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LA VOCE PAVESE – COMUNE DI PAVIA, CHIAREZZA AL LUMICINO

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LA VOCE PAVESE – COMUNE DI PAVIA, CHIAREZZA AL LUMICINO
A Pavia c’è subbuglio persino per il conto energia delle luci votive al cimitero. A gennaio gli uffici cimiteriali, attraverso la Waynet spa, la società esterna a cui il Comune ha dato incarico di spedizione hanno inviato 3.400 avvisi di richiesta di pagamento dei canoni arretrati delle luci votive nei cimiteri comunali, riguardante il periodo dal 2016 al 2020. Alla lettera di sollecito è stato allegato il bollettino PagoPa, con riportato, erroneamente, il giorno 31/12/2022, quale termine ultimativo per il pagamento. Palazzo Mezzabarba comunica agli interessati che della data del 31/12/2022 non dev’essere tenuto alcun conto, perché i pagamenti, se dovuti, sono da effettuarsi entro 60 gg dalle notificazioni (e cioè dall’avvenuto ricevimento). Nel caso in cui si fosse già provveduto al saldo di quanto sopra, si prega di voler comunicare all’ufficio Luci Votive del Comune di Pavia, entro il termine di 60 giorni dal ricevimento dell’avviso, copia del bollettino dell’avvenuto pagamento mediante: Pec protocollo@pec.comune.pavia.it; E-mail luci.votive@comune.pv.it o consegnata a mano presso gli sportelli Cimiteriali di Via 8 Marzo – Pavia.

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ITALPRESS ECONOMY – 14 NOVEMBRE

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MILANO (ITALPRESS) – L’economia e la finanza a portata di tutti. Nella centocinquantunesima puntata di Italpress Economy, Claudio Brachino intervista Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, e con Giuliano Zoppis affronta i principali temi economici del momento.

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TG NEWS CONFESERCENTI – 15 NOVEMBRE

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ROMA (ITALPRESS) – In questa edizione: – Bce, crescita lenta nell’eurozona – Ue, Politica Agricola Comune verso la semplificazione – A2A, salgono a 23 miliardi gli investimenti al 2035 – Amministratori di società, nuove regole per la comunicazione della Pec

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AMERICA WEEK – 14 NOVEMBRE

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Se non fosse riesploso il caso Epstein, oggi racconteremmo un’altra storia: quella di un presidente che, dopo 42 giorni di shutdown, riapre il governo federale e torna a dettare l’agenda con il “One Big Beautiful Bill”. Invece, in poche ore, tutto è crollato. Ventitremila pagine di documenti – email dell’eredità di Jeffrey Epstein pubblicate alla Camera – hanno cancellato la settimana politica, oscurato la vittoria sul Congresso e messo Trump di nuovo sulla difensiva. Lo avevamo annunciato mesi fa: lo scandalo Epstein non è un residuo del passato, è la battaglia finale sulla verità in America. E ora è tornato, nel momento peggiore per la Casa Bianca. Le email diffuse dai democratici – subito seguite dalla valanga di documenti pubblicati dai repubblicani – mostrano un Epstein ossessionato da Trump, con riferimenti imbarazzanti a incontri, confidenze, frequentazioni e alla possibilità di “colpirlo” politicamente. E se il contenuto sessuale è ciò che scuote l’opinione pubblica, tra le righe emerge altro: collegamenti finanziari, piste su fondi, operazioni societarie e possibili elementi di riciclaggio che alcuni parlamentari vogliono assolutamente chiarire nei famosi “Epstein Files” dell’FBI. È questo il punto: le email pubblicate ora non sono ancora i file federali. Sono solo ciò che era in custodia degli avvocati dell’eredità. I documenti davvero esplosivi sono quelli che il Congresso voterà la prossima settimana.

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