Economia
Helbiz, accordo con Flee per mobilità innovativa e sostenibile
Pubblicato
3 anni fa-
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Redazione
Al via una partnership tra Helbiz e Flee per arricchire reciprocamente i loro ecosistemi di mobility, offrendo da una parte ai clienti Helbiz la possibilità di accedere a una piattaforma dove l’utente sarà il centro di un mondo di servizi estesi anche all’auto, dall’altra ampliando le soluzioni a disposizione dei clienti Flee, che avranno la possibilità di scegliere tra diverse opzioni sulla base delle proprie esigenze. Flee, progetto di innovazione di Aon Mobility Solutions, nasce come servizio di noleggio auto a lungo termine a consumo – pay per use, che unisce il risparmio, la sicurezza e la comodità di un servizio tutto digitale. Innovazione, smart attitude, approccio digital e green sono i valori che accomunano Helbiz e Flee e che sono alla base della nuova partnership. Questa, infatti, è nata dal desiderio di Helbiz di garantire soluzioni innovative ai propri utenti, offrendo loro la libertà di scegliere l’opzione di mobilità più adatta alle proprie esigenze e spostamenti. A questo bisogno Flee ha risposto proponendo un’offerta di noleggio a lungo termine originale con un prodotto premium che permette di efficientare le spese dell’utente: rata flessibile e variabile a seconda dell’utilizzo dell’auto, esperienza digital, approccio green e nuovi modelli di sharing. Studi recenti hanno mostrato come i consumatori italiani siano sempre più interessati sia a proposte assicurative che prevedono livelli di copertura personalizzabili in base all’effettivo utilizzo del mezzo, che al monitoraggio del loro stile di guida e a formule assicurative che coprano in modo trasversale tutte le forme di mobilità utilizzate. “La partnership con Flee per noi di Helbiz è motivo di grande orgoglio, ed è l’ennesima occasione che ci permette di dimostrare quanto la sinergia fra le due aziende porti al conseguimento di obiettivi condivisi: il rispetto ambientale, la sostenibilità e il continuo interesse a sviluppare collaborazioni che portino ad una mobilità più smart e green. Siamo felici di poter allargare il nostro ecosistema di mobility che permette al cliente di avere accesso a soluzioni diverse, che vanno incontro ad ogni suo bisogno”, ha affermato Jonathan Hannestad, Chief Operating Officer di Helbiz. Gabriele Ratti, Head of Mobility, Affinity, SME & DCS in Aon, ha commentato “Grazie a questa partnership con Helbiz, Flee inizia un percorso di costruzione di un ecosistema di mobilità green e innovativa ancora più integrato, con l’obiettivo di diventare sempre di più punto di riferimento per gli utenti che nella loro quotidianità necessitano di utilizzare mezzi diversi per spostarsi in modo rapido, sostenibile e comodo”.
(ITALPRESS).
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Economia
Confcommercio, crescita modesta e consumi fragili
Pubblicato
2 ore fa-
17 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – L’estate si è aperta all’insegna del permanere di un clima di elevata incertezza sulla direzione che prenderanno le diverse economie nei prossimi mesi. Le aspettative di consumatori e imprese, indirettamente e direttamente ne sono influenzate: minacce, ritrattazioni e rilanci nelle politiche tariffarie continuano a rappresentare una parte importante di questa fragile condizione. La geopolitica, da parte sua, non aiuta. In questo contesto l’economia italiana, pur non mostrando particolari elementi di vivacità, continua a muoversi lungo un sentiero di moderato sviluppo. E’ quanto sottolinea l’Ufficio Studi di Confcommercio nella nota sulla congiuntura di luglio. L’occupazione continua a migliorare e l’inflazione è ormai sotto controllo: come atteso, anche i dati definitivi di giugno riportano al 2,8% l’inflazione del carrello della spesa, una questione temibile sotto il profilo mediatico. Tra le note dolenti si devono segnalare la bassa dinamica dei consumi, il perdurare di difficoltà del sistema industriale e la debolezza della fiducia di famiglie e imprese.
La sintesi di questi andamenti è una crescita del Pil che per il secondo trimestre stimiamo pari allo 0,3% congiunturale e allo 0,8% su base annua; a luglio la crescita sarebbe dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell’1% sullo stesso mese del 2024. Queste valutazioni, complessivamente ancora positive, dati i buoni fondamentali della congiuntura economica italiana, confermano la possibilità di una crescita attorno allo 0,8% per l’intero 2025. Come detto, se c’è un ostacolo al raggiungimento di questo target, esso è costituito dall’insufficiente spesa delle famiglie. I consumi, calcolati nella metrica dell’ICC, mostrano anche a giugno una riduzione su base annua (-1,0%), sintesi di un netto miglioramento della domanda per i servizi (1,3%) e di un deciso calo di quella per i beni (-1,9%). Seppure il dato dell’ultimo mese appare fortemente condizionato da quanto accaduto nell’automotive, la cui pesante riduzione (-29,5%) è stata in parte determinata dal confronto con il mese corrispondente del 2024 in cui partirono i tanto attesi incentivi, non vanno trascurate le difficoltà di molti segmenti di consumo cosiddetti “maturi” (abbigliamento, mobili, alimentari) che sono solo in parte controbilanciate dalla crescente domanda di beni e servizi per la fruizione del tempo libero.
Anche il dato destagionalizzato, che pure indica per il quarto mese consecutivo una marginale crescita congiunturale, non modifica la lettura di una dinamica dei consumi debole e le difficoltà di questa decisiva grandezza macroeconomica nel porsi come motore di una crescita più sostenuta. Crescita che stando alle dinamiche occupazionali e alla stabilizzazione dell’inflazione, per la quale la nostra stima per luglio è di una variazione congiunturale dello 0,2% e di una crescita tendenziale dell’1,4%, dovrebbe originare dai miglioramenti registrati dal reddito disponibile reale. La scarsa percezione da parte delle famiglie di questa mutata condizione e i timori di un repentino peggioramento continuano ad alimentare un clima di sfiducia che si traduce, in molti casi, in comportamenti estremamente prudenti in materia di consumo.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Nel 2024 export a 623,5 miliardi, ma i dazi aumentano l’incertezza
Pubblicato
18 ore fa-
16 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Le esportazioni italiane di merci si sono “lievemente ridotte nel 2024 a 623,5 miliardi di euro (-0,4%)”, soprattutto a causa della “netta caduta delle vendite verso la Germania (-5%)”. Le vendite all’estero sono cresciute però del +30% rispetto al 2019 (480 miliardi di euro). È quanto emerge dal Rapporto ICE 2024/25 presentato oggi a Roma dal presidente dell’Agenzia Matteo Zoppas, che ha illustra il quadro economico mondiale e i principali dati sulla presenza e sulla performance delle imprese italiane nei mercati internazionali, insieme al presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, che ha introdotto l’Annuario Statistico ISTAT-ICE 2025.
Le flessioni registrate nei mezzi di trasporto, nel sistema-moda, nei mobili, nei beni intermedi (soprattutto i derivati del petrolio) “sono state compensate dagli aumenti di prodotti alimentari, chimico-farmaceutici, ICT e dal balzo della gioielleria (+39%), dovuto principalmente alla forte domanda del mercato turco”. Per quanto riguarda le esportazioni di manufatti, la lieve flessione registrata complessivamente nel 2024 “è il risultato di dinamiche molto diversificate nei singoli mercati e settori. Il contributo negativo principale è venuto dalla Germania, la cui crisi economica si è tradotta in un calo del 5% delle vendite di manufatti italiani, soprattutto negli autoveicoli, nella metallurgia e nella meccanica”.
Contributi positivi “rilevanti”, spiega l’ICE, derivano dalle esportazioni verso l’Arabia Saudita, “cresciute di oltre il 29% grazie principalmente all’industria meccanica, e verso gli Emirati Arabi Uniti (+20,4%) per gli incrementi nella meccanica, nell’abbigliamento e nei prodotti in pelle”. La crescita delle vendite in Spagna (+4,6%) “ha beneficiato soprattutto degli aumenti registrati nei prodotti ICT e nella farmaceutica”. In Italia, le grandi imprese hanno realizzato poco più del 50% dell’export del 2024, quelle di medie dimensioni il 29,9% e le piccole e microimprese circa un quinto. Si conferma la rilevanza delle imprese multinazionali: quelle a controllo italiano spiegano il 40,4% dell’export registrato nel 2024, quelle a controllo estero il 33,8%.
La lieve flessione registrata dalle esportazioni italiane è “il risultato di una contrazione nel Mezzogiorno (-5,4%), nel Nord-Ovest (-2%) e nel Nord-Est (-1,5%). Nel Centro si è invece manifestata una ripresa, con una crescita del +4%”, evidenzia l’ICE. Lo scorso anno l’Agenzia ha aperto 5 nuovi uffici e 6 nuovi punti di corrispondenza e realizzato 914 iniziative promozionali in 109 mercati diversi e, dal 2018 al 2024, “il numero di utenti che hanno richiesto servizi all’ICE è aumentato più del 50%, passando da 16mila a più di 25mila”.
Inoltre, nel periodo 2019-2024 l’Agenzia ICE ha seguito circa 2.370 operazioni di IDE (Investimenti Diretti Esteri), prestando i suoi servizi di assistenza in 473 casi, “con una percentuale di successo del 36%”. La valutazione sull’impatto dei servizi ICE, condotta in collaborazione con l’Istat, ha evidenziato anche per il periodo 2023-24 un risultato “largamente positivo per i beneficiari di servizi ICE”: le imprese che hanno fruito del dei servizi promozionali e di assistenza personalizzata di ICE hanno incrementato le loro vendite estere del +8,4%, registrando una crescita superiore di 10 punti percentuali rispetto a quella del campione di imprese non-clienti, mentre quelle che hanno usufruito dei servizi di assistenza gratuiti hanno visto un incremento del 4,1% (+7,8 punti percentuali rispetto ad imprese simili ma non-clienti dell’Agenzia ICE). T
utto questo, spiega l’ICE, “in uno scenario globale che è cambiato rapidamente quando la nuova amministrazione statunitense ha introdotto dazi e ne ha annunciati altri, generando incertezze sui mercati e tensioni internazionali con possibili ripercussioni sulle filiere produttive ed effetti negativi sulle prospettive dell’economia globale”. La rapida escalation delle restrizioni commerciali, le guerre in corso e il grande aumento dell’incertezza “hanno determinato una revisione al ribasso di tutte le previsioni economiche”.
Tra le possibili modalità di gestione dell’attuale fase di crescente instabilità, l’ICE evidenzia “l’opportunità che l’Unione Europea e gli altri attori rilevanti del sistema economico internazionale perseguano soluzioni cooperative, evitando dinamiche di escalation commerciale”. Un esempio, secondo l’Agenzia, è l’accordo di partenariato tra l’UE e i quattro paesi fondatori del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), concluso nel mese di dicembre 2024, che prevede “la riduzione delle barriere commerciali reciproche – ancora relativamente elevate, soprattutto per i manufatti (da parte del Mercosur) e per i prodotti agricoli (da entrambe le parti) e l’adozione di standard condivisi per la sostenibilità ambientale e sociale delle attività produttive”.
Il processo politico che dovrebbe portare all’entrata in vigore dell’accordo “si presenta però ancora irto di ostacoli”. Nel 2024 e nell’anno in corso sono inoltre proseguiti negoziati ambiziosi con altri partner dell’Africa, dell’America latina, dell’Asia centrale, del Golfo Persico e dell’Indo-Pacifico.
Considerando l’attuale annuncio di Trump di dazi al 30%, la stima per l’Italia “è di un costo aggiuntivo di 19 miliardi per le esportazioni verso gli Usa” .Lo ha detto il presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas, alla presentazione del Rapporto ICE 2024-2025 e dell’Annuario Istat- ICE a Roma. “Le regioni più colpite, per macchinari e farmaceutico sarebbero la Toscana e l’Abruzzo”, ha aggiunto.
“Per l’export si conferma il -0,4% del 2024 su 2023. Vediamo che ad oggi gli Stati Uniti non hanno ancora un numero negativo in modo importante, per cui siamo tutti in attesa dell’effetto di queste trattative che ci sono in corso. Speriamo” che si concludano “presto perché uno dei elementi più impattanti non è tanto, ad oggi, il dazio di per sé, che non sappiamo quando e quanto sarà, ma l’incertezza sul dazio che tiene ferme alcune situazioni anche dell’export – ha proseguito Zoppas – Vediamo che c’è una Cina che è calata del 20% e ancora stenta a ripartire: la Cina è un problema strutturale perché tra le varie problematiche c’è il fatto che sta cominciando a sostituire i prodotti che prima comprava dall’Italia con prodotti costruiti all’interno“.
Questo non riguarda solo le commodity, “ma sta diventando sempre di più una capacità di produrre” altri prodotti “per cui dobbiamo continuare a rinnovarci e a correre più veloci di loro se non vogliamo che ci raggiunga”, spiega. “C’è la Germania che cala in modo strutturale per la questione dell’automotive, c’è la moda che ha espresso anche nel 2024 già le prime problematiche. Ci sono luci e ombre che vanno tenute d’occhio”, ha concluso.
-Foto ufficio stampa Ice-
(ITALPRESS).
Economia
Rinnovato il Protocollo d’Intesa tra Banca d’Italia e Guardia di Finanza
Pubblicato
22 ore fa-
16 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, e il comandante generale della Guardia di Finanza, generale di Corpo d’Armata Andrea De Gennaro, hanno sottoscritto il rinnovo del Protocollo d’Intesa, che aggiorna e rafforza la cooperazione fra le due Istituzioni, con l’obiettivo di rendere ancora più efficaci l’attività di vigilanza bancaria e finanziaria e il contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.
“Il potenziamento della collaborazione – si legge in una nota – consentirà di affrontare meglio i rischi connessi con le minacce emergenti, rispetto ai quali potranno essere sviluppate congiuntamente strategie di prevenzione e contrasto, anche attraverso tavoli di lavoro per lo studio e l’approfondimento di fenomeni rilevanti. La Banca d’Italia e la Guardia di Finanza si sono impegnate, inoltre, a promuovere insieme attività di carattere formativo”.
– foto ufficio stampa Banca d’Italia –
(ITALPRESS).


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