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Staffette azzurre da sogno, le due 4×100 volano in finale

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BUDAPEST (UNGHERIA) (ITALPRESS) – Le due staffette italiane 4×100 sono nella finale mondiale. Uomini e donne compiono alla perfezione il compitino nel primo turno, guadagnandosi una corsia nell’atto decisivo di domani sera. Roberto Rigali, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu stampano con 37″65 (secondo miglior crono italiano di sempre dopo il 37″50 della finale di Tokyo) il tempo più veloce delle batterie, entrando nell’atto conclusivo (domani alle 21″40) con lo spirito giusto. Ma anche Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Alessia Pavese si superano, migliorando il record italiano di 57 centesimi con 42″14. Come annunciato alla vigilia, il responsabile della velocità Filippo Di Mulo ha sciolto la riserva sulla composizione solo nel campo di riscaldamento, optando quindi per il piano B, con le conferme, rispetto ai Giochi giapponesi, di Jacobs e Tortu in seconda e quarta frazione, lo spostamento di Patta in terza e l’inserimento di Rigali in prima. Niente pettorale quindi per Fausto Desalu. L’avvio del bresciano della Valle Camonica è buono (tempo di reazione di 0″115, frazione da 10″60), mentre il contro rettilineo di Marcell Jacobs è davvero rassicurante. Il desenzanese non si vedeva così pimpante da tempo e il suo 8″81 lanciato lo dimostra. Grande curva del sardo Patta (9″24) e chiusura anche controllata del brianzolo Tortu: 9″00. Secondi sono i sudafricani (37″72), terzi i britannici (38″01). Nell’altra semifinale gli Stati Uniti (con Coleman e Kerley, ma senza Lyles e Knighton) si fermano a 37″67, precedendo giamaicani (37″68) e giapponesi (37″71). Sotto i 38″ scendono anche i francesi (37″98). Quartetto confermato invece rispetto alle previsioni in campo femminile, con le collaudate Dosso (11″48), Kaddari (10″03), Bongiorni (10″65) e Pavese (9″98) nell’ordine ipotizzato già nei giorni scorsi. La somma dei tempi individuali restituisce il nuovo primato nazionale, ottenuto col terzo posto in 42″14 alle spalle di Stati Uniti (41″59) e Costa d’Avorio (41″90). Nell’altra serie successo della Giamaica in 41″70 su Gran Bretagna (42″33) e Svizzera (42″64). Il crono delle azzurre è quindi il quarto nel riepilogo. Nella finale del triplo, ottava Dariya Derkach con lo stagionale a 14,36, decima Ottavia Cestonaro con 14,05. Si ferma in semifinale il cammino di Elia Coiro negli 800 metri. L’azzurra si esprime comunque in un convincente 1’59″61, suo nuovo personale, chiudendo al sesto posto la sua serie.
(ITALPRESS).

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Pogacar trionfa ancora al Giro di Lombardia, quinto successo come Fausto Coppi

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BERGAMO (ITALPRESS) – Tadej Pogacar come Fausto Coppi ma sempre più sulle orme di Eddy Merckx. Il 2025 da record dello sloveno fa tappa a Bergamo dove, come da pronostico, mette il timbro sulla 119esima edizione de Il Lombardia: quinta affermazione di fila per il 27enne campione del mondo e d’Europa (la decima in carriera in una Monumento) ed eguagliato Coppi come plurivincitore della Classica delle Foglie Morte. Anche il Campionissimo era riuscito a imporsi in 5 edizioni ma non consecutive (dal 1946 al 1949 e poi nel 1954).

Il fuoriclasse della UAE Emirates XRG continua così ad aggiornare i libri di storia: primo atleta a centrare per tre volte l’accoppiata Tour-Lombardia, il secondo a imporsi in tre Monumento nella stessa stagione dopo il Cannibale (che ci riuscì in quattro occasioni). Nessuno prima di Pogacar era però riuscito a conquistare il Lombardia per due volte in maglia iridata nè a collezionare 5 podi nelle Monumento nella stessa stagione, nemmeno Merckx che però all’età di Pogacar ne aveva vinte due in più (12).

Numeri, statistiche, che però non bastano a raccontare la grandezza dello sloveno, in questo 2025 capace di mettere in bacheca anche Strade Bianche, Fiandre, Freccia Vallone, Liegi e Tre Valli Varesine, le classifiche di UAE Tour, Delfinato e Tour e i due titoli in linea fra Mondiali ed Europei.

Il trionfo di Bergamo arriva in solitaria ma stavolta niente cavalcate epiche: a proiettare Pogacar verso la storia è lo straordinario lavoro di una squadra fortissima. La prima fuga di giornata scatta infatti ben prima della Madonna del Ghisallo: 14 corridori – fra questi anche Pello Bilbao e Filippo Ganna – vanno a cercare gloria ma in testa al gruppo UAE Emirates e Red Bull-Hansgrohe sono attente a tenere sotto controllo il distacco. Ma se già la discesa della Roncola inizia a sfilacciare i battistrada, le successive salite del Berbenno e del Passo della Crocetta fanno una prima vera scrematura: in dieci resistono davanti ma il vantaggio inizia a scendere e allora Quinn Simmons prova a sparigliare le carte staccando i compagni di fuga. I big stanno a guardare, almeno fino al Passo di Ganda, dove il ritmo aumenta vertiginosamente.

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La UAE Emirates prende in mano la situazione: Jay Vine decide di fare selezione, con lui restano solo in cinque, poi ai -36 se ne va Pogacar. Il grande rivale, Remco Evenepoel, non riesce a rispondere, lo sloveno in un paio di chilometri ricuce anche su Simmons e poi va via. Il belga è comunque l’unico che ci prova ma come un anno fa e come già a Kigali e, domenica scorsa, agli Europei in Francia deve accontentarsi della seconda piazza, staccato di 1’48”.

Completa il podio a 3’14” da Pogacar l’australiano della Tudor Pro Cycling Team, Michael Storer, mentre la UAE piazza nella Top Ten anche Isaac Del Toro (quinto a 4’16”) e Jay Vine (nono).

“Vincere questa corsa cinque volte, ad ogni partecipazione, è qualcosa di incredibile – ammette lo sloveno – Grande merito anche ai miei compagni di squadra, a partire da Novak e Sivakov che hanno controllato la corsa e mi hanno protetto sulle prime salite. E’ il settimo anno di fila che a fine stagione dico di aver vissuto la miglior stagione di sempre ed è un concetto che posso ribadire con forza anche oggi”. E se queste sono le premesse, a fine 2026 nessuno si stupirebbe di sentire le stesse parole.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Roberto Mancini “Mi manca allenare. Speravo di essere io il dopo Spalletti per la Nazionale”

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TRENTO (ITALPRESS) – “Era difficile ma anche facile accettare l’incarico di allenare la Nazionale. Quella con l’Italia è stata l’esperienza più bella e più importante, quella che ho sentito di più. Siamo riusciti a fare un qualcosa di impossibile e impensabile, ma sempre con merito. Speravo di vincere anche il Mondiale oltre all’Europeo e di poter essere il dopo Spalletti. Il sogno Mondiale resta sempre. L’addio? Ci sono state un po’ di incomprensioni che forse andavano chiarite”. Queste le parole di Roberto Mancini, ex calciatore e ct della Nazionale, nel suo intervento al Festival dello Sport di Trento. “Pafundi? È un giocatore giovane e talentuoso. A 18 anni giocava i Mondiali Under 20. È un mistero il perché non giochi in Serie A”, aggiunge Mancini su Pafundi, attualmente calciatore della Sampdoria.

“Mi manca il campo e mi manca vivere quell’ambiente, come manca a tutti gli ex calciatori. Vorrei tornare ad allenare, ma le proposte che avevo non mi davano stimoli adeguati. Vorrei chiudere la carriera da allenatore alla Sampdoria. Entrare in corsa? L’ho già fatto al Manchester City”, ha aggiunto.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Paolini sconfitta in semifinale a Wuhan, in finale ci va Gauff

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WUHAN (CINA) (ITALPRESS) – Jasmine Paolini si ferma nelle semifinali del “Dongfeng-Voyah Open”, ultimo torneo Wta 1000 della stagione, dotato di un montepremi totale pari a 3.654.963 dollari, che si sta disputando sui campi in cemento di Wuhan, in Cina. La tennista azzurra, numero 8 del mondo e settima forza del seeding, si è arresa in due set alla statunitense Coco Gauff, numero 3 Wta e del tabellone, vincente con il punteggio di 6-4 6-3.

Nella seconda semifinale in campo la bielorussa Aryna Sabalenka e la statunitense Jessica Pegula, rispettivamente numero 1 e 6 del ranking mondiale e del torneo cinese.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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