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Economia

Riforma della giustizia tributaria, Uncat “Svolta epocale”

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PALERMO (ITALPRESS) – Il Consiglio dei ministri, lo scorso 17 maggio, ha approvato la bozza per la riforma del processo tributario, gettando le basi per modifiche al sistema attese da diversi anni. “La riforma della giustizia tributaria per noi avvocati tributaristi è qualcosa di epocale, storico – ha detto all’Italpress Angelo Cuva, presidente della Cat Palermo e vicepresidente Uncat -. Dopo tanti annunci, tante richieste, finalmente sembra che questa riforma sia giunta al suo traguardo. Soprattutto giunge recependo le istanze comuni, trasversali, che arrivavano dall’avvocatura, ovvero di potere avere una giurisdizione tributaria affidata a giudici a tempo pieno, non più part time, come purtroppo è stato ed è attualmente”. Proprio la figura del magistrato tributario rappresenta qualcosa di eccezionale, visto che fin qui il sistema era retto da giudici non specializzati in materia tributaria.
“L’obiettivo è quello di avere giudici professionali, reclutati con concorso sulle materie tecniche di loro competenza, che sono oggetto del processo tributario. E quindi una giustizia – ha aggiunto – che in queste condizioni può garantire ai contribuenti, ma in generale alle parti, quella dignità, quella efficacia e qualità che attualmente, purtroppo, non è garantita. Quindi, ripeto, per noi è un passaggio storico che ci spinge a dare una valutazione assolutamente positiva nel complesso di questa riforma, anzi auspichiamo che il Parlamento possa tempestivamente portarla al suo traguardo”.
Il disegno di legge si colloca nel quadro di riforme ordinamentali collegate al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ora si attende l’esito positivo in Parlamento. “Abbiamo un sistema datato 1992 – ha aggiunto l’avvocato Francesco Lucifora, componente del Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria e presidente dell’Associazione nazionale Giudici tributari – un sistema giustizia che va sicuramente adeguato alle nuove esigenze, anche dell’economia”.
“Ecco perché – ha detto inoltre – il governo oggi si è deciso a intraprendere questa via della riforma legata a doppio filo: da una parte per dare risposta a quelle aziende estere che sono disincentivate ad investire in Italia per la lentezza cronica della giustizia in generale, anche se la giustizia tributaria diciamo non soffre di questa lentezza. E dall’altra per la questione dei fondi del Pnrr che dettano dei tempi molto contingentati al governo”. Figura centrale della riforma è quindi il magistrato tributario, ovvero un magistrato impegnato a tempo pieno solo per i processi tributari e specializzato in questo settore: “Il magistrato tributario – spiega Cuva – è la pietra angolare della riforma, noi già come Uncat nel 2018 presentammo un progetto di legge di riforma, nel quale avevamo puntato l’attenzione. La presenza di figure part-time, che comunque deve essere garantita attraverso un regime transitorio, garantisce un passaggio con modalità che devono e possono essere ancora affinate degli attuali giudici fino ad esaurimento per definire poi un sistema nel quale tutti i giudici si dedicano sono a quello”.
Unico neo quello legato alla selezione, al concorso, che andrà a determinare i magistrati tributari: “Il dato negativo – ha affermato l’avvocato Lucifora – è legato alla dotazione di organico di prima applicazione della riforma, nel senso che il governo sembrerebbe, anche se non abbiamo il testo definitivo, intenzionato a prendere una strada che privilegia solo il reclutamento dei giudici tributari provenienti dal mondo delle giustizie professionali, ordinaria amministrativa contabile e anche militare con un semplice passaggio da un’amministrazione all’altra, dando per scontato che questi giudici abbiano una preparazione specifica in materia tributaria. Dall’altro, per coloro che provengono dal mondo delle professioni, quindi avvocatura, commercialisti, dirigenti di uffici, prevede un concorso pubblico per esami partendo dal presupposto opposto, che non abbiano la preparazione specifica in materia tributaria e quindi da sottoporre ad un concorso, ad un esame preventivo, per verificare se possiedono i requisiti. Eppure i giudici tributari di provenienza professionale sono in commissione tributaria sin dagli anni 80 e hanno assicurato il funzionamento di questa giustizia tributaria. Credo che qualsiasi professionista in 30 anni abbia maturato un minino di formazione specifica. Tolto ciò, nel complesso è una riforma positiva”.
“Riteniamo che il giudice professionale in materia tributaria sia condizione necessaria per dare risposta ai contribuenti per una giustizia non solo efficiente, ma anche – ha sottolineato – di ulteriore qualità nella redazione delle sentenze”.
“Chiaramente – conclude Cuva – ogni riforma di sistema si porta dietro una serie di contraccolpi che destano anche diverse valutazioni che sono comunque di minore impatto e importanza rispetto al resto. Per questo riteniamo che si possano mettere in seconda fila e che comunque potranno essere oggetto di rivisitazione e correttivi”.
(ITALPRESS).

Economia

Dazi, Fumarola “Serve una forte strategia Ue, altrimenti esiti devastanti”

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ROMA (ITALPRESS) – “I dazi ci preoccupano molto perché” secondo le stime “interesserebbero circa 150mila lavoratori, è un lusso che il Paese non può permettersi. L’Ue deve mettere in campo una strategia forte facendosi trovare pronti ad ogni evenienza, in questa strategia serve il coinvolgimento forte delle parti sociali”.

Così la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, a margine del XX Congresso confederale. “Bisogna assolutamente trovare il modo per arginare questa guerra commerciale perché gli esiti sono esiti devastanti. E’ necessario che l’Europa agisca unita e che si faccia trovare pronta anche nel dialogo con l’America. E’ necessario individuare ulteriori sbocchi commerciali, ma nel frattempo l’Europa deve mettere a disposizione delle risorse e creare un fondo ad hoc per sostenere imprese e occupazione”, conclude.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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Economia

Il quotidiano di Dubai Gulf News: “Il Ponte di Messina un progetto epocale”

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ROMA (ITALPRESS) – “Lo Stretto di Messina, nell’Italia meridionale, ha storicamente rappresentato una barriera formidabile: forti correnti e attività sismica. Ora l’Italia sta portando avanti un megaprogetto: un ponte destinato a diventare il ponte sospeso a campata unica più lungo del mondo per collegare la Sicilia con l’Europa continentale attraverso questa importante via d’acqua che unisce il Mar Tirreno e il Mar Ionio”. A descrivere “l’ambizioso progetto da 12,7 miliardi di dollari”, è l’edizione on line di Gulf News, quotidiano in lingua inglese pubblicato a Dubai.

La funzione principale del ponte – scrive il quotidiano – è migliorare il traffico e il trasporto merci tra Sicilia e Calabria, grazie a “un progetto ingegneristico estremamente ambizioso: il ponte sospeso avrà una lunghezza totale di circa 5 km, con una campata centrale record di 3,3 km – la più lunga al mondo”. E ancora: “rappresenta una dichiarazione audace ell’ambizione ingegneristica italiana”.

E citando il magazine specialistico “The Structural Engineer” Gulf News evidenzia ancora: “il ponte potrebbe catalizzare lo sviluppo economico del Mezzogiorno italiano, tradizionalmente meno sviluppato, collegandolo direttamente all’Europa continentale”. Il ponte, ricorda il quotidiano di Dubai, “eliminerebbe il bisogno di lente traversate in traghetto e permetterebbe una connessione più fluida e veloce tra Sud Italia e il resto del continente”.

Nello stesso tempo “genererà migliaia di posti di lavoro, sia diretti che indiretti, durante la fase di costruzione e avrà un impatto economico duraturo, in una regione con alti tassi di disoccupazione. La costruzione è affidata a un consorzio guidato da Webuild, una delle principali imprese italiane di infrastrutture, attiva in oltre 50 paesi e specializzata in grandi opere. Webuild ha ricavi annui di circa 12 miliardi di euro e gestisce un portafoglio di ordini del valore di 63 miliardi di euro”.

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Nel quotidiano emiratino viene ricordata anche una dichiarazione del Ceo di Webuild, Salini, al Corriere della Sera: “Il ponte sullo Stretto di Messina è un progetto industriale nazionale, più importante per il Paese che per noi. È un’opera straordinaria che può offrire lavoro e opportunità a migliaia di giovani e rappresenta un investimento in un’area speciale del nostro Paese, collegando 5 milioni di persone con il resto dell’Europa. Siamo pronti a partire insieme a tutte le altre aziende italiane, da Nord a Sud”.

(ITALPRESS).

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Economia

Intesa tra I Sud del mondo e Aief per l’educazione finanziaria

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ROMA (ITALPRESS) – “Un protocollo d’intesa che mira a promuovere e diffondere i temi finanziari, assicurativi e previdenziali e a valorizzare il know how e le competenze, sempre più specialistiche legate al mondo della finanza e dell’economia, nella consapevolezza di una grande esigenza che investe settori sempre più ampi della società, del lavoro e delle professioni”. E’ questo l’obiettivo che I Sud del mondo ets si propone con l’intesa raggiunta con l’Aief – Associazione italiana educatori finanziari – presieduta da Nunzio Vito Erasmo Lella. Così Pompeo Torchia e Giuseppe Galati, rispettivamente presidente e responsabile scientifico de I Sud del mondo, annunciando l’accordo siglato e che si propone di veicolare le buone pratiche e le conoscenze e i meccanismi della finanza e degli investimenti. Aief è già un riferimento per queste tematiche economico-finanziarie che sottopone all’attenzione di amministrazioni pubbliche e private, di istituzioni, enti, università, organizzazioni sindacali e categorie produttive. Una vera e propria attività di formazione e didattica che Aief indirizza con la finalità di una progressiva riduzione dell’esclusione sociale e del contrasto alla povertà, favorendo percorsi di inserimento sociale e aggiornamento professionale.

“I Sud del Mondo – prosegue Galati – che opera attraverso la promozione di attività di ricerca ed elaborazione socio-culturale mediante eventi, convegni e altre manifestazioni di valore scientifico e culturale, ha la consapevolezza del carattere strategico dell’acquisizione di conoscenze di carattere economico-finanziario e del fatto che, tra i fattori di mancato sviluppo di ampie porzioni del nostro territorio via sia quello della carenza di conoscenze specifiche dei temi finanziari, bancari, assicurativi e previdenziali, come della gestione e programmazione delle risorse di famiglie, imprese, enti pubblici. Una sinergia, quella che oggi attiviamo con Aief che rientra nelle strategie de I Sud del Mondo, associazione impegnata nella ricerca e nell’approfondimento, oltre che nel dialogo con istituzioni ed enti pubblici e privati ai quali offrire i risultati e le riflessioni elaborate, in uno spirito di autentica condivisione”.

– foto ufficio stampa I sud del mondo –

(ITALPRESS).

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