Politica
Il generale Vannacci sospeso per 11 mesi
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2 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il generale dell’Esercito Roberto Vannacci è stato sospeso dall’impiego per 11 mesi.
“Il personale militare, per il suo status e la sua funzione, è soggetto al rispetto delle norme del Codice dell’Ordinamento Militare e del Testo Unico regolamentare (nei quali è confluito il vecchio Regolamento di disciplina), che stabiliscono anche le possibili sanzioni in caso di violazioni – spiega in in una nota il ministero della Difesa -. Le sanzioni di stato, in particolare, ove ne ricorrano le condizioni, sono irrogate per tutto il personale militare: dal Direttore Generale per il Personale Militare, su delega del Ministro della Difesa, fino al grado di Generale di Brigata incluso; direttamente dal Ministro della Difesa, ai Generali di Divisione e di Corpo d’Armata (e gradi equivalenti). In caso di eventi di particolare gravità o risonanza mediatica, potenzialmente lesivi dell’immagine delle Forze Armate, l’autorità competente può disporre, nell’immediatezza dell’evento, l’effettuazione di un’inchiesta sommaria per accertarne le cause, adottare le misure correttive di carattere organizzativo tese ad evitare il ripetersi dell’evento e dare l’avvio a procedimenti rivolti a individuare eventuali responsabilità penali, disciplinari e amministrative”.
“Nel caso degli Ufficiali Generali di grado più elevato, l’autorità competente è il Capo di Stato Maggiore della rispettiva Forza Armata – prosegue il ministero -. L’inchiesta sommaria è stata disposta dal Capo di Stato maggiore dell’Esercito, Gen. C.A. Pietro Serino, il 18.08.2023, con contestuale nomina dell’Ufficiale inquirente, il Gen. C.A. Carlo Lamanna. Ove da tale inchiesta emergano possibili responsabilità, lo stesso Vertice della Forza Armata propone al Ministro di disporre una inchiesta formale, tesa ad accertare la fondatezza (o meno) degli addebiti. L’inchiesta sommaria si è conclusa il 16.10.2023 e, a seguito della stessa, il 30.10.2023, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha proposto al Ministro della Difesa, per il tramite del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Amm. Giuseppe Cavo Dragone, di procedere con una inchiesta formale disciplinare. L’01.12.2023 il Ministro della Difesa ha disposto l’avvio dell’inchiesta formale disciplinare, nominando quale Ufficiale Inquirente il Gen. C.A. Mauro D’Ubaldi. L’inchiesta formale, conclusa il 15.02.2024 con una relazione finale dettagliata che ha stabilito la fondatezza degli addebiti, è stata inviata nella stessa data al Ministro della Difesa, il quale, dopo un ulteriore vaglio del suo staff, basato su quanto stabilito dal quadro normativo, ha decretato la sanzione del militare. Il 27.02.2024 è stata notificata al Generale di Divisione Roberto Vannacci la sanzione della “Sospensione disciplinare dall’impiego per 11 mesi”. La natura e l’entità della sanzione, lungi dall’essere arbitrarie, possono includere nei casi più gravi, il deferimento alla commissione di disciplina per l’eventuale perdita del grado”.
“L’entità delle sanzioni disciplinari è determinata sulla base degli addebiti, del grado rivestito (più elevata per i gradi più alti), delle responsabilità connesse con la posizione e del danno arrecato all’istituzione – conclude la nota del ministero -. Giova infine ricordare che: l’intera istruttoria è scandita da una precisa tempistica, che impone alle parti (tutte) un rigoroso rispetto dei tempi ed è condotta in contraddittorio con il militare inquisito, che può avvalersi di un militare difensore e, se lo desidera, di un legale di fiducia; le sanzioni disciplinari di stato non compromettono in alcun modo i diritti civili e politici del militare sanzionato, ivi inclusa l’eventuale candidatura per le consultazioni elettorali di qualsiasi tipo”.
“Un’inchiesta al giorno, siamo al ridicolo, quanta paura fa il Generale? Viva la libertà di pensiero e di parola, viva le Forze Armate e le Forze dell’Ordine, viva uomini e donne che ogni giorno difendono l’onore, la libertà e la sicurezza degli Italiani”, commenta su X il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Elezioni Regionali, in Calabria aperte le urne: si vota sino alle 15 di lunedì
Pubblicato
1 ora fa-
5 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Aperte le urne alle ore 7:00 per le elezioni del Presidente della Regione Calabria. Si vota fino alle alle 15 di domani, 6 ottobre. Sono chiamati al voto 1.888.368 elettori nelle 2.406 sezioni nelle cinque province. Sono tre i candidati alla presidenza: il governatore uscente Roberto Occhiuto per il centrodestra, con il sostegno di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati, Udc, “Sud chiama Nord”, delle liste “Occhiuto presidente” e “Forza Azzurri”. Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento Cinque Stelle, per il centrosinistra, con l’appoggio del proprio partito, del Pd, di Alleanza Verdi-Sinistra, Italia Viva e delle due liste “Democratici e Progressisti” e “Tridico presidente”. Terzo candidato è Francesco Toscano di “Democrazia Sovrana e Popolare”. Lo spoglio delle schede prenderà il via lunedì 6 ottobre, alla chiusura delle urne.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Politica
Flotilla, 26 italiani hanno lasciato Israele. Altri 15 attesi la prossima settimana
Pubblicato
16 ore fa-
4 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “È in corso il rimpatrio in Italia di 26 connazionali membri della Flotilla fermati in mare nei giorni scorsi dalle forze armate di Israele”. Lo rende noto la Farnesina, sottolineando in una nota che “questo gruppo ha accettato di firmare il foglio di via e ha avuto quindi una procedura accelerata per la partenza. Assistito dall’Ambasciata a Tel Aviv, il gruppo è stato trasferito dal carcere di Ketziot alla base aerea di Ramon, nei pressi di Eilat”.
L’aereo partito dall’aeroporto Ramon di Eilat, in Israele, con a bordo 137 attivisti della Global Sumud Flotilla, tra cui i 26 cittadini italiani, espulsi dalle autorità israeliane, è atterrato a Istanbul pochi minuti fa. Lo scrive l’agenzia turca Anadolu sul proprio account X. La Farnesina aveva precedentemente sottolineato in una nota che “in Turchia i connazionali verranno assistiti da un team del Consolato Generale a Istanbul per coincidenze con aeroporti italiani e per eventuale rilascio di documenti di viaggio provvisori”.
“Sono invece 15 i connazionali che hanno deciso di non firmare il foglio di via: le autorità israeliane ne disporranno l’espulsione coatta per via giudiziaria nel corso della prossima settimana”, conclude la nota della Farnesina, che “fornirà ulteriori aggiornamenti appena disponibili”.
TAJANI “GLI ALTRI 15 ITALAINI NON HANNO FIRMATO IL FOGLIO”
“Gli altri 15 italiani non hanno firmato il foglio di rilascio volontario e dovranno attendere l’espulsione per via giudiziaria, che avverrà la prossima settimana. Ho nuovamente dato disposizioni all’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv di far assicurare ai connazionali rimasti un trattamento rispettoso dei loro diritti”, ha detto il vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani su X.
Al massimo “entro martedì mi auguro” che anche gli altri 15 italiani che erano a bordo delle navi della Flotilla e che “non hanno voluto firmare la liberatoria possano rientrare nel nostro Paese. Mi sono preoccupato che vengano trattati nel modo migliore possibile, fermo restando che pur non essendo carcerati sono in una situazione di restrizione, però non mi risulta che siano stati trattati con violenza: abbiamo chiesto che tutti i loro diritti vengano rispettati. Anche questo capitolo mi auguro che si possa concludere nei tempi più rapidi possibili”. Queste ancora le parole di Tajani poi nel pomeriggio durante un evento a Firenze.
“Un’altra buona notizia è quella che è arrivata ieri sera tardi sull’accettazione da parte di Hamas della mediazione americana e soprattutto della liberazione degli ostaggi. L’Italia continua a seguire, a spingere perché si possa arrivare finalmente alla fine di una guerra orribile e già, i primi segnali, con la decisione del governo israeliano di ridurre le attività militari a Gaza, fanno ben sperare”, ha aggiunto il vicepremier e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani a margine di un evento elettorale in corso a Firenze.
Tajani ha spiegato: “Faremo tutto ciò che è in nostro potere per cercare di favorire l’accordo sostenendo la mediazione americana, il piano americano va nella giusta direzione. Mi auguro che anche con il lavoro dei mediatori egiziani e turchi si possa, in tempi rapidi, finalmente, accendere una luce di speranza per quelle popolazioni martoriate da guerre”.
– foto Ipa agency –
(ITALPRESS).
Politica
Tajani “Pronti a partecipare alla ricostruzione dello Stato palestinese”. E su Putin: “Non credo voglia la terza guerra mondiale”
Pubblicato
16 ore fa-
4 Ottobre 2025di
Redazione
FIRENZE (ITALPRESS) – “Siamo pronti a partecipare attivamente alla fase della ricostruzione dello Stato palestinese, ma anche della ricostruzione delle parti distrutte durante questa guerra: dovrebbe esserci presto in Egitto una conferenza che si occupa proprio di questo, e noi porteremo il nostro contributo”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del Festival nazionale dell’Economia civile a Firenze. “La Chiesa è presente in tutta quell’area -ha aggiunto Tajani -, c’è una comunità cristiana che è stata attaccata e noi abbiamo sempre condannato gli attacchi sia ai cristiani che sono a Gaza, sia ai cristiani che sono in Cisgiordania, non perché la vita del palestinese cristiano valga più di quella del palestinese di un’altra religione, ma perché i palestinesi cristiani sono, come tutti i cristiani in Medio Oriente, elemento di pace e di stabilità. Li potremmo coinvolgere proprio per cominciare a costruire queste reti di economia sociale, una volta finita la guerra”.
“NON CREDO RISCHIO DRONI PER ITALIA”
“Credo che non ci siano rischi per l’Italia, anche se noi abbiamo una difesa aerea altamente qualificata che fa parte del sistema Nato: eventuali intrusi che avessero cattive intenzioni verrebbero abbattuti, ma non credo che Putin voglia scatenare la terza guerra mondiale, è soltanto per testare le reazioni dell’Occidente, della Nato, dei diversi paesi europei”. Lo ha detto il vicepremier e ministro per gli Affari esteri, Antonio Tajani, a chi gli ha chiesto, a margine del Festival dell’Economia civile, se vi sia un pericolo droni in Italia. “Non bisogna cadere nelle provocazioni – ha aggiunto Tajani -, ma far capire a Putin che non è questa la strada da seguire e che l’Europa è in grado di proteggere i propri cittadini. Bisogna sempre essere molto prudenti.”
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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