Cronaca
Report STADA, ai minimi soddisfazione europei per i sistemi sanitari
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1 anno fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – I sistemi sanitari hanno bisogno di un rinnovamento: questo è il verdetto del pubblico europeo. Lo STADA Health Report 2024 – un’indagine rappresentativa di circa 46.000 intervistati in 23 Paesi europei – conferma come i sistemi sanitari non rispondano più adeguatamente alle esigenze di molti cittadini europei, spingendoli a farsi carico personalmente della loro salute. Con il 56%, la soddisfazione per i sistemi sanitari è scesa ai minimi storici, diventando un invito per molti a darsi da fare: esercizio fisico regolare, una dieta sana e attività a sostegno del benessere mentale sono solo alcune delle misure adottate per compensare le debolezze del sistema e prendersi cura di sè stessi. Anche la salute mentale dell’Europa è peggiorata: gli intervistati l’hanno valutata leggermente inferiore rispetto al 2023. E sebbene il 67% degli europei sia felice in generale, il 52%, e in particolare le generazioni più giovani, lotta contro la solitudine.
Giunto all’edizione del suo decimo anniversario, lo STADA Health Report va oltre l’identificazione delle tendenze dei pensieri e delle preoccupazioni degli europei per quanto riguarda la salute, per offrire anche soluzioni attuabili per le aree problematiche. “Con lo STADA Health Report 2024, i cittadini europei ancora una volta si sono pronunciati: la soddisfazione per l’assistenza sanitaria è peggiorata per il quarto anno consecutivo, una tendenza allarmante che noi, insieme ai responsabili politici, alle autorità regolatorie, ai medici e ai farmacisti, dobbiamo capire, affrontare e invertire. Allo stesso tempo, è, però, incoraggiante vedere persone di ogni genere, background e fasce detà che si adoperano per prendersi cura della loro salute, sia fisica che mentale”, afferma Peter Goldschmidt, CEO di STADA.
La soddisfazione per l’assistenza sanitaria scende a un nuovo minimo storico. L’accesso alle visite mediche, lo standard dei servizi sanitari, la carenza di personale e una generale sfiducia nei confronti dei responsabili politici del settore sanitario: sono queste le principali cause di insoddisfazione nei confronti dei sistemi sanitari. Ora al 56%, la soddisfazione è diminuita di 18 punti percentuali dal 2020. I cittadini ungheresi, che partecipano per la prima volta, sono i più insoddisfatti del loro sistema sanitario: il 72% lo ritiene insufficiente, seguito da Kazakistan (67) e Serbia (65). Rispetto al 2023, il Regno Unito (-11 punti percentuali), il Kazakistan (-10 punti percentuali) e la Germania (-8 punti percentuali) hanno registrato i cali più significativi.
Tra le lamentele, gli europei hanno anche alcune idee di ampio respiro per migliorare la soddisfazione: quasi un europeo su due (48%) ritiene che farebbe la differenza se i responsabili delle politiche sanitarie avessero un background correlato alla salute e una percentuale simile (47%) chiede un aumento dei salari per coloro che lavorano nelle professioni mediche, per motivare un maggior numero di persone a intraprendere una carriera nel settore sanitario, alleviando così parte della pressione attualmente avvertita nel sistema.
Medici e farmacisti “sanno cosa è meglio”. Sebbene il malcontento per l’assistenza sanitaria sia tangibile, la fiducia nella medicina convenzionale è aumentata in modo significativo. Quasi 7 europei su 10 (69%) affermano di fidarsi ampiamente o completamente della medicina convenzionale, con un aumento di 7 punti percentuali rispetto al 2022. La Finlandia (84%) e la Spagna (82%) sono i suoi sostenitori più fedeli e i cittadini europei maschi (73%) sono più propensi a fidarsi della medicina convenzionale rispetto alle donne (65%).
Il principale fattore di fiducia in questo tipo di medicina? I consigli molto apprezzati degli operatori sanitari, come medici e farmacisti, preziosi per il 48% degli europei. I consigli degli esperti sono particolarmente apprezzati in Belgio e Irlanda (entrambi 56%), Germania e Paesi Bassi (entrambi 55%), Danimarca e Regno Unito (entrambi 53%). Tra l’insoddisfazione del sistema, gli europei si prendono cura della loro salute. Con il calo dei livelli di soddisfazione, sempre più Europei prendono in mano la situazione: l’89% fa almeno una cosa per migliorare il proprio benessere generale. In Finlandia (66%), Spagna (62%) e Italia (60%), le persone sono più attive fisicamente rispetto alla media (50%). Inoltre, un terzo si sottopone a controlli sanitari preventivi (33%) o assume integratori alimentari (32%). E’ interessante notare che il 31% degli europei considera anche il tempo trascorso con i propri cari un investimento per il proprio benessere generale.
I giovani europei lottano contro la solitudine. Sebbene la maggioranza degli europei affermi di essere “abbastanza” o “molto felice” (67%), c’è comunque motivo di preoccupazione: mentre l’autovalutazione sulla salute mentale è peggiorata solo leggermente, passando dal 67% nel 2023 al 65% degli intervistati che valuta la sua salute mentale come “buona” o “molto buona”, uno sguardo più attento rileva un fenomeno che non dovrebbe essere sottovalutato. L’epidemia di solitudine ha colpito il continente, con il 52% degli europei che prova sentimenti di solitudine. E nonostante siano i più connessi rispetto a qualsiasi altro gruppo, il 63% dei giovani tra 18 e 34 anni si sente solo. Tuttavia, l’eccessivo tempo trascorso online rappresenta solo una parte del problema: in primo luogo, le giovani generazioni citano il lavoro (27%) come principale fattore di solitudine e, di conseguenza, chiedono un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata per porre rimedio alla situazione.
– foto xp3/Italpress –
(ITALPRESS).
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A Brescia 4 indagati per bancarotta fraudolenta, sequestri per 2 milioni
Pubblicato
28 minuti fa-
1 Luglio 2025di
Redazione
BRESCIA (ITALPRESS) – I militari del Gruppo di Brescia, nell’ambito di un’attività di polizia giudiziaria in materia di reati fallimentari, hanno analizzato, su delega della Procura della Repubblica di Brescia, gli aspetti di gestione di una ditta individuale (che aveva assunto i caratteri di “impresa familiare”) con sede a Concesio (BS) e operante nel settore della commercializzazione dei rottami ferrosi.
Gli approfondimenti svolti, in assenza di una contabilità correttamente ordinata, hanno consentito di appurare che i 4 componenti il nucleo familiare avrebbero ritardato il fallimento mediante l’esposizione di crediti “gonfiati” e, contestualmente, posto in essere sistematiche condotte di bancarotta fraudolenta.
Più nel dettaglio, le operazioni ricostruite hanno portato al depauperamento del patrimonio aziendale attraverso ripetuti bonifici per complessivi 1,9 mln di euro dapprima verso i propri conti personali e, in seguito, verso una società che, nei fatti, costituisce la “good company” attraverso la quale è proseguita l’attività della fallita. Quest’ultima società, inoltre, è risultata essere sottoposta ad un costante drenaggio di risorse verso conti esteri riconducibili ai medesimi soggetti che operavano all’interno della società in liquidazione giudiziale.
Atteso che una parte delle somme distratte, per complessivi euro 160 mila, è stata poi utilizzata da uno dei familiari, in parte per l’acquisto di beni di lusso (autovetture e un orologio) e, in parte, per occultarla all’estero sui propri conti personali, è stata contestata la condotta di auto-riciclaggio.
Il materiale probatorio raccolto ha consentito al Pubblico Ministero titolare delle indagini di richiedere ed ottenere dal competente Giudice per le indagini preliminari un decreto di sequestro preventivo per un importo complessivo pari a circa 2 milioni di euro che è stato eseguito sui conti correnti della good company al fine di impedire la prosecuzione della condotta con finalità distrattiva in caso di prossima dichiarazione di fallimento; sui conti correnti degli indagati, sui beni mobili e immobili a loro intestati, anche per equivalente.
– Foto screenshot video Guardia di Finanza –
(ITALPRESS)
Cronaca
Dazi, Weber “Trump non ci tratti come il Canada e Londra”
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48 minuti fa-
1 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “L’Unione europea rappresenta il 22% del Pil globale, mentre gli Usa il 25%. Siamo abbastanza alla pari in termini di dimensioni e potere economico. Partiamo da un punto di forza. Trump non può maltrattarci come sta facendo con il Canada, la Gran Bretagna o altri Paesi più piccoli. Il presupposto è l’unità”. Lo dice Manfred Weber, presidente e capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, in un’intervista al Corriere della Sera.
“E’ stato molto positivo che tutti i leader – Macron, Meloni, Merz – abbiano confermato che è la Commissione a negoziare. Ora siamo nella fase finale. La priorità è porre fine all’incertezza e ottenere chiarezza per le nostre imprese. Il Ppe sostiene il principio delle tariffe zero per i prodotti industriali. Il resto è nelle mani dei negoziatori”.
“Le regole su cui si basa il mercato unico non vengono stabilite nelle sedi delle grandi aziende della Silicon Valley e nemmeno alla Casa Bianca. Vengono stabilite dal Parlamento europeo” dice Weber ricordando le linee rosse da non oltrepassare nel negoziato sui dazi con gli Stati Uniti.
Per Weber “la scorsa è stata una settimana positiva per la cooperazione transatlantica, con il risultato del vertice Nato che ha portato a un accordo comune del 5% e la conferma da parte di Trump del suo impegno della Nato. In questo momento storico, non è possibile pensare a una difesa europea senza i nostri partner americani. Ma ora il nostro compito è passare al pilastro europeo della difesa all’interno della Nato. Voglio ringraziare il governo italiano e Antonio Tajani, perchè con la sua insistenza sul pilastro della difesa europea è una voce forte: sta trasmettendo lo spirito di Adenauer, De Gasperi e Schuman”.
-foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
Cronaca
Via libera al decreto flussi, 497 mila ingressi in 3 anni
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15 ore fa-
30 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giorgia Meloni, del ministro dell’interno Matteo Piantedosi, del ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, del ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, del ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e del ministro del turismo Daniela Santanchè, ha approvato, in esame preliminare, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo ai flussi migratori per il triennio 2026-2028, che programma per tale periodo gli ingressi regolari in Italia di lavoratori non comunitari.
“L’obiettivo del provvedimento è di consentire l’ingresso in Italia di manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale e altrimenti non reperibile – spiega Palazzo Chigi nel comunicato diffuso dopo il Cdm -. Inoltre, con la stabile individuazione di un meccanismo d’immigrazione legale e controllato, si attivano canali di comunicazione fondamentali nel dialogo con i Paesi di origine dei flussi migratori e si costruisce uno strumento per il contrasto a fenomeni di irregolarità nell’ingresso e permanenza nel nostro Paese, nella lotta contro il lavoro sommerso e allo sfruttamento dei lavoratori”.
Il decreto prevede, per il 2026, 164.850 ingressi autorizzati. Nell’arco del triennio 2026-2028 le unità autorizzate saranno 497.550, con la seguente ripartizione: lavoro subordinato non stagionale e autonomo, 230.550 unità; lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico, 267.000 unità.
Le quote sono state determinate tenendo conto dei fabbisogni espressi dalle parti sociali e delle domande di nulla osta al lavoro effettivamente presentate negli anni scorsi, con l’obiettivo di una programmazione che recepisca le esigenze delle imprese e che sia anche realistica.
Resta ferma la volontà di incentivare gli ingressi fuori quota, anche nella prospettiva di un ridimensionamento del meccanismo del “click day”, che potrà avvenire seguendo un percorso graduale, che riguardi anzitutto i profili professionali più ricercati dai datori di lavoro e che potenzi la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


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