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Cronaca

Mattarella riceve Bagnaia e Ducati “Simboli di un’Italia vincente”

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ROMA (ITALPRESS) – Novantuno punti recuperati in 8 gare sono il simbolo di un Mondiale vinto con sacrificio, sudore e passione, che spruzza italianità da tutti i pori. Francesco Bagnaia se lo gode ancora, dieci giorni dopo la festa di Valencia, e il rientro a Roma continua a vederlo protagonista di premiazioni e momenti da ricordare sui palcoscenici più prestigiosi. Dopo il Collare d’Oro del Coni, l’incontro dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dopo aver seguito con trasporto le imprese di calcio (Europeo 2021) e pallavolo (doppio Europeo 2021 e Mondiale maschile 2022) si è scoperto appassionato di motori. Nel Cortile d’Onore ha accarezzato la Ducati, salita sul tetto del mondo insieme a Pecco. “E’ un grandissimo orgoglio essere qui – le parole del 25enne neo campione della classe regina – Il Presidente si è congratulato con Ducati e con me, è sempre piacevolmente disarmante la sua presenza. Lui poi è attento a ogni particolare, abbiamo parlato delle appendici aerodinamiche della nostra moto e ci ha fatto domande molto mirate, da uno che segue con attenzione il nostro sport”.
A illustrare tutti i dettagli tecnici della moto ci ha pensato l’ad della casa motociclistica, Stefano Domenicali. Nel suo saluto durante la cerimonia, Bagnaia ha detto di aver “portato con orgoglio la bandiera italiana a Valencia, dopo il trionfo. Ma non è solo una mia vittoria, è la vittoria di un gruppo di lavoro”. Insieme a lui c’era una delegazione composta da manager e tecnici e rappresentanti della Federazione Motociclistica Italiana guidati dal presidente Giovanni Copioli:”Festeggiamo Bagnaia, che ha ottenuto un risultato straordinario, frutto del suo enorme talento, ma anche della professionalità, intelligenza, spirito di sacrificio, determinazione e tanto coraggio. La sua
storia è un modello per tutti i ragazzi che si approcciano al
nostro sport”. C’era anche il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, e al Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. Mattarella, prima del suo intervento, ha ricordato al presidente del Coni che “al Quirinale ci sarà sempre spazio per celebrare i successi italiani, e se ci vediamo qui è per merito dei nostri campioni, non certo mio”. Il Presidente della Repubblica, rivolgendosi poi a Bagnaia, ha usato il suo soprannome “Pecco, è un piacere averti qui – il suo saluto – La tua impresa ha via via coinvolto tutto il nostro Paese. Un anno fa eravamo in queste stesse sale per celebrare la grande carriera di Valentino Rossi che lasciava la MotoGP, ebbene credo che a Valentino stesso faccia piacere sapere che il filone di vittorie italiane nelle moto continua e ha un futuro”. Il Capo dello Stato ha proseguito parlando del piemontese come di “un giovane sportivo che è esempio per i giovani italiani”. Facendo i complimenti a tutti, ha poi dedicato un pensiero conclusivo alla Ducati, definita “una squadra straordinaria, è importante avere dopo 50 anni un campione italiano su una moto italiana. Grazie per quello che rappresentate per l’immagine del nostro Paese”. Per il presidente del Coni Giovanni Malagò, “Bagnaia può aprire un ciclo come Valentino Rossi. Abbiamo fatto la storia dopo 50 anni con la vittoria del Mondiale di un pilota italiano su moto italiana, come fece Agostini – ha aggiunto Malagò – Ci sono tutte le premesse per proseguire e scrivere altre straordinarie pagine”.
-foto ufficio stampa Quirinale –
(ITALPRESS).

Cronaca

MAX PEZZALI, TRA FESTA AD APPIANO E POLEMICHE PER UNA BENEMERENZA A PAVIA. ARRIVA LA RISPOSTA DI MAX E SPIAZZA TUTTI!

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eri ad Appiano Gentile ha fatto capolino Max Pezzali, grande tifoso nerazzurro. Ed è stata festa con tutti i giocatori e lo staff. Oggi invece a Pavia, la sua città, dopo il successo riscontrato dalla serie andata in onda su Sky, a far notizia sono le polemiche legate alle benemerenze di San Siro. Gli avvocati di Max Pezzali hanno inviato una lettera al sindaco di Pavia, Michele Lissia, e alla giunta chiedendo di non assegnare la benemerenza a Mauro Repetto, ex degli 883, che ha fatto tappa per la sua “prima” del nuovo tour nelle settimane passate proprio al Teatro Fraschini di Pavia. Sullo sfondo c’è una causa civile tra Max Pezzali e Claudio Cecchetto. I legali di Max Pezzali sostengono che i diritti sul nome della band spettano soltanto a chi della band ha il merito della notorietà, cioè a Pezzali. Se il Consiglio comunale, nonostante la richiesta di soprassedere all’assegnazione della benemerenza, procederà comunque in tale senso, gli avvocati si riservano di far valere le ragioni di Max Pezzali nei confronti del Comune di Pavia. Come andrà a finire la vicenda? Chiude la polemica proprio Max sul suo profilo Fb e precisa: “Fosse per me, oltre al premio San Siro di Pavia, a Mauro darei anche un Grammy per l’importanza che ha avuto nella mia vita. Quello che sta venendo fuori in queste ore c’entra con delle questioni legali abbastanza di dominio pubblico che non coinvolgono Mauro, ma sono legate all’utilizzo del nome degli 883, una storia che appartiene a Mauro quanto a me. Nonostante quello che sta cominciando a girare in rete, il legame tra me e Mauro è indistruttibile, sancito da quelle canzoni che ormai sono più vostre che nostre. A noi piacciono le birre scure e le moto da James Dean, non quelle stronzate che si dicono nei film”. Chapeaux.

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Cronaca

Netanyahu, Tajani a Salvini “Unica linea quella mia e di Giorgia Meloni”

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MILANO (ITALPRESS) – “La politica estera si deve fare in maniera costruttiva. E’ una cosa seria. Ogni parola va pesata, ponderata, calibrata. C’è di mezzo un Paese. E quindi la linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri”. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Repubblica, commentando le dichiarazioni del leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini su Netanyahu. “Poi un leader di partito parla di quello che vuole – aggiunge -, ma restano opinioni politiche di leader di partito, che però non diventano automaticamente la linea dell’esecutivo. Io tendo a evitare di rispondere a nome del governo su questioni legate alle competenze degli altri ministri”. “Vogliamo prima leggere le carte, capire le motivazioni della sentenza, ragionare su cosa sostiene la Corte. Noi riconosciamo e sosteniamo la Corte penale. Ma lo facciamo ricordando che deve avere sempre una visione giuridica e non politica. Nel pieno di una guerra di questa violenza il primo obiettivo degli Stati, e della Repubblica italiana, è quello di trovare alleanze politiche per fermare le morti a Gaza e in Libano, per ritornare a un percorso diplomatico. Noi dobbiamo portare la pace a Gaza, non dobbiamo credere che portare qualcuno in carcere aiuti la pace” dice ancora il numero uno di Forza Italia e vicepremier. “Stiamo dicendo, il presidente del Consiglio ed io, che una sentenza di questa portata ha un effetto politico profondo sulla gestione non di un confitto, ma della sua conclusione. Non è possibile equiparare e mettere sullo stesso piano il premier democraticamente eletto di Israele e un capo terrorista. Una cosa è sottolineare la sproporzione della risposta di Israele nella Striscia, su cui siamo tutti d’accordo. Altro è un mandato di cattura. Non ci sono tre posizioni. Ce n’è soltanto una: quella del presidente del Consiglio, concordata con il ministro degli Esteri” conclude Tajani.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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Cronaca

La Russa “Non sono interessato a fare il Presidente della Repubblica”

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ROMA (ITALPRESS) – “Non farò il presidente della Repubblica”. Lo dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa in una lettera a Repubblica, manifestando il suo “Disinteresse totale” per la corsa al Quirinale nel 2027. “La mia storia lo renderebbe problematico – ammette -. Ma soprattutto non coincide con le mie ambizioni e con il mio desiderio di potermi schierare sulle cose che reputo importanti” e conservare “la libertà di dire, sia pure ogni tanto, quello che penso senza ipocrisie”. “So e capisco che quasi sempre (o sempre?) chi diventa presidente del Senato un minuto dopo conforma il suo agire alla possibile prospettiva di futuro presidente della Repubblica – scrive La Russa -. Io ho volutamente avuto una diversa postura, proprio perchè non ci ho mai pensato e nemmeno mai l’ho desiderato. Per cui, se Repubblica vuole interrogarsi sulle ipotesi più improbabili si chieda cosa voteresti per avere Schlein al posto della Meloni? O meglio, cosa sareste disposti a votare pur di non averla”.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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