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Economia

Iren, Dal Fabbro premiato tra le 100 eccellenze italiane

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ROMA (ITALPRESS) – Luca Dal Fabbro, presidente del Gruppo Iren ha ricevuto il premio “100 Eccellenze Italiane” promosso dall’associazione Liber con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri e di undici ministeri. Il riconoscimento rende merito a chi, con il proprio talento e impegno, continua a dare lustro all’Italia nel mondo e a plasmare il futuro del Paese. Tra le motivazioni dell’assegnazione del premio, consegnato presso la sala Regina di Montecitorio, è stata ricordata la costante attenzione per la sostenibilità e l’economia circolare e la capacità di realizzare progetti e investimenti innovativi e strategici per il futuro del Paese.
“Il riconoscimento valorizza ulteriormente il mio impegno e quello del Gruppo Iren quale leader nella transizione energetica”, ha dichiarato Dal Fabbro. “Realtà solide come Iren hanno le potenzialità per migliorare il nostro sistema, le nostre città e le nostre vite. Come Gruppo, attraverso il lavoro di sviluppo e ricerca sulle materie prime critiche, ad esempio, stiamo affermando in Italia un nuovo paradigma di sostenibilità che potrà rendere il nostro Paese una realtà fortemente competitiva dal punto di vista industriale e indipendente dall’estero”, ha aggiunto. Una peculiarità della cerimonia è la partecipazione di un Comitato d’Onore, composto da rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e dell’industria. A guidarlo per la X edizione è stato Tommaso Miele, presidente aggiunto della Corte dei Conti , che ha sottolineato l’impegno condiviso di premiare chi porta avanti con orgoglio l’eccellenza italiana.
(ITALPRESS).
-Foto: ufficio stampa Iren-

Economia

In Italia il più alto numero di lavoratrici indipendenti in Ue

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MESTRE (ITALPRESS) – Nonostante l’Italia ha il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa, presenta in termini assoluti il numero più elevato di lavoratrici indipendenti.
Nel 2023, le donne italiane in possesso di partita Iva che lavorano come artigiane, commercianti, esercenti o libere professioniste ammontano a 1.610.000, a fronte di 1.433.100 presenti in Francia e 1.294.100 occupate come autonome in Germania. A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia.
L’assoluto primato delle imprenditrici assume una rilevanza ancor più significativa se si considera che la popolazione femminile italiana in età lavorativa, compresa tra i 20 e i 64 anni, è costituita da 17.274.250 persone; al contrario, la Francia registra un surplus di 1,9 milioni di donne rispetto a tale cifra e la Germania supera addirittura il nostro dato di ben 7,3 milioni. Circa il 56% delle donne imprenditrici attive nel nostro Paese è impiegato nel settore dei servizi alla persona e nei servizi alle imprese. Inoltre, poco meno del 20% opera nel commercio, mentre poco oltre il 10% è attivo nell’Horeca e circa un ulteriore 6% nell’industria, medesima percentuale si riscontra anche nell’agricoltura. Il basso tasso di occupazione femminile in Italia è principalmente attribuibile all’elevato carico di lavoro domestico che grava sulle spalle delle donne. Purtroppo, il nostro Paese ha storicamente investito in misura limitata nello sviluppo dei servizi sociali e della prima infanzia, penalizzando le donne in modo duplice. In assenza di adeguati investimenti in questi ambiti non sono stati creati nuovi posti di lavoro che avrebbero potuto essere occupati prevalentemente da donne. Numerosi studi a livello internazionale dimostrano come l’imprenditoria femminile possa rappresentare una chiave per incrementare l’occupazione femminile; infatti le donne che fanno impresa tendono ad assumere altre donne in misura significativamente maggiore rispetto ai loro colleghi maschi.
La letteratura specializzata evidenzia almeno due fattori che motivano le donne a intraprendere un percorso imprenditoriale.
Il primo è strutturale ed è correlato alla condizione socio-economica: situazioni di disoccupazione, tradizioni familiari o la presenza di incentivi economici inducono a considerare l’imprenditorialità come necessità. Il secondo fattore è motivazionale e concerne ragioni intrinseche che spingono le donne ad abbracciare tale opportunità; questo aspetto sembra rispecchiare maggiormente la sensibilità femminile. Grazie all’autoimprenditorialità, le donne possono gestire con maggiore flessibilità gli impegni lavorativi insieme a quelli familiari. Inoltre, coloro che si trovano in condizioni di inattività a causa della nascita di un figlio incontrano notevoli difficoltà nel reinserirsi nel mercato del lavoro. L’autoimpiego si è affermato come uno degli strumenti più efficaci per riconquistare protagonismo nella propria vita professionale e realizzare i propri obiettivi e aspirazioni nella speranza di ottenere risultati economici gratificanti e una maggiore indipendenza.
Sono le province del Mezzogiorno a registrare l’incidenza percentuale più elevata di imprese a conduzione femminile sul totale delle attività presenti in ciascuna delle 105 realtà territoriali monitorate dall’Ufficio studi della Cgia. A guidare la graduatoria nazionale è Cagliari con il 40,5% delle attività guidate da donne sul totale provinciale (in valore assoluto sono 13.340). Seguono Benevento con 30,5% (9.227), Avellino con il 30,2% (11.149), Nuoro con il 29,3% (6.743) e Chieti con il 28,9% (11.009). La prima provincia del Nord è La Spezia che si colloca al 18° posto a livello nazionale con una incidenza del 26,4% (4.582). Se, invece, riformuliamo la classifica nazionale in base al numero assoluto di imprese femminili, in vetta scorgiamo la Città Metropolitana di Roma con 76.519 attività “in rosa” (pari al 22,7% del totale delle imprese presenti a livello provinciale). Seguono Milano con 57.341 (17,9%), Napoli con 55.904 (21,7%), Torino con 44.051 (22,4%) e Bari con 27.975 (28,9%).
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-

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Economia

A Natale accelerano i consumi, spesi 9 miliardi

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ROMA (ITALPRESS) – Una settimana di Natale “con i fiocchi”, non solo per la neve caduta in abbondanza, ma anche per gli acquisti, superiori alle attese: da venerdì 20 ad oggi sono stati spesi, tra prodotti alimentari, regali e viaggi circa 9 miliardi di euro. Un balzo che, però, non compensa del tutto l’andamento lento delle vendite della prima parte di dicembre.
E’ quanto stima Confesercenti sulla base di un sondaggio condotto sui propri associati per tracciare un primo consuntivo dell’andamento delle vendite delle feste.
L’accelerazione finale degli acquisti ha però visto le attività commerciali di vicinato vincere decisamente la battaglia con l’online per gli ultimi regali, con il 78% delle imprese associate che segnala vendite in ripresa rispetto alla settimana precedente. Tra i doni dell’ultimo minuto, protagonisti prodotti e accessori di abbigliamento, in testa sia alla classifica generale che in quella degli acquisti last minute. Salgono invece al secondo posto prodotti gastronomici, seguiti da giocattoli e poi libri e prodotti da enoteca: sono stati moltissimi gli italiani che hanno regalato una ‘bottiglià sotto l’albero, con un primato delle ‘bollicinè made in Italy.
Gli acquisti alimentari, però, sono stati trainati soprattutto da cene e pranzi domestici: oltre l’80% degli italiani ha trascorso 24 e 25 dicembre a casa propria o di parenti. Sulla tavola, si sono confermati i prodotti della tradizione, soprattutto tra i dolci, dove il panettone – sempre più spesso artigianale e sempre meno industriale – ha battuto decisamente il pandoro. Per il resto, i piatti a base di pesce sono stati protagonisti delle cene della Vigilia, mentre per i pranzi di Natale c’è stata una prevalenza dei prodotti ‘dei montì sul ‘marè.
“Ora l’auspicio delle imprese – spiega Confesercenti – è che l’accelerazione dei consumi duri fino a San Silvestro: un buon andamento delle vendite nei giorni immediatamente antecedenti al Natale, infatti, segnala spesso un ultimo dell’anno all’insegna dei migliori risultati. E, stando alle aspettative degli esercenti del settore moda, l’avvio dei saldi potrebbe segnare una decisa affermazione delle vendite effettuate presso le attività del territorio”.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).

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Economia

Intesa Sanpaolo, gli omaggi natalizi diventano donazioni per i bambini

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TORINO (ITALPRESS) – Su iniziativa del Consigliere Delegato e CEO Carlo Messina, Intesa Sanpaolo ha devoluto l’equivalente degli omaggi natalizi a quattro organizzazioni del Terzo settore impegnate ad assistere i bambini malati e con disabilità e le loro famiglie. Il sostegno è parte del grande programma della Banca per il contrasto alle disuguaglianze che destina al sociale 1,5 miliardi di euro entro il 2027. Per Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, ha affermato, “Il nostro programma per la riduzione delle povertà – 1,5 miliardi di euro entro il 2027 – è uno dei più imponenti di un soggetto privato nel nostro Paese. Questa nuova iniziativa pensa ai bambini che si affacciano alla vita con gravi difficoltà e alle loro famiglie, per dare un sollievo in questi giorni di festa. La Banca ha molto a cuore le persone con disabilità e malate, verso le quali sviluppa progetti specifici di sostegno, che siano colleghe e colleghi o cittadini attraverso il sostegno ad associazioni dedicate”. L’iniziativa si inserisce nell’impegno di Intesa Sanpaolo per il sociale, parte del Piano di Impresa 2022-2025. La Banca mette in relazione soggetti del Terzo Settore, aziende e istituzioni secondo un progetto che si distingue per capacità di individuare il bisogno, programmazione pluriennale, capillarità degli interventi e pluralità dei soggetti coinvolti. I quattro beneficiari, già partner di Intesa Sanpaolo, sono: VIDAS – hospice pediatrico “Casa Sollievo” – Milano; FONDAZIONE GASLINI – pendolarismo sanitario per famiglie di bambini non genovesi – Genova; DYNAMO CAMP – accoglienza di bambini e ragazzi con patologie croniche e gravi – Limestre (Pistoia); CENTRO SPORTIVO ITALIANO (CSI) – Sport e disabilità infantile – Territorio nazionale. (ITALPRESS).

fonte foto: ufficio stampa Intesa Sanpaolo

 

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