LA VOCE PAVESE – PNRR E PNC, IN PROVINCIA DI PAVIA 644 MILIONI DI INVESTIMENTI
Si è tenuto il 21 settembre presso la sede della Provincia di Pavia l’incontro con i comuni per dare il via alla nuova fase del progetto in cui Regione Lombardia si avvale di professionisti esperti per fornire supporto agli Enti territoriali nella gestione di procedure particolarmente complesse comprese nel piano territoriale e, più nello specifico, relative a valutazioni e autorizzazioni ambientali, bonifiche, rinnovabili/tema energia, rifiuti, edilizia e urbanistica, appalti, infrastrutture digitali, procedure di rendicontazione e monitoraggio. In Provincia di Pavia – ha spiegato il presidente Giovanni Palli – si concentrano investimenti PNRR per un valore pari a circa 620 milioni di euro ai quali si aggiungono circa 24 milioni di euro del PNC (Piano Nazionale investimenti Complementare) per un totale di circa 644 milioni di euro. Il 95% degli investimenti sono concentrati nei seguenti ambiti tematici:
Ricerca, Competitività e Salute; Investimenti sulla rete ferroviaria; Tutela del territorio e della risorsa idrica; Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Scuole Superiori fino all’Università; Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA. La provincia di Pavia è altresì direttamente interessata dagli interventi del PNRR soprattutto nel campo del potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione, interventi importanti che cambiano concretamente la “vita scolastica” ad 1/3 della nostra popolazione studentesca di secondo grado. Maxi investimenti, sì, ma serve anche una profonda riflessione sulle dinamiche della Pubblica Amministrazione in Italia. Quanto si investe? Quanta meritocrazia c’è? Che preparazione hanno i dirigenti?
LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.
LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…
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