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Economia

Spaziani Testa “Cambiare norma su case green, no diktat sì a incentivi”

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PALERMO (ITALPRESS) – Tutela della proprietà immobiliare, affitti brevi, superbonus e la direttiva europea sulle case green sono solo alcuni dei temi affrontati da Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, nel corso del convegno “Diritto di Proprietà: Tutela e Incentivazione” che inaugura il ciclo di seminari di alta formazione dedicati alla protezione e promozione dei diritti immobiliari. L’incontro si è tenuto oggi nella sede dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Palermo, con partecipazione di esperti e professionisti del settore. Al centro del confronto, il diritto di proprietà immobiliare: oggi la legge prevede la possibilità di ricorrere a procedure giudiziarie per difendere il proprio diritto, come l’azione di rivendicazione, ma l’esito non è per nulla scontato, come sottolinea il presidente di Confedilizia: “Stiamo seguendo con molta attenzione il provvedimento allo studio in Parlamento. Crediamo che la strada prevista dal governo di accrescere le tutele per i proprietari, non tanto aumentare le pene che non è un deterrente adeguato, sia quella giusta. Bisogna migliorare la fase operativa delle situazioni che riguardano sia le occupazioni abusive sia gli sfratti al termine delle locazioni” sottolinea Spaziani Testa.
“Queste norme introdotte dal governo, per le quali stiamo dando qualche suggerimento, credo potranno consentire facilitare la liberazione degli immobili occupati abusivamente che sono tutelati formalmente, ma di fatto non nella fase esecutiva”. Anche per Dario Greco presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, l’attuale quadro normativo è “assolutamente inefficace perchè dopo aver ottenuto l’ordine del giudice di liberazione, bisogna poi eseguirlo. Serve l’intervento delle forze dell’ordine e questo purtroppo non è facile da ottenere perchè poi ci si scontra con le esigenze di ordine pubblico. E quindi il legittimo proprietario è abbandonato a se stesso. Il governo ha presentato nel febbraio scorso un disegno di legge per reintrodurre il reato di occupazione abusiva degli immobili. In realtà bisogna far funzionare le leggi che ci sono oggi e consentire, come suggerisce la proposta di Confedilizia, di affiancare l’ufficiale giudiziario con forze di polizia privata”.
Parallelamente alla tutela, l’incentivazione della proprietà immobiliare è un aspetto cruciale per lo sviluppo economico e sociale di un paese. Il governo italiano, non a caso, ha messo in campo diverse politiche per incentivare l’acquisto e la ristrutturazione degli immobili. Tra queste, spiccano il bonus facciata e superbonus, al centro però di forti polemiche: “C’è una differenza profonda tra le due misure – sottolinea Vincenzo Di Dio presidente dell’Ordine degli ingegneri di Palermo -. Si sono registrate numerose truffe per la prima, mentre nel secondo caso si parla del 2% sul totale che ritengo un dato assolutamente fisiologico”. Forse c’è stata una demonizzazione eccessiva di questo strumento che “ha consentito una rivalutazione del patrimonio immobiliare, una forma anche di rigenerazione urbana. Naturalmente, la misura è assolutamente migliorabile e perfettibile. Occorrerebbe semmai predisporre tempi sufficientemente lunghi per evitare quelle speculazioni sui prezzi a cui abbiamo assistito”.
Dello stesso avviso è Spaziani Testa: “In molti oggi condannano il superbonus, mentre non lo facevano in passato. Noi siamo fra quelli che invece non erano entusiasti all’inizio ma neanche adesso distruggono un qualcosa che era nato sicuramente con molti errori e poteva anche essere fatto molto meglio, ma era stato concepito per muovere con forza l’economia. Abbiamo insistito molto affinchè fossero salvate, e non è stato quasi mai fatto, numerose situazioni pendenti di tanti cittadini che si sono fidati dello Stato. Quindi è giusto interrompere questo sistema, che doveva essere provvisorio, ma è stato fatto con molta ‘violenzà, nei confronti di proprietari che avevano in corso le opere”.
Infine, il numero uno di Confedilizia ha affrontato il controverso tema delle case green: “La direttiva europea è molto cambiata nel corso degli anni, grazie anche al nostro intervento per attenuare quelli che noi abbiamo visto subito come dei pericoli. Era infatti un provvedimento che imponeva interventi pesanti agli immobili italiani con grandi spese. Al momento, c’è un obiettivo di riduzione del consumo di energia medio degli immobili e secondo noi è ancora molto pesante. Per questo abbiamo chiesto al governo, e l’esecutivo si è già espresso in questi termini, di operare in Europa per modificare ulteriormente questo testo affinchè ci possa essere come ricaduta italiana non un provvedimento impositivo e coercitivo, ma qualcosa che incentivi a fare interventi e non li imponga”.

– Foto: Col3/talpress –

(ITALPRESS).

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Economia

BNT Banca punta sulla cessione del quinto, primo semestre in crescita

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PALERMO (ITALPRESS) – “Abbiamo investito molto su un prodotto di credito a consumo”, la cessione del quinto, “semplificando le procedure e rendendolo compatibile con l’attività quotidiana dell’operatore bancario di filiale che è impegnato anche su altri fronti”, per fare in modo che “il prodotto risulti ideale per essere distribuito in maniera facile e fluida attraverso la rete bancaria”. Lo ha detto in un’intervista all’agenzia Italpress Umberto Seretti, consigliere delegato di BNT Banca. L’istituto nasce nel 2017 da un’iniziativa di Banca Popolare di Sondrio che, a un certo punto, si vuol dotare di “una fabbrica prodotto specializzata nel credito al consumo e di un prodotto da distribuire principalmente attraverso la sua rete di filiali sul territorio”. Banca Popolare di Sondrio “la controlla al 100% e la trasforma da una banca che opera nel settore dell’agricoltura a una che opera nel settore del credito al consumo, con la specializzazione nella cessione del quinto dello stipendio per dipendenti e pensionati e nella delegazione di pagamento”, ha spiegato ancora Seretti. “La nostra rete distributiva – ha sottolineato invece Gianluca Girardi, direttore commerciale BNT Banca e Banca Popolare di Sondrio – è variegata ed è composta principalmente dai 500 sportelli di Banca Popolare di Sondrio, da Banca Popolare Sant’Angelo, ma anche dalla nostra divisione digitale, dalla nostra rete di mediatori creditizi molto qualificati e dalla rete di agenti e di collaboratori di Prestinuova, che è un agente in attività finanziaria controllato da BNT Banca, oltre ai nostri uffici siciliani di Catania, Palermo e Caltanissetta a marchio BNT Banca. Due terzi del nostro prodotto sono distribuiti dagli sportelli bancari e questo per noi rappresenta l’attività core”, ha chiarito. Per quanto riguarda i risultati, “siamo in controtendenza: il mese di maggio ha segnato una flessione di oltre il 5 per cento, portando la performance complessiva dall’inizio dell’anno a -2,2 per cento, mentre l’andamento di BNT Banca va esattamente in direzione opposta. Stiamo continuando a crescere in maniera ininterrotta da quando siamo nati e anche questo primo semestre ci vede in aumento sia sull’erogato sia, in doppia cifra, sulle pratiche che abbiamo caricato”, ha evidenziato Girardi, e “questo fa ben sperare anche per le erogazioni dei mesi successivi”. Il ‘segretò del successo di questo prodotto è che “è molto semplice: con poche schermate l’operatore di banca può arrivare a finalizzarlo, è molto veloce nel processo di lavorazione e non pesa sul collega allo sportello”, ha spiegato Seretti. Si tratta poi di “un prodotto estremamente trasparente, tutto Tan, cioè non comporta alcun costo accessorio suppletivo rispetto al tasso di interesse, ed è un prodotto estremamente rispettoso del cliente e della rete distributrice” e “questo ci qualifica al mercato proprio per l’etica e la tipologia di un prodotto estremamente semplice e rispettoso delle regole”.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Economia

Biagio Semilia nuovo presidente della Federazione Editori Digitali

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MILANO (ITALPRESS) – Biagio Semilia è il nuovo presidente della Federazione Editori Digitali. Lo ha deciso all’unanimità l’assemblea della FED.
Semilia prende il posto del dimissionario Sebastiano Di Betta che qualche giorno fa aveva dichiarato: “C’è un tempo per ogni cosa ed oggi, dopo aver avviato la federazione, è necessario che il vertice della stessa venga percepito come una diretta espressione del mondo degli editori digitali. Ci sono tante sfide da affrontare, tante responsabilità da assumersi ed è giusto, perciò, che la voce della Fed sia la voce degli editori”.
L’Assemblea ha raccolto il suggerimento del presidente uscente, esprimendo apprezzamento per l’eccellente lavoro fatto nell’ultimo anno ed eleggendo l’editore palermitano Biagio Semilia.
Biagio Semilia vanta un’esperienza di oltre vent’anni nel settore dell’editoria digitale. E’ editore di Blogsicilia.it e CEO di Digitrend.
Il neoeletto presidente della FED affronterà le nuove sfide del mondo editoriale, che richiede strumenti sempre più innovativi e un’attenzione costante alle opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale, temi su cui gli editori digitali e non, dovranno interrogarsi, confrontarsi e dibattere per tracciare il futuro dell’industria editoriale.
“Ad oggi – si legge in una nota -, il governo regionale siciliano ha riservato grande attenzione alla FED, e si auspica che nei prossimi mesi questa attenzione possa crescere ulteriormente”.
“Assumere questo ruolo è per me una grande responsabilità – ha dichiarato Semilia – il nostro obiettivo è quello di rafforzare, in continuità con il lavoro svolto fin qui, la compattezza degli editori digitali, garantendone l’adeguata rappresentanza nei tavoli istituzionali. Con l’evoluzione rapida della tecnologia e delle abitudini di consumo delle informazioni da parte degli utenti, è essenziale che gli editori digitali restino uniti e collaborino per affrontare le sfide comuni. La nostra presenza nei tavoli istituzionali sarà fondamentale per contribuire ad influenzare le politiche e le regolamentazioni che riguardano il nostro settore, assicurando che le esigenze del comparto siano ascoltate e considerate”.

– Foto Digitrend –

(ITALPRESS).

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Assarmatori “Per la transizione il carburante su cui puntare è il GNL”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il gas naturale liquefatto (GNL) è il carburante su cui puntare per accompagnare lo shipping nella transizione energetica e con il suo utilizzo su larga scala si può già concorrere al raggiungimento degli obbiettivi imposti dall’Unione europea. Il Governo ci deve seguire su questa strada”. A tracciare la rotta sul tema controverso della decarbonizzazione del trasporto marittimo è stato oggi Stefano Messina, Presidente di Assarmatori, l’Associazione aderente a Conftrasporto-Confcommercio che riunisce armatori italiani, europei e di Paesi terzi che operano regolarmente in Italia, aprendo l’Annual Meeting 2024, che si è tenuto a Roma alla presenza, fra gli altri, dei Vicepresidenti del Consiglio Matteo Salvini e Antonio Tajani, rispettivamente Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci.
“Il concetto di neutralità tecnologica, ovvero di un catalogo di carburanti alternativi disponibili in ogni scalo – ha sottolineato Messina – non è ragionevolmente applicabile ai porti italiani; porti incastonati all’interno di un tessuto urbano che rende impensabile la presenza di una intera gamma di depositi per il rifornimento delle navi. L’individuazione di quale sia il fuel prescelto deve avvenire in mare, perchè soltanto gli armatori dispongono di tutti i parametri, fra i quali capacità tecnologiche e consapevolezza di investimento, indispensabili per compiere le scelte. Chiediamo pertanto al Governo di istituire un Tavolo di verifica per definire i bisogni delle compagnie di navigazione e sulla base di questi aprire un confronto concreto con la Commissione europea: si tratta di un tema di straordinaria importanza soprattutto per i traffici di prossimità e cioè quelli vincolati alla presenza di impianti di distribuzione nei porti caposcalo in Italia e nel Mediterraneo. Il futuro del trasporto pubblico locale marittimo, delle Autostrade del Mare, del traffico crocieristico e dei collegamenti con le isole, tutti mercati nei quali l’Italia occupa una posizione leader, dipende dalle scelte che saranno compiute in merito alla disponibilità dei carburanti alternativi che verranno utilizzati da queste unità”.
Peraltro il tema degli approvvigionamenti di gas riveste una grande importanza anche per l’industria italiana, specie alla luce delle forti tensioni geopolitiche che interessano l’Est Europa e il Medio Oriente; nel corso dell’Assarmatori Annual Meeting, il Presidente Messina ha ribadito la centralità strategica del mercato del gas. “Nel 2023 – ha detto – le importazioni italiane di gas via pipeline sono diminuite del 22,51% rispetto al 2022; nello stesso arco di tempo le importazioni di gas allo stato liquido, via nave, sono invece aumentate di oltre il 16%. Un trend netto, che nei primi sei mesi del 2024 è andato ulteriormente consolidandosi. Sono certo che a fine anno, quando avremo i numeri definitivi, registreremo un’ulteriore crescita dell’approvvigionamento che avviene proprio grazie al trasporto marittimo, dimostrando in modo inequivocabile l’importanza di tale asset per il nostro Paese”.
Messina è intervenuto nuovamente sul flagging out, ovvero il fenomeno che vede un numero crescente di navi armate da armatori italiani cambiare bandiera abbandonando quella nazionale: “Vale la pena ribadirlo ancora una volta: gli armatori non scelgono di cambiare bandiera sostituendola sulle loro navi con una bandiera di convenienza; non è così: quello che cercano, e che spesso trovano addirittura in registri di Stati membri dell’Unione europea, è minor burocrazia, che si traduce in efficienza, rapidità, minori running cost a parità di sicurezza e certificazioni. Voglio tuttavia rendere merito al Governo, ai membri del Parlamento, ai vertici delle varie Amministrazioni, perchè molto è stato fatto negli ultimi mesi: chiediamo di non mollare e di portare a casa il risultato per difendere la competitività della bandiera italiana. Il nostro auspicio è che l’anno prossimo potremo parlare delle norme che rimangono da affinare con nuovi provvedimenti. C’è molto da fare, ma sarà determinante un cluster compatto e con competenze professionali indiscutibili”.
Nella sua relazione, Messina ha anche annunciato come sia ormai concluso il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro del comparto, scaduto lo scorso 31 dicembre: “Abbiamo apprezzato, ancorchè con momenti di naturale contrapposizione, lo spirito realistico e collaborativo con il quale le Organizzazioni Sindacali hanno deciso di approcciare la trattativa sin dall’inizio – ha spiegato il Presidente di Assarmatori – All’interno del nostro settore non si parla di disoccupazione, salario minimo, lavoro irregolare, si parla sempre più di professionalizzazione e nuove skill, formazione e, non ultimo, aumento delle retribuzioni, del welfare aziendale, dell’assistenza sanitaria, della previdenza integrativa della contrattazione anche di secondo livello”.
Il Premio Assarmatori 2024, tradizionale riconoscimento consegnato dall’Associazione armatoriale, è andato alle donne e agli uomini della Marina Militare italiana, per il loro impegno a protezione della libertà della navigazione e degli interessi dell’Italia nei mari di tutto il mondo e in particolare per l’operato all’interno della missione Aspides, nel Mar Rosso, nello stretto di Bab el-Mandeb e nel golfo di Aden, dove le navi sono nel mirino degli attacchi degli Houthi.
L’Annual Meeting dell’Associazione è stato animato, inoltre, da una tavola rotonda cui hanno preso parte Chris Bonett, Ministro dei Trasporti, delle Infrastrutture e dei Lavori Pubblici di Malta, Edoardo Rixi, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giuseppe Ricci, Chief Operating Officer Energy Evolution ENI, Ugo Salerno, Presidente esecutivo del RINA e Soren Toft, CEO di MSC. Un panel internazionale, moderato dal Segretario Generale di Assarmatori, Alberto Rossi, durante il quale si è invocata un’identità mediterranea per l’Europa, tema portante dell’Assemblea: i porti che si affacciano sul ‘mare nostrum’ hanno caratteristiche e bisogni differenti rispetto a quelli del Northern Range, aspetto di cui non si può tenere conto nei processi legislativi dell’Unione europea.

– Foto ufficio stampa Assarmatori –

(ITALPRESS).

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