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Cronaca

Palermo Marina Yachting, Monti “Salto di qualità per il porto”

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PALERMO (ITALPRESS) – E’ il giorno dell’inaugurazione del Palermo Marina Yachting. In attesa del taglio del nastro, previsto alle ore 17, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, ha mostrato ai giornalisti il PMY e, successivamente, è stato protagonista della conferenza stampa assieme al sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
“Provvedere alla rivitalizzazione del waterfront, con esiti di eccellenza, è quanto abbiamo fatto a Palermo, dove un’area in declino è diventata un’opportunità di sviluppo – spiega Monti -. Siamo consapevoli che la capacità competitiva dei territori è in chiara relazione con la modernizzazione della dotazione infrastrutturale degli stessi e dei servizi offerti. Così anche il molo, da accozzaglia di cemento e di funzioni, è cambiato, acquisendo destinazioni d’uso del tutto nuove che hanno a che fare con la riqualificazione culturale e l’accoglienza turistica. Quelle realizzate sul molo Trapezoidale, oggi Palermo Marina Yachting, sono modifiche di assetti funzionali che non snaturano il genius loci, anzi conferiscono un carattere indelebile ai paesaggi, enfatizzano simboli e valori legati alle vicende storiche e proiettano il visitatore – sia esso un residente o un turista – all’interno del mondo dei flussi e delle emozioni che le città portuali sanno produrre e suscitare”.
“Da oggi – riprende Monti – su quest’area si muoveranno almeno due milioni di persone ogni anno: possiamo affermare che il raccordo tra porto e centro storico è ormai assicurato e l’obiettivo di ritrovare nel mare un elemento di identità è stato sostanzialmente realizzato. Adesso i simboli e i valori di questo spazio sono diventati la cultura, la fantasia, il gioco, il loisir, la difesa del mare, l’esposizione delle eccellenze del made in Sicily, attorno al motore del luogo, ovvero il Castello a Mare, valorizzato e pronto a incrementare l’offerta culturale cittadina. Ma oltre al presidio archeologico, c’è la fontana artistica con la sua acqua in movimento, c’è il piccolo teatro che guarda Monte Pellegrino, ci sarà il museo multimediale della città. Un bel salto di qualità, non c’è dubbio, trattandosi non solo di un cambiamento sull’area a mare, ma soprattutto di una vera e innovativa idea di città a forte impatto, con spazi aperti che consentono di immergersi completamente nell’esperienza marittima. Un nuovo quartiere che tutti dobbiamo impegnarci a salvaguardare”.
Lo spazio è stato oggetto di uno dei più importanti interventi di rigenerazione urbana realizzati a Palermo dal dopoguerra, un’opera di riconnessione dello scalo con il tessuto urbano e, soprattutto, un asset industriale e turistico. Ha interessato una superficie complessiva di oltre quaranta mila metri quadrati, su cui sono stati demoliti circa trenta mila metri cubi di strutture fatiscenti e abusive, due gru alte cinquantaquattro metri, ventinove silos. L’area ha subito, coerentemente con il Piano regolatore portuale, significative modifiche volte al miglioramento dell’offerta di servizi per i crocieristi e per la collettività. Il progetto serve a dare continuità alla passeggiata sulla Cala, estendendola sino alla parte terminale del molo Trapezoidale, oggi Palermo Marina Yachting, e al Complesso archeologico del Castello a Mare che così si candida a diventare sito Unesco, inserito nel “Percorso Arabo-Normanno”, già parte della Heritage List; a liberare le aree del Castello a Mare e a valorizzare il sito; a generare spazi per l’ozio urbano e il business legato anche al made in Sicily e, quindi, al prodotto enogastronomico siciliano con tutte le sue eccellenze. Accanto al Parco archeologico del Castello a Mare, di cui gli scavi hanno rintracciato il perimetro, sono stati realizzati una passeggiata, una piazza, un lago urbano, nove edifici con differenti destinazioni, tra cui un convention center e un piccolo teatro panoramico da 200 posti, parcheggi a pagamento, quattordici attracchi per mega yacht per attivare un nuovo segmento di traffico.
Qualche numero: oltre 40 mila metri quadrati di area di intervento, 7000 mq occupati dal laghetto urbano, superati i 30 milioni di investimento, meno di due anni di lavori. Uno storico tratto della costa cittadina, che da sempre rappresenta un luogo di interazione tra la città e il porto, è stato in tal modo sottratto al degrado e “popolato” di funzioni e di usi a carattere urbano. Il molo Trapezoidale ha cambiato faccia, è diventato una marina bay, una sorta di Barceloneta di grande fascino e dalla forte identità, perchè è moderna ma ingloba il passato, quel Castello a Mare posto a presidio della città antica. Qui verrà dato il benvenuto ai passeggeri crocieristi, ai passeggeri per le isole e ai diportisti che raggiungeranno le nostre coste a bordo di grandi yacht o di altre imbarcazioni; qui verrà accolta la popolazione locale: oltre due milioni di persone all’anno potranno usufruire di una grande area commerciale e storica al tempo stesso, cerniera tra la nuova zona crociere e il centro storico, offrendo non solo servizi al turismo, alla nautica da diporto, al tempo libero e al commercio, ma anche alcuni servizi culturali in grado di innalzare il rango dell’area portuale con conseguente generazione di valore.

– foto Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale –
(ITALPRESS).

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Tivusat, la televisione satellitare gratuita ha superato i 400 canali

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ROMA (ITALPRESS) – La televisione satellitare gratuita ha superato i 400 canali. Questa è l’offerta disponibile oggi per tutti i telespettatori che hanno in casa il decoder o la cam della piattaforma Tivusat. Si parte con i canali d’informazione, per passare al cinema, alle serie tv, ai canali per bambini, alla musica classica e all’intrattenimento.
Quella della televisione satellitare è una storia che nasce in Italia il 29 gennaio del 1990 con il primo satellite gestito da RaiSat, si svilupperà con la nascita di Telepiu e di Stream, per arrivare a Sky e Tivusat. In questi anni la parabola e il decoder satellitare sono diventati lo strumento fondamentale per ricevere la televisione in molte zone del Paese dove non arrivano, nè la televisione terrestre, nè la banda larga.
La sua diffusione è stata favorita dal grande numero di canali disponibili, gratuitamente e con un’altissima qualità video e audio. Oggi è stato superato il traguardo dei 400 canali ricevibili per i possessori di un decoder o una cam di Tivusat, ai quali vanno aggiunti  centinaia di canali radio. Un’offerta che sarebbe stata impensabile se la televisione fosse rimasta solo terrestre. La scelta di vedere la tv via satellite, che fino a qualche anno fa sembrava limitata solo a chi decideva di abbonarsi a una pay tv, sta progressivamente coinvolgendo il grande pubblico, tanto da essere arrivati ad una platea di oltre 15 milioni di telespettatori. 
Negli ultimi anni, al pubblico televisivo italiano si è aggiunta una platea importante di stranieri residenti nel nostro Paese, che attraverso Tivusat possono accedere ai canali trasmessi nelle loro lingue. La possibilità di trasmettere un numero cosi grande di canali è una prerogativa della tv satellitare e ne spiega in parte la sua grande crescita, senza dimenticare la facilità di istallazione e la certezza di poterla ricevere in qualunque luogo. Ma lo sviluppo della piattaforma satellitare italiana non si ferma qui e nel corso dei prossimi mesi sarà disponibile sul mercato un nuovo decoder, che permetterà di ricevere contemporaneamente la tv satellitare  e di connettersi alla rete, offrendo un servizio che sarebbe stato inimmaginabile solo pochi anni fa. Con questo decoder si potranno utilizzare gli apparecchi televisivi presenti nelle nostre case, senza doverli sostituire con i televisori di ultimissima generazione.

– foto ufficio stampa Tivusat –
(ITALPRESS).

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Difesa, firmato accordo tra Italia e Giappone

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ROMA (ITALPRESS) – Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha firmato a Roma l’Accordo ACSA (Acquisition and Cross-Service Agreement) con il ministro degli Esteri giapponese, Takeshi Iwaya, per il rafforzamento della cooperazione bilaterale dei rispettivi Paesi nel settore della difesa.
“Oggi celebriamo un momento di grande importanza per le relazioni tra Italia e Giappone, un legame fondato su valori comuni come la democrazia, la pace e la cooperazione internazionale. La firma dell’ACSA, strumento volto a facilitare acquisizioni, forniture, scambi in campo militare e a mobilitare prontamente aiuti in caso di emergenze e di disastri naturali segna non solo un rafforzamento delle nostre capacità operative, ma anche un contributo significativo alla stabilità regionale e globale”, ha detto il ministro Crosetto che ha poi aggiunto: “La logistica è il cuore di ogni operazione moderna, e la nostra collaborazione permetterà di sviluppare soluzioni innovative, sostenibili ed efficienti. Questo ci consentirà di ottimizzare le risorse delle nostre Forze Armate e rispondere prontamente alle sfide globali, quali la gestione delle crisi umanitarie, i disastri naturali e la tutela della sicurezza nelle rotte commerciali internazionali”.
“L’accordo che firmiamo oggi ha un valore che va oltre l’ambito strettamente tecnico: rappresenta un impegno reciproco per costruire un futuro più sicuro e prospero per le generazioni che verranno. In tale quadro si inserisce anche il programma G-CAP, esempio concreto di come nazioni fondate sullo stesso sistema di valori, possano unire le forze per affrontare le complessità del mondo contemporaneo, promuovendo innovazione e stabilità su scala globale”, ha spiegato Crosetto.
“Sono convinto che questa collaborazione contribuirà non solo alla crescita delle nostre rispettive capacità difensive, ma anche alla creazione di un modello di cooperazione internazionale positivo e duraturo – ha affermato il ministro -. Italia e Giappone, insieme, dimostrano che la forza della diplomazia e del dialogo può produrre risultati concreti e benefici per tutti”.

– Foto screenshot da video ministero della Difesa –

(ITALPRESS).

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Tumore al seno, un impegno congiunto per le terapie innovative

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ROMA (ITALPRESS) – In ambito oncologico la ricerca ha realizzato importanti conquiste, ma restano ancora lacune come le tempistiche per l’accesso ai farmaci innovativi, il sostegno alla ricerca e le diagnosi precoci. Molte pazienti metastatiche, infatti, si trovano di fronte una sopravvivenza limitata e a tempi di attesa per l’accesso ai trattamenti molto più lunghi rispetto al resto d’Europa, oltre alla disomogeneità regionale. Comunità scientifica, istituzioni, associazioni dei pazienti, ma anche personaggi dello spettacolo si sono uniti in uno sforzo congiunto, presentato con l’incontro “Breast Cancer. Unmet need e nuove frontiere dell’oncologia”, promosso dall’Intergruppo Parlamentare “nuove frontiere terapeutiche nei tumori della mammella”, organizzato da Improve srl, con la sponsorizzazione non condizionante di Gilead Sciences, che si è tenuto alla Festa del Cinema di Roma.
“Il nostro impegno si sviluppa lungo più direttrici – sottolinea Simona Loizzo, Presidente Intergruppo Parlamentare “nuove frontiere terapeutiche nei tumori della mammella” e membro XII Commissione Affari Sociali, Camera -. Uno dei nostri obiettivi è favorire l’accesso ai farmaci innovativi, che possono rappresentare una svolta nel trattamento di alcune pazienti. Il nostro impegno è finalizzato a sostenere la massima rapidità nell’approvazione delle terapie, al fine di favorire l’implementazione della ricerca a livello clinico. La nostra attenzione è da tempo rivolta al tumore al seno triplo negativo, la forma di carcinoma mammario più aggressiva con un elevato tasso di mortalità e sopravvivenza a 5 anni appena dell’11%. E’ fondamentale che a tutte le pazienti e, con attenzione ulteriore, alle pazienti in fase avanzata di malattia, pazienti con patologie dal rapido decorso e dal minor tempo di vita a disposizione, l’accesso alle terapie innovative – già a disposizione in tutti gli altri paesi europei – sia assicurato nel minor tempo possibile. L’altro punto fondamentale è la sensibilizzazione in favore della prevenzione, con campagne che possano arrivare anche nelle comunità più periferiche”.
“I dati sull’incidenza dei tumori della mammella indicano un lieve aumento, verosimilmente dovuto a una maggiore estensione delle indagini diagnostiche e di screening di popolazione nonchè un aumento della sopravvivenza delle donne a 5 anni dalla diagnosi (88% di sopravvivenza) – evidenzia il professor Francesco Saverio Mennini, Capo del Dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale, Ministero della Salute – Ciò significa che misure di prevenzione e di riabilitazione messe in campo stanno funzionando. Certamente dobbiamo fare ancora di più soprattutto per superare disparità ancora esistenti sul territorio in termini di prevenzione e cura. Come Ministero stiamo attuando gli interventi programmati in termine di potenziamento della prevenzione e dell’assistenza sanitaria al paziente oncologico, tra cui l’implementazione dei programmi di screening, il potenziamento dei servizi territoriali, l’incremento del numero delle Breast Unit e la definizione di indicatori che misurino gli esiti del trattamento offerto al paziente. E’ inoltre necessario studiare anche la performance dei device utilizzati, per comprendere se stiamo garantendo il meglio alle nostre pazienti in termini di ricostruzione. Per fare questo oggi in Italia abbiamo il registro nazionale degli impianti protesici mammari, nel quale, in soli 5 mesi dalla piena operatività sul territorio nazionale, più di 28.000 pazienti sono stati già registrati. Il Registro è un ulteriore straordinario strumento, con cui il Ministero della Salute è in grado oggi di monitorare e sorvegliare il paziente oncologico, intervenendo tempestivamente in caso di necessità, anche rintracciando i pazienti per sottoporli a specifici follow-up. Il registro ci restituirà inoltre importanti dati per la ricerca scientifica in campo clinico e biomedico e per la programmazione sanitaria”.
Il carcinoma mammario è una neoplasia molto diffusa in Italia: nelle donne, un tumore maligno su tre (30%) è un tumore mammario. Nel 2022, nelle donne italiane sono state stimate circa 55.700 nuove diagnosi di tumore, con un aumento dello 0,5% rispetto al 2020. Tra le forme più aggressive, vi è il tumore della mammella “Triplo Negativo”: rappresenta il 15% dei carcinomi mammari, circa 8 mila casi all’anno in Italia e spesso colpisce le donne più giovani. E’ un tumore aggressivo, con elevata capacità di dare metastasi ad altri organi. La sopravvivenza mediana delle pazienti con tumore triplo negativo metastatico è di circa 14 mesi e a cinque anni sono vive circa l’11%, delle pazienti, una percentuale molto più bassa rispetto alle donne con altre forme di cancro mammario.
“Negli ultimi anni, ci sono stati importanti cambiamenti nel trattamento del carcinoma mammario triplo negativo – sottolinea Nicla La Verde, Direttore Oncologia dell’Ospedale Sacco – Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli Sacco di Milano – Questo tumore non risponde ai trattamenti ormonali tradizionali e in passato aveva una prognosi peggiore, perchè le opzioni terapeutiche erano limitate principalmente alla chemioterapia. Tuttavia, grazie ai progressi scientifici, oggi abbiamo nuovi farmaci che possiamo utilizzare sia nelle fasi iniziali che in quelle avanzate della malattia. A seconda delle caratteristiche specifiche del tumore, le pazienti possono essere trattate con immunoterapia, che aiuta il sistema immunitario a combattere il tumore, o con altri trattamenti mirati come gli inibitori di PARP, farmaci che agiscono nelle pazienti che hanno mutazioni di BRCA1/2, e farmaci anticorpo coniugati (ADC), costituiti da un anticorpo in grado di trasportare la chemioterapia a cui è legato direttamente all’interno delle cellule tumorali. Questi nuovi approcci stanno migliorando le prospettive di guarigione per molte pazientì. Un altro sottotipo di tumore al seno, assai diffuso, è invece il tumore avanzato della mammella HR+, che rappresenta circa il 70-80% dei casi: una parte delle donne con questo tumore sviluppa resistenza alla terapia endocrina, con il 15-20% dei tumori intrinsecamente resistenti e il 30-40% che sviluppa resistenza negli anni. Proprio perchè questa neoplasia è molto diffusa, è fondamentale avere terapie di ultima generazione, sia attraverso un accesso velocizzato ai nuovi farmaci sia eliminando ogni disparità nell’accesso alle cure.
“Recentemente, la chirurgia per il tumore al seno ha fatto grandi progressi – sottolinea il professor Oreste Gentilini, Direttore Chirurgia Senologica, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano – Ad esempio, oggi riusciamo a ridurre la necessità di interventi invasivi, soprattutto sui linfonodi. Tecniche moderne come la biopsia del linfonodo sentinella permettono di evitare operazioni più ampie, senza compromettere la guarigione delle pazienti. In alcuni casi, secondo recenti studi, è possibile non operare affatto sui linfonodi, migliorando così la qualità della vita delle pazienti. Un altro aspetto importante è l’uso dell’intelligenza artificiale: grazie a uno studio finanziato dall’Unione Europea chiamato ‘Cinderellà, un algoritmo potrà mostrare al paziente una simulazione dei risultati post-operatori, aumentando la soddisfazione. Tuttavia, c’è ancora molto da fare. Ad esempio, l’adesione alle campagne di screening è ancora limitata, anche se la diagnosi precoce può ridurre la mortalità del tumore al seno di oltre il 20%. Inoltre, abbiamo bisogno di più studi indipendenti per valutare le tecniche chirurgiche e migliorare la prognosi e la qualità di vita delle pazienti”.
L’incontro “Breast Cancer. Unmet need e nuove frontiere dell’oncologia” si è aperto con i saluti istituzionali di Ugo Cappellacci, Presidente XII Commissione, Affari Sociali, Camera dei Deputati, e del professor Rocco Bellantone, Presidente dell’Istituto Superiore Sanità. A seguire l’intervento di Simona Baldassarre, Assessore alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia, Servizio civile – Regione Lazio; Lorenza Lei, Responsabile cinema e audiovisivo ufficio di Gabinetto Presidenza, Regione Lazio. Nella successiva tavola rotonda gli interventi di Simona Loizzo, Presidente Intergruppo Parlamentare “nuove frontiere terapeutiche nei tumori della mammella”; del professor Francesco Saverio Mennini, Capo del Dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale, Ministero della Salute; di Nicla La Verde, Direttore Oncologia, Ospedale Sacco – Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli Sacco di Milano; di Annamaria Bianchi, Dottore di ricerca in “Innovazioni tecnologiche nelle terapie integrate dei tumori del seno” UCSC; del professor Oreste Gentilini, Direttore Chirurgia Senologica, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano; di Maria Alessandra Mirri, Direttore Dipartimento oncologico e UOC radioterapia, ASL Roma 1.
Il punto di vista delle associazioni pazienti è stato portato da Adriana Bonifacino, Presidente della Fondazione IncontraDonna, e da Anna Maria Mancuso Presidente e fondatrice dell’Associazione Salute Donna Onlus.
Sui farmaci innovativi è intervenuto Paolo Foggi, Dirigente settore Innovazione e strategia del farmaco – AIFA. A moderare Cecilia Primerano, Giornalista TG1, RAI. In conclusione, la testimonianza dell’attrice Monica Guerritore.
“Siamo contenti di essere oggi al fianco dell’Intergruppo Parlamentare sulle Nuove Frontiere Terapeutiche nei Tumori della Mammella nel promuovere una discussione così importante dedicata al tumore al seno nella prestigiosa cornice della Festa del Cinema di Roma – commenta Frederico da Silva, Amministratore Delegato di Gilead Sciences Italia -. Da oltre 35 anni, ci dedichiamo allo sviluppo di farmaci innovativi per trattare patologie gravi e migliorare la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Il nostro impegno in oncologia, in particolare nel tumore della mammella e altre forme di tumore, è in continua crescita e collaborare con istituzioni, clinici e associazioni pazienti è fondamentale per garantire che le terapie più innovative siano rese disponibili ai pazienti con tumore al seno nel minor tempo possibile. Il tempo è, infatti, fondamentale quando si parla di salute e, ancor più, nei casi in cui la malattia avanza diventando metastatica e agire uniti nell’accelerare il percorso di accesso e cura deve essere una priorità per tutti, e in particolare per coloro che hanno preso parte a questo evento così importante”.
E conclude: “Unire all’innovazione terapeutica un dialogo costante con i nostri interlocutori fa parte del nostro DNA e della nostra visione, ed è per questo che ci siamo fatti promotori di questo appuntamento importante per puntare i riflettori sul futuro prossimo”.

– foto ufficio stampa Diessecom –

(ITALPRESS).

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