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Cronaca

Leucemie, Toro (AIL) “In Italia ematologia e ricerca all’avanguardia”

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PALERMO (ITALPRESS) – “L’ematologia italiana è tra le migliori al mondo e la ricerca fa passi da gigante. Se è vero che le industrie hanno prodotto negli ultimi anni presidi fondamentali, è anche vero che i ricercatori italiani sono all’avanguardia e hanno dato un contributo importantissimo nella terapia e nei protocolli. Oggi in Italia il 70% delle patologie leucemiche vengono guarite, c’è ancora tanto da fare perchè il 30% non è poco”. Così Pino Toro, presidente nazionale dell’Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma, nel corso di un’intervista a Italpress, a un anno dall’inizio del suo mandato alla guida dell’AIL. “Il bilancio è estremamente positivo, frutto della collaborazione delle 83 sezioni – ha affermato Toro -. Siamo presenti in tutto il territorio nazionale e siamo in grado di essere vicini ai malati che hanno problematiche legate ai tumori del sangue”.
L’AIL ha un rapporto di scambio continuo anche con tutte le divisioni di ematologia che “ricevono un sostegno da parte nostra in vari modi con ricerca, finanziando medici, infermieri, data manager o acquistando apparecchiature – ha spiegato Toro -. Sono tutte cose che i volontari fanno con grande generosità, con dei programmi evoluti che studiano assieme ai medici. Il tutto con una caratteristica: le raccolte che vengono fatte, per lo più, rimangono nel territorio dove sono state realizzate. Questo dà molta fiducia ai benefattori e ai nostri sostenitori, perchè vedono realizzate nel loro territorio delle opere importanti”. Un’assistenza a 360 gradi al paziente, quella offerta dall’associazione che fornisce ogni servizio possibile: “Riteniamo di avere la rete alberghiera più importante del volontariato con oltre 70 case AIL dove ospitiamo i malati e le loro famiglie durante i lunghi periodi di cura a cui obbliga la leucemia, che non è un tumore qualsiasi – sottolinea il presidente AIL -. Dall’esordio alla fine del percorso possono passare anche anni. E’ semplice capire di quante cose può aver di bisogno un malato se non ha dei sostegni economici importanti”.
“L’altra grande idea vincente in questi anni – ha sottolineato Toro – è stata l’assistenza domiciliare, seguiamo i malati a casa con la stessa equipe che li ha curati in ospedale, garantendo una qualità di vita migliore al paziente, lo mette al riparo da infezioni o altro e aiuta l’ospedale a decongestionare, ove possibile, e quindi avere la possibilità di ricoverare le persone che hanno realmente bisogno”.
La ricerca negli ultimi anni è progredita molto, consentendo a tanti malati di allungare la loro vita: “Spesso le patologie leucemiche non guariscono ma si curano, noi abbiamo un numero di cronici che accedono ai reparti continuamente ma che vivono una vita normale con un’aspettativa di vita quasi normale – ha proseguito Toro -. Continua ad essere crescente il numero delle persone che accedono ai nostri ambulatori, perchè sono sempre di più le persone che restano in vita”.
Infine, Toro ha anche parlato della “scuola” che in due anni ha formato 600 volontari: “Quella dei volontari è una specificità della nostra associazione, ne abbiamo oltre 15 mila che gestiscono le 83 sezioni. Offrono un servizio giornaliero ai malati: dal desk al day hospital, fino ad arrivare alle case AIL e persino al servizio navetta. Tutto questo è fatto in regime di volontariato. Abbiamo però anche pensato che questi volontari che stanno accanto a malati così delicati avessero bisogno di una formazione e per questo abbiamo creato la scuola. Il volontario deve essere formato perchè spesso è mosso dalla generosità e dall’entusiasmo, però per un malato serio come quello leucemico, che gioca ogni giorno tra la vita e la morte, è necessario avere delle conoscenze mediche e psicologiche che sono fondamentali per stargli vicino ed essergli veramente utile”, ha concluso.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Cronaca

Milano, albero cade su marciapiede per il vento. Nessun coinvolto

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MILANO (ITALPRESS) – Nonostante il vento forte, per ora si segnala un solo intervento di rilievo dei Vigili del Fuoco a Milano. Si tratta di un albero staccatosi, a causa delle forti raffiche, dal cortile della Chiesa Sacro Cuore di Gesù in via Cittadini e andando a finire sul marciapiede pedonale. Fortunatamente in quel momento nessuno transitava. I Vigili del Fuoco hanno provveduto a rimuovere l’albero e a mettere in sicurezza l’area.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Vigili del Fuoco Milano

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Cronaca

Professioni sanitarie Milano “Mototerapia è solo attività complementare”

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MILANO (ITALPRESS) – E’ stata approvata lo scorso 20 novembre in Senato la proposta di riconoscimento della mototerapia come terapia complementare. La pratica, ideata dal campione di motocross Vanni Oddera, prevede il coinvolgimento dei pazienti in attività ludiche con l’uso di moto elettriche, che allevierebbero le difficoltà legate all’ospedalizzazione per i bambini o altre categorie fragili. Dal commento del Ministro della Disabilità Alessandra Locatelli, si apprende che tale ‘terapià contribuirebbe a “garantire quella dimensione umanizzata e più dignitosa della cura e […] l’unicità della persona a partire dalle sue emozioni e dal suo diritto di essere felice, anche in contesti ospedalieri”. Replica l’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio. “La ‘mototerapià, anche rispetto ad altre ‘terapie complementarì legate ad attività ludiche, ad esempio musicoterapia, arteterapia o clownterapia, non ha solidi fondamenti scientifici a comprovarne l’efficacia, come ha giustamente rilevato la Senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo” afferma il Presidente dell’Ordine, Diego Catania. “In generale, tali attività possono essere, sì, affiancate alle cure ufficiali, ma non devono essere confuse con percorsi terapeutici e riabilitativi riconosciuti da linee guida e documenti di indirizzo. In caso contrario, possono crearsi false aspettative negli assistiti e nelle loro famiglie, già in una condizione di vulnerabilità e sofferenza”. L’Ordine comprende tante Professioni dell’area della riabilitazione, fra le quali si annoverano i Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, i Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica, i Terapisti Occupazionali, gli Educatori Professionali e i Logopedisti, tutti operanti a supporto di individui fragili sotto vari punti di vista, come l’età, la disabilità fisica o psichica o la ridotta autonomia e vulnerabilità psicologica conseguente a gravi patologie. Gli ambiti in cui tali Professionisti svolgono la loro attività, come reparti di oncologia, centri diurni o residenze per persone con disabilità, sono proprio i contesti a cui potrebbe essere applicato l’uso della ‘mototerapià o di altre attività complementari. Dichiarano i Presidenti delle Commissioni d’Albo interessate: “Il rischio è che possano essere approvate dal Parlamento proposte di terapia che dovrebbero, invece, essere validate dalla comunità scientifica. Occorre seguire l’iter della medicina basata sull’evidenza, che prevede confronti e processi a garanzia dell’efficacia dell’intervento, nonchè il coinvolgimento di tutti i Professionisti della cura”. “Le Professioni Sanitarie basano la loro attività su solidi fondamenti deontologici e precise competenze, grazie a percorsi universitari specifici che includono gli aspetti psicologici e relazionali necessari a garantire il pieno rispetto della dignità e unicità dell’individuo” aggiunge il Presidente Catania. “Mi lascia perplesso, dunque, che la ‘mototerapià e altre pratiche similari siano elette a baluardo della ‘dimensione umanizzata […] della curà, come se l’operato di Professionisti qualificati non fosse sufficiente a garantirla. Sarebbe prioritario, invece, dare più riconoscimento e margine d’intervento alle risorse umane già presenti nel nostro Servizio Sanitario Nazionale, così da mettere i Professionisti nelle condizioni di attuare al meglio le terapie riconosciute e scientificamente provate, a maggior tutela dei soggetti fragili e delle loro famiglie”. (ITALPRESS).

Foto: Ufficio Stampa e Comunicazione Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio

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Cronaca

Colpita base Unifil in Libano, 4 militari italiani feriti

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ROMA (ITALPRESS) – Quattro militari italiani sono rimasti leggermente feriti a seguito dell’esplosione di due razzi da 122 millimetri che hanno colpito la base UNP 2-3 di Shama, nel sud del Libano, che ospita il contingente italiano e il Comando del settore ovest di Unifil. “Ho immediatamente contattato il comandante del contingente, generale di Brigata Stefano Messina, per sincerarmi delle condizioni dei quattro militari, che non destano preoccupazioni. Ho anche contattato la mia controparte libanese ribadendo che il contingente italiano di Unifl permane nel sud del Libano per offrire una finestra di opportunità alla pace e non può diventare ostaggio degli attacchi delle milizie. E’ intollerabile che ancora una volta una base di Unifil sia stata colpita”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
“Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano, cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi, per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”, ha aggiunto il ministro.
Da una prima ricostruzione, due razzi, hanno colpito un bunker della base e un locale nei pressi della polizia militare internazionale, provocando danni alle infrastrutture circostanti. Alcuni vetri, a causa dell’esplosione si sono frantumati colpendo i quattro militari.
“Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di Unifil nel sud del Libano, che hanno causato anche il ferimento di alcuni nostri militari impegnati in missione di pace. Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del Governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l’attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano”, afferma in una nota il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Ribadisco ancora una volta che tali attacchi sono inaccettabili e rinnovo il mio appello affinchè le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di Unifil e collaborino per individuare in tempi brevi i responsabili”, aggiunge.

– Foto di repertorio IPA Agency –

(ITALPRESS).

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