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Economia

Bat Italia, Andrea Di Paolo assume la carica di Corporate & Regulatory Affairs Director. Nasce la divisione Cora

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ROMA (ITALPRESS) – BAT Italia – l’azienda leader nei beni di largo consumo con un portfolio prodotti multi-categoria nel settore della nicotina – annuncia la creazione di una nuova divisione aziendale denominata CORA, ovvero Corporate and Regulatory Affairs. Con questa nuova struttura, che si allinea alla strategia globale messa in atto dal Gruppo, BAT Italia intende rafforzare il proprio impegno nelle aree della fiscalità, della regolamentazione e della comunicazione, accelerando il cambiamento per cogliere prontamente le numerose sfide poste dal settore.
La funzione appena creata è un’evoluzione del precedente assetto aziendale denonimato LEX, che univa le funzioni Legal e External Affairs. Con la nuova struttura, quindi, il dipartimento legale di BAT Italia agirà separatamente dall’area Corporate and Regulatory Affairs.
A guidare la nuova divisione CORA, dal 1° luglio 2024, è stato nominato Andrea Di Paolo, che manterrà allo stesso tempo anche la carica di Presidente di BAT Trieste. Di Paolo, grazie alla sua comprovata esperienza legale nel settore, guiderà il team di CORA nelle delicate sfide che l’industria dovrà affrontare nei prossimi anni, contribuendo a consolidare la posizione di leadership di BAT sul mercato italiano.
Nel suo nuovo incarico, Di Paolo sarà chiamato a gestire tutti gli aspetti legati alla fiscalità e alla regolamentazione delle nuove categorie di prodotti, nonché a delinerare le future strategie di comunicazione e sostenibilità dell’azienda. BAT Italia, realtà dalla vocazione internazionale, con questa nomina, rafforza la propria connotazione di impresa dai fondamenti italiani che, nel tempo, ha contribuito in modo significativo alla crescita dell’economia del Paese anche attraverso il suo nuovo “A Better Tomorrow Innovation Hub” di Trieste, che ha da poco festeggiato il 1° anno di attività.
“La creazione della funzione Corporate & Regulatory Affairs rappresenta un ulteriore passo importante dell’azienda nel perseguire il suo purpose A Better Tomorrow, confermandosi come una realtà in continua crescita e con un forte focus su innovazione e sostenibilità”, ha dichiarato Andrea Di Paolo. “Questa nuova funzione assume un’importanza strategica in un momento in cui la nostra continua espansione delle Nuove Categorie sta generando un sempre più complesso ambiente normativo, che richiede un approccio proattivo e impattante nel comunicare esternamente la nostra strategia e il nostro purpose aziendale.
Sono davvero orgoglioso di assumere questo nuovo ruolo e ringrazio l’azienda che mi ha dato la fiducia e l’opportunità di ricoprire questo sfidante incarico. Metterò a frutto la mia esperienza e le mie competenze per lavorare ad una regolamentazione bilanciata delle nuove categorie, che possa permetterci di competere, crescere e accelerare la transizione verso un mondo senza fumo.”
Classe 1971, romano, Andrea Di Paolo, dopo la laurea in Giurisprudenza, conseguita presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, inizia la sua carriera lavorando presso diversi studi legali.
Nel 2002 entra a far parte di BAT e, da quel momento, inizia il suo brillante percorso all’interno dell’azienda: ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità prima come Responsabile degli Affari Legali e Regolamentari Italia poi, dal 2017, come Responsabile degli Affari Legali, Regolamentari e Compliance di BAT per il Sud Europa, gestendo 18 Paesi dell’area mediterranea. A febbraio 2022, è stato nominato consigliere d’amministrazione e Vicepresidente di BAT Trieste S.p.A., assumendo successivamente il ruolo di Presidente della società da luglio 2023.
Andrea Di Paolo ha giocato un ruolo cruciale nella realizzazione del progetto “A Better Tomorrow™ Innovation Hub”, gestendo tutti gli aspetti legali e le relazioni con gli stakeholders istituzionali sia a livello locale che nazionale. A lui e al suo team si deve la creazione di un ecosistema integrato nel tessuto locale e regionale, in grado di promuovere valori condivisi con il territorio.
-foto ufficio stampa Bat Italia –
(ITALPRESS).

Economia

Intesa Sanpaolo, Barrese “Un piano da 1,5 miliardi per il sociale”

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RIMINI (ITALPRESS) – “E’ necessaria un’azione impattante, condivisa e sinergica che veda tutti – Istituzioni, imprese e privati – impegnati per una crescita diffusa e inclusiva. Lo Stato certo deve essere protagonista, ma ognuno deve fare la sua parte in quello che possiamo definire un nuovo patto sociale tra tutti i soggetti pubblici e privati che hanno ruoli di responsabilità nella tenuta e nella crescita del Paese per la lotta alla povertà, il contrasto alle disuguaglianze, l’accesso alla formazione professionale e all’occupazione”. Lo ha detto Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, nell’ambito del Meeting di Rimini in occasione dell’incontro sul tema “La differenza fra povertà e miseria muove la carità”.
“Intesa Sanpaolo, come prima banca del Paese, è consapevole di avere un ruolo chiave in questi ambiti e la responsabilità di sostenere un cambiamento. Il CEO Carlo Messina ha voluto realizzare quello che è diventato il principale progetto privato di coesione in Italia, ponendo il Gruppo come Istituzione al servizio del Paese per la promozione di una società più equa – ha proseguito Barrese -. Attraverso la struttura Intesa Sanpaolo per il Sociale abbiamo stanziato risorse in campo sociale per 1,5 miliardi di euro entro il 2027, realizzando dal 2022 ad oggi 60,3 milioni di interventi, con oltre 49 milioni di pasti, 4,3 milioni di posti letto, 6,3 milioni di medicinali e 621mila capi di abbigliamento. Nell’ambito della Direzione Impact, la cui attività si dispiega attraverso l’interazione con la Divisione Banca dei Territori e il radicamento di quest’ultima sul territorio, ad oggi abbiamo formato oltre 5.350 giovani coinvolgendo circa 2.500 aziende con il progetto Giovani e Lavoro, sostenuto con il prestito Per Merito gli studi post-diploma di oltre 45mila ragazzi ed oltre 500 progetti ad alto valore sociale di realtà del Terzo Settore sui territori attraverso la piattaforma digitale For Funding”.

– Foto Meeting di Rimini 2025 –

(ITALPRESS).

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Economia

Fumarola “Contrari ai dazi, bisogna proteggere le imprese e il lavoro”

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RIMINI (ITALPRESS) – “Noi siamo assolutamente contrari ai dazi perchè creano problemi alle imprese, ai lavoratori, all’economia e alle filiere. Certo, dazi al 15% sono meglio che al 50%, noi continuiamo a dire che serve continuare a intervenire sull’Ue perché è l’Europa che se ne deve occupare. Continuiamo a sostenere che bisogna proteggere le imprese, il lavoro e trovare nuovi sbocchi commerciali per non dipendere da situazioni di questo tipo”. Così Daniela Fumarola, segretaria generale Cisl, a margine del 46° Meeting di Rimini.

“I salari crescono se si rinnovano i contratti pubblici e privati, se si interviene sul cuneo fiscale, noi coglieremo l’opportunità della nuova manovra per chiedere di continuare su questo passo. Dobbiamo però avere attenzione a salari e pensioni, chiediamo di intervenire sul ceto medio e famiglie perché sono state le più colpite in questi anni difficili, ma il ceto meglio e le famiglie sono quelle che più di altri hanno sofferto. Nel chiedere un incontro al governo rispetto alla nuova manovra che si apprestano a fare, pensiamo che debba essere uno dei temi”, ha aggiunto. “Inoltre, noi pensiamo che si debba passare dal 35% al 32%, pensiamo che bisogna continuare un’azione che favorisca lavoratori, pensionati e famiglie. Dobbiamo unire il Paese e possiamo farlo anche attraverso questi interventi”, osserva.

“Siamo contrari al salario minimo legale perché pensiamo che l’azione contrattuale, che nel nostro Paese è particolarmente diffusa, sia lo strumento e il modo attraverso il quale bisogna elevare i salari, anche di chi ad oggi è al di sotto dei 9 euro. Crediamo che, per quanto riguarda le materie lavoristiche l’intervento per legge non debba esserci, devono essere le parti sociali, le imprese e il governo a trovare i rimedi giusti”, ha spiegato in merito al salario minimo.

“Noi continuiamo a rilanciare l’idea del patto sociale per la crescita del nostro Paese, abbiamo trovato un’apertura da parte della premier che si è resa disponibile a ragionare su questo tema, abbiamo trovato apertura anche da parte di associazioni imprenditoriali. Dobbiamo costruire le condizioni affinché il patto si realizzi anche perchè noi abbiamo l’emergenza che sovrasta tutte le alte: sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, ogni giorno troppe vite spezzate, dobbiamo lavorare per una strategia comune che continui a portare risultati. Abbiamo bisogno di unire le forze perché le sfide sono importanti”, ha concluso la segretaria generale della Cisl.

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– foto Meeting Rimini 2025 –

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Economia

Dazi, Orsini “Il quadro è più chiaro, ma ora gli eurobond sono indispensabili”

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ROMA (ITALPRESS) – “Con la formalizzazione dell’accordo Usa-Ue finalmente siamo a un punto fermo. Da quanto afferma Palazzo Chigi si ha la certezza che siamo al 15% anche su settori come il farmaco e l’automotive. Elemento estremamente importante è che il 15% assorbe il 4,8% dei dazi attuali. Quindi l’incremento non è del 15% ma del 10,2%, un livello che pone la Ue al di sotto dell’aumento medio dei dazi americani nel mondo che è intorno al 12-13%: un aspetto che ci tengo a sottolineare, fermo restando che tutto quello che fa aumentare il prezzo delle nostre merci può avere un impatto negativo sulla nostra competitività”. Così Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, in un’intervista al Sole 24 ore. “Ma non è questione solo di dazi: dobbiamo riequilibrare il cambio eurodollaro. Oggi c’è un incremento dell’11,5% ma potrebbe arrivare al 20 o 24%. Dobbiamo lavorare su questo aspetto, che va monitorato. Noi come imprenditori dobbiamo proteggerci, ma è il momento che l’Europa metta in campo misure come gli eurobond per realizzare gli obiettivi che ha in mente, a partire dalle transizioni, ma anche le infrastrutture e il prosieguo del Pnrr, mettendo al centro l’industria e la competitività”, spiega.

“L’Europa deve darsi una sveglia. Abbiamo visto i vari omnibus, ma abbiamo bisogno che si faccia molto presto, sia sulla burocrazia che costa alle imprese il 6,7 per cento del pil europeo, sia per eliminare i dazi interni che frenano il mercato unico. Oggi vediamo troppi capitali andare dall’Europa verso gli Stati uniti, 300 miliardi all’anno. Gli eurobond devono essere realizzati prima possibile per attrarre investimenti, realizzare infrastrutture e puntare sulle imprese. Diventa necessario come difesa dell’industria europea”, continua Orsini. “Occorrono un piano straordinario europeo e un piano italiano per l’industria con una visione per lo meno a tre anni. L’Eurostat qualche giorno fa ha scritto che la produzione industriale è caduta del l’1,3 per cento. Nel 2025 scadono quasi tutti gli incentivi all’industria per gli investimenti. Ricerca e sviluppo hanno una quota bassissima per i prossimi anni, dobbiamo sviluppare misure che possano rilanciare gli investimenti per essere più competitivi, utilizzando misure che hanno dato risultati, come la Zes unica che, con uno stanziamento di risorse pubbliche di 4,8 miliardi negli ultimi 2 anni ha generato 28 miliardi di investimenti e 35mila posti di lavoro”, conclude.

– foto IPA Agency –

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