LA VOCE PAVESE – IN REGIONE LOMBARDIA GENTE CAPACE, APERTA E CHE SI È DISTINTA PER MERITO
Le elezioni regionali in Lombardia sono sempre più vicine. I diversi schieramenti affilano le armi ma le campagne elettorali sono molto diverse. C’è chi si presenta con la forza delle idee e del suo vissuto, promettendo che il giorno dopo il voto continuerà ad esserci come e più di prima, e chi imbraccia le armi per una campagna giocata più sulla forza che sulla sostanza. Certamente la posta in palio è molto alta e chi è passato in regione non ha lasciato molto per famiglie, imprese, commercio e artigianato locali. A dirla tutta anche la sanità pavese appare fiaccata e poco valorizzata, con personale ai minimi termini nei pronto soccorsi, con reparti o interi ospedali ridimensionati. Sul fronte dei traporti ferroviari solo tante promesse all’orizzonte e all’ordine del giorno i ritardi di sempre. Per quanto concerne ponti e strade le tratte sono lì da vedere. Sul fronte delle scuole? L’edilizia scolastica in provincia di Pavia era e resta un tema non prioritario. Solamente portando in regione chi ha conosciuto e praticato davvero da vicino la politica in un ente locale si può avere la speranza che qualcosa cambi in meglio. Attenzione agli slogan e alle prove di potere: non è ciò che serve alla provincia di Pavia. Alla provincia di Pavia occorre portare in consiglio e in giunta regionale chi s’intende di marketing locale e chi ha cultura delle relazioni non solo in chiave pre elettorale.
LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.
LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…
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