Cronaca
Cremona celebra il fiume Po tra natura e spirito olimpico
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3 settimane fa-
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Redazione
CREMONA (ITALPRESS) – Sabato 17 e domenica 18 maggio il parco del Lungo Po Europa ha ospitato La Grande Festa del Fiume Po, una manifestazione pensata per rendere omaggio al fiume come simbolo naturale, culturale e identitario, ma anche per proiettarlo al centro di una nuova visione strategica in vista dei Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026. L’evento, promosso dall’Assessorato al Turismo del Comune di Cremona e sostenuto dall’Assessorato al Turismo, Marketing territoriale e Moda della Regione Lombardia, ha rappresentato la quinta tappa del progetto Cuori Olimpici, parte integrante dell’iniziativa regionale Il cuore dei Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano-Cortina 2026. Un appuntamento che ha richiamato un pubblico eterogeneo, confermando la capacità del Po di diventare protagonista non solo di un paesaggio mozzafiato ma anche di un racconto collettivo che intreccia sport, cultura, ambiente e comunità. Il format rinnovato ha proposto un ricco programma di iniziative rivolte a tutte le età: incontri, talk, sport all’aperto, concerti, momenti di benessere, percorsi naturalistici e uno spazio dedicato al food e al mercato, in un’atmosfera festosa e partecipata. A sottolineare il valore strategico dell’evento è stata l’Assessore regionale al Turismo, Barbara Mazzali: “Con la quinta tappa del progetto regionale Cuori Olimpici, il Grande Fiume Po diventa palcoscenico d’eccezione per raccontare una Lombardia diversa, autentica, profonda. Siamo nel cuore del Cremonese, un territorio ricco di fascino e di potenziale turistico ancora in parte inesplorato. Grazie a questa iniziativa legata a Milano-Cortina 2026, vogliamo dare risalto a luoghi simbolici e identitari, rendendoli protagonisti di un racconto corale che unisce sport, cultura, ambiente e comunità”. Un progetto che, nelle intenzioni dell’amministrazione lombarda, vuole fare dei grandi eventi non solo una vetrina internazionale, ma un’occasione per attivare filiere locali, generare indotto e costruire nuove narrazioni territoriali. “Cremona, città d’arte e patria della grande musica liutaria, offre da sempre un patrimonio inestimabile che merita visibilità – prosegue Mazzali -. Ma con Cuori Olimpici, il nostro sguardo si allarga: a conquistare la scena è il fiume Po, icona paesaggistica e culturale che attraversa la provincia come un nastro di vita e bellezza. Lungo le sue rive si snoda un mosaico di esperienze: piste ciclabili immerse nella natura, campeggi a contatto con il paesaggio, percorsi naturalistici, crociere fluviali e punti ristoro dove la cucina tradizionale diventa un viaggio nei sapori locali”. La festa, oltre ad essere un momento di aggregazione e promozione del territorio, ha assunto anche una valenza sociale, grazie alla collaborazione tra Regione Lombardia e Avis. In ogni tappa del progetto Cuore delle Olimpiadi è presente uno stand informativo dell’Associazione Volontari Italiani del Sangue per sensibilizzare sulla donazione del sangue. “Il turismo esperienziale, sostenibile e di qualità parte proprio da qui: dal desiderio di vivere un territorio con lentezza, intensità e rispetto. Ed è questo il volto che vogliamo offrire ai visitatori internazionali, in cammino verso il 2026”, conclude l’assessore regionale. Anche il Comune di Cremona ha espresso grande soddisfazione per l’esito della manifestazione. Il sindaco Andrea Virgilio ha voluto sottolineare il lavoro di squadra e la continuità dell’impegno sul territorio: “Ringrazio Regione Lombardia e tutte le persone che hanno contribuito a questo evento. Questo non è soltanto un evento, ma la punta di un iceberg, perchè c’è un lavoro costante con Regione anche rispetto al tema della valorizzazione del fiume. Abbiamo inaugurato qualche anno fa l’attracco. Avevamo ricevuto finanziamenti importanti per il campeggio, e adesso il campeggio è una realtà funzionante e abbiamo dato spazio all’impresa privata. L’area pubblica del Po va estremamente valorizzata attraverso manifestazioni come queste. Ed è meravigliosa vederla nella quotidianità. Il compito delle istituzioni è quello di dare vetrina. Il nostro territorio ha tante eccellenze e noi dobbiamo essere capaci di valorizzarle”. Sulla stessa linea anche l’Assessore con delega al Turismo, Luca Burgazzi, che ha posto l’accento sul ruolo dinamico dell’Amministrazione e sulle nuove prospettive attivate: “Il lavoro del nuovo Ufficio Musica del Comune di Cremona prosegue nell’intento di rafforzare ed agevolare la crescita e il dinamismo della nostra città. Con La Grande Festa del Fiume Po si è voluto, anche grazie al prezioso contributo di Regione Lombardia, portare ad una consistente crescita l’evento, arricchendolo con nuove sinergie, consolidamento e prospettiva. Si conferma con questo la volontà dell’Amministrazione di voler vivere una Cremona sempre più in movimento, fresca e propositiva, anche al di fuori del solo contesto locale, in termini di opportunità e ricettività”. Grande successo anche per i gadget ufficiali distribuiti allo stand di Regione Lombardia, tra cui la t-shirt brandizzata Cuori Olimpici, realizzata dallo sponsor Arthur D. Little. In attesa delle Olimpiadi del 2026, La Grande Festa del Fiume Po ha dunque offerto un assaggio del volto più autentico e accogliente della Lombardia: un territorio che sa raccontarsi con orgoglio, attraverso le sue acque, i suoi sapori, la sua musica e la sua gente.
– foto xp2/Italpress –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Il progetto dei medici di famiglia per cura e gestione degli anziani
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1 ora fa-
9 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – L’Italia è un Paese che invecchia sempre più. Gli over 65 sono 15 milioni, di cui la metà con più di 75 anni. Inoltre, molti anziani vivono in aree difficili da raggiungere: piccoli paesini, talvolta isolati, sulle montagne, difficili da raggiungere sia in macchina che con i mezzi pubblici. Una serie di circostanze che rende complicato per i medici di famiglia prendersi cura proprio di chi ne avrebbe più bisogno. Questa difficoltà sopraggiunge proprio in una fase in cui la Medicina Generale sta attraversando profonde trasformazioni. Per far fronte a questa situazione servono nuovi strumenti, oltre naturalmente alla digitalizzazione: la Valutazione Multidimensionale (VMD) del paziente anziano, ossia un’analisi che prenda in considerazione complessivamente gli aspetti clinici, psicologici e sociali, risponde proprio a questa esigenza. Questo tema è emerso in diverse sessioni dei recenti Congressi regionali della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG, che in questa prima parte del 2025 hanno riunito centinaia di medici di famiglia di Abruzzo, Marche, Molise, Umbria, Veneto e Sicilia.
A incidere maggiormente sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza dell’anziano non è tanto la multimorbilità (la presenza di diverse malattie), ma lo stato di disabilità determinato dalla fragilità. Identificare la popolazione fragile permette di definire un percorso di cura specifico. Si parla quindi di “medicina della complessità”, che presta attenzione ai bisogni “globali” della persona e non alle sole malattie, prendendo in considerazione complessivamente aspetti clinici, psicologici e sociali per la definizione di percorsi diagnostici e terapeutici su misura, con l’obiettivo di migliorare le prognosi e limitare ospedalizzazioni e ricoveri nelle RSA.
Uno strumento come la Valutazione Multidimensionale ha particolare rilievo in alcuni specifici contesti geografici.
“Abruzzo, Marche, Molise, Umbria sono regioni che si contraddistinguono per la forte presenza di piccoli comuni, spesso mal collegati, aree interne difficili da raggiungere, comunità montane, oltre a una forte discrepanza nella densità tra le città e le zone rurali – ha spiegato Gabriella Pesolillo, Responsabile Scientifica del Congresso SIMG Interregionale e Segretario SIMG Abruzzo, una delle regioni più anziane d’Italia, con addirittura 595 persone ultracentenarie (dati ISTAT) -. Per questa conformazione del territorio, le zone periferiche spesso non hanno un’adeguata copertura della Medicina Generale, che sta a sua volta conoscendo una riduzione del personale. La difficoltà emerge soprattutto nelle visite domiciliari: lo stesso Medico di famiglia talvolta deve percorrere lunghi tratti prima di spostarsi da un paesino all’altro, riducendo così il numero di visite. Con la Valutazione Multidimensionale cambia la prospettiva: il paziente non viene considerato solo sulla base delle patologie che lo affliggono, ma anche dal punto di vista sociale, psicologico, familiare, prevedendone così la fragilità. La stessa malattia, ad esempio una bronchite, può avere un decorso diverso nelle persone di pari età e con lo stesso quadro clinico ma con diverse situazioni”.
“I nuovi bisogni di salute dei cittadini, come ci dicono le esperienze avanzate del Veneto, trovano risposte adeguate quando si creano le condizioni per un’esperienza di lavoro integrato tra MMG e infermieri come risposta a questa emergenza sanitaria, sviluppando processi di cura proattivi in cui si adotta la strategia della medicina di iniziativa, con la pianificazione delle cure e la presa in carico del paziente senza aspettare che la malattia si manifesti – sottolinea Maurizio Cancian, medico di medicina generale -. L’esperienza innovativa del Veneto, dove si sono formati molti gruppi di collaborazione tra MMG e infermieri, dimostra che questo modello raggiunge obiettivi di salute importanti. In questa fase di riorganizzazione territoriale è necessario analizzare e porre a confronto i dati di queste realtà per identificare le strategie adeguate e trasferire gradualmente le esperienze virtuose a tutti i cittadini della regione”.
SIMG è impegnata da anni ad offrire un’ampia rosa di strumenti ai Medici di famiglia. Il culmine di questi sforzi è giunto con le Linee Guida per la Valutazione Multidimensionale, promosse dalla Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) e dalla Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT), con il supporto metodologico dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e con il contributo di 25 società scientifiche.
“L’azione di SIMG parte da molto lontano ben prima del DM77 del 2022 – ha evidenziato Pierangelo Lora Aprile, Segretario Scientifico SIMG -. Per questo, SIMG ha validato uno strumento di screening (PC-FI: Primary Care Frailty Index) per identificare e stratificare le persone fragili. Infatti, diventa importante programmare interventi personalizzati centrati sugli assistiti con fragilità lieve e moderata per rallentare l’evoluzione verso l’alta fragilità utilizzando strumenti di Valutazione Multidimensionale validati secondo le Linee Guida Nazionali. Quando la fragilità diventa molto alta, ad esempio nei malati che si avvicinano alla fine della vita, diventano rilevanti interventi specifici che hanno come obiettivo l’accompagnamento dei malati identificando i loro desideri e preferenze. Si passa quindi da una medicina finalizzata a trattare la malattia ad una medicina olistica finalizzata alla salute della persona nella sua interezza”.
“Tra le iniziative recenti, vi è il Progetto Radar: comorbidità, fragilità, valutazione multidimensionale, piano individuale di cura, che identifica un percorso formativo nelle cure primarie per identificare i pazienti fragili, stratificando la popolazione secondo i diversi gradi di fragilità, pianificando e personalizzando le cure in ragione dei domini evidenziati carenti dalla Valutazione Multidimensionale – ha aggiunto Pierangelo Lora Aprile -. Il progetto ha obiettivi ambiziosi: proporre alle Regioni una governance del processo di cura delle persone fragili, identificando criteri, indicatori e standard per il monitoraggio del percorso di presa in carico. Questo Progetto si concretizza con un percorso formativo per Medici di Medicina Generale particolarmente motivati ad acquisire “nuove competenze” nell’ambito di quella che abbiamo chiamato “Medicina della Complessità”, attraverso la Certificazione da parte degli organismi ministeriali competenti. SIMG ha formato ad oggi 40 MMG Esperti in Medicina della Complessità offrendo l’opportunità di continuare questi percorsi formativi a livello regionale in modo da avere almeno un medico di famiglia esperto ogni 100mila abitanti”.
“Abbiamo deciso di sostenere il Progetto Radar e di contribuire alla diffusione delle Linee Guida, mediante la sponsorizzazione non condizionante del progetto stesso, come parte del nostro impegno per migliorare l’accesso alle cure in Italia – afferma Matteo Surace, Medical Lead di Viatris Italia -. Con la nostra presenza capillare su tutto il territorio nazionale, lavoriamo insieme alla Società di Medicina Generale affinchè tutti abbiano uguali opportunità di accedere alle cure di cui hanno bisogno, anche in quelle aree che, per caratteristiche demografiche o per conformazione geografica della Penisola, più necessitano di strumenti adeguati alla presa in carico dei pazienti, in particolare di quelli più vulnerabili”.
– Foto Diessecom –
(ITALPRESS).
Cronaca
Juric si presenta all’Atalanta “L’eredità di Gasperini non mi pesa”
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3 ore fa-
9 Giugno 2025di
Redazione
BERGAMO (ITALPRESS) – “Voglio essere me stesso e avere lo stesso approccio di sempre. L’eredità di Gasperini non mi pesa”. Si presenta così il nuovo allenatore dell’Atalanta, Ivan Juric, erede dell’artefice del miracolo che ha portato la Dea a vincere l’Europa League e a imporsi come una frequentatrice abituale della Champions. Dopo una stagione negativa, segnata dall’esonero con la Roma e dalla retrocessione col Southampton, Juric ripartirà proprio dall’Europa più nobile, lasciata in dote da Gasperini, che allenò il croato ai tempi del Genoa. “Se mi pesa la sua eredità? No, anzi, è meglio trovare un ambiente già abituato a lavorare bene. Nel calcio vari allenatori hanno indirizzato altri colleghi, Gasperini ha influenzato non solo me, ma anche altri tecnici all’estero. E’ normale fare cose diverse, vedremo nel corso della stagione. Qui ci sono ottimi giocatori e non vedo l’ora di allenarli”, taglia corto Juric che ha già parlato col suo predecessore: “Ci siamo incrociati stamattina, mi ha detto che non vuole influenzarmi troppo”. L’allenatore della Dea riconosce le difficoltà incontrate nell’ultima stagione: “Il calcio è così, ho vissuto cinque anni alla grande, ma ne basta uno per ridimensionarti o farti ripartire dall’inizio. Nell’ultimo anno non ho fatto bene e questa per me è una grande opportunità. Ho una grande motivazione. L’Atalanta è diventato un grande club, con grandi risultati e una grande cultura del lavoro, ci sono molti aspetti positivi”. C’è voglia di dare continuità al progetto e alla risposta su come dovrà essere la nuova Atalanta, la risposta di Juric è netta: “Vincente”.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Defender Awards, le candidature si chiudono il 16 giugno
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3 ore fa-
9 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Restano pochi giorni per partecipare ai Defender Awards: la data di chiusura per presentare le candidature è il 16 giugno. Possono partecipare gli enti e le organizzazioni benefiche senza scopo di lucro.
L’iniziativa di carattere internazionale ha l’obiettivo di promuovere e supportare gli eroi locali della conservazione e del sostegno umanitario in sette Paesi: Regno Unito, Italia, Francia, Germania, Australia, Giappone e Sud Africa. I sette vincitori riceveranno ciascuno un fondo di 120.000 euro erogabile in due anni, una Defender, per lo stesso periodo, in grado di sostenere il lavoro delle organizzazioni in prima linea nei luoghi più difficili da raggiungere, e supporto formativo erogato da un gruppo di esperti.
Vengono accettate le candidature di programmi che operano in una delle quattro categorie seguenti:
Defenders of the Wild – Protezione delle specie in via di estinzione e a rischio;
Defenders of Humanity – Sostegno alle comunità vulnerabili;
Defenders of Land – Protezione e ripristino dei luoghi più preziosi e fragili della terra;
Defenders of the Sea – Protezione delle specie e degli ambienti marini.
“Defender ha rappresentato un supporto fondamentale per le comunità in cui opera, a partire dai primi veicoli inviati con le infermiere della Croce Rossa britannica in Kenya e Dubai nel 1954 – si legge in una nota -. Più recentemente, la partnership ventennale con Tusk, per proteggere le specie minacciate e la biodiversità in Africa, è un’ulteriore dimostrazione del suo sostegno agli eroi che ogni giorno ‘embrace the impossiblè”.
“Abbiamo lanciato i Defender Awards per offrire riconoscimento e sostegno agli eroi della conservazione e del lavoro umanitario – dice Mark Cameron, Managing Director di Defender -. Il nostro nuovo programma rappresenta un investimento di oltre un milione di sterline e riunirà una rete internazionale di esperti per condividere le proprie conoscenze e contribuire a promuovere il cambiamento. Il programma è di dimensioni internazionali ma ha un focus locale. Invito i potenziali partecipanti ad accertarsi di presentare la propria candidatura prima del 16 giugno, in modo da essere tenuti in considerazione per il supporto finanziario e formativo destinato ai vincitori”.
La giuria delle singole nazioni selezionerà due candidature in ciascuna delle quattro categorie previste, ottenendo così una rosa internazionale di 56 partecipanti tra i quali, in seguito, una giuria di esperti di conservazione e supporto umanitario di fama mondiale selezionerà i sette vincitori.
Per saperne di più sui Defender Awards, su come partecipare e inviare la propria candidatura, visitare: landrover.it/defender/defender-awards/index.html
La giuria italiana è composta da: Emanuela Evangelista, biologa e attivista, impegnata con la sua Amazònia ETS nella protezione della foresta amazzonica, dove vive da oltre 10 anni; Luca Locatelli, fotografo e film-maker il cui lavoro si concentra su una profonda esplorazione visiva dell’intersezione tra umanità, tecnologia e natura, ponendo l’accento sul delicato equilibrio tra innovazione e tutela dell’ambiente; Alessandra Mastronardi, attrice italiana, dal 2019 Goodwill Ambassador per l’UNICEF Italia, impegnata attivamente nella difesa dei diritti dei bambini e nella sensibilizzazione su temi come l’istruzione, la povertà infantile e l’emergenza nei contesti di crisi.
Il lancio dell’iniziativa Defender Awards è ispirato dal rapporto ventennale con Tusk, periodo durante il quale Defender ha contribuito a realizzare la sua missione di conservazione in
Africa, migliorando la protezione di oltre 50 milioni di ettari di habitat vitale per la fauna selvatica e tutelando oltre 40 specie minacciate.
Charlie Mayhew OBE, fondatore e presidente di Tusk, ha evidenziato che “La nostra partnership con Defender va sempre più rafforzandosi e molti dei nostri partner di progetto si affidano ai veicoli Defender per supportare le loro operazioni da oltre 20 anni. La nuova iniziativa Defender Awards rappresenta una preziosa opportunità per le organizzazioni più piccole di avviare le proprie relazioni e beneficiare di ulteriori finanziamenti e competenze, nonchè della capacità 4×4 associata a Defender”.
News in collaborazione con Jaguar Land Rover Italia
foto ufficio stampa Jaguar Land Rover Italia
(ITALPRESS).


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