necessità di uniformare l’accesso alle cure su tutto il territorio nazionale, attraverso strumenti operativi e standardizzati: «In Italia esiste una solida cultura reumatologica e diverse Lupus Clinic attive, ma persistono aree del Paese in cui i pazienti devono spostarsi per accedere alle cure. E’ essenziale garantire prossimità assistenziale e uniformità di accesso. La crescente attenzione della politica verso la reumatologia – ha sottolineato – è un segnale incoraggiante: la comunità scientifica è pronta a fare la propria parte».
A rappresentare il punto di vista dei pazienti è intervenuta Rosa Pelissero, Presidente del Gruppo LES Italiano Odv, la quale ha posto in rilievo la necessità di superare visioni riduttive e stereotipate della patologia, ancora troppo spesso misconosciuta nella sua reale complessità clinica e sociale: «Per molte donne, i sintomi iniziali del lupus vengono spesso sottovalutati, ritardando una diagnosi che deve invece essere tempestiva per evitare danni permanenti. E’ necessario garantire una completa formazione del Medico di Medicina Generale, primo riferimento del paziente, relativamente alle red flags della malattia, e una cultura dell’ascolto più sensibile. Allo stesso tempo – ha sottolineato – occorre promuovere un uso qualificato della telemedicina, integrandola nei percorsi di cura e colmando le disuguaglianze territoriali nell’accesso alle terapie».
-foto ufficio stampa Esperia Advocacy –
(ITALPRESS).


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