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Cronaca

Mattarella “La speranza di pace si estenda dal Medio Oriente all’Ucraina”

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ROMA (ITALPRESS) – “Le notizie giunte nei giorni scorsi da Gaza, dopo gli accordi di Sharm El-Sheikh, con i primi passi di intesa tra le parti in conflitto in Medio Oriente e con il rilascio degli ostaggi, ci ricordano che i processi di pace hanno bisogno di perseveranza, di pazienza, di lavoro di mediazione, di assunzione di responsabilità”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento al convegno internazionale e interreligioso “Osare la pace”, organizzato a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio.
“Istituzioni, diplomazie e numerosi altri “facilitatori di pace”, incluse le comunità religiose, svolgono quest’opera giorno dopo giorno, spesso lontano dai riflettori e senza ambire a superflui riconoscimenti esteriori – ha proseguito Mattarella -. Vorrei qui – anche come viatico per gli sviluppi futuri – richiamare una frase del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayeb che, parlando di pace e di fratellanza interreligiosa, ha ribadito la necessità per tutti di innalzare «lo stendardo della pace, anzichè quello della vittoria, e [sedersi] al tavolo del dialogo». Alla forza della prepotenza va contrapposta la forza tranquilla delle istituzioni di pace. L’auspicio è che la “scintilla di speranza”, come l’ha definita Leone XIV, innescata in Terra Santa si estenda anche all’Ucraina, dove le iniziative negoziali stentano ancora a prendere concretezza mentre le sofferenze di bambini, donne, uomini procurate dalla spietatezza dell’aggressione russa non accennano a diminuire”.
Per il capo dello Stato “quanto avviene ci impone di perseverare in una risposta comune, equilibrata, mossa dal senso di giustizia e di rispetto per la legalità internazionale, dalla vigenza universale dei diritti dell’uomo. Sono i principi in cui si riconosce la Repubblica Italiana”.
“Il contributo dei peace-maker, che costruiscono ponti e tessono relazioni tra comunità in conflitto, e dei peace-keeper, che vegliano sul rispetto dei cessate il fuoco e sulla protezione dei più vulnerabili, è inestimabile: far sorgere un principio di pace anche nei contesti più ostili – ha aggiunto il presidente della Repubblica -. Il messaggio è chiaro: alla violenza delle armi esiste sempre un’altra strada, un modo diverso e più conveniente per risolvere le contese, sottraendosi a rischi fatali di escalation incontrollate, i cui effetti pongono a rischio la sopravvivenza dell’umanità. Nella memoria dell’uomo rischiano di affievolirsi i ricordi delle tragedie che hanno caratterizzato l’ultima guerra mondiale: abbiamo fra noi Kondo Koko, un’Hibakusha, una sopravvissuta alla bomba nucleare che devastò Hiròshima. Persino quello che fu uno spartiacque nella storia, appare oggi in discussione. Non si può omettere di ricordare che osare la pace include e abbraccia altri aspetti: dalle ampie zone di grande povertà nel mondo, alle sofferenze dei migranti, alla crescente concentrazione della ricchezza in poche mani in luogo della sua diffusione. Di fronte alle guerre e per la pace parlano le religioni, con la forza della loro autorevolezza, con la definizione della pace come “santa”, nell’infaticabile ricerca di quel che unisce gli esseri umani, nella promozione della solidarietà globale”.
“Tutti noi siamo oggi chiamati a rinnovare la nostra fiducia nella causa della pace – ha concluso Mattarella -. Rendiamo comune e condiviso l’appello di questo incontro: continuiamo a osare la pace. Continuiamo a investire in percorsi di dialogo e di mediazione, a sostenere chi soffre, a costruire ponti tra i popoli, per contribuire a un mondo in cui la pace non sia un sogno per illusi, ma una realtà condivisa. Quella realtà in cui, come ricordava Papa Francesco, «si riconosce la dignità di ogni essere umano, quando la fratellanza diventa principio ispiratore di un ordine internazionale più giusto e sostenibile»”.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Webuild: Metro C Roma, al via nuova macrofase dei lavori della stazione Venezia

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ROMA (ITALPRESS) – Dal 16 novembre il cantiere per la realizzazione della Stazione Venezia della Linea C della Metropolitana di Roma entra in una nuova macrofase. Completate le attività della prima macrofase, che hanno interessato la realizzazione dei diaframmi, dello scavo archeologico e del solaio di copertura, si avvia ora la fase di completamento della scatola di stazione e delle opere connesse. L’intervento, affidato al consorzio Metro C, guidato da Webuild e Vianini Lavori, su incarico di Roma Metropolitane per conto di Roma Capitale, rappresenta uno dei progetti più complessi e strategici realizzati nel cuore storico della città.
I lavori della prima macrofase, avviati nel giugno 2023 con lo spostamento dei sottoservizi e le attività di salvaguardia del patrimonio artistico e monumentale, hanno registrato numeri importanti. Sono stati realizzati 124 diaframmi (91 definitivi e 33 cross wall) con profondità fino a 85 metri e spessore di 1,5 metri, in aggiunta ai 18 diaframmi realizzati per il pozzo dei Vigili del Fuoco in Via dei Fori Imperiali. Sono stati movimentati 35.000 metri cubi di scavo, impiegati 35.000 metri cubi di calcestruzzo e 4.700 tonnellate di acciaio.
Per garantire la tutela del patrimonio storico e monumentale in superficie, sono stati installati oltre 1.500 strumenti di monitoraggio su chiese e edifici storici, inclusi la Basilica Ulpia, il Foro di Traiano e Palazzo Bonaparte. Lo scavo archeologico, avviato a maggio 2025 sotto la direzione della Soprintendenza Speciale di Roma, ha riportato alla luce strutture di epoca romana e medievale, tra cui tracce medievali dell’antica via Flaminia e complessi abitativi riconducibili alle “insulae” romane.
Nella nuova macrofase il cantiere entra nel vivo: si procederà al consolidamento dei terreni, alla chiusura della scatola di stazione con i diaframmi mancanti, alla deviazione ulteriori dei sottoservizi e a un nuovo scavo archeologico fino a 4-5 metri di profondità. In parallelo sarà completato il pozzo di servizio per i Vigili del Fuoco lungo via dei Fori Imperiali.
Per la Linea C, Webuild ha realizzato le nuove archeo-stazioni Porta Metronia e Colosseo-Fori Imperiali, la cui apertura al pubblico è prevista a dicembre. L’intera Linea C, una volta completata, si estenderà per 29 km con 31 stazioni (includendo la futura tratta T1 in fase di progettazione). Con il consorzio Metro C, oltre che su stazione Venezia, Webuild è attualmente impegnata anche nella realizzazione della Tratta T2, lunga circa 4 km, che collegherà la stazione Venezia a Clodio/Mazzini, passando sotto il Tevere. Su questa tratta, sono previste quattro nuove stazioni: Chiesa Nuova, San Pietro, Ottaviano (con interconnessione alla Linea A) e Clodio/Mazzini. Le stazioni Chiesa Nuova e San Pietro saranno delle archeo-stazioni pensate per valorizzare il patrimonio storico e integrarsi con il tessuto urbano.
Con oltre 890 km di metropolitane realizzate nel mondo, Webuild si conferma tra i leader globali del settore, con progetti di rilievo internazionale in corso in Italia, Francia, Australia e Arabia Saudita. Tra i progetti completati più di recente, l’ultima tratta della M4 di Milano, la Metropolitana di Salonicco, la Orange Line (Linea 3) della Metropolitana di Riyadh e la Stazione dell’Arte Monte Sant’Angelo a Napoli.

– Foto ufficio stampa Webuild –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Mattarella “All’orizzonte nuovi Dottor Stranamore che amano la bomba”

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BERLINO (GERMANIA) (ITALPRESS) – “La pace non è frutto di rassegnazione di fronte alle grandi tragedie. Ma di iniziative coraggiose, di persone coraggiose. In questi decenni tanti attori della comunità internazionale – e tra essi l’Unione Europea – con ostinazione e non senza fatica, hanno perseguito la pace, che si nutre del rispetto dei diritti umani fondamentali”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Bundestag, nel suo intervento alla cerimonia della “Giornata del lutto nazionale”, a 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
“Perchè, se vuoi la pace, devi costruirla e preservarla. La cooperazione tra Stati, istituzioni, popoli è la sola misura che può proteggere la dignità umana – prosegue il capo dello Stato -. Sono le istituzioni multilaterali come le Nazioni Unite, la Corte Penale Internazionale, le missioni di pace, le agenzie umanitarie a concorrere alla impegnativa e affascinante fatica della costruzione di una coscienza globale. Il multilateralismo non è burocrazia, come, invece, asseriscono i prepotenti: è l’utensile che raffredda le divergenze e ne consente soluzione pacifica; è il linguaggio della comune responsabilità. E’ la voce che richiama al valore della vita di ogni singola persona, contrapposta all’arroganza di chi vorrebbe far prevalere la logica di una spregiudicata presunta ragion di Stato, dimentica che la sovranità popolare appartiene, appunto ai cittadini. La sovranità è dei cittadini e non a un Moloch impersonale che pretenda di determinarne i destini. E’ uno strumento di difesa che gli abitanti del pianeta possono opporre alla logica della sopraffazione di chi – sentendosi momentaneamente in posizione di vantaggio – si ritiene legittimato a depredare gli altri”.
“Nuovi “dottor Stranamore” si affacciano all’orizzonte, con la pretesa che si debba “amare la bomba” – afferma ancora Mattarella -. Il Trattato del 1997 che mette al bando gli esperimenti nucleari non ha visto ancora la ratifica da parte di Cina, India, Pakistan, Corea del Nord, Israele, Iran, Egitto, Stati Uniti, mentre la Russia ha ritirato la sua nel 2023. Il rispetto, sin qui, delle prescrizioni che contiene, non attenua la minaccia incombente. Si odono dichiarazioni di altri Paesi su possibili ripensamenti del rifiuto dell’arma nucleare. Emerge, allora, il timore che ci si addentri in percorsi ad alto rischio, di avviarsi ad aprire una sorta di nuovo vaso di Pandora. Tutto questo viene agevolato dal diffondersi, sul piano internazionale, di un linguaggio perentorio, duramente assertivo, che rivendica supremazia. Porta soltanto a sofferenze e a divisioni rottamare i trattati, le istituzioni edificate per porre riparo a violenze che nelle nostre società nazionali consideriamo reati e censuriamo severamente, comportamenti che taluno pretende siano legittimi nei rapporti internazionali. Va ribadito con risolutezza: la sovranità di un popolo non si esprime nel diritto di portare guerra al vicino. La volontà di avere successo di una nazione non si traduce nel produrre ingiustizia. La guerra di aggressione è un crimine. Va riaffermato senza cedimenti, l’insegnamento di Norimberga: “se riusciremo a imporre l’idea che la guerra di aggressione è la via più diretta per la cella di una prigione e non per la gloria, avremo fatto un passo per rendere la pace più sicura”. Sono parole di Robert Jackson, procuratore di quel Tribunale. Tocca a noi, tocca anche a noi. Tocca ai nostri popoli, uniti nella sofferenza della responsabilità dell’ultima guerra mondiale, e capaci oggi di essere uniti nella costruzione di un futuro di pace e di progresso – sottolinea il capo dello Stato -. Tocca alla Repubblica Federale Tedesca, tocca alla Repubblica Italiana – come a tutti nella comunità internazionale – opporre la forza del diritto alla pretesa preminenza della forza delle armi. Considero questa giornata anche un invito a riflettere, insieme, sul percorso straordinario che le nostre due Repubbliche hanno compiuto, fianco a fianco, per costruire – in questi ottant’anni – un mondo migliore, partendo dall’Europa. Per avere raggiunto l’approdo della saggezza nella vita internazionale e dell’autentico coraggio. Per essere davvero “grandi”. Perchè questo siamo divenuti in questi decenni, abbracciando la causa dell’unità europea. Abbiamo saputo dar vita a un’area di pace, di libertà, di prosperità, di rispetto dei diritti umani, che non ha precedenti nella storia. Con la lucidità del coraggio di chi chiedeva di voltare pagina e si adoperava per farlo”.
Secondo Mattarella “l’Unione Europea, nata dalle rovine della guerra, ha saputo farsi portatrice del multilateralismo al servizio della pace. E’ una responsabilità che si accentua oggi. In questa preoccupante congiuntura internazionale. E’ un ruolo storico: i precursori perseguirono l’unità quando non esisteva, contro ogni esperienza precedente. I Paesi europei hanno dimostrato di avere coraggio. I leader europei hanno dimostrato di avere coraggio. Non lasciamo che, oggi, il sogno europeo – la nostra Unione – venga lacerato da epigoni di tempi bui. Di tempi che hanno lasciato dolore, miseria, desolazione. Questo dovere ci compete. A ogni generazione il suo compito. Lo dobbiamo ai caduti che oggi ricordiamo. Lo dobbiamo ai nomi scritti sulle pietre d’inciampo delle nostre città. Lo dobbiamo al prezioso lavoro di conservazione della memoria del Volksbund. Lo dobbiamo, infine, ai nostri giovani, che hanno diritto a un mondo sicuro, diverso e migliore di quello di guerra e dopoguerra. Con questo spirito, mi sento pienamente partecipe della Giornata del lutto nazionale. Le ferite del passato dell’umanità non possono essere eliminate, ma da esse deriva l’impegno comune per l’avvenire, per un’azione che assuma come misura l’autentica nostra umanità. La nostra consegna: Mai più. Nie wieder”, conclude il presidente della Repubblica.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Cina: Bayer apre primo centro di innovazione nel Paese

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PECHINO (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – Bayer, il gigante tedesco dell’assistenza sanitaria e dell’agroindustria, ha inaugurato sabato il suo primo centro di innovazione in Cina.

Come componente chiave della strategia “in China, for Global” di Bayer, il Bayer E-Town Open Innovation Center di Pechino incuberà aziende biofarmaceutiche innovative locali, sosterrà la globalizzazione dei farmaci sviluppati in Cina e collaborerà con importanti istituzioni accademiche e di ricerca clinica.

“L’apertura del Bayer E-Town Open Innovation Center rappresenta per noi un vero traguardo nel nostro impegno a lungo termine verso l’innovazione in Cina. Consideriamo da tempo la Cina un motore di innovazione resiliente e parte della nostra strategia globale. Il centro fungerà sia da ponte verso la ricerca e sviluppo globale, sia da acceleratore locale per l’ecosistema innovativo presente a Pechino e nella Grande Cina”, ha dichiarato Anastasia Hager, vicepresidente senior di R&S e responsabile delle scienze per la scoperta di farmaci presso Bayer Pharmaceuticals.

Per Hager, la Cina sta diventando sempre più forte grazie alla connessione tra mondo accademico, startup e ospedali, oltre che nei campi della scienza dei dati e dell’innovazione nell’intelligenza artificiale. Tali punti di forza consentono a Bayer di condurre trial clinici più efficaci e di portare più rapidamente i farmaci ai pazienti.

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Hager ha inoltre sottolineato il forte impegno del governo cinese attraverso il piano per stabilizzare gli investimenti esteri e le nuove misure delle zone di libero scambio che consentono il coinvolgimento di aziende straniere nella ricerca e sviluppo di terapie geniche e cellulari, favorendo opportunità di innovazione congiunta.

Parlando del suo primo viaggio in Cina, Hager ha affermato che ciò che ha visto è “molto incoraggiante e stimolante”. “C’è un vero impegno, e anche pragmatismo”.

“Il fatto che la Cina continui questo processo di apertura di alto livello sta alimentando un ecosistema dinamico e fertile. E questo è qualcosa che ci rende davvero ottimisti. Ci fa credere che rafforzare la nostra presenza qui e cercare partner con cui collaborare sia la scelta giusta”, ha aggiunto, sottolineando che la Cina sta emergendo come una delle forze chiave nel mondo farmaceutico globale.

“Ecco perchè pensiamo che, se vogliamo davvero promuovere progressi scientifici come azienda farmaceutica globale, dobbiamo avere una forte presenza anche in Cina”, ha dichiarato a Xinhua.

– Foto Xinhua –

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(ITALPRESS).

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