Cronaca
Varese, percepivano somme di denaro truffando lo Stato. 23 indagati
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RedazioneVARESE (ITALPRESS) – A seguito dell’indagine patrimoniale condotta dalla Polizia di Stato di Varese, che aveva portato nel gennaio 2022 all’esecuzione, da parte della Divisione Anticrimine, di un provvedimento richiesto dal Questore di Varese di sequestro propedeutico alla confisca, disposto dal Tribunale di Milano – Sezione autonoma misure di prevenzione, di importanti compendi immobiliari e beni mobili a carico di un imprenditore edile di Saronno, è stata conclusa anche la connessa indagine penale a carico di 23 soggetti responsabili di aver accaparrato ingenti guadagni truffando lo Stato tramite un indebito accesso al c.d. bonus facciata. Lo scorso 12 settembre, la Corte di Cassazione ha inoltre rigettato il ricorso proposto dal citato imprenditore di origine campana, attivo nella città di Saronno e zone limitrofe, avverso il provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Milano il 24 gennaio 2023. Dopo che la Corte di Appello di Milano, l’11 gennaio 2024, aveva confermato il decreto di confisca di primo grado, la Suprema Corte ha chiuso definitivamente la vicenda, rendendo irrevocabile la confisca. L’intero patrimonio verrà dunque acquisito dall’erario. L’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati curerà la successiva fase di liquidazione e destinazione dei beni. E’ giunta, quindi, parallelamente alla conclusione la fase delle indagini preliminari del procedimento penale aperto dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio a seguito dell’indagine patrimoniale di prevenzione. L’indagine si concentra sullo stesso imprenditore edile partenopeo, indagato unitamente ad altri 22 soggetti responsabili di aver accaparrato ingenti guadagni truffando lo stato tramite un indebito accesso al bonus facciata. La Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Varese, responsabile per le verifiche di competenza, aveva sviluppato specifica attività di riscontro. L’entità della frode sulla cessione del credito dei bonus edilizi, solo per il 2021, risultava ammontare a circa 7 milioni di euro. Gli accertamenti esperiti dalla Squadra Mobile della Questura di Varese hanno evidenziato come le società facenti capo all’indagato e ai suoi prestanome attestavano come eseguite e terminate le lavorazioni appaltate dai committenti quando, in realtà, non era sovente neanche stato predisposto il relativo cantiere nè richiesta la scia. Ciò al fine di conseguire, mediante l’opzione “sconto in fattura”, un indebito credito di imposta da poter monetizzare anticipatamente attraverso la cessione ad istituti bancari in buona fede. Gli approfondimenti esperiti hanno fatto emergere come le opere di restauro della facciata esterna degli edifici non venissero affatto eseguite, malgrado vi fosse formale attestazione di chiusura dei lavori. inoltre, nella gran parte dei casi in esame, i costi erano del tutto “gonfiati”, per cui spesso gli importi richiesti per i lavori di rifacimento della facciata superavano il valore stesso dell’immobile. Il 3 gennaio 2022 era stato infatti eseguito il provvedimento richiesto dal Questore di Varese di sequestro propedeutico alla confisca disposto dal Tribunale di Milano – Sezione autonoma misure di prevenzione, di importanti compendi immobiliari e beni mobili a carico dell’imprenditore di Saronno, attivo nel settore edile e immobiliare. L’uomo, originario della provincia di Napoli, già gravato da varie condanne passate in giudicato per reati finanziari e contro la persona, aveva un debito nei confronti dell’erario di circa 17 milioni di euro. Al fine di sottrarre l’imponente patrimonio ed i notevoli guadagni illeciti generati dalla commissione di plurimi reati lucrogenetici alle conseguenze patrimoniali di possibili azioni penali e di prevenzione, egli aveva intestato, nel corso degli anni, beni ed attività a prestanomi, continuando a gestire i propri affari illecitamente per interposta persona. L’attività investigativa condotta dalla Divisione Anticrimine della Questura di Varese aveva evidenziato chiaramente che il soggetto aveva creato un’identità fittizia, dichiarando redditi esigui che lo ponevano su una soglia di indigenza. L’imprenditore da anni dichiarava di risiedere in un umile locale interrato sito in una palazzina alle porte di Saronno, illuminato da bocche di lupo. L’ambiente era risultato, tuttavia, totalmente disadorno e disabitato, mero schermo per supportare un’identità fiscale fittizia agli occhi dell’erario. Egli, in realtà, aveva sempre mantenuto un tenore di vita elevatissimo e tutt’oggi dimora abitualmente in una villa con piscina riscaldata unitamente alla sua famiglia. Le modalità con le quali l’uomo era solito condurre i propri affari ha certamente inquinato i meccanismi dell’economia locale, alterando gli equilibri della libera concorrenza e danneggiando le imprese che investono e lavorano onestamente nel settore edile. Lo stesso non aveva infatti esitato neanche ad accaparrarsi i ristori predisposti dallo Stato in favore delle aziende in difficoltà a causa del periodo pandemico. Dall’analisi dei flussi finanziari emergeva chiaramente che l’imprenditore, gravato da imponenti debiti nei confronti del fisco, in realtà era solito vivere nel lusso, spendendo la ricchezza accumulata presso noti negozi di Milano del quadrilatero della moda, in ristoranti stellati e autovetture di alta gamma, oltre a frequentare le più prestigiose e costose località turistiche. Il sistema di copertura creato, in grado di garantirgli impunità, lo aveva spinto anche a commettere continue violazioni al codice della strada: più di 20mila euro di sanzioni per violazioni al volante, non pagate perchè agli occhi dello stato egli nulla possedeva. Il sequestro preventivo aveva interessato 72 fabbricati, 22 terreni (tutti ubicati nell’area territoriale di Saronno e Comuni limitrofi), 3 autovetture, 2 delle quali di alta gamma, 4 autocarri, più di 20 orologi di alto pregio, numerosi gioielli, 30 rapporti bancari/finanziari, 65.000 in contanti, 7 società e relativi complessi aziendali. (ITALPRESS).
Foto: Questura di Varese
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Cronaca
Nestlè, entro 2026 volontariato aziendale retribuito per 450 dipendenti
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1 ora fa-
5 Novembre 2024di
RedazioneASSAGO (MILANO) (ITALPRESS) – Proseguire con le politiche di inclusione lavorativa di persone svantaggiate e coinvolgere entro il 2026 almeno 450 dipendenti in attività di volontariato aziendale retribuito. Questi sono solo alcuni degli obiettivi che il Gruppo Nestlè in Italia si pone all’interno del suo più ampio impegno per generare un impatto positivo nelle comunità in cui opera. Sforzi che sono sempre più riconosciuti e premiati, come dimostra il recente conferimento a Nestlè della medaglia di benemerenza “Il tempo della gentilezza” della Croce Rossa Italiana, per il supporto fornito all’Associazione durante l’emergenza Covid-19 attraverso una raccolta fondi e la donazione di prodotti alimentari.
Nestlè, spiega una nota, “è convinta che le aziende non siano soltanto soggetti a valenza economica, ma che abbiano la responsabilità e la straordinaria opportunità di poter fare la loro parte per migliorare il benessere e la vita delle proprie persone e delle realtà sociali in cui sono inserite”.
Il report “Il nido che condividiamo”, il primo Studio di Impatto Sociale di Nestlè realizzato in collaborazione con LUISS Business School e SCS Consulting, nasce proprio per misurare concretamente l’impatto sociale positivo creato dal Gruppo nel nostro Paese grazie alle sue attività e iniziative, focalizzandosi su cinque macro-aree: benessere delle persone del Gruppo Nestlè in Italia e delle loro famiglie, supporto alle comunità locali, educazione alimentare, salute e benessere nutrizionale, sicurezza sul lavoro. Dallo studio emerge che, complessivamente, nel 2023 il Gruppo Nestlè in Italia ha destinato oltre 3,5 milioni di euro in progetti e misure a impatto sociale.
“L’attenzione verso l’altro e, in particolare, verso i soggetti più fragili e svantaggiati rappresenta il fondamento dell’impegno sociale di Nestlè, che – continua la nota – punta ad aumentare la platea di volontari fra le sue persone, nella convinzione che donare il proprio tempo lavorativo e offrire supporto a chi ne ha bisogno sia una scelta di valore non solo per i singoli individui, ma anche per l’azienda. Le persone che partecipano a esperienze di volontariato aziendale sviluppano infatti alcune soft skills, quali una maggiore empatia e sensibilità verso l’altro, che le portano a rafforzare la loro capacità di lavorare in gruppo e a ridurre quindi la conflittualità. Allo stesso tempo, le attività di volontariato aziendale contribuiscono ad accrescere la motivazione e il legame tra dipendenti e impresa nella condivisione dei valori solidali, con benefici concreti anche sul business”.
Per questo, sono diverse le iniziative e i progetti di volontariato in vari ambiti che Nestlè sta portando avanti nel nostro Paese attraverso la collaborazione con realtà quali, solo per citarne alcune, Banco Alimentare, LILT, VIDAS e grazie anche al supporto della Emotional Community Volontariato, un gruppo di colleghi e colleghe (di genere, età e ruolo spesso molto diversi fra loro) che si riunisce per promuovere e stimolare le persone Nestlè a partecipare a iniziative, aziendali e non, di volontariato.
Il Gruppo Nestlè supporta anche associazioni ed enti benefici, come Banco Alimentare, attraverso donazioni di prodotti alimentari. Solo nel 2023 queste ultime hanno superato le 2mila tonnellate (+10% rispetto al 2022), pari a 41.610 carrelli della spesa, e si aggiungono alle donazioni di natura monetaria, per un totale (sempre lo scorso anno) di 2,2 milioni di euro (+65% rispetto al 2022).
Il forte impegno per il sociale di Nestlè ha spinto l’azienda anche all’adozione di politiche di inclusione lavorativa di persone con disabilità o rifugiati attraverso percorsi che consentano loro di imparare un mestiere, sviluppare nuove competenze e, allo stesso tempo, agevolare in maniera naturale l’inclusione, nonchè un nuovo modo di stare insieme. Il Gruppo ritiene infatti che “la diversità costituisca un tassello fondamentale per lo sviluppo di un business che sia davvero sostenibile, in grado di incidere positivamente non solo all’interno dell’azienda, ma anche sulla collettività. Per questo, Nestlè mira a responsabilizzare le sue persone sull’importanza del rispetto e dell’inclusione non solo sul luogo di lavoro, ma in ogni contesto sociale”.
“In Nestlè crediamo fermamente che il valore del nostro business non debba essere misurato solo in termini di performance economica, ma anche guardando all’impatto sociale che generiamo sulle comunità in cui siamo presenti. Per questo, ci impegniamo ogni giorno con iniziative concrete che puntano a migliorare la vita delle persone e a spronare i nostri collaboratori a fare la differenza – ha dichiarato Marco Travaglia, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Nestlè in Italia – Siamo convinti che la diversità costituisca un fattore vincente e, pertanto, lavoriamo per garantire pari opportunità a tutti, indipendentemente da genere, etnia, età e creare un ambiente in cui ogni voce venga ascoltata e valorizzata”.
– foto ufficio stampa Nestlè –
(ITALPRESS).
Cronaca
Welfare, Mundys avvia “Equilibrium” per il benessere dei dipendenti
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5 Novembre 2024di
RedazioneROMA (ITALPRESS) – Un nuovo capitolo di welfare aziendale dedicato al benessere globale dei dipendenti: è “Equilibrium’, progetto avviato da Mundys, azienda internazionale di infrastrutture e mobilità che con 23.000 dipendenti opera in circa 30 Paesi e gestisce 5 aeroporti, circa 9.000 chilometri di autostrade e una serie di servizi digitali per la mobilità che semplificano gli spostamenti della vita quotidiana. Mundys ha da tempo intrapreso un innovativo percorso di valorizzazione delle proprie persone, costruendo una cultura organizzativa che guardi ai risultati (il “cosa”) unitamente al modo in cui questi vengono raggiunti (il “Come”).
L’approccio definito “human centric” è olistico e abbraccia ogni aspetto del vissuto aziendale, incluso il benessere organizzativo del lavorare in azienda, inteso come: modello di lavoro, sostegno alla salute psico-fisica, ricerca dell’equilibrio tra professione e vita privata.
Questo percorso si arricchisce di un nuovo capitolo: il progetto Equilibrium appunto, un’iniziativa che si aggiunge all’impianto di welfare via via sviluppato da Mundys e che mira a promuovere il benessere globale dei dipendenti. Il progetto è frutto delle sfide degli ultimi anni che invitano chi lavora in azienda a sapersi muovere nel cosiddetto “Vuca” (volatilità, incertezza, complessità, ambiguità) affrontando situazioni economiche e politiche in rapida e continua trasformazione, in cui la complessità sociale è una costante. Tutto questo richiede una capacità di continuo e naturale adattamento, competenza chiave
del vivere quotidiano e dell’abitare Mundys oggi, contando sulla contaminazione culturale, il confronto continuo tra tutti gli stakeholder e la capacità di lavorare insieme.
Un’analisi annuale attraverso la quale Mundys rileva il livello di ben-essere delle persone che lavorano in azienda, utilizzando i KHI, ovvero i Key human indicators, che, a differenza dei più noti KPI (Key performance indicators) per l’analisi dei processi aziendali, misurano la metrica umana. I risultati dell’indagine aiutano a comprendere come vengono gestite le emozioni e regolate nella relazione con l’altro, che livello di consapevolezza individuale e sociale ciascuno ha, quanto si sente parte dell’azienda, indagando le dimensioni di Relazione e Inclusione, Fiducia e Ingaggio, Responsabilità e Coraggio manageriale, Energia trasformativa, bilanciamento ed equilibrio tra agenda professionale e personale.
Per quanto alcuni interventi e strumenti professionali possano offrire le migliori condizioni nel condividere lo stesso spazio e lo stesso tempo in azienda il dipendente – in quanto individuo responsabile dei propri obiettivi, aspettative e scelte – è l’unico a poter indirizzare il suo percorso di crescita e consolidare la propria stabilità e maturità (personale e professionale). L’azienda può tuttavia affiancare il percorso di ognuno, dotandosi di strumenti in grado di promuovere il benessere psico-fisico delle proprie persone.
In particolare, Mundys ha concentrato il proprio impegno su diversi aspetti del vivere dentro fuori e l’azienda, tra cui: la
flessibilità; Mundys ha introdotto da diversi anni un modello di lavoro “ibrido” in cui si ha la possibilità di pianificare giornate di lavoro da remoto per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Questa flessibilità, che sostiene l’equilibrio personale ma anche l’impegno all’agenda di sostenibilità, per la riduzione di emissioni di CO2, non manca di valorizzare il lavoro in presenza che rappresenta il legame più forte e costante della condivisione di idee, emozioni e della creazione di reti organizzative; un check up annuale che prevede 16 visite – tra cui una con il medico nutrizionista per definire un percorso di ri-educazione alimentare, partendo dall’analisi di alcuni indicatori (ormoni) del benessere di quel momento: melatonina: responsabile della regolazione ciclo sonno-veglia, per indicare la qualità del riposo e la regolarità del sonno; cortisolo: regolatore della pressione arteriosa e del sistema immunitario; testosterone: funzionale alla produzione di globuli rossi, per regolare l’umore, le funzioni cognitive e mantenere la massa muscolare; omocisteina: indicatore della salute cardiovascolare e/o dell’eventuale carenza di acido folico e vitamine; DHEA: responsabile del corretto funzionamento del sistema nervoso, e del mantenimento del metabolismo osseo; un monitoraggio della postura in ufficio con il supporto di uno Posturologo che analizza i “vizi posturali” e suggerisce esercizi correttivi personalizzati; integrazione, all’interno dei Food Corner (aree già esistenti negli uffici di Mundys), di alimenti che abbiano una funzione di integratori naturali, per nutrire il benessere quotidiano e allenare un’educazione alimentare; un invito “formale” attraverso la registrazione della voce “Walk out” – disponibile nel sistema presenze dell’azienda – di un intervallo della pausa pranzo dedicato a una passeggiata per rigenerare mente e corpo al di fuori dell’edificio aziendale, all’aperto e nelle città e comunità in cui l’azienda lavora.
Il piano welfare aziendale prevede una serie di misure volte a supportare i dipendenti e i loro familiari. Alcuni esempi: i rimborsi spese per la propria istruzione e quella della famiglia, dai livelli prescolari fino agli studi universitari e post-laurea, inclusi i corsi di formazione continua. In più, il piano copre le spese per l’acquisto dei libri scolastici, attività extrascolastiche quali campus estivi e vacanze studio, nonchè corsi di lingua e informatica. Sono previsti indennizzi anche per servizi di baby-sitting e assistenza agli anziani. Inoltre, il piano prevede anche buoni acquisto utilizzabili per attività culturali e sportive. Tutti i lavoratori possono usufruire anche di una polizza sanitaria, estendibile ai familiari e di una polizza vita. Tra le numerose iniziative promosse a favore della mobilità sostenibile, è garantito l’abbonamento annuale dei mezzi pubblici utilizzati per raggiungere le sedi di lavoro di Roma e Milano e di un parco auto full electric.
In ambito Formazione, negli ultimi 3 anni il Gruppo ha investito in oltre 1,6 milioni di ore di formazione per il personale con un focus sulla costruzione di quelle competenze che aiutano a restare competitivi in un mondo che evolve velocemente – ne sono un esempio le oltre 100.000 ore di formazione in materia di sostenibilità erogate al senior management del gruppo che è chiamato a guidare la transizione verde, digitale e sociale del nostro business, così come le prime sessioni pilota in ambito GenAI per formare i dipendenti su come usare questa nuova tecnologia nell’agenda di lavoro quotidiana.
Il modello di We Economy, che Mundys applica da 3 anni, è basato su equità retributiva e accessibilità a percorsi di crescita e sviluppo.
Oggi, nella Capogruppo a tutti sono riconosciute forme organizzative e retributive trasparenti, eque e inclusive.
Il modello “We Economy” – è stato pensato per creare un’organizzazione connotata dall’ampia condivisione delle responsabilità e delle opportunità, in questo modo, la retribuzione di ogni dipendente è strutturalmente formata da 3 elementi ordinari: lo stipendio, la remunerazione variabile e i piani di welfare integrativi. La Capogruppo ha completato il percorso di eliminazione di qualunque differenziale retributivo tra dipendenti di genere maschile e femminile, che ricoprono le medesime posizioni o posizioni dello stesso livello organizzativo. Questo su tutte le componenti della remunerazione, sia monetaria (fisso, variabile), sia in natura (benefits).
A livello di Gruppo, Mundys ha l’impegno di colmare entro il 2030 il divario retributivo di genere.
Fanno parte della We Economy anche gli stessi strumenti di accessibilità a percorsi di ascolto, formazione e sviluppo per il Gruppo.
Liberare il potenziale delle persone che lavorano per le aziende di Mundys è un obiettivo della strategia della Capogruppo, che intende costruire una talent factory (fabbrica di talenti), incoraggiando e sponsorizzando percorsi di carriera nazionali e internazionali tra le proprie aziende operative, favorendo una contaminazione culturale che porti valore, confronto e scambio nelle organizzazioni.
E’ oramai parte dell’azienda il modello di cittadinanza attiva per cui tutti i dipendenti di Mundys, che intendono offrire il loro impegno nell’ambito del terzo settore, possono usufruire fino a 10 giorni retribuiti per collaborare con associazioni, enti e istituti che svolgono attività benefiche caritatevoli, assistenziali, sociali, religiose, artistiche, culturali, sportive e ambientali.
L’accordo è stato sottoscritto con tutte le principali rappresentanze sindacali del settore e crea un’opportunità di azione concreta dei dipendenti e di vicinanza e integrazione tra Mundys, la società civile e le comunità in cui opera. L’iniziativa si configura, inoltre, come un’occasione per arricchire la sensibilità e le attitudini proprie del mondo non profit divenute ormai sempre più preziose e importanti, oltre che di grande rilevanza sociale: tenacia e concretezza, identità e diversità, apertura e inclusione, relazione e solidarietà, vicinanza e reciprocità, individualità e comunità.
I progetti di sostegno all’Ucraina e all’Emilia Romagna degli ultimi due anni sono le pagine più significative dei contributi umanitari dei dipendenti di Mundys.
Le linea guida sulla Diversità, Uguaglianza e Inclusione (DE&I) hanno la finalità di: favorire e promuovere una cultura della diversità, valore fondativo del concetto di uguaglianza e inclusione, che Mundys sostiene nel proprio modello di fare impresa; garantire a ciascun dipendente uguali condizioni ed opportunità, senza distinzioni di età, sesso/genere e identità di genere, orientamento sessuale, etnia/cultura, religione, condizione fisica e disabilità, condizione economica, opinione politico-sindacale e altro; informare tutti i lavoratori sui diritti e sui doveri per la prevenzione e la rimozione di ogni comportamento discriminatorio, per la promozione di un clima di lavoro che assicuri il rispetto della dignità di ciascuno; a oggi, le donne che ricoprono le circa 1700 posizioni manageriali nel gruppo sono circa il 31% e Mundys ha l’ambizione di continuare a promuovere la rappresentanza di genere a tutti i livelli nell’organizzazione, a partire da quelli manageriali dove almeno 1 manager su 3 deve sarà una donna entro il prossimo triennio.
Con le recenti emissioni di Sustainability-Linked Bond per oltre 1 miliardo di euro, Mundys ha confermato il suo forte impegno a integrare la sostenibilità nella propria strategia di finanziamento: oggi il 100% del i debito e linee di credito della capogruppo sono collegate e indicatori ESG. I tassi d’interesse aumentano o diminuiscono in base ai progressi che il Gruppo realizza sugli obiettivi ambientali e sociali, misurati da tre indicatori di performance, tra cui i progressi nella pari opportunità di genere nei ruoli manageriali, gli altri sono relativi alla decarbonizzazione delle proprie fonti energetiche e alla velocità di transizione verso l’energia elettrica verde.
“La ricerca di un equilibrio tra corpo, mente ed emozioni è possibile. Il progetto Equilibrium nasce per sostenere il benessere dei dipendenti – afferma Maria Sole Aliotta, Human Resources Director di Mundys -. Ogni anno, attraverso indagini approfondite sul benessere, raccogliamo dati preziosi per comprendere le esigenze dei lavoratori e per migliorarne la qualità di vita. Da tempo Mundys opera con un approccio che guarda al benessere della persona a 360° per offrire un ambiente di lavoro equilibrato e attento alle esigenze personali di ciascuno di noi: – salute (prevenzione con check-up annuale che include specifiche analisi su ormoni del benessere e che copre anche i famigliari del dipendente) – benessere digitale con diritto alla disconnessione – benessere psichico con piano di welfare aziendale che offre fra i vari servizi (per famiglie, educazione, assistenza, attività sportive, viaggi) anche counseling psicologico e coaching”.
“Questa iniziativa fa parte del più ampio impegno di Mundys sul fronte ESG: in questo caso, particolare attenzione è dedicata agli aspetti sociali della nostra comunità lavorativa”, conclude Aliotta.
– foto ufficio stampa Mundys –
(ITALPRESS).
Cronaca
Colite Ulcerosa, al via campagna “Io Esco” di Alfasigma e Amici Italia
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5 Novembre 2024di
RedazioneBOLOGNA (ITALPRESS) – “La vita là fuori è più bella. E si vede”. Spesso le persone che combattono ogni giorno con le sfide di una patologia cronica, debilitante e stigmatizzante quale la colite ulcerosa (CU), vivono all’ombra di sintomi e segni che condizionano negativamente la loro quotidianità. Una patologia che interessa 5 milioni di persone al mondo e che in Italia si prevede possa raggiungere un’incidenza di oltre 331mila casi nel 2025. Si manifesta soprattutto nei giovani adulti, influenzando in modo significativo la loro vita sociale e lavorativa ed è con l’obiettivo di aiutarli a raggiungere una maggiore consapevolezza nella gestione della patologia, che Alfasigma promuove la campagna Colite Ulcerosa – IO ESCO.
In collaborazione con AMICI Italia, Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, e con il patrocinio della società scientifica IG-IBD, The Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease, la campagna si pone l’obiettivo di offrire ai pazienti strumenti concreti per migliorare la gestione della patologia e la qualità di vita, attraverso un mix di canali digitali, facilmente accessibili da ogni device elettronico, ed eventi in presenza, favorendo un dialogo aperto e trasparente con clinici esperti.
Se da un lato, infatti, la Colite Ulcerosa è una patologia sempre meglio compresa e gestita, dall’altro, buona parte del peso necessario per garantire una qualità di vita accettabile è a carico della volontà, dell’impegno e dei percorsi individuali intrapresi dai pazienti, che devono e possono essere formati per affrontare al meglio la patologia e le sue sfide. Per questo, è fondamentale fornire loro informazioni chiare e pratiche su aspetti cruciali della vita di tutti i giorni quali l’alimentazione, la sfera sessuale e relazionale e anche sull’impatto sociale e psicopatologico legato alla patologia.
Commenta Massimo Fantini, Segretario Generale IG-BD “Oggi incontriamo spesso due tipi di pazienti: da un lato la persona che non crede più che potrà curare la Colite Ulcerosa, e si arrende ad una vita con molte limitazioni. Dall’altro c’è invece chi comincia a stare meglio grazie alle cure e quindi pensa di poter smettere la terapia”. “In entrambi i casi – conclude Fantini – è necessario formare i pazienti al controllo della patologia, perchè siano sempre a bordo del percorso e aiutarli a mantenere un buon livello di cooperazione con il medico”.
La campagna si sviluppa attraverso una serie di strumenti e iniziative sia online che in presenza. La parte integrante dell’iniziativa, è composta da tre eventi locali gratuiti organizzati presso altrettanti ospedali specializzati anche nella cura della Colite Ulcerosa, durante i quali i pazienti, insieme a famigliari e amici, avranno l’opportunità di dialogare direttamente con clinici esperti e l’associazione pazienti AMICI.
Un sito web dedicato https://www.coliteulcerosa-ioesco.it/ e una pagina Instagram https://www.instagram.com/ioesco1/ offrono approfondimenti e consigli utili.
Inoltre, è stato realizzato un video di campagna https://www.coliteulcerosa-ioesco.it/ pensato appositamente per i social media con l’obiettivo di coinvolgere la comunità e aumentare la consapevolezza sul tema trattato. A supporto di tutto questo, verrà distribuita anche una guida pratica (scaricabile) dove il paziente troverà informazioni sui sintomi, percorsi, diritti, stili di vita, e dove potrà prendere nota di dubbi, difficoltà, progressi da condividere con il proprio medico. L’obiettivo è aiutare il paziente a compilare il proprio piano di azione di gestione della CU grazie alla conoscenza e al dialogo con il medico e il team multidisciplinare.
“La colite ulcerosa è una sfida quotidiana, non solo per il paziente ma anche per le persone che si prendono cura di lui/lei, ma con il giusto supporto e una rete di persone informate e solidali, i pazienti possono vivere appieno la propria vita, senza rinunce – commenta Salvo Leone, Direttore Generale AMICI, Associazione nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino – Con la campagna ‘IO ESCO’, vogliamo incoraggiare ogni paziente a uscire dall’ombra della malattia, a prendersi cura di sè con fiducia e a costruire una nuova normalità, senza barriere invisibili. La collaborazione con Alfasigma e il supporto di IG-IBD ci permette di offrire strumenti concreti, informazione chiara e un sostegno autentico: perchè vivere con la colite ulcerosa non significa più vivere limitati. Questa è una chiamata al coraggio e alla consapevolezza, affinchè ogni paziente possa dire con determinazione: ‘Io esco!’”.
“Grazie alla collaborazione con specialisti e associazioni di pazienti, ci impegniamo a sviluppare un dialogo con tutti gli stakeholder per contribuire concretamente all’innovazione nella gestione della patologia, obiettivo che stiamo perseguendo con questa prima campagna italiana, unica nel suo genere – sottolinea Marco Castino, General Manager Alfasigma Italia -Da oltre 75 anni, infatti, Alfasigma si dedica con passione al miglioramento della qualità di vita dei pazienti. La nostra missione è guidata dalla volontà di offrire risposte concrete ai bisogni insoddisfatti dei pazienti, e il nostro impegno nella colite ulcerosa ne è un chiaro esempio”.
La campagna IO ESCO include tre eventi in presenza, progettati per offrire ai pazienti una panoramica completa sulla gestione della Colite Ulcerosa. Durante questi incontri, i partecipanti potranno dialogare con gli esperti in Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) degli Ospedali coinvolti e ascoltare testimonianze, raccogliere informazioni pratiche e utili nel quotidiano per migliorare la gestione della patologia. Ogni evento prevede sessioni interattive e momenti di confronto diretto con i relatori e si concluderà con un momento dedicato alle tecniche di respirazione per migliorare la gestione dello stress e il rilassamento.
Gli eventi, a ingresso libero e gratuito, si terranno presso i seguenti ospedali, specializzati anche nella diagnosi, trattamento e gestione della Colite Ulcerosa: Ospedale Cisanello di Pisa, sabato 9 novembre, dalle 9 alle 13; IRCCS “S. De Bellis” Castellana Grotte (Centro Congressi), sabato 23 novembre, dalle 9 alle 13; Spedali Civili di Brescia (Sala Montini), sabato 7 dicembre, dalle 9 alle 13.
– foto ufficio stampa Alfasigma –
(ITALPRESS).
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