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Economia

Nel 2022 entrate tributarie e contributive in crescita

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ROMA (ITALPRESS) – Le entrate tributarie e contributive nel 2022 seondo i dati del Dipartimento delle Finanze, mostrano nel complesso una crescita di 68.930 milioni (+9,2%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Le entrate tributarie evidenziano un aumento di 53.760 milioni (+10,5%) rispetto allo stesso periodo del 2021. Il gettito delle imposte contabilizzate al bilancio dello Stato registra una crescita sostenuta (+48.484 milioni, +9,8%). Le variazioni risultano positive anche per gli incassi da attività di accertamento e controllo (+3.684 milioni, +42,9%) e per le entrate degli enti territoriali (+5.928 milioni, +10,1%). Le poste correttive sono in aumento di 4.336 milioni rispetto allo stesso periodo del 2021 (8,4%). Le entrate tributarie erariali, accertate in base al criterio della competenza giuridica, ammontano a 544.528 milioni (+48.484 milioni, +9,8%). Le entrate relative alle imposte dirette risultano pari a 296.078 milioni (+26.234 milioni, +9,7%) quelle relative alle imposte indirette ammontano a 248.450 milioni (+22.250 milioni, +9,8%). Tra le imposte dirette si evidenzia il gettito Irpef che si è attestato a 205.844 milioni (+7.635 milioni di euro, +3,9%) per effetto dell’aumento del gettito. L’Ires è stata pari a 45.597 milioni (+13.805 milioni, +43,4%).
Tra le imposte indirette si evidenzia il gettito
dell’Iva che ha registrato un incremento di 23.646 milioni
(+16,0%). Gli incassi contributivi del 2022 sono risultati pari a 250.790 milioni, in aumento di 15.170 milioni (+6,4%). Le entrate contributive dell’Inps ammontano a 230.569 milioni, in aumento di 12.673 milioni rispetto al 2021 (+5,8%). I premi assicurativi dell’Inail ammontano a 8.049 milioni, in crescita del 19,7% rispetto al corrispondente periodo del 2021. Le entrate contributive degli Enti previdenziali privatizzati risultano pari a 12.172 milioni, in aumento di 1.172 milioni rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

Economia

Dazi, Zoppas “Tra Trump e von der Leyen è stato uno 0-0, spero la trattativa sia aperta”

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ROMA (ITALPRESS) – “Se quello tra Trump e Von der Leyen è stato un buon accordo lo scopriremo solo vivendo: al 15% bisogna aggiungere il valore dell’euro-dollaro, che sta penalizzando il prezzo sul mercato dei prodotti”. Così il presidente dell’agenzia Ice Matteo Zoppas a Tg2 Post. “Il mio giudizio è che si è andati a uno 0-0 – continua Zoppas -. È chiaro che preferisco il 15% al 50%, ma mi auguro che questa trattativa non sia chiusa definitivamente: da un lato non posso essere soddisfatto quando vengono imposti dei dazi, dall’altro lo sono se penso che abbiamo evitato il 30% o il 50%”.

“L’incertezza in questo momento sta bloccando tutto e ancora oggi non sappiamo come comportarci con i dazi: un impatto ci sarà e non può essere calcolato solo aritmeticamente, perché ci sono tante variabili in gioco – ha aggiunto Zoppas – Il rischio è di perdere interi mercati, anche se ci sono categorie un po’ più protette soprattutto tra i prodotti di cui la gente non può fare a meno”.

“Oggi abbiamo incontrato Tajani, che è stato tra i primi in Europa a fare un punto sulle direzioni date. L’input è raggiungere i 700 miliardi di export, con o senza dazi: al momento siamo a 620 e stiamo serrando i ranghi – ha sottolineato Zoppas – Dobbiamo trovare tutte le modalità per compensare i dazi senza perdere i rapporti commerciali con gli Stati Uniti – prosegue Zoppas -. Dal governo, che al momento vedo molto sul pezzo, mi aspetto che si faccia squadra e si mettano risorse su attività promozionali, di sviluppo e di protezione”, conclude.

-Foto screenshot video Italpress-
(ITALPRESS).

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Dazi, Orsini “Serve un nuovo piano industriale europeo”

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ROMA (ITALPRESS) – “Non è un tema solo di governo italiano ma di Europa. L’Europa deve compensare le mancanze di competitività dei nostri prodotti verso gli Stati Uniti e aiutare i settori più colpiti. Da subito deve attuare un nuovo piano industriale straordinario per le imprese. Bene sforare il patto di stabilità per le armi, per la difesa, ma dobbiamo farlo anche per l’industria, e andare da subito a fare accordi con nuovi mercati dove noi potremo essere forti e sostituire in parte la perdita che abbiamo negli Stati Uniti”. Così il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, al Tg1, risponde a una domanda sulle misure da mettere in campo per limitare l’impatto dei dazi statunitensi al 15%. “Lato Italia dobbiamo subito mettere a terra misure che incentivano gli investimenti e soprattutto riescano a incrementare la produttività”, ha aggiunto.

“Per noi tutto quello che è oltre lo zero è un problema. Oggi l’impatto del 15% dei dazi vuol dire per le imprese italiane 22,6 miliardi – ha proseguito Orsini – Stiamo sottovalutando anche la svalutazione dollaro-euro, che per noi vuol dire oggi incrementare il dazio del 13%. Gli altri Paesi extraeuropei hanno una media del 2%, difficilmente recuperabile”, ha aggiunto Orsini, che ha spiegato: “Sulla farmaceutica c’è una trattativa, non possiamo pensare che anche qui vengano superati i dazi oltre il 15%, è già uno dei settori che verranno molto colpiti, insieme ai macchinari e agli utensili che vanno verso gli Stati Uniti”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Bankitalia, nel secondo semestre 2024 ridotta la domanda di credito dalle imprese

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ROMA (ITALPRESS) – Nel secondo semestre del 2024 la domanda di credito da parte delle imprese si è ridotta in tutte le aree del Paese, in modo particolare per le imprese edili delle regioni del Centro Sud, per quelle manifatturiere del Mezzogiorno e dei servizi nel Centro Nord. Sulla riduzione della domanda hanno inciso la debolezza dell’attività di investimento e l’ampio ricorso all’autofinanziamento. E’ quanto emerge dai dati dell’indagine Regional Bank Lending Survey, condotta dalle filiali regionali della Banca d’Italia su un campione di 237 banche. Nello stesso periodo le politiche di offerta di credito alle imprese sono rimaste pressoché invariate e improntate alla prudenza in tutti i territori. Tuttavia, si sono ridotti gli spread applicati in media sui nuovi finanziamenti. È ovunque aumentata la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie, a fronte di una sostanziale stabilità delle richieste di crediti per finalità di consumo.

Le politiche di offerta dei mutui per l’acquisto di abitazioni, che nel primo semestre dell’anno avevano subito un lieve irrigidimento, sono state moderatamente allentate nel secondo semestre. La durata media dei mutui erogati nel 2024 si è lievemente ridotta e il rapporto tra il valore del finanziamento e quello dell’immobile (loan-to-value at origination) è rimasto sostanzialmente stabile. Le condizioni di offerta dei prestiti finalizzati al consumo sono state improntate a una maggiore cautela rispetto alla prima metà dell’anno. Nel secondo semestre del 2024 è tornata ad aumentare la domanda di depositi da parte dei risparmiatori e le banche hanno ridotto le remunerazioni riconosciute sugli strumenti della raccolta.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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