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IL MERCANTE DI VENEZIA IN SCENA AL TEATRO FRASCHINI DI PAVIA CON BRANCIAROLI NEI PANNI DI SHYLOCK

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DIETRO LE QUINTE – IL MERCANTE DI VENEZIA IN SCENA AL TEATRO FRASCHINI DI PAVIA CON BRANCIAROLI NEI PANNI DI SHYLOCK
Il mercante di Venezia, come molte delle opere di William Shakespeare, è denso di tematiche universali, per questo sempre attuali, quali l’antisemitismo, la violenza, la vendetta, il pregiudizio e l’intolleranza, il contrasto tra economia e religione, l’avidità e il ruolo del denaro, il valore dell’amore e dell’amicizia. L’allestimento andato in scena al Teatro Fraschini di Pavia, produzionedel Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Centro Teatrale Bresciano, Teatro de Gli Incamminati, è firmato da Paolo Valerio e vede la partecipazione di una notevole compagnia d’attori capeggiata da Franco Branciaroli, magistrale nel ruolo di Shylock, figura sfaccettata, misteriosa, crudele nella sua sete di vendetta, capace anche di suscitare la compassione degli spettatori. La scenografia, molto cupa, è dominata da un grande muro che occupa la scena e richiama il muro del pianto della tradizione ebraica; si apre su due livelli e il primo piano diventa altri luoghi, come la casa di Shylock e quella di Porzia. Buona la resa comica di alcuni personaggi che richiamano le intenzioni del Bardo di divertire il pubblico della sua epoca e la scelta, seppur non originale, di tenere tutti gli attori in scena che contribuiscono con strumenti, voce e rumori a creare l’atmosfera sonora dello spettacolo.

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 FEBBRAIO

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Le previsioni del tempo in Lombardia, sempre aggiornate con Arpa Lombardia sul nostro sito prontometeo.it.

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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TURISMO, LA REGIA CHE MANCA

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LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…

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