Economia
CDP, al via emissione obbligazionaria destinata al pubblico retail
Pubblicato
2 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Al via il collocamento di nuove obbligazioni di Cassa Depositi e Prestiti destinate al mercato retail.
L’offerta pubblica di sottoscrizione delle obbligazioni CDP, non subordinate e non garantite dallo Stato, partirà martedì 7 novembre e sarà destinata alle sole persone fisiche residenti in Italia.
L’ammontare complessivo sarà pari a 1,5 miliardi di euro. Le obbligazioni saranno offerte al pubblico dal 7 al 27 novembre 2023, salvo il caso di chiusura anticipata, e saranno negoziate sul Mercato Telematico delle Obbligazioni (MOT) di Borsa Italiana.
L’investimento minimo è di 1.000 euro, pari al valore nominale di ciascuna obbligazione. Agli interessi e agli altri proventi percepiti dai sottoscrittori sarà applicata l’imposta sostitutiva in misura pari all’aliquota agevolata del 12,50%.
I proventi del prestito obbligazionario retail, il terzo nella storia di CDP, “consentiranno di destinare ulteriori risorse per sostenere imprese, territorio e infrastrutture con l’obiettivo, in coerenza con il Piano strategico 2022 – 2024, di contribuire concretamente alla crescita del Paese”, si legge in una nota.
Le obbligazioni CDP (codice ISIN IT0005568719) avranno una durata di sei anni (scadenza nel 2029), saranno emesse alla pari al prezzo di 1.000 euro per ciascuna obbligazione e verranno integralmente rimborsate alla pari e in un’unica soluzione alla data di scadenza.
I titoli matureranno interessi secondo un tasso misto: in misura fissa per i primi tre anni e variabile per i successivi tre. Durante il periodo di applicazione del tasso fisso, gli investitori percepiranno trimestralmente, in via posticipata, una cedola fissa pari al 5,00% lordo annuo del valore nominale unitario delle obbligazioni. Durante il periodo di applicazione del tasso variabile, gli investitori riceveranno trimestralmente, in via posticipata, una cedola lorda indicizzata all’EURIBOR a 3 mesi, maggiorato di un margine pari ad almeno lo 0,90% annuo. Il margine definitivo verrà fissato alla fine del periodo di collocamento.
Intesa Sanpaolo e UniCredit agiranno nel ruolo di responsabili del collocamento e coordinatori dell’offerta. La lista dei collocatori, una rete di 24 banche, è contenuta nelle condizioni definitive relative all’offerta, pubblicate e consultabili sulla pagina dedicata del sito di Cassa Depositi e Prestiti.
La nuova emissione riservata alla clientela retail arriva dopo altre emissioni destinate a investitori istituzionali, fra cui il primo Green Bond di CDP e il debutto sul mercato dei capitali americano, con la prima emissione obbligazionaria in dollari.
Sono stati assegnati a CDP i seguenti rating a medio-lungo termine, in linea con quelli della Repubblica italiana: Baa3 da Moody’s, BBB da S&P, BBB da Fitch e BBB+ da Scope. Per S&P il rating delle obbligazioni è pari a BBB.
Il prospetto relativo all’offerta e quotazione delle obbligazioni è a disposizione del pubblico sul sito internet di CDP (www.cdp.it/obbligazioni2023), dei responsabili del collocamento e dei collocatori.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Se quello tra Trump e Von der Leyen è stato un buon accordo lo scopriremo solo vivendo: al 15% bisogna aggiungere il valore dell’euro-dollaro, che sta penalizzando il prezzo sul mercato dei prodotti”. Così il presidente dell’agenzia Ice Matteo Zoppas a Tg2 Post. “Il mio giudizio è che si è andati a uno 0-0 – continua Zoppas -. È chiaro che preferisco il 15% al 50%, ma mi auguro che questa trattativa non sia chiusa definitivamente: da un lato non posso essere soddisfatto quando vengono imposti dei dazi, dall’altro lo sono se penso che abbiamo evitato il 30% o il 50%”.
“L’incertezza in questo momento sta bloccando tutto e ancora oggi non sappiamo come comportarci con i dazi: un impatto ci sarà e non può essere calcolato solo aritmeticamente, perché ci sono tante variabili in gioco – ha aggiunto Zoppas – Il rischio è di perdere interi mercati, anche se ci sono categorie un po’ più protette soprattutto tra i prodotti di cui la gente non può fare a meno”.
“Oggi abbiamo incontrato Tajani, che è stato tra i primi in Europa a fare un punto sulle direzioni date. L’input è raggiungere i 700 miliardi di export, con o senza dazi: al momento siamo a 620 e stiamo serrando i ranghi – ha sottolineato Zoppas – Dobbiamo trovare tutte le modalità per compensare i dazi senza perdere i rapporti commerciali con gli Stati Uniti – prosegue Zoppas -. Dal governo, che al momento vedo molto sul pezzo, mi aspetto che si faccia squadra e si mettano risorse su attività promozionali, di sviluppo e di protezione”, conclude.
-Foto screenshot video Italpress-
(ITALPRESS).
Economia
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28 Luglio 2025di
Redazione
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“Per noi tutto quello che è oltre lo zero è un problema. Oggi l’impatto del 15% dei dazi vuol dire per le imprese italiane 22,6 miliardi – ha proseguito Orsini – Stiamo sottovalutando anche la svalutazione dollaro-euro, che per noi vuol dire oggi incrementare il dazio del 13%. Gli altri Paesi extraeuropei hanno una media del 2%, difficilmente recuperabile”, ha aggiunto Orsini, che ha spiegato: “Sulla farmaceutica c’è una trattativa, non possiamo pensare che anche qui vengano superati i dazi oltre il 15%, è già uno dei settori che verranno molto colpiti, insieme ai macchinari e agli utensili che vanno verso gli Stati Uniti”.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Bankitalia, nel secondo semestre 2024 ridotta la domanda di credito dalle imprese
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17 ore fa-
28 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nel secondo semestre del 2024 la domanda di credito da parte delle imprese si è ridotta in tutte le aree del Paese, in modo particolare per le imprese edili delle regioni del Centro Sud, per quelle manifatturiere del Mezzogiorno e dei servizi nel Centro Nord. Sulla riduzione della domanda hanno inciso la debolezza dell’attività di investimento e l’ampio ricorso all’autofinanziamento. E’ quanto emerge dai dati dell’indagine Regional Bank Lending Survey, condotta dalle filiali regionali della Banca d’Italia su un campione di 237 banche. Nello stesso periodo le politiche di offerta di credito alle imprese sono rimaste pressoché invariate e improntate alla prudenza in tutti i territori. Tuttavia, si sono ridotti gli spread applicati in media sui nuovi finanziamenti. È ovunque aumentata la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie, a fronte di una sostanziale stabilità delle richieste di crediti per finalità di consumo.
Le politiche di offerta dei mutui per l’acquisto di abitazioni, che nel primo semestre dell’anno avevano subito un lieve irrigidimento, sono state moderatamente allentate nel secondo semestre. La durata media dei mutui erogati nel 2024 si è lievemente ridotta e il rapporto tra il valore del finanziamento e quello dell’immobile (loan-to-value at origination) è rimasto sostanzialmente stabile. Le condizioni di offerta dei prestiti finalizzati al consumo sono state improntate a una maggiore cautela rispetto alla prima metà dell’anno. Nel secondo semestre del 2024 è tornata ad aumentare la domanda di depositi da parte dei risparmiatori e le banche hanno ridotto le remunerazioni riconosciute sugli strumenti della raccolta.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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