Cronaca
Cina-Italia: città della ceramica traggono saggezza da dialogo tra civiltà
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3 ore fa-
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Redazione
NANCHANG (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – Ammirando le porcellane blu e bianche della dinastia Yuan (1271-1368) esposte al Museo della ceramica cinese di Jingdezhen, passeggiando tra i vicoli del blocco storico e culturale di Taoyangli ed esplorando i vivaci mercati della ceramica, Davide Agresti, assessore comunale di Faenza, in Italia, è rimasto affascinato dalla capitale cinese della porcellana. “Vengo da Faenza, anch’essa famosa per la ceramica, quindi sono profondamente interessato a tutto ciò che riguarda la porcellana qui”, ha detto l’uomo.
La visita di Agresti a Jingdezhen faceva parte di un dialogo interculturale. Di recente, questa piccola città nella provincia orientale cinese del Jiangxi è stata protagonista del Global Mayors Dialogue, che ha riunito oltre 350 sindaci, funzionari, artisti e leader aziendali per esplorare nuove opportunità di sviluppo urbano.
La porcellana di Jingdezhen, uno dei tesori che Marco Polo incontrò lungo la Via della seta, un tempo ispirò l’immaginario occidentale. Per secoli, la porcellana cinese ha funzionato come ponte tra Oriente e Occidente.
A migliaia di chilometri di distanza, Faenza è la città gemellata con Jingdezhen. Gli scambi culturali tra le due città sono fioriti nel corso degli anni. Al Museo internazionale delle ceramiche di Faenza, la porcellana cinese occupa un posto di rilievo, con uno spazio espositivo dedicato alle opere provenienti da Jingdezhen.
Il sindaco Chen Kelong ha affermato che Jingdezhen attribuisce grande importanza all’integrazione della cultura ceramica nel paesaggio urbano per plasmare un carattere urbano unico. Nel processo di rinnovamento e riqualificazione urbani, i responsabili delle politiche danno priorità alla protezione del patrimonio culturale.
Nel 2024, Jingdezhen ha accolto oltre 60 milioni di visitatori nazionali e stranieri. Solo durante le vacanze per la Giornata nazionale e la Festa di metà autunno di quest’anno, i viaggi turistici hanno superato i 9 milioni, raggiungendo una crescita a doppia cifra.
“Il distretto ceramico di Jingdezhen è un esempio di come sia possibile realizzare grandi e importanti opere in così poco tempo”, ha affermato Agresti. “Cercheremo di fare altrettanto bene in Italia”.
In Italia, il patrimonio antico e il vivace artigianato continuano a plasmare l’identità urbana. Cuore del Rinascimento europeo, il Paese ha conservato le sue tradizioni artigianali, che ancora oggi sono piene di vitalità.
“La ceramica svolge un ruolo essenziale nella promozione del turismo culturale”, ha osservato Simone Londi, sindaco di Montelupo Fiorentino.
“Montelupo Fiorentino è un piccolo centro ceramico vicino a Firenze. Speriamo di creare un settore turistico dinamico guidato dalla ceramica e di ringiovanire l’industria ceramica tradizionale”, ha affermato Londi.
Durante la sua visita a Jingdezhen, Londi è rimasto affascinato dagli elementi ceramici sparsi per la città, come i lampioni in ceramica e il gruppo scultoreo in bronzo che illustra le 72 fasi della produzione della porcellana.
“L’integrazione di elementi ceramici nel paesaggio urbano conferisce alla città una profonda risonanza culturale. Questo mi ispira molto e non vedo l’ora di attuare pratiche simili nella mia città”, ha affermato Londi.
“A Jingdezhen vediamo non solo la vitalità commerciale locale, ma anche un commercio ceramico aperto al mondo”, ha aggiunto Londi. “Questo favorisce non solo gli scambi economici, ma anche una connessione significativa tra popoli e culture. Speriamo di sfruttare questa opportunità per rafforzare la cooperazione con la Cina e approfondire il nostro scambio reciproco”.
– foto Xinhua –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Grande successo per la quarta edizione della Festa delle Matricole di UniBg
Pubblicato
18 minuti fa-
24 Ottobre 2025di
Redazione
BERGAMO (ITALPRESS) – Una serata all’insegna dell’entusiasmo, della partecipazione e del senso di comunità ha caratterizzato la quarta edizione della Festa delle Matricole di UniBg, svoltasi giovedì 23 ottobre presso ChorusLife, in via Serassi 26 a Bergamo.
L’iniziativa, ormai appuntamento fisso nel calendario delle iniziative di Open Campus, ha accolto le matricole dell’anno accademico 2025-2026 con un programma ricco di attività, musica e momenti di socialità, per dare loro un caloroso benvenuto nella comunità universitaria bergamasca. La serata si è aperta alle 17 con “Vivere UniBg”, l’agorà di idee e partecipazione che ha animato la Piazza di Chorus Life con stand, giochi, dimostrazioni e attività organizzate da liste e associazioni universitarie. Le matricole hanno avuto l’opportunità di scoprire da vicino la vita associativa dell’Ateneo, incontrando i rappresentanti del CUS Bergamo, di AEGEE, di ESN Bergamo (Erasmus Student Network), del CUT – Compagnia Universitaria Teatrale, e del CLU – Centro Laboratori Università. Intervenuti per dare il benvenuto ai neoiscritti Sergio Cavalieri, Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Sergio Gandi, Vicesindaco del Comune di Bergamo, Gabriele Cocco, Delegato del Rettore ai rapporti con studentesse e studenti, Fabio Cleto, Delegato del Rettore a UniBg OnAir, la Web Radio di Ateneo, e Giorgia Morotti, Presidente della Consulta degli studenti.
La Festa delle Matricole è un’iniziativa di Open Campus, il progetto dell’Ateneo dedicato al benessere, alla salute e alla dimensione socioculturale della comunità studentesca. L’obiettivo è rendere l’esperienza universitaria più ricca e partecipata, favorendo l’incontro, il dialogo e la costruzione di una comunità viva e inclusiva. Con oltre 1000 matricole iscritte, l’edizione 2025 conferma il successo di un evento che, anno dopo anno, continua a rappresentare un momento simbolico di accoglienza e appartenenza per chi inizia il proprio percorso all’Università degli studi di Bergamo.
– Foto ufficio stampa UniBg –
(ITALPRESS).
Cronaca
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23 minuti fa-
24 Ottobre 2025di
Redazione
Cronaca
Fondazione MUVIN, svelato il concept del futuro Museo del Vino di Verona
Pubblicato
43 minuti fa-
24 Ottobre 2025di
Redazione
VENEZIA (ITALPRESS) – Si è tenuta oggi, alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, a Venezia, la III Conferenza Internazionale promossa dalla Fondazione MUVIN, intitolata Il Museo del Vino tra Cultura, Innovazione e Identità Territoriale. Il convegno è stato l’occasione per fornire numerosi aggiornamenti sul progetto che porterà alla costruzione del Museo Nazionale del Vino, a Verona.
Un pubblico composto da esperti, istituzioni, accademici e operatori di settore ha preso parte a una giornata di confronto interdisciplinare, volta a delineare i contenuti, gli impatti e il modello innovativo di questo progetto culturale unico nel suo genere in Italia. L’obiettivo: creare uno dei più importanti hub internazionali sulla cultura e la civiltà del vino. Il progetto ha infatti l’ambizione di posizionarsi al livello delle best pratices presenti in Europa quali La Citè du Vin di Bordeaux, WoW World of Wine di Porto e Vivanco in Spagna.
L’appuntamento ha idealmente raccolto il testimone dalla seconda edizione della International Conference on Wine Museums, svoltasi a Verona nell’ottobre 2024.
I saluti istituzionali hanno visto l’intervento del Presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti. Hanno inviato manifestazioni di piena adesione e supporto al progetto anche il Presidente di Veronafiere Federico Bricolo e, sul fronte della politica nazionale, il senatore Matteo Gelmetti e il deputato Ciro Maschio.
La conferenza – moderata dal giornalista e saggista Massimo Zanichelli – si è poi articolata in due sessioni tematiche: la prima dedicata a genesi, visione e impatto del progetto sul territorio nazionale e la comunità locale; la seconda, incentrata sugli aspetti creativi, relativi al concept plan architettonico, l’identità, i contenuti e il percorso di visita del nuovo hub.
L’apertura è stata affidata a Diego Begalli, Presidente della Fondazione MUVIN e già Prorettore dell’Università di Verona, che ha delineato la missione culturale e identitaria del polo culturale, evidenziandone il ruolo nella valorizzazione del patrimonio enologico italiano.
“Il nuovo polo culturale sarà unico nel suo genere nel panorama nazionale e internazionale, poichè dedicato all’esplorazione a tutto tondo della cultura del vino – ha dichiarato Begalli – Ben lontano dal concetto tradizionale di museo, sarà un hub partecipativo volto a stimolare il continuo dialogo intergenerazionale, grazie ai linguaggi dell’innovazione, della formazione e dell’edutainment”.
A seguire, Enrico Ghinato, manager e membro del consiglio della Fondazione Muvin, ha illustrato la sostenibilità economico-finanziaria dell’iniziativa, che ha beneficiato finora di un finanziamento di 300 mila euro per tre anni da parte della Regione Veneto, grazie all’iniziativa del consigliere Enrico Corsi. “Il progetto – ha spiegato Ghinato -, superata la fase di startup, potrà raggiungere 350 mila visitatori l’anno a regime, con un impatto occupazionale stimato tra 80 e 130 nuovi posti di lavoro. Il fatturato, previsto a 6 milioni di euro nella fase iniziale, potrebbe raddoppiare nel giro di dieci anni”. ‘L’investimento è stimato in 25 milioni di euro e s’ipotizza, nelle assunzioni del business plan, che venga sostenuto attraverso ricorso all’equity per 8 milioni, a un finanziamento per 7 milioni e al sostegno pubblico per 10 milionì, ha aggiunto Ghinato, che ha concluso: ‘Si tratta di un investimento opportuno per un comparto come quello enologico, che caratterizza l’economia del Made in Italy nel mondo. L’iniziativa, inoltre, sarà fondamentale per lo sviluppo di un nuovo tipo di turismo per Verona, quello dell’enogastronomia, che sostiene la destagionalizzazione dei flussi e accresce la qualità dei visitatorì.
Ad approfondire il tema degli impatti sul territorio, è stato Francesco Pecci, economista e responsabile spin-off dell’Università di Verona. “Sulla base dei flussi turistici attuali – ha spiegato lo studioso – si raggiunge un valore stimato di circa 350 mila visitatori annuali, a regime. Cifre che prefigurano, per la città di Verona, una rilevante crescita dell’indotto e una spinta significativa all’enoturismo. In questo senso il nostro studio non rileva una creazione di valore solo per la città, ma anche per il Veneto e l’intero territorio nazionale”.
Ha concluso la prima sessione Giuseppe Costa, CEO di Costa Edutainment, gruppo leader in Italia nella gestione e promozione di musei di nuova generazione, con un contributo video nel quale ha condiviso una riflessione sui nuovi modelli di edutainment e musealità esperienziale, ispirata alle best practice internazionali. Il Gruppo Costa ha dichiarato la propria disponibilità a candidarsi alla gestione dell’iniziativa, auspicando che essa venga portata a termine, perchè assente nel panorama italiano e in assoluta tendenza con i trend internazionali.
Nella seconda parte della mattinata è stato presentato il concept plan architettonico del nuovo hub, esito di una collaborazione sinergica tra lo Studio Ardielli Fornasa Associati e Mirko Scaratti. “Al centro del nostro lavoro – ha spiegato Marco Ardielli, che ha coordinato il team di progettisti – vi è l’idea di un’integrazione armonica tra esperienze digitali e analogiche, tra spazi e oggetti fisici, per costruire una narrazione che coinvolga attivamente il pubblico. Si tratta di un progetto ambizioso e innovativo, che si snoderà all’interno di spazi flessibili e interattivi e, al tempo stesso, s’integrerà armoniosamente nel contesto urbano attraverso la presenza di un parco attrezzato, pensato come luogo di incontro, socialità e fruizione collettiva. Il nuovo hub si configura così come un ponte vivo tra l’architettura e la città: non solo un contenitore, ma un luogo aperto e in dialogo costante capace di trasformare la visita in un’esperienza partecipativa e memorabile”.
Per la prima volta sono stati mostrati i moodboard delle sale espositive e delle aree comuni, rivelando un progetto attento alla coerenza tra estetica, funzionalità e storytelling. Ogni ambiente è stato pensato per accompagnare il visitatore in un percorso fluido, in cui cultura, design e quotidianità si fondono in un’esperienza organica e coinvolgente.
Steve Charters, docente alla Burgundy Business School, Master of Wine e autorità nel campo dei wine studies, a capo del comitato internazionale di esperti che ha redatto l’indice dei contenuti del museo, ha poi offerto una lettura meta progettuale del nuovo hub, inquadrandolo nel contesto internazionale e sottolineandone le caratteristiche distintive.
Al suo fianco, lo storico britannico ed esperto di civiltà e comunicazione del vino Graham Harding, docente a Oxford. ‘Abbiamo immaginato un luogo nuovo, che racconterà la cultura del vino con uno sguardo duplice: da un lato, le sue radici storiche e culturali; dall’altro, le sfide contemporanee, facendone una lente per interpretare tematiche globali, dalla geopolitica al cambiamento climaticò, ha spiegato Charters. Gli ha fatto eco il collega di Oxford, che ha svelato la frase guida che aprirà il percorso museale: “Il vino ha cambiato il genere umano più di quanto il genere umano abbia cambiato il vino”.
In chiusura, Antonio Scuderi, ceo di Capitale Cultura Group e docente di Digital Heritage allo IED e alla Link University, ha illustrato il progetto del percorso di visita. “Il nuovo hub – ha spiegato – nasce per offrire un’esperienza coinvolgente ed educativa, capace di valorizzare in sinergia le dimensioni globale e locale, attraverso una narrazione a più livelli di approfondimento, a seconda delle caratteristiche dei visitatori”. A caratterizzare il percorso di visita sarà l’impiego di tecnologie immersive e di realtà estesa di ultimissima generazione, con soluzioni specifiche per i più piccoli e i portatori di disabilità. L’utilizzo mirato dell’Intelligenza Artificiale consentirà un livello molto alto di personalizzazione dell’esperienza, ma anche la partecipazione diretta del pubblico. Questa tecnologia consentirà ai visitatori di plasmare i contenuti di alcune sezioni, che saranno veri e propri laboratori in perenne evoluzione.
Grazie al contributo della Regione Veneto, la Fondazione Muvin ha anche aggiornato il proprio sito web, all’interno del quale una nuova sezione, intitolata Winepedia, costituisce un compendio divulgativo approfondito e sulla cultura e l’economia del vino, con 100 schede editoriali curate da un team di esperti. Il sito è consultabile all’indirizzo fondazionemuseodelvino.it.
– foto f29/Italpress –
(ITALPRESS).

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