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Cronaca

Iv, Renzi “Noi fedeli. Pd ha abbandonato casa riformista”

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FIRENZE (ITALPRESS) – “Siamo caduti, ma solo chi striscia non cade. La storia di queste 11 edizioni di ‘Leopoldà vedo un incredibile capacità di innovazione”. Lo ha detto il leader e senatore di ‘Italia Vivà Matteo Renzi dalla kermesse della ‘Leopoldà in svolgimento a Firenze. “Ripartiamo dalle battaglie su cui abbiamo marcato la nostra identità. Noi non abbiamo mai cambiato posizione. Qualcuno deve spiegare perchè ha abbandonato gli ideali da cui eravamo partiti. Noi rimaniamo quelli del Jobs act ed industria 4.0, loro strizzano l’occhio ai populisti dei reddito di cittadinanza. Noi non abbiamo firmato i decreti Salvini, non siamo andati con chi andava a braccetto con i gillet gialli. E’ il Pd che ha abbandonato la casa riformista da cui era partita. Noi abbiamo fatto l’operazione contro il Papeete accettando di stare in quella stagione con il M5s prendendo una scatola di Maalox per evitare che fra due mesi fosse avvenuta l’elezione di un presidente della Repubblica sovranista”. E sul Pd, Renzi ha continuato: “Quelli che dal Pd che non siamo in contraddizione con noi stessi, vi ricordo che 10 mesi fa eravate quelli o Conte o morte, e che facevamo le battaglie per una poltrona in più. Ora l’Italia è più al sicuro con Mario Draghi presidente del Consiglio. La discussione sul Centro mi fa venire l’orticaria. Il campo largo? C’era un periodo politico dove il Pd aveva il 40%, non nei sondaggi e l’ha affondata la ditta”. “Penso che nel 2022 – ha aggiunto – si vada a votare. Non decidiamo noi. Penso che sarebbe un errore. La priorità in questo momento sarebbe lavorare sul Pnrr, un’incredibile mole di denari ma non perchè li ha portati Conte. Una mole di denari che non avremo per anni”. “Ho l’impressione che i principali leader delle forze politiche italiane, ovvero i leader di Lega, Movimento cinque Stelle, Fratelli d’Italia e Pd, abbiano interesse a votare per interesse politico personale. Dobbiamo essere pronti all’una o l’altra ipotesi” ovvero andare a votare o no nel 2022″.
(ITALPRESS).

Cronaca

Panetta “Dai dazi Usa effetti maggiori su Italia e Germania”

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ROMA (ITALPRESS) – “Secondo le nostre stime, se i dazi annunciati in fase pre-elettorale fossero attuati e accompagnati da misure di ritorsione, la crescita del PIL globale si ridurrebbe di 1,5 punti percentuali. Per l’economia statunitense l’impatto supererebbe i 2 punti. Per l’area dell’euro le conseguenze sarebbero più contenute, intorno a mezzo punto percentuale, con effetti maggiori per Germania e Italia, data la rilevanza dei loro scambi con gli Stati Uniti”. Così il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento a Torino al congresso Assiom Forex.
“Nella fase iniziale questi impatti negativi potrebbero essere amplificati dall’aumento dell’incertezza sulle politiche commerciali, già evidente nelle ultime settimane – aggiunge Panetta -. Il caso più significativo è quello della Cina. Dato l’eccesso di capacità produttiva nel settore industriale, da alcuni anni le aziende cinesi stanno riducendo i prezzi delle esportazioni, registrando un forte aumento delle vendite estere e delle quote di mercato nelle economie emergenti. L’imposizione di dazi elevati da parte degli Stati Uniti potrebbe spingere gli esportatori cinesi a cercare nuovi mercati per compensare il calo delle vendite sul mercato americano”.
“In tale scenario, le imprese italiane ed europee si troverebbero esposte a crescenti pressioni competitive da parte delle aziende cinesi, la cui specializzazione settoriale è sempre più simile a quella europea – sottolinea il governatore di Bankitalia -. L’esperienza storica mostra che le guerre commerciali danneggiano la crescita, anche nei paesi che le avviano. I dazi non garantiscono una riduzione del disavanzo delle partite correnti. Se lo facessero, comporterebbero anche un minore afflusso netto di capitali verso il paese che li ha imposti, con conseguenti aggiustamenti attraverso un aumento del risparmio dei residenti o una riduzione degli investimenti”.
“Il rientro dell’inflazione nell’area dell’euro all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine è quasi completo. I rialzi degli ultimi mesi – fino al 2,5 per cento a gennaio – erano previsti e sono dovuti in parte a effetti di base legati all’evoluzione passata dei prezzi dell’energia. L’inflazione di fondo si è mantenuta al 2,7 per cento, ma la sua dinamica sui tre mesi – più rappresentativa delle tendenze recenti – evidenzia un calo pressochè continuo dall’inizio dello scorso anno ed era pari al 2 per cento a gennaio”, ha spiegato Panetta.
“I prezzi dei servizi continuano a crescere a un ritmo relativamente sostenuto, pari al 3,9 per cento. Questo andamento riflette in parte il lento e graduale adeguamento dei prezzi dei servizi all’inflazione passata, ed è quindi destinato ad attenuarsi per effetto del calo dell’inflazione totale – ha sottolineato -. Nel complesso, vi sono motivi per ritenere che la dinamica dei prezzi si stabilizzerà al 2 per cento nel medio termine, in linea con le più recenti previsioni degli esperti dell’Eurosistema. I progressi sul fronte dell’inflazione hanno consentito al Consiglio direttivo della BCE di concludere la fase di rialzo dei tassi ufficiali avviata oltre due anni fa e di invertire la rotta dallo scorso giugno. Da allora i tassi sono stati ridotti cinque volte, portando quello di riferimento della BCE – il tasso sui depositi presso la banca centrale – al 2,75 per cento”.
“Tuttavia il percorso di normalizzazione della politica monetaria non è concluso. Il tasso di riferimento rimane superiore alle stime del tasso neutrale, ossia il livello compatibile con l’assenza di pressioni inflazionistiche e con la crescita potenziale dell’economia. Di conseguenza, la politica monetaria continua a esercitare una pressione al ribasso sull’attività produttiva e sulla dinamica dei prezzi al consumo, un effetto sempre meno necessario in un contesto in cui l’inflazione è vicina all’obiettivo e la domanda interna resta debole – ha proseguito -. Da qui in avanti, peraltro, il concetto di tasso neutrale perderà progressivamente rilevanza. Le stime del suo valore, infatti, sono altamente imprecise, e forniscono solo un’indicazione approssimativa sull’orientamento della politica monetaria, diventando sempre meno utili a mano a mano che i tassi ufficiali si avvicinano al livello stimato del tasso neutrale. Soprattutto, il concetto di tasso neutrale non offre elementi sufficienti per calibrare con precisione il ritmo della normalizzazione monetaria. Le decisioni di politica monetaria devono sempre basarsi su una valutazione complessiva delle prospettive dell’economia reale e dell’inflazione, in cui gli esercizi previsivi svolgono un ruolo essenziale – ha detto ancora Panetta -. Questa considerazione è oggi particolarmente rilevante per l’area dell’euro, grazie al recente miglioramento della qualità delle previsioni di inflazione. Secondo le proiezioni pubblicate dall’Eurosistema a dicembre, l’obiettivo di inflazione verrebbe raggiunto con una riduzione dei tassi ufficiali in linea con le aspettative di mercato allora prevalenti, portandoli intorno al 2 per cento dalla metà del 2025. In base a tale scenario, un allentamento monetario meno deciso potrebbe comportare un’inflazione troppo bassa nel medio periodo”.
“L’economia dell’area dell’euro fatica a ritrovare slancio. Dopo una stagnazione iniziata alla fine del 2022, il PIL è cresciuto a ritmi contenuti nei primi trimestri del 2024, per poi arrestarsi nuovamente alla fine dell’anno”, ha spiegato il governatore di Bankitalia.
“L’Europa deve adottare un nuovo modello di sviluppo che valorizzi il mercato unico e riduca la dipendenza da fattori esterni. Vanno rilanciati gli investimenti, che da anni sono inferiori rispetto a quelli degli Stati Uniti e la cui carenza è particolarmente evidente se confrontata con l’elevata capacità di risparmio del nostro continente”, ha proseguito.
“Negli ultimi trimestri la crescita economica italiana si è affievolita, anche a causa del difficile contesto internazionale e degli effetti della stretta monetaria. Sono venuti a mancare soprattutto i contributi degli investimenti e delle esportazioni, le due componenti che più avevano sostenuto la vigorosa ripresa successiva alla pandemia”, ha detto ancora Panetta.
“Gli investimenti in beni strumentali sono stati particolarmente penalizzati dalle difficoltà, comuni a tutta l’area dell’euro, del settore manifatturiero – ha proseguito -. Le vendite all’estero stanno risentendo della debolezza dell’economia
europea, in particolare di quella tedesca, che assorbe il 12 per cento delle nostre esportazioni. Quasi la metà delle aziende manifatturiere che vendono in Germania ha visto ridursi le proprie esportazioni in quel mercato, con ripercussioni negative sulla produzione industriale, già in calo dal 2022″.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Sanremo, per serata cover oltre 13 milioni di spettatori e 70,8% share

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SANREMO (IMPERIA) (ITALPRESS) – La quarta serata del Festival di Sanremo 2025, che ha visto esibirsi i duetti tra i cantanti in gara e altri artisti per le cover, è stata seguita su Rai1 da 13 milioni e 575 mila spettatori, con il 70,8% di share (Total Audience).

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Sala “Io candidato alla Regione Lombardia? Prenderei in considerazione tutto”

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MILANO (ITALPRESS) – “Prenderei in considerazione tutto, potendo dare il mio contributo”. Così il sindaco di Milano, Beppe Sala, intervistato ad Amici e Nemici su Radio 24, rispondendo alla domanda se fosse disponibile a candidarsi alla guida della Regione Lombardia se gli venisse chiesto. “Delle 7 regioni sopra gli appennini – sottolinea -, il centrosinistra non ne conquista una da tempo. Non riusciamo a parlare a un ceto produttivo, facciamo fatica a parlare al nord e prendiamo legnate ovunque. Se non si cambia il modo in cui non ci si raffronta con il nord non si vince. C’è molto da fare”. “Mancano due anni, francamente non lo so, nella vita ho fatto le cose senza chiedere un favore a nessuno ma dicendo: ‘io ci sono e vediamo cosa posso farè. Il punto è cosa vuole essere la sinistra nel futuro e cosa vuole essere il Pd”, aggiunge.
Per quanto riguarda il comune di Milano, “ho promesso alla mia parte politica di non intervenire direttamente sul tema del mio successore. Ho provato a fare qualche affermazione, suscitando diversi mal di pancia, quindi non rientro sul tema. Dico solo che Franco è una persona di grandissimo valore, di grande esperienza e anche umanamente è un piacere lavorare con lui. Non mi spingo a dire che può fare quello, ma potrebbe certamente avere un futuro in politica, un pò lo spero anche se lui continua a negare e lo capisco”, dichiara poi Sala, rispondendo alla domanda se l’ex capo della Polizia, Franco Gabrielli, possa essere un buon sindaco della città dopo di lui.
“Spero che il mio futuro sia la politica. Se non facessi politica, proverei comunque a fare qualcosa per il bene della comunità. Fortunatamente, ho una solidità economica sufficiente, non ho grilli per la testa. Difficile dire se questo futuro sarà in ambito regionale o nazionale”, conclude.
– foto Ipa agency –
(ITALPRESS).

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