Cronaca
HIV, confermata efficacia e sicurezza di terapie e PrEP long acting
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ROMA (ITALPRESS) – Il trattamento e la prevenzione dell’HIV stanno vivendo una profonda trasformazione grazie ai farmaci iniettabili a lunga durata d’azione, i cosiddetti long-acting, capaci di mantenere efficacia e tollerabilità con una sola somministrazione ogni due mesi. E’ quanto emerso dal 20° Congresso della European AIDS Clinical Society (EACS) che si è svolto nelle scorse settimane a Parigi, dove sono stati presentati decine di studi dedicati alle nuove terapie e strategie preventive.
Per il trattamento, le ricerche confermano che le terapie long-acting a base di cabotegravir e rilpivirina, somministrate ogni due mesi, garantiscono un controllo dell’infezione pari o superiore al 90%, con pochissimi casi di fallimento virologico (inferiori all’1%) e un’eccellente tollerabilità. Lo studio Long-ICONA, condotto nell’ambito della coorte italiana ICONA, ha coinvolto circa un centinaio di persone con HIV che sono passate dalla terapia orale quotidiana alla combinazione iniettabile bimestrale di cabotegravir e rilpivirina.
“Si tratta di uno studio prospettico che ha valutato non solo la risposta virologica, ma anche parametri biologici peculiari come le concentrazioni plasmatiche del farmaco e i marcatori infiammatori – commenta Andrea Giacomelli, infettivologo, Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche; ASST Fatebenefratelli Sacco; Consigliere SIMIT – I risultati mostrano che non vi è nessuna variazione significativa dell’infiammazione sistemica e i livelli di farmaco sempre sopra la soglia di efficacia, confermando la sicurezza del trattamento nel tempo. Inoltre, nessun partecipante ha presentato concentrazioni subottimali di farmaco”.
Tra i lavori presentati a EACS 2025, spiccano una metanalisi di studi osservazionali sull’uso del cabotegravir/rilpivirina in real life in oltre 2mila persone con HIV e lo studio VOLITION, che ha esplorato tra gli operatori sanitari la percezione e la fattibilità della terapia iniettabile. ‘La metanalisi conferma una efficacia superiore al 90% a 12 mesi, con tassi di fallimento virologico intorno all’1% e interruzioni legate soprattutto al dolore nel sito d’iniezione. VOLITION, invece, ha raccolto le opinioni dei clinici, che considerano questa strategia semplice e gestibile, anche nelle fasi precoci del trattamento – spiega Andrea Giacomelli – E’ una nuova importante opportunità di scelta per la persona con HIV: poter passare da una terapia orale quotidiana a una somministrazione bimestrale controllata dal centro rappresenta un cambio di paradigma”.
Dati sull’applicazione concreta del trattamento con cabotegravir e rilpivirina sono emersi anche dallo studio SCohoLART dell’IRCCS San Raffaele di Milano, che ha seguito 549 persone con HIV virologicamente soppresse per una mediana di 24 mesi dopo il passaggio alla terapia iniettabile long-acting.
“Abbiamo osservato che il 99% dei pazienti mantiene la soppressione virale dopo due anni, con solo sei casi di fallimento virologico, tutti rientrati a viremia non rilevabile dopo il cambio di terapia – spiega Camilla Muccini, infettivologa, Ospedale San Raffaele -. L’aderenza è altissima: oltre il 98% delle iniezioni è stato effettuato nella finestra prevista, grazie al monitoraggio diretto da parte del centro. Lo studio ha inoltre evidenziato un miglioramento del profilo immunologico, con un aumento del rapporto CD4/CD8 legato a una riduzione dei linfociti CD8, e benefici sul piano metabolico e renale: riduzione del colesterolo LDL e miglioramento della funzione renale, senza variazioni di peso. Questi risultati ci dicono che la terapia long-acting è non solo efficace e tollerata, ma anche capace di preservare l’equilibrio metabolico e immunologico nel lungo periodo”.
Per quanto riguarda le opzioni di Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) a lunga durata d’azione, in particolare, è emerso che il cabotegravir long acting si distingue per una migliore tollerabilità rispetto ad altre formulazioni: lo studio CLARITY mostra che il 90% dei partecipanti, dopo aver provato una singola dose di entrambi i trattamenti, e l’86% degli operatori sanitari, hanno espresso una preferenza per cabotegravir. Lo studio CLARITY ha coinvolto 63 adulti senza infezione da HIV in un crossover (ogni partecipante ha ricevuto entrambe le formulazioni in momenti diversi): una singola iniezione intramuscolare di cabotegravir e due iniezioni sottocutanee di lenacapavir. Dai risultati sono emersi dati interessanti: il 69% dei partecipanti ha giudicato cabotegravir “molto o totalmente accettabile”, contro il 48% per lenacapavir; il 90% dei partecipanti e l’86% dei medici ha preferito cabotegravir; le reazioni nel sito d’iniezione (noduli, arrossamenti, gonfiori) sono risultate 4,4 volte più frequenti con lenacapavir rispetto a cabotegravir; in generale, nessun evento avverso grave è stato registrato.
“Nello studio CLARITY abbiamo il primo confronto diretto tra due opzioni iniettabili per la PrEP – spiega Davide Moschese, infettivologo dell’Ospedale L. Sacco, Milano -. Entrambe estremamente efficaci nel prevenire l’infezione da HIV, ma la preferenza per cabotegravir mostra quanto la tollerabilità e l’accettabilità dipenda dalla percezione dell’utente. Sebbene si tratti di risultati preliminari, questi dati mostrano un primo passo verso un approccio sempre più personalizzato alla prevenzione che può essere realizzato esclusivamente con la disponibilità di diverse strategie che si adattino alle esigenze e percezioni del singolo individuo”.
“I risultati dello studio CLARITY sono i primi dati randomizzati sul confronto di tollerabilità ed accettabilità tra le due principali opzioni di PrEP iniettabile – commenta Valentina Mazzotta responsabile dell’ambulatorio per il counseling, il test e la profilassi dell’infezione dell’HIV e delle infezioni a trasmissione sessuale presso l’INMI Spallanzani di Roma – I dati acquisiti in favore di cabotegravir sono preliminari, ma molto importanti perchè mostrano come l’esperienza di somministrazione possa influenzare l’accettabilità delle nuove formulazioni long acting. Capire le differenze in termini di percezione e accettabilità aiuta le persone e i loro medici a scegliere ciò che meglio si adatta al proprio stile di vita, costruendo una prevenzione efficace e sostenibile. I risultati a lungo termine ci aiuteranno a capire se queste differenze si manterranno nel tempo e come potranno incidere sull’aderenza nella pratica reale”.
“Lo studio CLARITY evidenzia ancora una volta come la persona debba essere al centro delle scelte preventive – aggiunge Silvia Nozza, infettivologa, Ospedale San Raffaele, Milano -. La sensazione di normalità e benessere, anche rispetto al dolore che si prova nel punto di iniezione e a piccoli effetti collaterali, l’importanza di limitare lo stigma, sono elementi cruciali: la prevenzione funziona se le persone l’accettano”.
Accanto allo studio CLARITY, sono stati presentati anche i primi dati europei nella pratica clinica, in real world, sull’uso di cabotegravir long acting per la PrEP. La ricerca, condotta dagli ospedali Sacco di Milano e dall’INMI Spallanzani di Roma, ha coinvolto oltre 300 persone che hanno scelto la PrEP iniettabile nell’ambito di un programma di accesso esteso. I risultati mostrano ottima tollerabilità, con reazioni locali per la maggior parte lievi e transitorie; nessuna nuova infezione da HIV registrata dopo una mediana di 28 settimane; tasso di continuità del trattamento del 92%; inoltre, motivi di interruzione sono stati solo per un terzo legati alla tollerabilità del farmaco, mentre molto più spesso sono stati legati al cambiamento delle condizioni personali di esposizione a rischio di HIV (come l’ingresso in una relazione stabile monogama).
“Abbiamo privilegiato l’accesso alla PrEP iniettabile per persone che non potevano o non volevano usare la PrEP orale, come chi aveva intolleranze o difficoltà di aderenza – spiega Davide Moschese – I dati sono molto incoraggianti: elevata accettabilità, nessuna infezione, e un’aderenza superiore al 90%. E’ un segnale forte del potenziale di questa nuova modalità di prevenzione, che permette di ridurre i vincoli e offrire maggiore libertà e una protezione duratura”.
– Foto Diessecom –
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MILANO (ITALPRESS) – Regione Lombardia ha agevolato la nascita di 46 aziende innovative dal 2016 ad oggi grazie alle ‘Startup Competitions’, vere e proprie ‘Champions League’ per startup pensate per favorire la crescita delle neoimprese più promettenti e metterle in contatto con potenziali investitori. La strategia regionale, attraverso un contributo di 1,2 milioni di euro, ha consentito alle startup di raccogliere investimenti per 53 milioni di euro e fatturare 5,7 milioni, generando valore aggiunto per l’economia lombarda, nuovi posti di lavoro e indotto. Una ricetta vincente, implementata dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, con la nuova edizione delle ‘Startup Competitions’. Oltre 230 le candidature, tra startup e spin – off universitari, pervenute per le tre competizioni promosse dalla Regione: ‘StartCup Lombardia’ (montepremi di 195.000 euro), ‘Chimica Verde Lombardia per un futuro sostenibile’ (montepremi di 150.000 euro), ‘Edilizia sostenibile e sicura’ (montepremi di 150.000 euro). I concorsi sono stati organizzati insieme a Musa – Multilayered Urban Sustainability Action (sistema delle università lombarde) e Federated Innovation Mind (incubatore di innovazione). Le candidature sono arrivate da tutto il territorio regionale, a conferma della leadership lombarda nell’ecosistema nazionale dell’innovazione.
I progetti spaziano tra ICT & Services, Life Sciences & MedTech, Cleantech & Energy e Industrial Technologies, con un focus crescente su digitalizzazione dei processi produttivi, nuovi materiali, gestione efficiente delle risorse idriche e decarbonizzazione industriale. Oggi a Palazzo Lombardia si è svolta la premiazione delle startup vincitrici, alla presenza del presidente della Regione Attilio Fontana, dell’assessore Guidesi, dell’assessore al Turismo, Marketing territoriale e Moda Debora Massari. “Siamo la Regione leader nell’innovazione – ha sottolineato Fontana – e per rafforzare questo primato proseguiamo nelle azioni di sostegno alle startup, supportando progetti che guardano al futuro e offrono soluzioni utili. Siamo la terra dove si concretizzano le idee. La Lombardia vince a livello nazionale e internazionale puntando sulla qualità, l’ingegno e la competenza: andiamo avanti su questo strada puntando su questi valori”. “Il nostro obiettivo – ha evidenziato l’assessore Guidesi – è sempre stato quello di garantire che chiunque abbia un’idea innovativa possa trovare in Lombardia le migliori condizioni per svilupparla. Attraverso iniziative come gli Startup Days, ci impegniamo a sostenere e trasformare le idee di successo in crescita economica e nuove opportunità di lavoro. Vogliamo rafforzare la nostra leadership per continuare a essere la ‘Casa delle Idee’. Innovazione e visione resteranno le nostre carte vincenti, anche grazie al contributo delle nuove generazioni”.
“Quest’anno – ha affermato l’assessore Massari – l’evento ha coinvolto anche startup connesse al settore turistico, attraverso un Premio Speciale promosso dal nostro assessorato. L’obiettivo è sostenere progetti legati al turismo sostenibile, con particolare attenzione a nuove idee in grado di valorizzare le bellezze meno note della Lombardia, borghi e luoghi meravigliosi che meritano di essere scoperti e riscoperti, anche grazie a innovazioni che Regione sa riconoscere e supportare”. Le ‘Startup Competitions’ si collocano nell’ambito del progetto ‘Startup Days’, una ‘due giorni’ di incontri (11 e 12 novembre) nella sede della Regione tra startup emergenti, investitori e professionisti dei diversi settori, così da agevolare interazioni dirette e mirate e creare le condizioni per future collaborazioni. Un appuntamento annuale strategico, finalizzato a rafforzare l’ecosistema lombardo dell’innovazione, creando connessioni tra talenti, idee e opportunità per costruire il futuro del territorio. La ‘due giorni’ dedicata alle startup rientra nella più ampia strategia di Regione a sostegno dell’autoimprenditorialità, in particolare giovanile, affinchè si riaffermi e consolidi una cultura di impresa volta a favorire la nascita di una nuova generazione di imprenditori in Lombardia. StartCup Lombardia, giunta alla sua XXIII edizione, e organizzata da Regione Lombardia e Musa scarl ha premiato i progetti più promettenti nati o connessi alle università e agli incubatori lombardi.
Queste le startup vincitrici che si aggiudicano 25 mila euro ciascuna e la Menzione speciale che permette loro l’accesso al Premio Nazionale per l’Innovazione 2025. “Gli Startup Days – ha affermato Giovanna Iannantuoni, presidente Musa – rappresentano una tappa fondamentale del percorso con cui MUSA promuove la contaminazione tra ricerca, impresa e innovazione sociale. Crediamo che il valore dell’ecosistema lombardo risieda nella sua capacità di unire competenze e visioni diverse per generare impatto concreto, economico e sociale. Ogni startup finalista è la prova che l’università e la ricerca non sono mondi distanti dal mercato, ma motori vitali di un futuro più sostenibile, digitale e competitivo. Con gli Startup Days vogliamo rafforzare questa alleanza tra sapere e fare, mettendo in rete persone, idee e opportunità per costruire insieme un nuovo modello di sviluppo”. “La chimica verde – ha affermato Fabrizio Grillo, presidente Federated Innovation MIND – è una delle frontiere più promettenti dell’innovazione sostenibile. Con la seconda edizione del programma Chimica Verde Lombardia 2025, Federated Innovation rinnova il proprio impegno nel promuovere modelli di co-innovazione tra startup e imprese industriali capaci di generare impatto concreto sul territorio. Insieme a Regione Lombardia, costruiamo un ecosistema dove la chimica diventa leva strategica per un futuro più verde, competitivo e responsabile. Startup e imprese hanno dunque l’opportunità concreta di guidare la transizione della chimica verso la sostenibilità, motore di competitività, innovazione e crescita responsabile”.
– foto ufficio stampa Regione Lombardia –
(ITALPRESS).
Cronaca
Nordio “Referendum pro o contro Meloni? Non è una partita politica”
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35 minuti fa-
12 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Non deve essere un referendum pro o contro il governo Meloni, o pro o contro il ministro Nordio. La giustizia non è una partita politica: è lacrime e sangue dei cittadini. Il voto deve restare sul merito – separazione delle carriere, sorteggio per il Csm, alta corte disciplinare – non sulle appartenenze. Se la consultazione diventasse uno scontro politico e la magistratura si aggregasse a una forza per ‘batterè il governo, sarebbe devastante per la magistratura stessa: le sconfitte politiche non sono indolori, mentre una sconfitta tecnica non significa nulla, semplicemente si cambia o si conferma l’assetto. Manteniamo dunque un confronto pacato, razionale, one to one, fondato su argomenti, non su tifoserie”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ospite a Ping Pong su Rai Radio1.
“Vedere l’Anm lanciare il comitato per il no in una sala della Cassazione non credo sia molto opportuno. Già abbiamo visto scioperi e manifestazioni pittoresche con la Costituzione agitata in piazza. Io comunque sono disponibilissimo a qualsiasi confronto, one to one, con il presidente dell’Anm o con chiunque altro, in un dialogo corretto e senza trucchetti televisivi. Mi pare ovvio che il primo interlocutore debba essere il presidente Parodi”, ha aggiunto.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-
Cronaca
Al San Raffaele di Milano le nuove frontiere per la cura dei tumori urologici
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3 ore fa-
12 Novembre 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – L’Unità di Urologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano è riconosciuta come centro di eccellenza internazionale per la diagnosi e la cura delle principali patologie oncologiche e funzionali dell’apparato uro-genitale. Con oltre 3.500 interventi per tumore al rene e più di 2.000 per tumore alla vescica, l’Unità si distingue per l’esperienza chirurgica e per l’impiego delle tecnologie più avanzate, come i sistemi robotici Da Vinci Xi di ultima generazione. Ogni anno vengono eseguiti più di 700 interventi di chirurgia robotica e oltre 20.000 prestazioni ambulatoriali, con un approccio multidisciplinare che integra attività clinica, ricerca e formazione accademica. La collaborazione con l’Urological Research Institute (URI) consente lo sviluppo di terapie innovative e lo studio di nuove strategie terapeutiche, confermando il ruolo dell’Ospedale San Raffaele come punto di riferimento per pazienti provenienti da tutta Italia e dall’estero.
“La grande novità della cura del tumore del rene – spiega all’Italpress Francesco Montorsi, primario di Urologia all’IRCCS Ospedale San Raffaele e ordinario di Urologia all’Università Vita- Salute San Raffaele di Milano – è considerare che non tutti i tumori sono uguali. In base alla caratterizzazione della neoplasia è possibile curarla: pungendola con un ago e cauterizzandola; utilizzando la nuova forma di chirurgia robotica, cosiddetta “single port”, che con un unico taglietto permette di asportare selettivamente la lesione; oppure è possibile trattarla avvalendosi di una nuova forma di radioterapia che si chiama stereotassica, una tecnica molto precisa che utilizza fasci di radiazioni ad alta intensità per colpire in modo mirato il tumore risparmiando il più possibile i tessuti sani intorno. Tutte queste metodiche sono già disponibili al San Raffaele di Milano.
Innovazione, per il primario di Urologia, è poi quella di lavorare in gruppo, in forma multidisciplinare, unendo l’eccellenza di oncologi, medici e radioterapisti, con i quali viene discusso ogni caso di tumore urologico, con particolare attenzione a quello della vescica. Sulla malattia agli stadi iniziali, si interviene utilizzando dei medicinali estremamente innovativi riducendo drasticamente il rischio. Quando la neoplasia è particolarmente aggressiva l’approccio è invece la combinazione di alcuni nuovi farmaci immunoterapici o chemioterapici ed eventualmente l’intervento chirurgico e la radioterapia. Per il Prof. Montorsi “la comunione delle forze è la grandissima novità per questo tipo di tumore”.
Infine, il professore sottolinea come la chirurgia mininvasiva abbia cambiato profondamente la vita dei pazienti. In passato gli interventi erano efficaci, ma anche molto invasivi: le incisioni erano grandi e il recupero richiedeva fino a un mese prima di poter tornare alla vita normale e lavorativa.
Oggi, invece, grazie alle nuove tecniche, è possibile intervenire con approcci sempre più delicati: dalla tecnica single-port, che utilizza un unico piccolo accesso per effettuare l’intervento, alla tecnica multi-port, che prevede quattro o sei microincisioni. Il paziente “quasi non se ne accorge” – precisa il Primario – e, al tempo stesso, queste modalità permettono al chirurgo di essere estremamente preciso, rispettando i tessuti e gli organi circostanti”. Come sottolinea l’esperto, è “un grande passo avanti”. Fondamentale anche l’impegno della ricerca clinica, che al San Raffaele si rivolge “proprio al letto del paziente”: ogni piccolo progresso viene immediatamente trasferito nella pratica, per migliorare la qualità delle cure mediche e chirurgiche.
-foto IRCCS Ospedale San Raffaele –
(ITALPRESS).

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