Se ne è andata in punta di piedi, senza disturbare nessuno, colpita da un malore improvviso. Giada era ormai una presenza fissa per i vogheresi. Chi si metteva in fila sotto i portici di Piazza Duomo, accanto all’ingresso della farmacia, scambiava volentieri due chiacchere con lei, accovacciata a terra su due cartoni, accarezzava i suoi cani, il suo unico patrimonio, accanto a qualche pupazzetto, a qualche libro giallo che lei amava leggere e a una borsina di plastica contenente pochi effetti personali. Qualcuno le lasciava una moneta, qualcun altro un po’ di cibo, ma lei non chiedeva nulla e ringraziava con un sorriso che sprizzava tutta la sua bontà e felicità. Aveva scelto questo stile di vita, in molti non l’hanno capita, inizialmente anche amministratori e forze dell’ordine, che tre anni fa le avevano fatto recapitare un Daspo per allontanarsi da lì. E subito in suo aiuto erano accorse le associazioni del territorio per garantirle comunque un posto e una vita dignitosa. Ma lei preferiva rimanere lì, a salutare le persone e a scambiare con loro due parole. Una vita che se ne è andata ma che ci dimostra che in fondo per essere felici non occorrono denaro e lusso, la dignità non si compra. Oggi qualcuno, di fronte a questa morte, dovrebbe ripensare a quello che ha fatto o non ha fatto nei suoi confronti. I suoi funerali non sono stati ancora fissati ma ne siamo certi che saranno tanti i vogheresi che vorranno portarle l’ultimo saluto. Un saluto contro l’indifferenza del prossimo, per ricordare a tutti che qui, su questa terra, siamo solo di passaggio. E una mano tesa non va negata a nessuno, soprattutto ai più deboli.
ROMA (ITALPRESS) – “Oggi mi è stato notificato il provvedimento dal Tribunale dei ministri per il caso Almasri: dopo oltre sei mesi dal suo avvio, rispetto ai tre mesi previsti dalla legge, e dopo ingiustificabili fughe di notizie. I giudici hanno archiviato la mia sola posizione, mentre dal decreto desumo che verrà chiesta l’autorizzazione a procedere nei confronti dei Ministri Piantedosi e Nordio e del Sottosegretario Mantovano. Nel decreto si sostiene che io “non sia stata preventivamente informata e (non) abbia condiviso la decisione assunta”: e in tal modo non avrei rafforzato “il programma criminoso”. Si sostiene pertanto che due autorevoli Ministri e il sottosegretario da me delegato all’intelligence abbiano agito su una vicenda così seria senza aver condiviso con me le decisioni assunte. E’ una tesi palesemente assurda”. Lo scrive sui social il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “A differenza di qualche mio predecessore, che ha preso le distanze da un suo ministro in situazioni similari, rivendico che questo Governo agisce in modo coeso sotto la mia guida: ogni scelta, soprattutto così importante, è concordata. E’ quindi assurdo chiedere che vadano a giudizio Piantedosi, Nordio e Mantovano, e non anche io, prima di loro”, evidenzia Meloni. “Nel merito ribadisco la correttezza dell’operato dell’intero Esecutivo, che ha avuto come sola bussola la tutela della sicurezza degli italiani – conclude la premier -. L’ho detto pubblicamente subito dopo aver avuto notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati, e lo ribadirò in Parlamento, sedendomi accanto a Piantedosi, Nordio e Mantovano al momento del voto sull’autorizzazione a procedere”. Il Presidente della Giunta delle autorizzazioni della Camera Devis Dori rende noto che “al momento, non è pervenuta nessuna carta del dossier Almasri dal Tribunale dei Ministri”.
ROMA (ITALPRESS) – Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è pronto a espandere l’operazione militare nella Striscia di Gaza, nonostante le divergenze con i vertici militari. Lo riportano i media israeliani, citando funzionari nella cerchia di Netanyahu. “Il dado è tratto, puntiamo all’occupazione totale della Striscia di Gaza”, ha affermato. I funzionari hanno aggiunto che “ci saranno attività anche nelle aree in cui sono tenuti gli ostaggi. Se questo non dovesse andare a genio al capo di Stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf) – Eyal Zamir -, può dimettersi”. Le Idf controllano attualmente circa il 75% della Striscia di Gaza, ma secondo il nuovo piano, i militari dovrebbero occupare anche il territorio rimanente, portando l’intera enclave sotto il controllo israeliano. Non è chiaro cosa significherebbe una tale mossa per i milioni di civili e gruppi umanitari della Strip che operano nell’enclave, evidenziano i media. I vertici delle Idf hanno manifestato la loro contrarietà all’occupazione dell’intera Striscia, anche perchè potrebbero volerci anni per ripulire tutte le infrastrutture di Hamas. Inoltre, l’espansione dell’operazione potrebbe anche mettere gli ostaggi in pericolo di essere giustiziati se le truppe si avvicinassero a dove sono detenuti.
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