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Economia

Banca Generali acquisisce il 9,8% della boutique ESG Mainstreet Partners

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MILANO (ITALPRESS) – Banca Generali annuncia l’acquisizione del 9,8% della società londinese Mainstreet Partners specializzata nel rating e advisory ESG. L’operazione consente di accelerare nella strategia del piano industriale 2022-2024 consolidando il proprio posizionamento nell’ambito della sostenibilità e arricchendo la value proposition nell’offerta ESG, nel contesto di un nuovo percorso di crescita e ricomposizione della compagine azionaria della boutique.
L’ingresso nel capitale avviene infatti a seguito del perfezionamento dell’acquisizione della maggioranza (65%) nella stessa Mainstreet Partners da parte della piattaforma WealthTech Allfunds, rafforzando così la partnership di competenze e servizi tra i diversi azionisti. Il management team, guidato dal Ceo Rodolfo Fracassi, resterà azionista della società con una quota del 25%.
Partner di Banca Generali dal 2019 – con cui ha sviluppato la prima piattaforma in Italia che consente ai clienti di selezionare le soluzioni ESG in base al loro contributo agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Onu – Mainstreet Partners rappresenta oggi un punto di riferimento nelle strategie di investimento sostenibili e nello scoring ESG per il mondo corporate e dei fondi. L’iniziativa si inserisce nelle guidance strategiche favorendo: – Sinergie più strette nell’analisi e rating delle strategie ESG ampliando la ESG value proposition – Accesso diretto ai servizi innovativi offerti da Allfunds-Mainstreet Partners – Accelerazione nel target del piano strategico triennale che punta al 40% di prodotti ESG sul totale delle soluzioni gestite nel 2024. L’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca Generali, Gian Maria Mossa, ha commentato: “Siamo stati tra i primi nel mercato italiano a credere nell’opportunità di un accurato scoring ESG per i portafogli e alle competenze dei servizi offerti da Mainstreet Partners da affiancare al nostro modello di consulenza. L’analisi degli investimenti sostenibili ha fatto progressi enormi rispetto ai primi passi mossi insieme quattro anni fa quando presentammo il nostro innovativo progetto di piattaforma profilata sulla base delle preferenze dei clienti agli obiettivi di sviluppo sostenibili (SDGs) dell’Onu”.
“Siamo felici – aggiunge – di aver visto crescere una storia di scale up come Mainstreet fino a diventare un punto di riferimento nel settore con davanti a sé il sipario internazionale offerto da Allfunds. Con l’ingresso nel capitale consolidiamo le sinergie nelle competenze ESG e ci assicuriamo un posto privilegiato per coglierne le tendenze principali garantendo così ai nostri stakeholders sempre le migliori soluzioni e best practices sul mercato. Dal punto di vista industriale l’operazione accelera il cammino del piano nel pillar della sostenibilità che è parte integrata del nostro percorso di crescita sostenibile”.
-foto ufficio stampa Banca Generali (Gian Maria Mossa) –
(ITALPRESS).

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Aschimfarma, Pierfrancesco Morosini eletto presidente

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MILANO (ITALPRESS) – L’Assemblea di Aschimfarma – Associazione nazionale dei produttori di principi attivi e intermedi per l’industria farmaceutica, che fa parte di Federchimica, ha eletto alla Presidenza Pierfrancesco Morosini,Amministratore Delegato e Presidente di Icrom, per il triennio 2024-2027.
Morosini, da oltre 30 anni impegnato nel settore chimico-farmaceutico, si è a lungo occupato di ricerca e sviluppo e successivamente ha ricoperto differenti ruoli dirigenziali, dalla direzione commerciale alla direzione generale, in aziende produttrici di principi attivi farmaceutici. Dal 2015 è Presidente e Amministratore Delegato di ICROM Srl.
Le imprese produttrici di principi attivi farmaceutici (API – Active Pharmaceutical Ingredients) presenti sul territorio italiano, sono aziende ad alta tecnologia, che classificano il nostro Paese, sia per fatturato sia per numero di imprese (72 Aziende, 109 siti produttivi con circa 12.000 addetti), al primo posto a livello europeo.
Il fatturato del 2022 ha superato i 5 miliardi di euro, con una crescita di circa il 12% rispetto all’anno 2021. L’elevata qualità degli API italiani e l’affidabilità dei produttori sono riconosciuti a livello mondiale, di fatti l’Italia esporta oltre il 90% delle produzioni in più di 90 paesi. I principali mercati destinatari sono: Europa 48% (Germania, Francia, Spagna), Stati Uniti 21%, Giappone 16%, Asia 9%. Il settore italiano degli API è caratterizzato da alta capacità e specificità produttiva (con copertura di oltre l’85% di tutte le molecole presenti sul mercato, esclusi i farmaci biologici) e disponibilità di personale altamente specializzato, è infatti in aumento il numero degli addetti laureati ed in particolare è in crescita il numero del personale dedicato alla ricerca e sviluppo e alla qualità.
L’Assemblea ha inoltre eletto Vice Presidenti: Gian Mario Baccalini (Chemi) e Elena Marangoni (IMS).
-foto ufficio stampa Federchimica –
(ITALPRESS).

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Economia

Per Poste ricavi in crescita, Del Fante “Inizio anno positivo”

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Poste Italiane ha chiuso il primo trimestre con ricavi che si attestano a quota 3,045 miliardi, registrando un aumento del 6% su base annua. In particolare, nel segmento corrispondenza, pacchi e distribuzione, i ricavi raggiungono 934 milioni, in crescita del 4,6% su base annua, i ricavi dei servizi finanziari ammontano a 1,3 miliardi, in crescita del 5% su base annua, quelli dei servizi assicurativi si attestano a 397 milioni, in aumento dell’1% su base annua. I ricavi dei servizi postepay nel primo trimestre ammontano a 379 milioni, registrando un incremento del 17,3% su base annua, trainati dalla crescita dell’e-commerce. I costi totali ammontano a 2,3 miliardi, registrando un incremento del 3,7% su base annua, il risultato operativo ha raggiunto 706 milioni, registrando un incremento del 14% su base annua, beneficiando di un modello di business diversificato.
La posizione patrimoniale vede un total capital ratio di Bancoposta pari al 24,9% (di cui Cet1 ratio pari al 21,3%), Leverage Ratio pari al 3,3% e Solvency II ratio del gruppo assicurativo poste vita pari al 313%. Alla fine di marzo, i lavori di ristrutturazione sono stati completati in 1.370 uffici postali nei comuni con meno di 15 mila abitanti. Anche per l’anno in corso rimarrà prioritaria l’attenzione all’offerta di prodotti/servizi che risultino al passo con l’evoluzione dei contesti di mercato, confermando la centralità del risparmio postale nell’offerta del Gruppo. In ambito assicurativo e specificamente nel comparto investimenti vita e previdenza, il Gruppo sarà impegnato nell’evoluzione dell’offerta commerciale, tenendo conto sia delle dinamiche di mercato che dell’ottimizzazione della qualità dei servizi, al fine di proteggere i risparmi dei clienti dai rischi di mercato e dall’inflazione.
“È stato un inizio di anno molto positivo, con ricavi complessivi di Gruppo superiori a 3 miliardi e contributi da tutti i segmenti, in linea con la nostra strategia. Questi risultati dimostrano come stiamo attuando il nostro piano in modo rigoroso, con un continuo focus sul raggiungimento dei risultati commerciali e sulla razionalizzazione dei costi. I trend commerciali sono stati favorevoli in tutti i settori, poiché i nostri clienti continuano a considerare Poste Italiane come un rifugio sicuro per i loro risparmi e un luogo di riferimento per la maggior parte delle loro esigenze quotidiane. Una raccolta netta positiva nei prodotti di gestione del risparmio e in quelli assicurativi, insieme a depositi retail stabili, ne sono la prova”. Così Matteo Del Fante, Ad di Poste Italiane, commentando i dati relativi al primo trimestre dell’anno. “Il risultato operativo e l’utile netto hanno dimostrato una solida crescita a doppia cifra, rispettivamente del 14% e del 16%”, aggiunge. “Il nostro business assicurativo continua a registrare una raccolta netta positiva, che evidenzia una performance ben al di sopra dell’andamento di mercato, con un ridotto tasso di riscatto, insieme ad una maggiore profittabilità del business della protezione. I servizi Postepay mantengono la loro costante traiettoria di crescita. Al nostro Capital Markets Day – ricorda l’Ad – abbiamo delineato il piano strategico, con l’obiettivo di ridisegnare il nostro business per continuare a conseguire una crescita sostanziale. Stiamo attuando con successo il nostro piano, con un continuo focus sulla razionalizzazione dei costi per attenuare gli impatti inflazionistici. Continuiamo a investire nell’automazione e in tecnologia, con l’obiettivo di migliorare costantemente l’esperienza e la fedeltà del cliente. Grazie alla nostra solida base patrimoniale e alla redditività sostenibile del nostro modello di business ben diversificato, siamo sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi finanziari e di remunerazione degli azionisti previsti nel Capital Markets Day”, conclude Del Fante. (ITALPRESS).
– Foto: ufficio stampa Poste Italiane –

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Economia

L’Italia si riscopre invecchiata e più povera

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di Romana Ranucci
ROMA (ITALPRESS) – Negli ultimi 10 anni si è allargato il divario tra le condizioni economiche delle generazioni. Più una persona è giovane, più è probabile che abbia difficoltà. La situazione si è invertita alla fine degli anni 2000: la grande recessione ha penalizzato di più le giovani generazioni.
E’ quanto emerge dal rapporto annuale dell’Istat, presentato alla Camera. L’età adulta, oggi non può più essere considerata sinonimo di stabilità e certezze acquisite. Nel rapporto si legge che nel 2023, la spesa media mensile per consumo delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.728 euro in valori correnti, in aumento del 3,9% rispetto all’anno precedente, trainata dall’ulteriore aumento dei prezzi; in termini reali, la spesa media si riduce dell’1,8%. In aumento la povertà assoluta, pari all’8,5% tra le famiglie e al 9,8% tra gli individui.
Si raggiungono così livelli mai toccati negli ultimi 10 anni, per un totale di 2 milioni 235 mila famiglie e di 5 milioni 752 mila individui in povertà. Nell’intero periodo 2014-2023 l’incidenza di povertà assoluta individuale è aumentata di 2,9 punti percentuali, e tutte le fasce da 0 a 64 anni hanno peggiorato la propria posizione più della media (con un massimo di +4,5 punti percentuali per i minorenni). Le fasce di età più anziane hanno, invece, limitato il peggioramento a poco più di un punto percentuale. Preoccupa il calo demografico e della popolazione: nell’ultimo decennio (2012-2023) è diminuita di oltre un milione di unità (-1,8%). Le previsioni demografiche di lungo periodo indicano un rafforzamento della tendenza allo spopolamento delle aree economicamente meno attrattive e all’invecchiamento.
In prospettiva, saranno i più giovani e la popolazione attiva a diminuire, mentre crescerà in misura consistente la popolazione in età avanzata, soprattutto al Centro-Nord. Nel Mezzogiorno il fenomeno è già molto severo poichè la denatalità si associa da tempo alla ripresa dei flussi migratori.Le previsioni demografiche indicano una tendenza allo spopolamento e all’invecchiamento: entro il 1° gennaio 2042, la popolazione residente in Italia potrebbe ridursi di circa 3 milioni di unità, e in 50 anni (1° gennaio 2072) di oltre 8,6 milioni.
Negli ultimi due anni è rallentata la perdita di popolazione in atto dal 2014. Al 31 dicembre 2023, la popolazione residente ammonta a 58.989.749 unità, in calo di 7 mila persone rispetto alla stessa data dell’anno precede. Il 2023 ha fatto registrare l’ennesimo minimo storico in termini di nascite. Nonostante una riduzione dell’8% dei decessi rispetto al 2022, il saldo naturale della popolazione resta fortemente negativo. Negli ultimi anni si è, inoltre, ridotto l’effetto positivo che la popolazione straniera ha esercitato sulle nascite a partire dai primi anni Duemila. Passando ai dati sull’economia si legge che nel triennio è cresciuta più della media dell’Ue27 e di Francia e Germania tra le maggiori economie dell’Unione. Alla crescita si è associato il buon andamento del mercato del lavoro. Tra il 2019 e il 2023 l’Italia è l’economia cresciuta a un ritmo più elevato tra le quattro maggiori dell’Unione europea, recuperando il livello del Pil di fine 2019 già nel terzo trimestre del 2021. A confronto con l’ultimo trimestre del 2019, a fine del 2023, il livello del Pil era superiore del 4,2% in Italia, del 2,9 in Spagna, dell’1,9 in Francia e solo dello 0,1% in Germania. Solo a fine 2023 il Pil reale è tornato ai livelli del 2007: in 15 anni, si è accumulato un divario di crescita di oltre 10 punti con la Spagna, 14 con la Francia e 17 con la Germania. Se si confronta il 2023 con il 2000, il divario è di oltre 20 punti con Francia e Germania, e di oltre 30 con la Spagna. Positivi i dati sull’occupazione: nel biennio 2022-2023, secondo le stime di contabilità nazionale, a fronte di un rallentamento dell’attività misurata in termini di crescita del Pil (+4,0% nel 2022 e +0,9% nel 2023), il numero di occupati in Italia è cresciuto a ritmi sostenuti (+1,8% in entrambi gli anni). Nel 2023 rispetto al 2019, la crescita dell’attività economica (+3,5%) è stata il risultato del contributo di 2,3 punti percentuali dell’occupazione e di 1,4 punti dell’aumento delle ore lavorate per occupato, mentre la produttività oraria misurata sul Pil ha sottratto 0,3 punti.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

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