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Cronaca

Sistemi di cybersecurity fondamentali ma occorre formazione

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MILANO (ITALPRESS) – “Oggi i sistemi di cybersecurity sono fondamentali e bisogna fare tanta formazione sulle persone. Non dimentichiamo: posso avere l’impianto d’allarme più sofisticato ma se non lo inserisco o lascio la porta aperta è totalmente inutile”. Lo ha detto Bruno Paneghini, presidente e amministratore delegato di Reti, in un’intervista all’Italpress.
“Con tutti i sistemi di cybersecurity che abbiamo a disposizione – ha aggiunto – siamo in grado di proteggere i dati di un’azienda ma soprattutto i dati personali dei collaboratori e dei clienti e soprattutto i brevetti delle aziende”.
“Nel discorso di cybersecurity – ha affermato – da parecchio tempo abbiamo un partner che va ad analizzare con l’intelligenza artificiale i comportamenti degli utenti”. In questo modo, ha spiegato, si riesce a “capire per tempo se sta succedendo qualcosa di anomalo”.
“Secondo me – ha continuato – è un grande aiuto per chi gestisce la sicurezza, però questo è il sistema d’allarme. Tanta formazione sulle persone viene fatta proprio con la consapevolezza”, ha aggiunto il presidente di Reti, spiegando che occorre “iniziare una campagna di sensibilizzazione” perchè per “entrare con un malware all’interno di un sistema” bastano “pochi secondi”.
Come declinare la sostenibilità con la tecnologia? “Quando si parla di sostenibilità alcune volte è difficile capire cosa c’entra con la tecnologia”. Per Paneghini “la tecnologia aiuta il mondo della sostenibilità, soprattutto per far star bene le persone. Per esempio, per noi i dati di un’azienda sono fondamentali. La vera ricchezza è proprio nel dato. Con sistemi di business intelligence, artificial intelligence e business analysis riusciamo ad aiutare le aziende a non avere sprechi”.
Paneghini si è soffermato sulla soluzione innovativa adottata dall’azienda nella sua sede a Busto Arsizio. “Non avendo un prodotto da mostrare ai nostri clienti – ha detto – dovevamo inventarci qualcosa che potesse colpire e facesse capire di che cosa siamo capaci. Già lo dimostravamo riqualificando il cotonificio degli inizi del Novecento, che è anche un simbolo della città di Busto Arsizio, ma mi sembrava che fosse più un’operazione immobiliare”. Poi, ha spiegato il presidente di Reti, l’azienda ha inserito alberi da frutto negli uffici. “Abbiamo lavorato per tre anni nei ritagli di tempo”, ha affermato. Si tratta della “coltivazione di piante da frutto che hanno un’età di circa 50-60 anni” e che danno per sei mesi agrumi e per sei mesi mele.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Cronaca

BREAKING NEWS LOMBARDIA – 19 NOVEMBRE 2025

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I fatti del giorno: Garlasco e “sistema Pavia”, Pm Brescia ricorrono in Cassazione – Vigevano, tribuna chiusa al PalaElachem – Pavia, lavori pubblici in stallo con licenziamento dirigente –  Quarant’anni fa il trapianto di cuore al San Matteo di Pavia – Studente accoltellato, 18enni rischiano pene fino a 20 anni – Pedone investito da autobus di linea a Milano, è grave – Pronto Meteo Lombardia per il 20 Novembre.

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Cronaca

Meloni da Mattarella. Nessuno scontro con Colle, rammarico per parole di Garofani

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ROMA (ITALPRESS) – Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è recata questa mattina al Quirinale per un incontro con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per ribadire la sintonia istituzionale che esiste tra Palazzo Chigi e il Quirinale, mai venuta meno fin dall’insediamento di questo Governo e della quale nessuno ha mai dubitato. E’ quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi.
Il presidente Meloni ha espresso al capo dello Stato il suo rammarico per le parole istituzionalmente e politicamente inopportune pronunciate in un contesto pubblico dal Consigliere Francesco Saverio Garofani e riportate ieri da un noto quotidiano italiano, sottolineano le stesse fonti.
Il presidente del Consiglio ha reputato che la richiesta di smentita formulata dall’onorevole Bignami non fosse un attacco al Quirinale, ma al contrario un modo per circoscrivere al suo ambito reale la vicenda, anche a tutela del Quirinale. Era intenzione, da parte del partito di maggioranza relativa, intervenire per fugare ogni ipotesi di scontro tra due Istituzioni che invece collaborano insieme per il bene della Nazione. Si riteneva che fosse il diretto interessato, ovvero il Consigliere Garofani, a dover chiarire, per chiudere immediatamente la questione.
In ogni caso, è intenzione del presidente del Consiglio, con la sua visita al capo dello Stato, rimarcare che non esiste alcuno scontro istituzionale.
L’incontro ha consentito al presidente del Consiglio di confrontarsi con il capo dello Stato anche sui molti dossier internazionali aperti in vista della sua partecipazione al G20 di Johannesburg e alla conferenza Unione Europea-Unione Africana in Angola.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Senaldi “L’Italia non cresce da 30 anni, è nel guado tra ideologia e realtà”

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MILANO (ITALPRESS) – “Noi non cresciamo da 30 anni e la produttività non sale addirittura dal 1970, la maggior parte della nostra crescita è a debito ed è una questione strutturale del nostro sistema economico, che non ha saputo adeguarsi ai tempi. Nel libro analizziamo le ragioni di questa situazione, sia quelle economiche che socio-politiche, e suggeriamo delle ricette per uscire dall’impasse”. Lo afferma Pietro Senaldi, condirettore di Libero, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress, in merito al libro “Sveglia! Le bugie che ci impoveriscono, le verità che ci arricchiscono”, edito da Marsilio e scritto in collaborazione con Giorgio Merli, esperto di strategie e organizzazioni industriali. Per Senaldi “gli italiani sono anestetizzati da decenni di ideologia e la politica non riesce a fare marcia indietro rispetto alle finte verità che ha spacciato”.
In Italia “i salari sono bassi, ma riflettono il valore dei beni e servizi che produciamo. Siamo 12esimi come salari in Europa perchè la nostra produttività è al 12esimo posto in Europa, c’è una corrispondenza perfetta – spiega il condirettore di Libero -. Per aumentarli non servono le leggi che calano dall’alto. Il Giappone, che è un’economia molto in crisi, ha aumentato i salari del 5%, nel giro di 3-4 mesi è aumentata l’inflazione del 5%. Quindi ha aumentato il suo debito senza avere effetti. I salari sono il frutto di un’economia che funziona e del margine che le aziende riescono a fare su quello che vendono – prosegue -. Più margine riescono a fare, più sono alti i salari. Il valore aggiunto italiano è basso, non per colpa degli italiani, perchè se vanno all’estero vengono pagati bene, ma per colpa dei beni e dei servizi che produciamo”.
“I nostri due principali partner europei, la Germania e la Francia, sono in crisi, una economica e l’altra politico-istituzionale, quindi è come se fosse entrata una safety car e adesso possiamo recuperare. Siamo stati bravissimi perchè usciremo dalla procedura di infrazione, ma questa è una manovra un pò difensiva. Stiamo perdendo 2-0, va bene continuare a mettere difensori, però ci vuole un attaccante se vuoi fare 2-2, serve la creatività, l’azzardo – sottolinea Senaldi -: mettere i soldi non per finanziare aziende decotte, ma per finanziare aziende che ti possono dare uno sviluppo. Ci vuole una scelta. Noi invece spargiamo i pochi soldi che abbiamo indistintamente”.
Per il condirettore di Libero c’è anche un problema di dimensioni delle aziende: “Le piccole e medie imprese italiane sono l’ossatura della nostra economia, ma ci sono rimaste solo quelle. Parte del declino industriale italiano è dovuto al fatto che non abbiamo saputo trattenere le grandi imprese, sono andate all’estero per ragioni fiscali, hanno venduto agli stranieri e non abbiamo saputo attrarre multinazionali. Le grandi aziende consentono investimenti e creano filiere e indotto anche per le piccole e medie imprese”.
Quindi in generale “siamo in mezzo al guado tra l’ideologia e la realtà, asfissiati da un debito pubblico che per l’89% va a finanziare la spesa corrente, e quindi il welfare. Dovremmo chiederci per prima cosa come aumentare il Pil, perchè se aumentasse il Pil potremmo andare forse in pensione prima e sicuramente avere più soldi nella sanità”, prosegue Senaldi.
Riguardo al referendum sulla riforma della giustizia, il giornalista si augura che “vinca il sì, anche per dare un segnale. Che la giustizia abbia dei problemi è sotto gli occhi di tutti. Credo che vada deideologizzata e che la separazione delle carriere sia necessaria. C’è un problema di competenza che viene nascosto dall’ideologia. Non è una riforma politica, è una riforma che va verso l’efficienza del sistema”.
Infine, la guerra in Ucraina. Per Senaldi “bisogna trovare un punto di caduta, le opinioni pubbliche premono per porre fine alla guerra. E’ lo sport nazionale criticare l’Europa e molte delle critiche sono fondate, ma sull’Ucraina il senso d’Occidente si è visto e questo secondo me è importante in un mondo che va per blocchi. Adesso l’Europa deve trovare con gli Stati Uniti un senso comune d’Occidente. Poi la sfida sarà fare diventare la Russia Occidente, e qui ognuno ha la sua idea – conclude -: secondo gli americani non va fatto, secondo noi europei un pò di più. Secondo me la Russia è meglio avere amica che nemica. Con l’allora Unione Sovietica l’Occidente ha vinto la Guerra fredda, ma ha perso la pace”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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