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Economia

Cresce la domanda di lavoro portandosi in doppia cifra, +13%

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ROMA (ITALPRESS) – Il tessuto economico e sociale dell’Italia è stato messo a dura prova da due anni di pandemia, una crisi profonda che non ha fatto sconti ad imprese e lavoratori, con migliaia di aziende costrette a chiudere e personale in cassa integrazione. Tuttavia, nonostante l’ulteriore colpo assestato all’economia a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia lo scorso mese di febbraio, dall’analisi del mercato del lavoro ad inizio 2022 emerge una fotografia in controtendenza rispetto a quanto si potrebbe erroneamente ritenere. Nel nostro Paese la domanda di lavoro tiene, anzi scatta addirittura in avanti, con una crescita in doppia cifra. Sono infatti circa 360 mila i lavoratori ricercati dalle imprese lo scorso mese di marzo, ben 41 mila in più (il +13%) rispetto a febbraio e 67 mila in più (+22,9%) rispetto ad un anno fa. Lo rivela l’inchiesta di Italia Informa sul mercato del lavoro e sulle nuove professioni emergenti in Italia.
Come ben evidenziato dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, le imprese hanno difficoltà di reperimento delle risorse umane. Numeri alla mano, ad oggi manca all’appello il 41% dei profili ricercati, in aumento di quasi 9 punti percentuali rispetto a marzo 2021, quando il 32% delle figure ricercate erano introvabili o con un profilo professionale non adeguato. Tiene ancora il manifatturiero, seguito dalle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo, dalle industrie alimentari, di bevande e tabacco. Si mantiene elevata anche la domanda di lavoro proveniente dal comparto delle costruzioni, ma anche le opportunità di lavoro offerte da servizi di alloggio, ristorazione e turistici. Le figure di più difficile reperimento sono i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (67%), gli artigiani e gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (67%), ma anche i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (61%), i meccanici artigianali, i montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (61%). Particolarmente significativo, e non potrebbe essere altrimenti visti i due anni caratterizzati dalla lotta al Covid, il dato relativo ai medici (64%), così come quello relativo ai professori di scuola primaria (63%)
Ad incontrare le maggiori difficoltà di reperimento sono le imprese delle regioni del Nord Est (difficile da reperire il 46,9% delle figure ricercate), seguite da quelle del Nord Ovest (41,2%), Sud e Isole (38,6%) e Centro (36,6%).
Queste percentuali, tuttavia, stridono rispetto al poco invidiabile primato che il nostro Paese detiene a livello europeo, ovvero quello relativo al fenomeno NEET, acronimo derivante dall’espressione inglese “Not in Education, Employment or Training”, riferito a tutti quei giovani che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in alcun corso formativo.
Secondo gli ultimi dati Istat, solo nel 2020 il fenomeno NEET ha colpito in Italia più di 2 milioni di ragazzi, rendendolo il Paese con la più alta incidenza in Europa (con circa 1 giovane su 3 in questa condizione). Numeri confermati anche dalla Commissione Europea, che relativamente al ‘caso Italia’ rileva un 23,3% dei giovani compresi tra i 15 e i 29 anni che non studia e non lavora. A fronte di questa fascia di giovani fuori dal mercato del lavoro, un’altra fetta non trascurabile – molto spesso laureata – decide di abbandonare l’Italia per cercare condizioni professionali migliori all’estero, anche in considerazione della situazione di mancato ricambio generazionale nelle aziende e nella Pubblica Amministrazione, che solamente negli ultimi mesi, dopo anni di concorsi bloccati, ha rimesso lentamente in moto la macchina delle assunzioni.
(ITALPRESS).

Economia

Tajani “Sono contro l’extraprofitto, ma questo è il momento di parlare con il mondo bancario”

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FIRENZE (ITALPRESS) – “Non esiste base giuridica per l’extraprofitto” ma “credo che nessuna banca non voglia parlare con la politica nel momento in cui c’è bisogno di rinforzare la manovra economica. L’abbiamo fatto l’anno scorso, l’impegno era per due anni, se c’è bisogno, però, io che sono un combattente anti-extraprofitto sono anche pronto a cercare di fare una mediazione”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani a margine del Festival nazionale dell’Economia civile a Firenze.

“Bisogna stare molto attenti quando si parla di tassazione delle banche – ha aggiunto Tajani -. Ho anche detto ai miei colleghi di governo che, in vista della manovra, questo è il momento di parlare con il mondo bancario. Se c’è bisogno di aiuto si può parlare: ma mai fare operazioni ex abrupto, perché questo spaventa il mercato, oltre a far danni se si generalizza”. “Abbiamo sventato due anni fa l’extraprofitto – ha sottolineato Tajani – perché poi si finiva per colpire le Bcc e le banche popolari, mentre c’erano danni minori per le banche più grandi: quindi bisogna stare sempre molto attenti quando si parla di banche, però credo che sia giusto parlare”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

DPFP, UPB “Scenario accettabile, ma stime esposte a molteplici rischi”

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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha validato lo scorso 29 settembre le previsioni macroeconomiche tendenziali del Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) 2025, a conclusione di una procedura di confronto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nell’arco delle scorse settimane. Lo rende noto l’UPB che ha valutato lo scenario macroeconomico tendenziale del DFPF 2025 “complessivamente accettabile, sebbene in alcuni casi le previsioni si collochino sull’estremo superiore o appena oltre le stime del panel UPB”.

In particolare, “la crescita del PIL del QMT non eccede l’intervallo definito dal panel, salvo uno sforamento marginale (dello 0,1%) nel 2027; la previsione per il 2025 è in linea con quelle dell’UPB e del panel, mentre le differenze sugli anni successivi scontano le incertezze sull’accumulazione di capitale e l’instabilità del contesto internazionale; la crescita cumulata sull’ orizzonte 2025-28, pari al 2,7%, si colloca sull’estremo superiore delle stime del panel; la variazione del PIL nominale è accettabile nel complesso, situandosi sul livello superiore dell’intervallo definito dal panel in tutti gli anni tranne quello in corso, ma eccede lievemente le attese dell’UPB; l’incremento cumulato del PIL nominale tra il 2025 e il 2028, pari all’11,0%, è nel complesso coerente con l’intervallo delle stime del panel, sebbene leggermente più elevato. Tali stime “sono esposte a molteplici rischi, bilanciati nel breve termine ma prevalentemente orientati al ribasso nel medio termine, in gran parte riconducibili ai conflitti internazionali e alla dinamica degli investimenti”.

I principali fattori di rischio “sono individuabili in quattro ambiti: il protezionismo, le guerre e i piani di riarmo, fonti primarie di incertezza con effetti sull’economia di difficile quantificazione; la dinamica degli investimenti in costruzioni, dati i possibili effetti di concentrazione degli interventi finanziati dal programma NGEU nel prossimo anno, che potrebbero generare colli di bottiglia sul lato dell’offerta con conseguente freno alla crescita, cui si aggiungono attese incerte sugli investimenti residenziali; la volatilità dei mercati e le politiche monetarie, dove il fragile e instabile contesto internazionale rischia di ingenerare rapide reazioni avverse dei mercati finanziari, con effetti sull’economia italiana, caratterizzata da un elevato debito pubblico; il rischio climatico e ambientale, ormai fattore strutturale di vulnerabilità, poiché la crescente frequenza e intensità di eventi meteorologici estremi richiede risorse per la prevenzione e la gestione delle emergenze, con impatti sui prezzi e sulla capacità produttiva”, conclude l’UPB che procederà a valutare anche il quadro macroeconomico programmatico del DPFP, che incorpora gli effetti dell’aggiustamento di bilancio.

– foto IPA Agency –

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Economia

Mattarella “Ridisegnare i paradigmi tradizionali dell’economia”

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FIRENZE (ITALPRESS) – “Democrazia e mercato, come ci ricordano alcuni economisti, hanno in comune l’idea di eguaglianza e concorrono alla sua attuazione. Lo troviamo consacrato negli articoli della Costituzione, operanti per far sì che il potere di indirizzo sia effettivo anche in ambito economico e sociale per una democrazia sostanziale. Il bene comune non è infatti il bene pubblico di una maggioranza, ma interpella ogni cittadino, ogni famiglia, ogni impresa. Ecco perché ridisegnare i paradigmi tradizionali dell’economia, tanto più in tempi di crisi delle relazioni internazionali che pongono a rischio obiettivi, comuni all’intera umanità, di crescita e giustizia sociale, appare necessario per superare i conflitti sociali e per far fronte alle sfide globali odierne”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo messaggio di saluto al Festival dell’Economia civile in svolgimento a Firenze. “La partecipazione attiva civica svolge dunque un ruolo cruciale nell’adozione di politiche e misure capaci di unire al soddisfacimento delle esigenze di vita delle comunità la creazione di benefici intergenerazionali, per garantire i quali è indispensabile un atteggiamento che non sia di distruzione delle risorse del pianeta”, ha concluso Mattarella.

“IMPRESE FAMIGLIARI STRATEGICHE PER IL FUTURO”

“Le imprese familiari costituiscono un assetto produttivo diffuso e strategico nel tessuto economico italiano. Si tratta di un modello che sovente avverte ed esprime un acuto esercizio di responsabilità sociale nei confronti delle imprese amministrate, in grado di generare altresì esternalità positive nei territori e nella comunità coinvolti. Lo stile di fare ed essere impresa trova, nelle aziende familiari, un patrimonio di affinate competenze e di valori trasmessi di generazione in generazione, che arricchiscono il profilo etico della società civile, oltre a caratterizzarsi per garantire, sovente, continuità alla presenza di impianti produttivi, quindi capacità di innovazione, esperienze che rivestono un ruolo centrale nella crescita e nella competitività dell’economia nazionale”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato alla Presidente dell’AIDAF – Italian Family Business, Cristina Bombassei. “La riflessione che si impone nell’attuale contesto di turbolenza nei rapporti internazionali con le conseguenze derivanti alla libertà dei mercati e agli obiettivi di crescita dell’intera comunità internazionale, non potrà che beneficiare delle riflessioni del vostro XX Convegno Nazionale”, conclude Mattarella.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

(ITALPRESS).

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