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Cronaca

Università Bicocca capofila progetto Unicorn su rivelazione radiazioni

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MILANO (ITALPRESS) – Il progetto “Unicorn”, presentato dal gruppo di ricerca di Sergio Brovelli, professore del dipartimento di Scienza dei materiali all’Università di Milano-Bicocca, è stato finanziato, per la durata di quattro anni, con un budget di 3 milioni di euro dallo European Innovation Council nell’ambito dei prestigiosi finanziamenti per la ricerca di frontiera “Eic Pathfinder Open 2022”, assegnati dalla Comunità Europea per promuovere lo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative in diversi ambiti scientifici. “Unicorn” (“Hybrid Nanocomposite scintillators for transformational breakthroughs in Radiation detection and Neutrino research”, tradotto: “Scintillatori nanocompositi ibridi per scoperte rivoluzionarie nella rivelazione delle radiazioni e nella ricerca sui neutrini”), è coordinato dall’Ateneo milanese e coinvolge altri 6 partner, istituzioni accademiche come il Cern di Ginevra, l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca e la Fondazione basca BCMaterials, e startup leader nelle nanotecnologie fotoniche, come la parigina Nexdot e l’italiana Glass to Power. Nello specifico, “Unicorn” ha l’obiettivo di realizzare rivelatori a scintillazione – che emettono luce a seguito di interazione con radiazioni – basati su quantum dot colloidali, appena premiati con il Premio Nobel per la Chimica, che potranno essere utilizzati in diversi settori strategici di rivelazione delle radiazioni, tra cui la sicurezza nazionale, la diagnostica medica, il monitoraggio ambientale e industriale, la produzione di energia pulita (in particolare nei futuri reattori nucleari), l’esplorazione spaziale e la fisica delle particelle e delle alte energie. “Il cuore dei rivelatori a scintillazione attualmente in uso – afferma Sergio Brovelli – è costituito da materiali funzionali avanzati ma che presentano alcuni limiti di impiego. Quelli realizzati con singolo cristallo inorganico sono molto efficienti, ma sono fragili, pesanti e molto costosi per le alte temperature di fusione del materiale. Oppure sono fatti in plastica, sicuramente più convenienti e scalabili, ma più degradabili e di prestazioni nettamente inferiori per misure dell’energia della radiazione incidente. Queste carenze precludono progressi in aree applicative di grande importanza e impongono un collo di bottiglia tecnologico allo studio fondamentale degli eventi rari”. I rivelatori di Unicorn, invece, si baseranno sull’utilizzo di quantum dot colloidali innovativi, cristalli inorganici di scala nanometrica lavorati per via chimica, e quindi a temperature – e costi – più bassi rispetto ai singoli cristalli. “I quantum dot colloidali, o nanocristalli a confinamento quantico – continua Brovelli – sono una classe eccezionalmente promettente di materiali emissivi e sono ormai ampiamente utilizzati nell’illuminazione artificiale e negli schermi ad alta definizione. In Unicorn saranno ingegnerizzati appositamente per l’interazione con le radiazioni e saranno poi inglobati all’interno di matrici plastiche. Il corpo del dispositivo sarà quindi plastico, ma la parte attiva, che interagisce con le radiazioni, saranno i quantum dot. Questo consentirà di migliorare la risoluzione energetica, l’efficienza e la stabilità dei dispositivi, permettendone una scalabilità sia a livello industriale che scientifico”. Con un vantaggio anche in termini di flessibilità nel design. L’obiettivo ultimo del progetto è lo studio del doppio decadimento beta senza neutrini, un processo che potrebbe far luce su molti aspetti ancora aperti della moderna fisica delle particelle e della cosmologia. “Un processo nucleare raro – precisa Luca Gironi, professore del dipartimento di Fisica dell’Università di Milano-Bicocca, anche lui nel team del progetto – la cui esistenza per ora è solo ipotizzata e non ancora osservato ma che potrebbe fornire risposte a lungo cercate sull’origine dell’Universo. Nel presentare “Unicorn”, noi e gli enti partner ci siamo chiesti quale fosse il dispositivo più difficile da realizzare e la risposta è stata: un rivelatore per osservare il processo del doppio decadimento beta senza neutrini dal quale risalire alla massa del neutrino. In questa sfida scientifica, che non sappiamo se sarà coronata o meno dal successo, ogni esperimento e ogni risultato costituirà un progresso nel campo dei rivelatori di radiazioni a scintillazione”.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Università Milano Bicocca

Cronaca

ECCO L’IMPRONTA 33 CHE COLLOCHEREBBE ANDREA SEMPIO SUL LUOGO DEL DELITTO DI GARLASCO

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C’è un elemento, di cui si è venuti a conoscenza solo oggi, grazie ad una esclusiva sui social del Tg 1, che inchioderebbe Andrea Sempio sul luogo del delitto di Garlasco quella mattina dell’estate 2007 in cui venne uccisa Chiara Poggi. Un’impronta palmare che all’epoca delle prime indagini non venne attribuita a nessun nome, nella relazione scientifica dei Ris di Parma. Anzi, quell’elemento venne ritenuto dagli investigatori di allora «di nessuna utilità» (non c’è da stupirsi, visto come furono portate avanti le indagini). Si tratta della numero 33 per utilizzare la dicitura con cui venne refertata dai carabinieri del Ris nella villetta di via Pascoli a Garlasco.
Ad attribuire l’impronta al 37enne ora indagato, e che oggi non si è presentato in Procura a Pavia, è stata una consulenza disposta dai magistrati diretti da Fabio Napoleone nel corso delle indagini del nucleo investigativo dei carabinieri di Milano. Sono stati proprio gli investigatori dell’Arma i primi a prendere e a confrontare quel reperto con le impronte del nuovo indagato. Un elemento che secondo gli inquirenti colloca, oltre al Dna sul quale è ancora in corso un incidente probatorio, Sempio sulla scena del crimine.
L’impronta del palmo della mano, infatti, si trova proprio sul muro delle scale che portano alla cantina di casa Poggi. Il luogo dove l’assassino di Chiara ha gettato il suo corpo dopo averla uccisa. Lungo quel muro, gli inquirenti repertarono oltre venti impronte: quattro attribuibili al carabiniere Gennaro Cassese, una a Marco Poggi – fratello della vittima – e la numero 33, appunto. Secondo la Procura, quell’impronta è di Andrea Sempio. Dopo 18 anni si sta riscrivendo la storia del delitto di Garlasco. Per Alberto Stasi, nonostante cinque processi e anni di indagini, oggi è stata una prima volta, quella dell’interrogatorio presso la procura di Pavia. All’epoca del delitto ad indagare era quella di Vigevano, poi il caso nei tre giudizi d’appello passò a Milano. Andrea Sempio, invece, era già stato interrogato a Pavia il 10 febbraio di 8 anni fa. Ma allora fu chiaro fin da subito che l’orientamento dei magistrati, guidati dall’aggiunto Mario Venditti, era molto scettico, rispetto all’ipotesi di una rivisitazione del delitto di Garlasco. Oggi le cose sono molto diverse. E i magistrati sono convinti che molte cose, di qui a breve, potrebbero cambiare.

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PRONTO METEO – PREVISIONI PER IL 21 MAGGIO 2025

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Pronto Meteo è il servizio di meteorologia di Pavia Uno Tv e Lombardia Live 24 in onda ogni giorno alle 19,30. Fornisce interessanti bollettini meteo per il fine settimana su Pavia e provincia e le province confinanti, visionabili anche sui nostri siti paviaunotv.it, lombardialive24 e sui nostri canali social. Ogni giorno, poi, ci sono aggiornamenti nelle Breaking News della sera e un sito dedicato alle previsioni, prontometeo.it, edito sempre da Agenzia CreativaMente.

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TG NEWS ITALPRESS – 20 MAGGIO 2025

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ROMA (ITALPRESS) – Delitto Garlasco: Sempio non si presenta dai Pm, Stasi sì – Putin: “Russia e Ucraina trovino compromessi” – Nuove sanzioni per la Russia da Ue e Gb – Papa Leone XIV: “Mai pensato di essere eletto” – Onu: altri aiuti a Gaza o 14mila bimbi rischiano morte – Oms annuncia primo storico accordo su pandemie – Addio a Nino Benvenuti, campione olimpico di Roma 1960 – Cuori Olimpici fa tappa a Cremona e celebra il fiume Po – Previsioni 3B Meteo 21 Maggio.

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