LA VOCE PAVESE – IL CNAO, LA VIA DEDICATA A BORLONI E L’IMPEGNO DI GIOVANNI AZZARETTI
Pavia, città pioniera contro i tumori: la via del Cnao intitolata al fondatore. Dedicata a Erminio Borloni la strada che ospita il Centro nazionale di adroterapia oncologica. Lo storico presidente deceduto nel 2019 ne ha fatto un punto di riferimento a livello mondiale. Sono stati 4.300 i pazienti finora trattati al Cnao, l’unica struttura in Italia in grado di erogare trattamenti di adroterapia oncologica mediante l’impiego di protoni e ioni carbonio ancora più efficaci con alcuni tumori. L’adroterapia è particolarmente indicata per la cura dei tumori radioresistenti, che non rispondono alla radioterapia tradizionale con raggi X, o per i tumori inoperabili. Non va però dimenticato l’impegno per favorire il percorso di un altro big della Sanità in provincia di Pavia, in Lombardia e in Italia: l’indimenticato senatore Giovanni Azzaretti, che ha dedicato la sua vita al San Matteo, alla crescita e alla difesa del sistema della sanità pavese. La sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto e sarà un caso ma i maggiori problemi sul fronte personale, dotazioni e finanziamenti al sistema ospedaliero della provincia di Pavia si sono registrati a partire dalla sua dipartita. Azzaretti ha consegnato un testimone alla politica e alle istituzioni pavesi che forse è stato dimenticato per incompetenza o forse per altre logiche che poco hanno a che vedere con la salvaguardia dei livelli di performance del sistema salute territoriale.
LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.
LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…
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