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Cronaca

Covid, Sileri: “Fase di transizione verso la fine dell’emergenza”

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ROMA (ITALPRESS) – “L’arrivo dei vaccini, l’ampia capacità di distribuzione e somministrazione ha rappresentato il momento di svolta per uscire dalla fase più acuta della pandemia. Quella di adesso è una fase di transizione”. Lo ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. “Gli ultimi due anni caratterizzati dalla pandemia sono stati molto duri. Il Covid ci ha colpiti di sorpresa, abbiamo attraversato diverse ondate che abbiamo fronteggiato anche a fatica ma siamo riusciti a gestire la situazione – ha aggiunto -. Ricordo a marzo 2020, quando il virus entrò in Italia con prepotenza e noi siamo stati additati come la Wuhan di Europa e criticati per la gestione, quando altri Paesi avrebbero avuto i nostri stessi problemi dopo poco. Vaccinazione e utilizzo progressivo del green pass hanno permesso all’Italia una gestione della pandemia quanto più vicina alla normalità”, ha detto ancora Sileri.
“Non può esserci un green pass per sempre – ha sottolineato Sileri -. Nelle sue varie forme è stato di ausilio per contrastare le fasi della pandemia e le diverse varianti che abbiamo fronteggiato. Quando l’emergenza verrà meno, il green pass sarà rimodulato fino a scomparire. Il venir meno dell’emergenza non dipende da una data ma dalla circolazione del virus e dalle ospedalizzazioni”.
“Il 31 marzo termina lo stato di emergenza e non vediamo il rischio per una proroga – ha ribadito Sileri -. Al tempo stesso si procederà a progressivi e, auspico, veloci allentamenti delle varie regole legate ai tre perni della lotta al virus: distanza, mascherine e vaccino. Comincerei con il diminuire le misure di distanza, rivalutare isolamento e quarantene per vaccinati e asintomatici per poi togliere la mascherina al chiuso. Inoltre, contestualmente alla circolazione del virus rimodulerei il green pass sul luogo di lavoro”.
Di Covid si parla anche in relazione all’accoglienza dei profughi ucraini che scappano dalla guerra. “Al loro arrivo sul territorio si fa il tampone, chi è positivo viene isolato, i contatti dei positivi vengono messi in quarantena e si offre loro la vaccinazione secondo le stesse regole vigenti per gli italiani – ha spiegato il sottosegretario -. Dovremo spingere per vaccinare quanti più profughi possibile e spero che la comunità ucraina in Italia ci possa aiutare in questo. I profughi che scappano dalla guerra in Ucraina hanno un livello molto basso di vaccinazione, solo un terzo della popolazione è vaccinato con vaccini simili ai nostri. Il passaggio del Covid in Ucraina è stato simile a quello del resto d’Europa, il numero dei positivi è sicuramente superiore a quello dichiarato ma questo vale un pò ovunque”.
(ITALPRESS).

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Cronaca

Italia-Emirati Arabi, Mattarella “Amicizia e collaborazione crescente”

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ROMA (ITALPRESS) – “E’ la prima visita di Stato di un presidente degli Emirati Arabi Uniti in Italia e le sono grato per effettuarla, anche come segno dell’amicizia che intercorre tra Emirati Arabi Uniti e Italia e della volontà di intensificare la collaborazione in tanti aspetti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’incontro col presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohamed Bin Zayed al Nahyan, al Quirinale. “E’ un piacere rinnovare il benvenuto a lei e alla delegazione che l’accompagna, la sua presenza a Roma è un onore per la Repubblica Italiana ed è per me un motivo di grande gioia averla al Quirinale ancora questa mattina. La ringrazio per il nostro scambio di opinioni ieri sera durante il pranzo e per quello che abbiamo appena avuto. Lei incontrerà tra poco la presidente del Consiglio e sarà un’occasione di approfondimento ulteriore del significato di questa sua vista, di cui la ringrazio”.
-foto Ipa Agency-
(ITALPRESS).

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Cronaca

Influenza, medici di famiglia “No alle cure fai da te”

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ROMA (ITALPRESS) – Il picco è superato, ma l’incidenza del tasso di influenza resta elevata, con i bambini che sono i più colpiti. In questa situazione, spesso, vi è il rischio di ricorrere a farmaci noti ma non sempre appropriati. Per questo i medici di famiglia della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie intervengono per sottolineare i rischi e gli usi appropriati tra paracetamolo, antinfiammatori, antibiotici. Ogni farmaco deve essere assunto per uno scopo specifico, visto che la somministrazione di ciascuno di questi può non sortire l’effetto desiderato e generare effetti collaterali. L’influenza di quest’anno è stata spesso percepita come più aggressiva rispetto alle stagioni precedenti, con sintomi più intensi, una durata prolungata e un maggior rischio di complicanze. Diversi fattori possono aver contribuito: la possibilità di una variante più contagiosa del virus circolante; la minore immunità della popolazione dopo le misure di protezione per il Covid; le co-infezioni con altri virus respiratori come il virus respiratorio sinciziale o il rinovirus; le condizioni individuali come età e comorbosità. Tra i sintomi più comuni vi sono febbre alta, mal di testa, dolori muscolari e articolari, tosse secca e persistente.
Per affrontare l’influenza e i suoi sintomi vi è spesso confusione in riferimento ad antibiotici, antiinfiammatori, paracetamolo. La terapia deve essere focalizzata ad alleviare i sintomi che inficiano la qualità di vita del paziente, sintomi che peraltro possono avere un impatto variabile per la diversa tollerabilità individuale. La febbre, per esempio, è una reazione dell’organismo contro i virus, quindi, se è ben sopportata, non richiede obbligatoriamente l’assunzione di farmaci.
“Gli antinfiammatori contrastano le difese naturali dell’organismo prodotte nei confronti dei patogeni – spiega Alessandro Rossi, Presidente SIMG – Interrompono la risposta dell’organismo e non rispondono all’infezione. Questi farmaci comportano diversi rischi: prolungamento della malattia; aumento del rischio di complicanze come polmoniti; disturbi gastrointestinali; nei soggetti anziani, ripercussioni sulla funzionalità renale e sull’apparato cardiocircolatorio, provocando rialzi della pressione. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere utilizzati (ma non nei primi giorni) per alleviare i sintomi qualora questi siano sostenuti da una chiara natura infiammatoria, ma devono essere usati con cautela, soprattutto in pazienti con problemi gastrointestinali o cardiovascolari; in ogni caso, prima di assumerli è sempre consigliabile consultare il medico prima del loro uso”.
“Il paracetamolo è il farmaco di maggiore affidabilità per ridurre la febbre e alleviare dolori associati alle sindromi virali come mal di testa o dolori muscolari: non interviene sul meccanismo di infiammazione, ma agisce solamente con scopo analgesico, ha un effetto peculiare sulla febbre ed è un farmaco sicuro, tanto che si raccomanda sia agli anziani che ai bambini, fino anche alle donne gravide”.
“Relativamente alla prescrizione degli antibiotici, la SIMG ha sensibilizzato i medici di famiglia a una somministrazione prudente e secondo reale necessità – evidenzia Alessandro Rossi – Gli antibiotici, infatti, non devono assolutamente essere presi in considerazione in caso di infezione virale. Devono essere assunti solo in caso di infezione batterica, previa prescrizione medica e per la durata indicata: il rischio, oltre a quello di effetti collaterali, è quello che i batteri sviluppino resistenza agli antibiotici, vanificandone l’impiego e alimentando un fenomeno che già è preoccupante a livello globale”. “Il medico di medicina generale può essere consultato in qualsiasi momento – aggiunge Alessandro Rossi – Certamente il suo coinvolgimento è necessario se la durata dei sintomi supera i 3-4 giorni, se vi è febbre persistente e resistente ai farmaci, se, soprattutto in soggetti fragili, compaiono sintomi nuovi come una dispnea, un dolore al petto o, nelle persone molto anziane, insorgenza di confusione mentale. In ogni caso, una consultazione anche solo telefonica rende il cittadino più sicuro e rende più agevole la gestione di sindromi virali di questo tipo. Il medico di famiglia, infatti, è quello che conosce da più tempo la storia personale del paziente, la sua situazione familiare e mantiene con lui un rapporto fiduciario e protratto nel tempo”.
-foto ufficio stampa Studio Diessecom –
(ITALPRESS).

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