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PIANO CIMITERIALE, IL COMUNE DI VOGHERA AVVIA L’ITER DI REVISIONE

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Nel febbraio scorso su PaviaUnoTV a “La Voce Pavese” si era aperto il dibattito sul piano dei servizi cimiteriali del Comune di Voghera. Oggi con delibera di Giunta, il Comune di Voghera ha approvato l’avvio della revisione del Piano Regolatore Cimiteriale.

Il Piano Regolatore Cimiteriale Cittadino (PRCC) è uno strumento di settore che attiene all’organizzazione dei sistemi cimiteriali, è composto da documenti grafici e documenti testuali ed è finalizzato ad organizzare e risolvere la molteplicità delle problematiche attinenti la materia cimiteriale. A questo proposito l’Amministrazione comunale di Voghera intende avviare il processo di aggiornamento del PRCC alla luce della previsione delle necessità future di sepolture e loro tipologie, delle previsioni di ampliamento o ridefinizione delle aree cimiteriali e dei vincoli relativi, delle norme tecniche di attuazione che regolano gli interventi operativi.

“Avevamo detto fin da subito che sui cimiteri avremmo dedicato una particolare attenzione – le parole di Federico Taverna, Assessore ai Servizi cimiteriali del Comune di Voghera -, con questa delibera intendiamo avviare un iter che ci possa portare ad un ammodernamento dei nostri cimiteri sia da un punto di vista strutturale che amministrativo. Dopo ormai oltre 10 anni è arrivato il momento di studiare una nuova pianificazione che tenga in considerazione le nuove richieste proponendo un’offerta adeguata. Come primo atto avevamo aggiornato, su mia richiesta, le tariffe totalmente fuori mercato, ora andiamo verso importanti novità come ad esempio l’ipotesi di vendita delle cappelle dismesse della parte storica del cimitero e molto altro ancora”.

La revisione del documento, che prenderà il via con un’indagine esplorativa di mercato rivolta ai professionisti e agli studi che si occupano di strutture cimiteriali, mira ad ulteriori obiettivi programmatici:

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•       verifica della ricettività delle strutture esistenti, distinguendo i posti per sepolture a sistema di inumazione e di tumulazione, in rapporto anche alla durata delle concessioni;
•       valutazione dell’evoluzione attesa della domanda delle diverse tipologie di sepoltura e di pratica funebre e relativi fabbisogni;
•       valutazione della necessità di creare maggiore disponibilità di sepolture nei cimiteri esistenti a seguito, ove possibile, di una più razionale utilizzazione delle aree e dei manufatti, del recupero di tombe abbandonate, dell’applicazione delle deroghe ai criteri di utilizzo di manufatti, della realizzazione di loculi e cellette;
•       individuazione delle zone cimiteriali soggette a vincolo paesaggistico ovvero a tutela monumentale, nonché i monumenti funerari di pregio, per cui prevedere la conservazione o il restauro, nonché la valorizzazione in un percorso di visita ed approfondimento;
•       riduzione o abbattimento delle barriere architettoniche e interventi atti a favorire la sicurezza dei visitatori e degli operatori cimiteriali;
•       necessità di garantire l’accesso ai mezzi meccanici e per la movimentazione dei feretri, indispensabili per la gestione del cimitero, nonché l’accesso straordinario di mezzi per permettere l’accessibilità al cimitero da parte di persone con difficoltà o limitazioni motorie ;
•       necessità di garantire adeguata dotazione di impianti idrici e servizi igienici per il personale addetto e per i visitatori;
•       realizzazione di una zona cimiteriale destinata alle sepolture di altri culti;
•       realizzazione cimitero per gli animali di affezione.

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 FEBBRAIO

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Le previsioni del tempo in Lombardia, sempre aggiornate con Arpa Lombardia sul nostro sito prontometeo.it.

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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TURISMO, LA REGIA CHE MANCA

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LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…

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