Cronaca
Greentech, delegazione Lombardia incontra executive mission austriaca
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4 anni fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) ‘Greentech’, eco-sostenibilità, digitalizzazione e ‘urban regeneration’ sono gli argomenti di principale interesse affrontati nell’incontro che si è svolto tra la delegazione di Regione Lombardia guidata dall’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, e dal sottosegretario Alan Rizzi, delega ai Rapporti con le delegazioni internazionali, con la vice presidente con delega a Internazionalizzazione ed Europa di Assolombarda, Veronica Squinzi, e una delegazione austriaca. A presiedere l’executive mission austriaca c’era il vice segretario generale della Camera federale dell’economia austriaca, Mariana Kùhnel, accompagnata dal Console generale a Milano, Clemens Mantl, e dal Console commerciale Gudrun Hager.
Le aziende che componevano la delegazione dispongono già in Lombardia di partner commerciali e filiali.
Tutte hanno mostrato interesse spiccato a instaurare nuove collaborazioni commerciali sul territorio lombardo, per conoscere e fare conoscere tutte le potenzialità, così da favorire la ripresa economica a livello europeo.
L’incontro è stato anche un’occasione per presentare il ‘knowhow’ austriaco negli ambiti sopra citati.
“Questo – ha detto Gudrun Hager – è un giorno davvero perfetto per le relazioni bilaterali tra Austria e Lombardia. Per noi austriaci la Lombardia è una regione molto interessante. Qui abbiamo non solo uno scambio di merci molto grande, ma vediamo anche opportunità nel futuro, vediamo tante prospettive di business soprattutto in Lombardia, il centro dell’economia qui in Italia”.
“L’incontro con alcuni esponenti della business commutity austriaca – ha spiegato Raffaele Cattaneo – ci ha permesso di affrontare temi di comune interesse sul fronte del nuovo sentiero di sviluppo che stiamo imboccando nella prospettiva dello sviluppo sostenibile, che è stato anche il tema del mio intervento. Quali sono le tecnologie e le linee di lavoro sulle quali investire e sulle quali anche individuare strumenti innovativi, nella direzione della tradizione dell’innovazione tecnologica”.
“Da un lato – ha proseguito l’assessore lombardo all’Ambiente e Clima – il passaggio all’energia da fonti rinnovabili e, quindi, all’efficientamento energetico, sul quale molto c’è ancora da fare. Dall’altro, l’economia circolare con tutto quello che rappresenta, in termini di opportunità, di recupero di materia e di riduzione dell’utilizzo di materia naturale; ma anche di riciclo e riutilizzo di quello che è già stato usato una prima volta. Su questi temi tutte le forme di collaborazione che sono emerse tra Lombardia e Austria sono le benvenute”.
“Austria e Italia – ha sottolineato il Console commerciale austriaco – godono da sempre di ottime relazioni bilaterali. Questo viene documentato dal fatto che già nei primi mesi del 2021 lo scambio economico compensa abbondantemente le perdite del 2020. La pandemia Covid ha certamente cambiato le dinamiche commerciali e ora, più che mai, entrambi i Paesi cercano partner affidabili e vicini, in grado di soddisfare le esigenze e le richieste, con qualità e tempistiche ridotte”. “Inutile ribadire – ha concluso Gudrun Hager – che la scelta non è ricaduta sulla Lombardia e su Milano a caso: per le imprese austriache la Lombardia rappresenta uno dei mercati di approvvigionamento e di sbocco più importanti. Basti pensare che lo scambio di merci e servizi registra quasi gli stessi valori dello scambio tra Austria-Russia”.
Grande interesse la delegazione austriaca ha espresso per il Pnrr, in particolare in relazione alla Lombardia, per conoscere la situazione attuale e i progetti di Regione Lombardia.
“Per Regione Lombardia – ha concluso Alan Rizzi, sottosegretario ai Rapporti con le delegazioni internazionali – è strategico il dialogo coi Paesi vicini e più in generale le relazioni con l’estero. L’occasione di oggi conferma l’assoluta importanza dei rapporti internazionali per il nostro territorio e le nostre imprese. Le opportunità emerse sono segnali di grande valore”.
(ITALPRESS).
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Cronaca
Juric “Per battere il Marsiglia serve la gara perfetta”
Pubblicato
38 minuti fa-
4 Novembre 2025di
Redazione
MARSIGLIA (FRANCIA) (ITALPRESS) – “Nel calcio ci sono tante componenti, con l’Udinese c’è stato un calo di prestazione, ma ci sta: speriamo di non ripetere gli errori. Basta vedere le partite, qualcuno non le vede, ma la squadra gioca bene”. Ivan Juric e la sua Atalanta vogliono cancellare in fretta la prestazione di Udine e domani hanno l’occasione di farlo in Champions al Velodrome, contro il Marsiglia di De Zerbi, una squadra che “ha tanti talenti, sarà dura – avverte il tecnico della Dea – Roberto è bravo e loro giocano bene, sono ancora più aggressivi e agguerriti in casa, dobbiamo giocare alla perfezione se vogliamo vincere la partita. Non c’è preoccupazione di giocare al Velodrome, ma sarà un grande stimolo, sarà bello affrontarli”. E ancora a proposito del collega, “sta migliorando, è il solito Roberto a livello di gioco, a livello difensivo è diventato più aggressivo. Sta crescendo e migliorando”.
In chiave qualificazione, quello di domani “sarà un passo importante, non sarà definitivo, ma conta e sarà importante fare punti. Il presidente Percassi? Non c’è bisogno di rassicurare, siamo sempre in contatto, non c’è niente di speciale. Nella prima parte l’Atalanta ha fatto grandi partite, ma ha raccolto meno. Ora a mente fredda accetto la prestazione di Udine. Non mi piace però parlare di riscatto, lo si fa quando la situazione è molto più grave della nostra. Abbiamo giocato male, ora si va avanti”.
“Ogni partita ha la sua storia, ogni match è difficile – sono invece le parole di Mario Pasalic – A Udine non abbiamo fatto ciò che volevamo fare, abbiamo sbagliato tutti, ma siamo qui per reagire subito. L’esperienza conta molto, ma devi essere pronto mentalmente, anche all’atmosfera che ci sarà”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Focus Banca del Fucino, la geopolitica delle valute sta cambiando volto
Pubblicato
38 minuti fa-
4 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Qualcosa di grosso si sta muovendo sui mercati finanziari internazionali. Il 2025 ha visto turbolenze senza precedenti negli ultimi decenni per quanto riguarda due asset in particolare, il dollaro e l’oro: nei primi sei mesi del 2025 la divisa Usa ha perso circa il 10% del suo valore rispetto alle maggiori valute internazionali; contemporaneamente il prezzo dell’oro ha registrato una crescita vertiginosa, rompendo ogni precedente record storico. Che sta succedendo? Diversi analisti stanno iniziando ad usare un’espressione impegnativa – dedollarizzazione – ma quanto c’è di vero? E’ questo l’oggetto del nuovo Focus dell’Ufficio Studi della Banca del Fucino, intitolato Dedollarizzazione: Mito o Realtà?
Lo studio, diviso in tre capitoli, parte considerando le mutevoli fondamenta dell’ordine dollaro-centrico, identificando nel mercato finanziario il suo principale pilastro odierno. Sono i flussi di portafoglio diretti verso l’azionario statunitense in particolare a reggere la domanda internazionale di dollari. Ma i rischi su questo fronte si stanno moltiplicando: – gli utili per azione sull’S&P500 – il maggiore indice azionario Usa – sono vicini ai massimi storici, raggiunti durante la bolla delle Dot-com di inizio 2000; – il rapporto tra capitalizzazione del mercato finanziario Usa e il Pil del Paese ha superato per la prima volta il 200%; – anche la concentrazione è ai massimi storici, con la quota delle top 10 compagnie dell’S&P500 arrivate a costituire il 39% dell’intero indice.
A questi fattori di rischio si vanno poi ad aggiungere i crescenti dubbi circa i progetti di investimento in IA delle grandi compagnie tech Usa e i loro stessi profitti, all’apparenza sempre più circolari.
Infine, le politiche controverse varate dall’amministrazione Trump hanno anch’esse contribuito ad esacerbare tensioni già presenti nella congiuntura macroeconomica statunitense. Il risultato è visibile nella fortissima crescita delle quotazioni dell’oro, e il motivo è presto detto: la capacità degli asset denominati in dollari – in primis i titoli di Stato Usa – di costituire un riparo contro il rischio è sempre più messa in dubbio. Al contempo, ben poche classi di asset sono in grado di svolgere la funzione di safe asset prima riconosciuta al dollaro. L’oro, tra queste, è la principale.
Ma la questione non riguarda solamente gli investitori privati. Sono infatti anche e soprattutto le banche centrali ad aver dato inizio, con i propri acquisti, al rally dell’oro. Gli acquisti hanno registrato una forte accelerazione a partire dal 2022, con l’invasione russa dell’Ucraina e l’imposizione di sanzioni senza precedenti nei confronti della Russia. Il legame con la weaponization del dollaro è dunque chiaro, ancora di più alla luce dei Paesi che hanno aumentato maggiormente le proprie riserve auree: Cina, Russia e Turchia, per citarne tre. Ma non spiega tutto: infatti massicci acquisti d’oro sono stati effettuati anche dalle banche centrali di molti paesi alleati degli USA.
I primi due capitoli della ricerca targata Banca del Fucino restituiscono dunque l’immagine di un sistema monetario internazionale alle prese con una possibile transizione. La crescita del prezzo dell’oro è cioè la manifestazione di un crescente sfiducia nel sistema dollaro-centrico, in assenza però di un’alternativa in grado di sostituire interamente il dollaro e il suo ruolo.
L’ultimo capitolo dello studio è così dedicato a rispondere a una domanda: ci sono – al di là dell’oro – ulteriori evidenze di una dedollarizzazione in corso? Secondo lo studio, la risposta è affermativa, in quanto: – la quota delle riserve valutarie delle banche centrali detenuta in valute diverse dal dollaro o dall’euro è passata dal circa 9% del 2009 all’oltre 22% del 2024;
– cresce il peso delle altre valute anche per quanto riguarda la denominazione dei commerci internazionali. La Cina, in particolare, sta attivamente favorendo l’utilizzo del Renmimbi a questo fine, con risultati che – per quanto ancora modesti nel dato aggregato – stupiscono per la rapidità con cui il processo si sta realizzando; – infine, sul fronte dei flussi finanziari (Debiti transfrontalieri, bond, pagamenti internazionali ecc.) l’egemonia del dollaro rimane marcata. Al contempo, si vanno moltiplicando le iniziative per nuove infrastrutture di pagamento e di finanziamento indipendenti dalle istituzioni Usa e dal dollaro.
I processi menzionati indicano una tendenza al ridimensionamento del ruolo del dollaro. Ben altra cosa è riuscire a fornire previsioni su quale sarà il futuro assetto del sistema monetario internazionale. In merito, conclude la ricerca, è possibile solamente mettere in luce alcune linee di tendenza: – lo status del dollaro come unica moneta egemone del sistema monetario internazionale appare messo in discussione; – nè l’oro nè alcuna valuta è però in grado di sostituire il dollaro come nuovo egemone globale; – di conseguenza, è lecito attendersi l’avvento di una qualche forma di multipolarismo monetario, dove più valute egemoni a livello regionale coesistono sulla scena globale;
– nondimeno, le tensioni generate dall’accumulo di deficit o surplus commerciali da parte di alcuni Paesi rimarranno. Per questo, la ricerca conclude che solo nuovi accordi internazionali – sul modello di quelli di Bretton Woods del 1944 – potranno portare ad una durevole stabilità.
In effetti, l’intero processo potrebbe subire una rilevante accelerazione in conseguenza di una forte correzione al ribasso dei mercati finanziari Usa, al momento solo potenziale ma tutt’altro che una possibilità remota. L’eventualità di una nuova crisi finanziaria troverebbe infatti un mondo molto diverso da quello all’indomani della crisi del 2008, un mondo più propenso a ricercare nuovi equilibri monetari.
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Cina: l’industria dei liquori tradizionali abbraccia la trasformazione digitale
Pubblicato
38 minuti fa-
4 Novembre 2025di
Redazione
GUIYANG (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – Nella provincia sud-occidentale cinese di Guizhou, famosa per il suo liquore dal caratteristico sauce-aroma, un mestiere storico sta conoscendo un nuovo alleato: l’intelligenza artificiale (IA).
I mastri distillatori si affidano a dati e algoritmi per decifrare le complessità della produzione tradizionale, con l’obiettivo di controllare con precisione le sottili variabili che definiscono una bottiglia perfetta di baijiu, il celebre distillato di cereali cinese.
La Kweichow Moutai, principale produttrice di liquori in Cina, è in prima linea in questa trasformazione. La sua tecnica tradizionale di produzione sauce-aroma, riconosciuta come patrimonio culturale immateriale nazionale, sta vivendo una rivoluzione basata sui dati.
Nel 2021, l’azienda ha avviato un progetto di apprendimento automatico (machine learning) per digitalizzare il processo di produzione, creando una catena di dati a ciclo chiuso che copre raccolta, archiviazione, analisi e applicazione dei dati nei laboratori pilota.
L’iniziativa ha fatto seguito al precedente programma “Smart Moutai”, che aveva introdotto tecnologie come l’Internet of Things (IoT), i big data e l’intelligenza artificiale per il monitoraggio e l’analisi in tempo reale lungo le linee di produzione.
“I dati hanno trasformato l’esperienza dei nostri mastri distillatori in numeri visibili”, ha spiegato Tian Shaorun, tecnico di un laboratorio pilota. “Ci aiutano a controllare con maggiore precisione la temperatura e la miscelazione delle materie prime, migliorando sia la resa che la qualità del liquore base”.
Il successo di Moutai ha innescato un’ondata di trasformazione digitale nel settore cinese dei liquori.
La King’s Luck, azienda produttrice di liquori con sede nella provincia di Jiangsu, ha iniziato già nel 2015 a gestire un laboratorio di produzione intelligente. “La digitalizzazione nell’industria dei liquori non serve a sovvertire la tradizione, ma a tutelare l’artigianalità attraverso la tecnologia”, ha dichiarato Hu Yuewu, vice direttore generale dell’azienda.
Secondo Hu, il laboratorio intelligente ha aumentato l’efficienza produttiva di 2,75 volte, incrementato la produzione annuale pro capite del 390%, e ridotto i consumi energetici del 40% rispetto ai metodi tradizionali.
La trasformazione digitale sta anche ridefinendo l’esperienza dei consumatori. La 1919 Wines & Spirits Platform Technology Co., Ltd., piattaforma di fornitura diretta con sede nel Sichuan, prevede di lanciare un’interfaccia basata su IA per offrire raccomandazioni personalizzate e servizi di consegna rapida.
Nel frattempo, la King’s Luck ha realizzato spazi espositivi immersivi con tecnologie XR e VR, che permettono ai visitatori di esplorare virtualmente i panorami e i processi della distilleria.
Numerose aziende in tutta la Cina stanno accelerando i propri sforzi di trasformazione digitale. Secondo il China Internet Development Report 2024, il Paese conta oggi quasi 10.000 laboratori digitalizzati e fabbriche intelligenti, di cui oltre 400 riconosciute a livello nazionale come modelli di riferimento per la manifattura intelligente, grazie all’uso di IA e gemelli digitali.
L’enfasi del governo cinese sull’integrazione tra economia reale e digitale ha fornito un forte impulso alla trasformazione del settore dei liquori.
Nel mese di ottobre, il ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione ha pubblicato una bozza di linee guida per promuovere lo sviluppo di alta qualità delle industrie storiche tradizionali (2026-2030), tra cui quella della produzione di liquori, incoraggiando la tutela del patrimonio, l’innovazione e l’aggiornamento industriale.
“L’innovazione tecnologica è diventata il motore principale della trasformazione e dell’evoluzione del settore”, ha dichiarato He Yong, segretario generale della China Alcoholic Drinks Association.
Secondo He, la digitalizzazione ha infuso nuova vita nell’antica arte della produzione di liquori, passando dalla produzione intelligente alla tracciabilità basata su blockchain e al marketing potenziato dall’IA, trasformando l’esperienza in scienza.
(ITALPRESS).

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