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Cronaca

Kilde vince coppa SuperG, Brignone seconda in gigante

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ROMA (ITALPRESS) – Aleksander Aamodt Kilde vince la Coppa di superG maschile imponendosi sulle nevi di casa. Il norvegese infatti vince con il tempo di 1’25″91 la prova di Kvitfjell, tornando sul podio dopo il secondo posto nella discesa vinta Dominik Paris e conquistando la sua settima vittoria in stagione, la quarta in superG. Ruolino di marcia impressionante per Kilde, che stacca così nella graduatoria di specialità lo svizzero Marco Odermatt, oggi solo 28esimo, e si aggiudica la Coppetta di super-G con una gara di anticipo. Seconda posizione per uno straordinario James Crawford, che taglia il traguardo con soli 7 centesimi di ritardo dal vincitore e conquista il primo podio in carriera nel circuito. Il canadese si inserisce davanti all’austriaco Matthias Mayer, terzo a 12 centesimi da Kilde, e spinge giù dal podio l’azzurro Dominik Paris (+0″21). Tra le donne Federica Brignone sale sul podio anche in gigante. La valdostana chiude al secondo posto con 29 centesimi di ritardo da Tessa Worley nello slalom gigante di Lanzerheide. La francese, quarta dopo la prima manche, rimonta e conquista la quindicesima vittoria in carriera, salendo così al secondo posto nella classifica di gigante. Il pettorale rosso rimane infatti sulle spalle di Sara Hector, oggi terza (+0″31) dopo il primo posto a metà gara. La svedese comanda la classifica di specialità con 522 punti, ma dovrà difendersi nelle ultime due gare da Worley (467) e Mikaela Shiffrin (411).
(ITALPRESS).

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Trasporti & Logistica Magazine – 29/10/2025

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Schlein “Lo Stato si prenda alcune responsabilità nella politica industriale”

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“Prendersi cura di chi cura”, Fondazione Cariplo al fianco del Terzo Settore

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MILANO (ITALPRESS) – Il lavoro di cura è al centro di una crisi silenziosa, ma sempre più urgente. A rilanciare una questione cruciale per il Paese è stato l’evento “Prendersi cura di chi cura”, promosso a Milano da Fondazione Cariplo in collaborazione con Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore per discutere le difficoltà nel reperire e trattenere professionisti qualificati nei servizi del Terzo Settore.
Il Quaderno di ricerca n.52, curato dall’Evaluation Lab di FSVGDA, fotografa infatti un mercato del lavoro in forte tensione: da un lato, la domanda di psicologi, educatori e assistenti sociali è in costante crescita; dall’altro, l’offerta fatica a tenere il passo, complici il fabbisogno di personale del settore pubblico e condizioni contrattuali spesso poco attrattive.
Nonostante un aumento del 30% delle iscrizioni universitarie nei corsi di laurea legati alle professioni di cura negli ultimi dieci anni (fa eccezione il settore socio-assistenziale che registra, a partire dal 2020, una diminuzione di circa il 10%), il Terzo Settore fronteggia grosse difficoltà. I dati evidenziano chiaramente le problematicità: stipendi più bassi, carichi di lavoro elevati, limitate prospettive di crescita e una percezione sociale ancora debole del “valore della cura” rendono complesso attrarre giovani professionisti e trattenere personale con esperienza.
Durante l’evento, articolato in tre panel, sono stati discussi i dati raccolti nella ricerca e sono emerse proposte concrete: al di là del nodo di fondo dell’aumento delle retribuzioni, si possono migliorare le condizioni contrattuali, investire in campagne di sensibilizzazione e i programmi di formazione continua, costruire alleanze tra università, enti del Terzo Settore e istituzioni. L’obiettivo? Ridare dignità e attrattività a un insieme di professioni che sono il pilastro del welfare e specchio della nostra capacità di prenderci cura gli uni degli altri.
Tre panel hanno scandito il ritmo dell’incontro, offrendo uno sguardo plurale e approfondito sulle sfide del lavoro di cura. Il primo, “Un valore (s)conosciuto”, ha affrontato le dimensioni culturali, economiche e di genere del lavoro sociale, con interventi di Barbara Da Roit (Università Cà Foscari Venezia), Stefano Granata (Confcooperative Federsolidarietà), Paolo Dell’Oca (Fondazione Archè) e Matilde Zanni (Consorzio dei Servizi Sociali del Verbano). Il secondo, “Dal sapere al saper fare”, ha ragionato sullo sviluppo di competenze specialistiche e trasversali tra formazione accademica e mondo del lavoro, con contributi di Elena Luciano (Università di Milano-Bicocca), Eleonora Cortesi (Consorzio Consolida), Salvatore Semeraro (Consorzio SiR) e Ilaria Botta (Consorzio Il Filo da Tessere). Il terzo, “Utili in tempo utile”, ha messo al centro il protagonismo giovanile e la necessità di transizioni generazionali nelle organizzazioni, con Francesca Gennai (Consorzio Nazionale CGM), Paolo Tartaglione (CNCA Lombardia), Rossana Aceti (Cooperativa Il Pugno Aperto) e Simone Buzzella (Cooperativa Sineresi).
“Il welfare sociale presenta, da tempo, diverse fragilità dovute ad una pluralità di fattori, tra cui l’insufficiente finanziamento, la presenza di forti diseguaglianze territoriali in termini di servizi, il forte squilibrio nell’uso delle risorse destinate più a favore dei trasferimenti monetari piuttosto che al finanziamento dei servizi, un’impostazione che risale a decenni fa e non in grado di rispondere ai cambiamenti demografici e sociali del Paese – afferma Valeria Negrini, Vice Presidente Fondazione Cariplo -. Contemporaneamente questa fragilità mette sempre in maggior evidenza la funzione ed il senso del welfare, come presidio di diritti fondamentali quali la salute e il benessere collettivo della comunità. La necessità di ripensare il nostro modello di welfare intreccia profondamente anche la necessità di ripensare il lavoro educativo e di cura; una sfida che è sia culturale che professionale. Richiede infatti competenze trasversali, in grado di tenere insieme sapere tecnico, sensibilità sociale e visione comunitaria. Nonostante ciò, una percentuale molto alta dei laureati in queste professioni – in gran parte donne – continua a operare in contesti poco valorizzati e mal retribuiti”.
“Nel Terzo Settore – aggiunge – il turnover giovanile raggiunge il 35,8%, segno di una crescente frustrazione. Fondazione Cariplo mira a diffondere una nuova visione del lavoro, che metta al centro il valore umano e sociale del prendersi cura. Riconoscere la portata trasformativa di queste professioni è il primo passo per restituire dignità, riconoscimento e prospettive a chi costruisce quotidianamente coesione e benessere collettivo”.
Fondazione Cariplo ha annunciato l’intenzione di proseguire il lavoro avviato con il Quaderno, continuando il suo impegno sul capacity building e sviluppo organizzativo grazie al Bando Riprogettiamo il futuro, promuovendo una nuova narrazione sul lavoro sociale e sostenendo azioni sperimentali per rafforzare la sostenibilità organizzativa delle realtà non profit.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

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