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Cronaca

Edilizia scolastica, in Lombardia 3,2 miliardi dal Pnrr

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MILANO (ITALPRESS) – Si è chiusa la Manifestazione di interesse lanciata da Regione Lombardia per raccogliere i fabbisogni del territorio in materia di edilizia scolastica e inserirli in una aggiornata programmazione regionale, finalizzata a valorizzare i progetti di Comuni, Città Metropolitana e Province lombarde all’interno dei bandi PNRR emanati dal Ministero dell’Istruzione. In meno di un mese, dagli Enti Locali sono pervenuti 1344 progetti, per la realizzazione di opere del valore complessivo di oltre 3,2 miliardi di euro.
“Questa risposta da parte del territorio – ha dichiarato l’assessore regionale all’Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione Fabrizio Sala –
testimonia quanto sia importante il tema dell’edilizia scolastica e mette in luce l’importanza di agire in un’ottica di sistema”.
“Abbiamo attivato questa Manifestazione di Interesse – ha continuato – per moltiplicare le opportunità per le nostre Amministrazioni locali e per garantire una coerenza di programma indispensabile affinchè le risorse del PNRR possano portare un effettivo valore aggiunto ai territori e ai cittadini lombardi”. Cinque le linee di intervento su cui gli Enti Locali hanno presentato le proprie candidature: Costruzione di nuove scuole mediante demolizione e ricostruzione (85 progetti); asili nido (92 progetti), Scuole per l’infanzia e Poli per l’infanzia (150 progetti); ampliamento per la realizzazione di mense (140 progetti); realizzazione di palestre o Aree sportive ad Uso scolastico (336 progetti); interventi di messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole (541 progetti).
Inizia ora la fase di valutazione da parte di Regione Lombardia.
I progetti ammessi entreranno a far parte dell’Elenco del fabbisogno regionale per l’edilizia scolastica di Regione Lombardia, documento utile agli Enti locali per poter attestare la presenza dei progetti stessi all’interno della programmazione regionale ai fini degli Avvisi del Ministero: per gli interventi di edilizia scolastica presenti nella programmazione regionale, infatti, i bandi PNRR emanati dal Ministero dell’Istruzione prevedono il riconoscimento di un punteggio aggiuntivo pari a 10 punti. “Vogliamo offrire ai nostri studenti spazi di apprendimento innovativi, sicuri, certificati, connessi, flessibili – ha aggiunto Sala – Per questo oltre alla Manifestazione di Interesse sul PNRR abbiamo attivato anche un Bando con risorse autonome da 60 milioni di euro per la realizzazione di nuove scuole primarie e secondarie di primo grado di proprietà dei Comuni”. Il bando, denominato ‘Spazio alla Scuolà, aprirà il 25 gennaio 2022.
(ITALPRESS).

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IN ITALIA OLTRE 500MILA PERSONE CONVIVONO CON L’EPILESSIA, FONDAMENTALE PARLARNE

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MILANO (ITALPRESS) – L’epilessia è una condizione neurologica caratterizzata dalla tendenza a sviluppare crisi epilettiche ricorrenti, cioè episodi improvvisi dovuti a un’attività elettrica anomala e improvvisa delle cellule cerebrali: le crisi possono assumere forme differenti, da brevi assenze o sensazioni insolite fino a movimenti involontari più evidenti e perdita di coscienza. La loro durata è generalmente limitata a pochi secondi o minuti e nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente. L’incidenza dell’epilessia varia molto con l’età: secondo i dati raccolti dalla Lega italiana contro l’epilessia, ci sono 86 nuovi casi per 100mila individui nel primo anno di vita e 180 nuovi casi per 100 mila dopo i 75 anni.
“L’epilessia è una condizione cronica del cervello in cui i neuroni hanno una certa facilità a fare un’attività elettrica anormale, che determina questi momenti di crisi epilettiche. Si tratta di una situazione che si ripete spontaneamente: spesso si pensa alle convulsioni come tipo di crisi, ma ci sono anche cose molto brevi”, ha dichiarato Maria Paola Canevini, docente di Neuropsichiatria infantile all’Università degli Studi di Milano, intervistata da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

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Per un medico che si trova a fronteggiare una crisi epilettica è fondamentale, spiega Canevini, “avere un racconto di cosa prova il paziente e cosa hanno visto i testimoni: riuscire a fare una diagnosi precisa è più semplice con gli strumenti che abbiamo adesso, ovvero l’encefalografia, la risonanza magnetica dell’encefalo e la genetica. Il 70% dei pazienti sono controllati benissimo con la terapia che assumono e non hanno crisi, però ci sono anche epilessie difficili da curare: abbiamo bisogno di cure multidisciplinari e integrate, che tengano conto di tutti gli aspetti che possono influire sulla qualità di vita dei pazienti”.
Scenari legati all’epilessia, aggiunge, si possono presentare “a tutte le età. La prima crisi può avvenire in età infantile, ma anche negli over 65: sono queste le due fasi con il maggiore picco di incidenza. Le cause sono tantissime, ma in ogni caso si verifica una ipereccitabilità dei neuroni e delle cellule celebrali: di fatto si configura una scarica elettrica anormale, che dà queste manifestazioni comportamentali. Tantissime persone convivono con l’epilessia in Italia e nel mondo: nel nostro paese si calcola che siano circa 500-600mila, ma il numero è più alto nei paesi in via di sviluppo, in cui ci sono cause che possono determinare un’epilessia con maggiore frequenza; laddove ad esempio ci sono le guerre si configurano più spesso lesioni cerebrali”.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

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L’analisi di Canevini si sofferma poi su due aspetti: possibili restrizioni per i pazienti e stigma sociale. Le prime, sottolinea, “nella maggior parte dei casi sono davvero poche, perchè quando riusciamo ad avere una terapia in grado di controllare completamente le crisi le persone possono fare una vita normale: ci sono chiaramente situazioni in cui bisogna fare attenzione ai rischi che possono derivare da una crisi con perdita di coscienza, perchè non siamo riusciti a controllarla. L’epilessia fa un pò paura, perchè si porta dietro una storia di stigma: parlarne è fondamentale proprio per provare a ridurre questo stigma. Sicuramente sono stati fatti diversi passi avanti negli ultimi 20-30 anni: prima le persone non raccontavano questo tipo di episodi ai loro amici per paura di essere discriminati, addirittura si pensava che chi avesse l’epilessia potesse fare cose strane; in Africa, dove capita che vado a lavorare, ci sono ancora credenze di questo tipo, mentre in Italia e in Europa vediamo molto raramente una reticenza dei pazienti nel raccontare il problema”.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

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