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Mei compie 60 anni “A Parigi per migliorarci ancora”

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ROMA (ITALPRESS) – Sebastian Coe a capo di World Athletics, Stefano Mei alla guida della Fidal. Come se la politica sia insita in un mezzofondista… “Beh, se consideriamo che la Fidal è stata retta per due mandati anche da Franco Arese, prima di me, direi che potrebbe anche essere”, scherza Mei, campione europeo dei 10.000 metri piani a Stoccarda 1986 e ora a capo della Federazione Italiana di Atletica Leggera dal 31 gennaio 2021. L’ex mezzofondista spezzino taglia venerdì 3 febbraio il traguardo dei 60 anni. E, voltandosi indietro, non trova nulla su cui recriminare, anche nella sua carriera sportiva. “Assolutamente no – assicura Mei all’Italpress – Sono conscio che la vita di un atleta sia fatta di momenti belli ed altri meno belli. Di vittorie e sconfitte. Si deve accettare quello che è stato, al netto di qualsiasi ‘intoppò che possa essere accaduto. Idem nella vita reale, che comprende, quindi, anche la mia per ora breve esperienza sulla poltrona di comando federale”. Con il dirigente ligure al vertice, l’atletica italiana ha voltato decisamente pagina. Arrivando ai cinque ori olimpici di Tokyo (Jacobs, staffetta 4×100 maschile, Stano, Palmisano e Tamberi) che hanno rilanciato tutto il movimento. “Se esiste un segreto particolare? Diciamo che la risposta più semplice, valido soprattutto agli occhi ‘innocentì dei superficiali, potrebbe essere ‘la fortunà – prosegue il numero uno federale – L’uomo attento alle cose di sport, al contrario, valuta e analizza oggettivamente i risultati ed il percorso che li ha prodotti. Sic et simpliciter, potrei dire che un minuto prima della mia elezione, tecnici ed atleti erano gli stessi presenti un minuto dopo. L’unico elemento differente era la guida federale. Diciamo che ritengo di aver portato un pizzico di tranquillità in più negli atleti, forse come frutto della mia esperienza personale sui campi di gara”. Parigi2024 è davvero dietro l’angolo e c’è la possibilità di ripetere gli straordinari successi di Tokyo: “Io sono ottimista per natura, ma questo mio ottimismo viene corroborato giorno per giorno dalle straordinarie imprese dei miei ‘ragazzì, che non smettono mai di stupirmi. Esempio lampante sono i 10 finalisti dei Mondiali di Eugene: lo stesso numero di Tokyo, ma con 8 diversi protagonisti rispetto alla finale olimpica… Andremo a Parigi per migliorarci, che non significa necessariamente vincere 6 medaglie d’oro – conclude Mei – ma la conferma della crescita globale della nostra atletica”.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).

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Paolini eliminata in semifinale a Miami, Sabalenka in finale

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MIAMI (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Jasmine Paolini è stata eliminata in semifinale nel “Miami Open“, quarto WTA 1000 stagionale dotato di un montepremi di 8.963.700 dollari che si sta disputando sui campi in cemento dell’impianto dell’Hard Rock Stadium. L’azzurra è stata battuta dalla bielorussa Aryna Sabalenka in due set con il punteggio di 6-2, 6-2.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Tudor “La Juve ha giocatori forti, c’è voglia di ripartire”

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TORINO (ITALPRESS) – “Darò tutto per non deludere nessuno e fare un lavoro giusto. La Juve è un club che tutti vorrebbero allenare ma c’è voglia di lavorare, di fare bene e riuscire a raggiungere l’obiettivo che tutti sappiamo. Credo tanto in questa squadra, sono giocatori forti. C’è stato poco tempo per lavorare ma niente scuse”. Igor Tudor è alla Continassa da pochi giorni ma sa già quello che deve fare. La Juventus, il club dove è cresciuto da calciatore e dove era già tornato una volta, come vice di Andrea Pirlo, lo ha chiamato per salvare una stagione fin qui ben al di sotto delle aspettative E dove il quarto posto e la qualificazione alla prossima Champions sono fondamentali da raggiungere.

E il tecnico croato per la società è la persona giusta. “Con Thiago c’è e rimane un grande rapporto di stima e rispetto, può fare l’allenatore a grandi livelli e gli auguro tutto il bene – è stata la premessa di Cristiano Giuntoli, aprendo la conferenza stampa di presentazione di Tudor – Dopo Firenze abbiamo analizzato a mente fredda l’andamento delle ultime gare, non eravamo preoccupati per le sconfitte ma per come erano arrivate e abbiamo deciso di dare una sterzata. La scelta è andata su Igor non solo per il suo passato ma anche per le sue qualità tecniche, umane e morali. Rimarrà fino a fine stagione, compreso il Mondiale per Club, poi ci siederemo e la speranza è continuare insieme”.

Pochi mesi di contratto in cui giocarsi la conferma ma non è questa la priorità dell’ex difensore. “Nella mia carriera ho iniziato ad allenare abbastanza presto, ho girato abbastanza. A volte posso essere particolare ma faccio le scelte col cuore, si vive il presente. Avere 10 anni di contratto o meno cambia poco, io faccio uguale il mio lavoro”. Fra i primi compiti di Tudor c’è quello di rilanciare calciatori che con Motta non erano riusciti a esprimersi al meglio (“Koopmeiners? Il mio compito è farlo rendere al massimo e sono sicuro che lo farò”) o finiti nel dimenticatoio.

“Vlahovic è un giocatore fortissimo e sono felice di allenarlo. Ha tutte le doti che deve avere un giocatore di prima classe, sa fare gol, è un trascinatore. Viene da un momento così, abbiamo parlato e ci siamo messi a lavorare. Ha voglia di ripartire, c’è lui, c’è Kolo, possono giocare insieme, si può fare tutto. L’importante è avere giocatori forti, è una rosa giovane ma è stimolante. Ho visto i ragazzi dispiaciuti perchè quando un allenatore va via sanno che la responsabilità è anche loro. Ma sono vogliosi e determinati a ripartire. Qui ho imparato la cultura del lavoro, ho provato a trasmetterla in tutte le squadre che ho allenato e voglio farlo anche qua – prosegue il neo allenatore bianconero – Il capitano sarà Locatelli ma tutti devono prendersi delle responsabilità, andare tutti nella stessa direzione. Bisogna lavorare su tutto, dare spensieratezza ma anche cattiveria mentale e motivazione, dal punto di vista tattico bisogna fare le cose giuste, bisogna andare forte consapevoli di quello che rappresentiamo”, aggiunge Tudor, che non si sbilancia sull’assetto difensivo, se a tre o a quattro perchè “la differenza la fanno lo spirito, il sacrificio e tocca all’allenatore trasmettere queste cose”.

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“C’è da mettere il casco e pedalare, bisogna mettere cattiveria ma senza ansia, senza pressione – insiste – Mi piace attaccare? Io voglio che la gente si diverta, bisogna sempre fare un gol in più ma bisogna anche correre e difendere. Mi piace attaccare con tanti ma anche non prendere gol. Il lavoro deve essere completo, gestire i giocatori, i cambi durante la gara. Il calcio deve andare nella direzione di essere sempre più interessante perchè il mondo è sempre più esigente”. Il suo esordio sarà sabato contro il Genoa di Vieira: “E’ una squadra pericolosa, Patrick è un allenatore capace, li rispettiamo tanto ma consapevoli dei nostri mezzi”.

– foto Ipa Agency –

(ITALPRESS).

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Celtics avanti tutta, Lebron e Jokic trascinano Lakers e Nuggets

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Tra stelle costrette al forfait e campioni protagonisti, spunti interessanti dalle sei gare Nba disputate nella notte italiana. Nonostante l’assenza di Jayson Tatum, Boston non ha problemi a imporsi a Phoenix dove vince 132-102. I campioni in carica ne portano sei in doppia cifra, tutto il quintetto iniziale più Sam Hauser (11 punti) dalla panchina. Il più prolifico è Kristaps Porzingis che mette a referto 30 punti e 8 rimbalzi, alle sue spalle Jaylen Brown che ne fa 24, poi 16 a testa per Al Horford (10 i rimbalzi), Jrue Holiday e Derrick White.

Tra i Suns è Kevin Durant l’ultimo ad arrendersi, ma i suoi 30 punti non bastano per fermare la corsa dei Celtics, secondi a Est e alla sesta vittoria consecutiva. Per quanto riguarda la classifica della Western Conference successi pesanti per Nuggets e Lakers. Denver si impone in casa 127-117 su Milwaukee, costretta ad andare in trasferta senza due stelle del calibro di Giannis Antetokounmpo e Damian Lillard. I padroni di casa, invece, ritrovano Nikola Jokic ed è lui a fare la differenza con l’ennesima tripla doppia da 39 punti, 10 rimbalzi e 10 assist.

Bene anche Michael Porter Jr e Christian Braun che chiudono rispettivamente con 23 e 19 punti a testa, più 10 rimbalzi ciascuno. In doppia cifra vanno pure Jamal Murray (17) e Peyton Watson (12) e i Bucks, che nonostante le assenze lottano e tengono testa ai Nuggets, vanno ko pur portandone 7 (sugli 8 schierati) oltre quota 10, con Brook Lopez che ne fa 26. Vittoria col brivido per i Lakers che vincono sul parquet di Indiana, grazie al tap-in vincente di LeBron James che permette ai gialloviola di chiudere sul 120-119.

Per lui in totale 13 punti, altrettanti rimbalzi e 7 assist, ma sul successo della franchigia di Los Angeles incidono soprattutto i 34 punti (con 7 rimbalzi e 7 assist) di Luka Doncic, oltre ai 24 di Austin Reaves. Per i Pacers il più prolifoco arriva dalla panchina con Bennedict Mathurin che ne fa 23, poi c’è anche la doppia doppia da 16 punti e 12 rimbalzi di Myles Turner, ma non basta. Nelle altre tre gare disputate nella notte successi per Wizards (119-114 su Philadelphia con 19 punti e 10 rimbalzi per Edwards), Raptors (116-86 contro Brooklyn con 23 punti e 12 rimbalzi per Robinson) e Clippers (126-113 sui Knicks con 27 punti e 10 rimbalzi per Leonard).

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– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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