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Cronaca

Sofia Goggia super, vince la discesa di Cortina

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CORTINA D’AMPEZZO (ITALPRESS) – Sofia Goggia chiude il cerchio e inizia come meglio non poteva la tre giorni sull’Olympia delle Tofane. Sulla pista che un anno fa rischiò di negarle i Giochi di Pechino e dove, nel 2021, fu costretta a fare solo da spettatrice ai Mondiali, la campionessa bergamasca mette il timbro nella prima discesa che apre il lungo weekend di Cortina. La Goggia non tira fuori dal cilindro forse la sua miglior prova, probabilmente ancora condizionata dalle placche alla mano sinistra fratturata a St.Moritz, ma è sufficiente a mettere in fila le rivali, a partire da Ilka Stuhec che chiude alle sue spalle per appena 13 centesimi. La vicecampionessa olimpica in carica della specialità, dopo un avvio quasi col freno a mano, mette in scena una manche solida caratterizzata da una velocità straordinaria soprattutto sullo “Scarpadon” e va a prendersi il terzo trionfo personale sulla pista che ospiterà le prossime Olimpiadi invernali dopo quelli ottenuti, sempre in discesa, nel 2018 e nel 2022, il giorno prima della caduta in supergigante. “Ma non c’erano fantasmi da scacciare, quello che fa la differenza è come ci si presenta al cancelletto ed ero tranquilla”, racconta Sofia, sempre perfezionista (“la mia discesa non è stata impeccabile”) e al 21esimo centro in Coppa del Mondo, raggiungendo così Federica Brignone in testa alla classifica delle azzurre più vincenti di sempre.
Alle spalle di Goggia e Stuhec (che le aveva recuperato oltre due decimi nel tratto finale) la tedesca Kira Weidle, terza con 36 centesimi di distacco. La squadra azzurra ha posizionato altre quattro italiane tra le prime venti: Elena Curtoni ha chiuso all’ottavo posto, con una buona prestazione su una pista molto tecnica, dodicesima Laura Pirovano, diciottesima piazza ex aequo per Federica Brignone e Nicol Delago, a 1″12 da Goggia. In zona punti anche Nadia Delago, 28esima. Out Elena Dolmen e Karoline Pichler, niente punti per Teresa Runggaldier, 35^.
La classifica di specialità vede Goggia – oggi al quarto successo stagionale dopo la doppietta di Lake Louise e l’impresa di St.Moritz a 24 ore dall’operazione – sempre più al comando con 480 punti: è da ormai dicembre 2020 che indossa il pettorale rosso. Nella generale, invece, Mikaela Shiffrin allunga ancora grazie al quarto tempo di oggi salendo a quota 1245 punti (+449 su Petra Vlhova) mentre Brignone e Goggia salgono rispettivamente al quarto e quinto posto. Domani altra discesa, domenica sarà la volta del super-G.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

Cronaca

E’ morta Ornella Vanoni, leggenda della musica italiana

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ROMA (ITALPRESS) – E’ morta, all’età di 91 anni, Ornella Vanoni. “Con profondo dolore riceviamo la notizia della scomparsa di Ornella Vanoni. Grazie per tutto quello che ci hai regalato Ornella, lo terremo sempre nel nostro cuore” si legge sul profilo X di “Che tempo che fa”, programma in cui era stata spesso ospite.
Nata a Milano, considerata tra le maggiori interpreti della musica leggera italiana, è stata una delle artiste italiane dalla carriera più longeva. Inizia a lavorare nel 1956 (come attrice in “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello dopo avere studiato all’Accademia di arte drammatica” del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler del quale è diventata allieva prediletta e compagna). Nel 1957 il debutto canoro con le “canzoni della mala”, brani che traggono spunto da antiche ballate dialettali e raccontano storie di poliziotti e malfattori. Dopo gli esordi, il suo stile interpretativo unico e sofisticato le consente di attraversare un repertorio che comprende il pop d’autore, la bossa nova (da ricordare l’album “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” realizzato con Toquinho e Vinicius de Moraes) e il jazz che la porta a collaborare con musicisti del calibro di George Benson, Michael Brecker e Randy Brecker, solo per citarne alcuni. E a vendere oltre 55 milioni di dischi con i suoi 112 lavori pubblicati, tra album, EP e raccolte, con autori che portano il nome di Dario Fo, Paolo Conte, Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Franco Califano, Mogol, Renato Zero e Riccardo Cocciante.
Nel 1960 Vanoni incontra Gino Paoli con il quale nasce un’intensa stria d’amore che va di pari passo con la collaborazione artistica: basti citare l’indimenticabile “Senza fine”. Nonostante l’amore per Paoli, la cantante sposa l’impresario teatrale Lucio Ardenzi da cui si separa ancor prima che nasca il figlio Cristiano. Non a caso, il suo primo 45 giri di grande successo commerciali è “Cercami” dedicata proprio a Paoli. Mentre prosegue anche l’impegno teatrale (tra gli altri, è Rosetta in “Rugantino” di Garinei e Giovannini), arriva la prima (di otto) partecipazione al Festival di Sanremo: nel 1965, con “Abbracciami forte”. Seguono quelle nel 1966 (“Io ti darò di più”), nel 1967 (“La musica è finita”), nel 1968 (“Casa bianca”), nel 1970 (“Eternità”), nel 1989 (“Io come farò”), nel 1999 (“Alberi”, con Enzo Gragnaniello) e nel 2018 (“Imparare ad amarsi”, con Bungaro e Pacifico). Nonostante tutti i Festival, i suoi maggiori successi discografici sono altri: “Una ragione di più” (1969), “L’appuntamento” (1970), “Domani è un altro giorno” (1971), “Più” (1976, con Gepy).
Poi c’è la televisione, che vede la Vanoni impegnata negli anni come conduttrice, prima donna o ospite fissa: da “Giardino d’inverno” a “Studio Uno”, da “Senza rete” a “Serata d’onore”, da Fatti e fattacci” a “Risatissima”. E’ anche giudice in “Star Academy” e “Amici Celebrities”. Nella carriera sessantennale non manca nemmeno il cinema dal primo “Romolo e Remo” di Sergio Corbucci del 1961 all’ultimo “7 donne e un mistero” di Alessandro Genovesi del 2021. L’abbiamo vista anche nello sceneggiato “Il mulino del Po” di Sandro Bolchi e, in un cameo, nella fiction di Rai1 “La Compagnia del Cigno” di Ivan Cotroneo. Tra i premi assegnati a Ornella Vanoni ce ne sono tre del Club Tenco (due Premi e una Targa) e due volte il Premio Lunezia.
-foto Ipa Agency-
(ITALPRESS).

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Cronaca

L’Italia di Davis batte il Belgio 2-0 e vola in finale

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BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Italia vola in finale in Coppa Davis. La nazionale capitanata da Filippo Volandri soffre ma batte il Belgio per 2-0, senza passare dal doppio decisivo. Bastano i due singolari agli azzurri nella prima semifinale delle Finals, in scena sul cemento indoor di Bologna. Dopo la vittoria di Matteo Berrettini contro Raphael Collignon (6-3 6-4), il punto del successo l’ha firmato Flavio Cobolli (22 del mondo), battendo Zizou Bergs (numero 43 del ranking Atp) col punteggio di 6-3 6-7 (5) 7-6 (15), dopo poco più di tre ore di autentica battaglia. L’azzurro ha annullato ben sette match point all’avversario. Di contro Cobolli ha chiuso la partita al settimo match point in suo favore (dopo che Bergs gli aveva annullato sei “punti match”).
Dopo la finale del 2023, vinta contro l’Australia, e quella dello scorso anno, vinta contro l’Olanda, l’Italia per il terzo anno consecutivo (prima volta nella storia) giocherà l’ultimo atto della Coppa Davis. L’ultima Nazione a giocare tre finali di fila è stata l’Australia, fra il 1999 e il 2001.
Si estende a 12 successi la striscia positiva dell’Italia nei match di Coppa Davis. L’ultimo ko risale al 2023, contro il Canada. Non riesce ad approdare alla finale di Davis, invece, il Belgio, ancora a secco di insalatiere e giunto alle Final Eight di Bologna attraverso le qualificazioni.
Domenica gli azzurri affronteranno nel match decisivo per la difesa del titolo la vincente dell’incontro tra Germania e Spagna, che si scontreranno domani, a partire dalle 12.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Cina, think tank evidenzia progressi nella protezione e governance di fiumi

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NANCHINO (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – La foto mostra copie del rapporto del think tank intitolato “Sfruttare i fiumi per la prosperità nazionale e il benessere pubblico – Uno studio sulla strategia fluviale della nuova era”. Il rapporto è stato pubblicato venerdì dal National High-Level Think Tank dell’Agenzia di Stampa Xinhua e dal China Institute of Water Resources and Hydropower Research del Ministero delle Risorse Idriche, a Nanchino, nella provincia cinese orientale di Jiangsu.
(ITALPRESS).
-Foto Xinhua-

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